Articolo del giorno: differenze tra le versioni

Da LazioWiki.

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 1: Riga 1:
__NOTOC__
__NOTOC__


[[Immagine:Vincenzo Paparelli.jpg|thumb|left|180px|Vincenzo Paparelli]]
[[Immagine:Sandri Gabriele.jpg|thumb|left|180px|Gabriele Sandri]]
[[Immagine:Paparelli1.jpg|thumb|right|180px|Il titolo sul Messaggero]]
[[Immagine:G.sandri2.jpg|thumb|right|180px|L'area di servizio Badia al Pino Est, luogo del misfatto]]
[[Immagine:Paparelli2.jpg|thumb|left|180px|Giuseppe Wilson sotto la curva dei tifosi laziali]]
[[Immagine:Gabbo sciarpe.jpg|thumb|left|180px|Le sciarpe di tante tifoserie in memoria di Gabriele]]
[[Immagine:Paparelli4.jpg|thumb|right|180px|Un altro articolo di giornale]]
[[Immagine:Gabbo 02 05 2009.jpg|thumb|right|180px|La coreografia della curva interista nella partita Inter-Lazio del 2 maggio 2009 a ricordo di Gabriele]]
[[Immagine:Paparelli5.jpg|thumb|left|180px|Il titolo sul Guerin Sportivo]]
[[immagine:g.sandri1.jpg|left|180px|thumb|Gabriele Sandri]]
[[immagine:assa.jpg|thumb|right|180px|Le foto segnaletiche sui giornali]]
[[immagine:g.sandri2.jpg|right|180px|thumb|L'autogrill dove è avvenuto il dramma]]
[[immagine:g.sandri4.jpg|left|180px|thumb|I rilievi della Polizia]]
[[immagine:g.sandri3.jpg|right|180px|thumb|La macchina colpita]]


<b> [[Paparelli Vincenzo|Vincenzo Paparelli]] </b>
'''[[Sandri Gabriele|Gabriele Sandri]]'''


La tragedia che scuote l'Italia, che provoca un'ondata di indignazione in tutte le tifoserie, che riaccende il dibattito sia sulle violenze degli ultras sia sugli errori che a volte commettono gli uomini delle forze dell'ordine, comincia poco dopo le nove di mattino, nell'autogrill di Badia al Pino, lungo l'autostrada A1 in direzione Firenze. E' l'[[11 novembre]] [[2007]] e la Lazio è di scena a Milano contro l'[[Internazionale FC|Inter]].
► [[1979/80|Stagione]]


Un accenno di rissa tra sostenitori juventini e laziali, la Polizia Stradale che subito dopo interviene, un agente che spara uno, forse due colpi di pistola a grande distanza: muore così un giovane ragazzo. [[Sandri Gabriele|Gabriele Sandri]], 26 anni, supporter biancazzurro, noto dj dei locali romani e titolare di un negozio di abbigliamento, viene colpito al collo mente si trova all'interno di un'auto, una Renault Megane. Una morte assurda, "''un tragico errore''", come alcune ore dopo il fatto ammette il questore di Arezzo Vincenzo Giacobbe. Diversa l'opinione di Luigi Conti, legale della famiglia della vittima, che accusa: "''E' omicidio volontario''". Così come il fratello di Gabriele, Cristiano Sandri, che urla tutto il suo dolore: "''Me lo hanno ammazzato''".
► [[Domenica 28 ottobre 1979 - Roma, stadio Olimpico - Roma-Lazio 1-1|La gara Roma-Lazio 1-1]] del [[28 ottobre]] [[1979]]


Adesso, naturalmente, spetta agli inquirenti fare piena luce sull'accaduto sia ascoltando i testimoni - a partire dall'agente che ha sparato, a quanto sembra un trentenne con diversi anni di esperienza alle spalle - sia attraverso altri tipi di riscontri. Come con i filmati delle telecamere di sicurezza dell'autogrill sequestrati dalla Polizia scientifica. In attesa di conoscere l'esito delle indagini quel che sembra certo è che, poco prima delle nove del mattino, un'auto di tifosi juventini, nel piazzale di sosta, viene avvicinata da alcuni supporter laziali, armati di spranghe. C'è tensione, ma i bianconeri riescono a sottrarsi all'aggressione. L'incidente però, ormai concluso, richiama l'attenzione di una pattuglia della Polstrada che, dalla corsia opposta, tenta di intervenire.


La Megane dei laziali sta già uscendo dall'area di servizio. In quel momento, dall'altra parte della carreggiata, l'agente spara ed un colpo almeno trapassa il vetro posteriore della Megane e colpisce a morte Sandri seduto sul sedile posteriore sinistro. Forse un goffo tentativo di sparare in aria proiettili di avvertimento: ma questo lo si vedrà nel corso delle indagini. Gli amici di Sandri, con lui agonizzante in auto, continuano a guidare e si fermano più avanti, praticamente al casello di Arezzo, quando vengono raggiunti dalla pattuglia. Ma per Gabriele non c'è più nulla da fare. Tra i primi ad essere interrogato è l'agente che ha sparato: trentenne, con diversi anni di servizio. Ma per ora le sue dichiarazioni restano top-secret.
Vincenzo Paparelli, tifoso laziale, era seduto in Curva Nord [[Domenica 28 ottobre 1979 - Roma, stadio Olimpico - Roma-Lazio 1-1|in attesa di assistere]] al [[Derby|derby]] [[Roma]]-Lazio del [[28 ottobre]] [[1979]]. Stava mangiando un panino mentre osservava il cielo plumbeo che minacciava pioggia e due razzi di segnalazione, partiti dalla Curva Sud, finiti fuori dagli spalti dopo una traiettoria a zig-zag. Ad un certo punto, sempre dalla curva Sud, parte un terzo razzo che compie una linea retta di quasi 150 metri che lo colpirà in pieno volto andandosi a conficcare dentro un occhio. Racconta un testimone di una lunga scia nera e schizzi di sangue ovunque. Paparelli si accascia su sé stesso e la moglie, che era seduta accanto a lui, comincia ad urlare e chiedere aiuto ma molti tifosi scappano in preda al terrore. Un ragazzo cerca di intervenire cercando di togliere il petardo dall'occhio di Paparelli ma ci riesce solo a metà e dal foro sul viso e da dietro la testa esce del fumo. Arrivano i medici ed una barella che lo porta nell'antistadio della Curva Nord dove c'è un'ambulanza che di corsa, a sirene spiegate, cerca di raggiungere l'Ospedale Santo Spirito dove però il povero Paparelli giungerà cadavere.


Vincenzo aveva 33 anni e lascia la moglie e due figli. In Curva Nord, ormai ridotta a poche migliaia di persone, scoppiano disordini e tentativi d'invasione. Nessuno vuole che si giochi e solo [[Wilson Giuseppe|Capitan Wilson]] riesce ad avvicinarsi ai ragazzi laziali inferociti. Per non creare altri disordini, si decide di giocare in un clima surreale con la Nord e la Tevere "''laziale''" vuote ed il resto dello stadio pieno. Le forze dell'ordine si mettono subito alla caccia degli assassini e dopo una breve indagine, viene indicato in Giovanni Fiorillo l'autore materiale del gesto criminale. Fiorillo ha 18 anni ed è un pittore edile disoccupato. Già la sera dell'omicidio si dà alla latitanza fuggendo senza una meta ben precisa in giro per l'Italia riuscendo anche ad espatriare in Svizzera.


► [[Sandri Gabriele|Clicca qui per continuare la lettura]]
Dopo quattordici mesi si costituirà. Verrà condannato dalla Cassazione, nel [[1987]], a sei anni e dieci mesi di reclusione per omicidio preterintenzionale. Morirà il [[24 marzo]] [[1993]] a causa di un male incurabile. Durante il periodo di latitanza aveva chiamato quasi ogni giorno Angelo Paparelli, fratello dello sfortunato Vincenzo, per scusarsi e giurare che il [[28 ottobre]] non voleva uccidere nessuno.


<br> <br> <br>
Il [[29 ottobre]] [[2001]], a ventidue anni dal tragico episodio, viene posta una targa in memoria di Vincenzo allo [[Stadio Olimpico - Roma|stadio Olimpico]], lato curva nord. Il [[13 giugno]] [[2011]] Vanda del Pinto, vedova di Vincenzo, si spegne all'età di 61 anni.


[[La Gazzetta dello Sport]] titola: "Agente spara da 80 metri. Tifoso muore. [[Sandri Gabriele|Gabriele Sandri]] aveva 26 anni, era tifoso laziale. Una rissa con gli juventini, poi gli spari. Rinviata [[Internazionale FC|Inter]]-Lazio".
► [[Paparelli Vincenzo|Clicca qui per continuare la lettura]]


Continua la "rosea":
Il fiato strozzato, il respiro ucciso, un urlo di dolore che quasi non ha forza e tempo per nascere: sono le 9.20 di una mattina agghiacciante e [[Sandri Gabriele|Gabriele Sandri]], 26 anni, tifoso laziale, viene colpito così, con una pallottola nel collo, gli amici di fianco, in quella Megane Scénic già in movimento e in uscita dall'area di servizio Badia al Pino Est. Un rantolo, il panico, la disperazione. E la morte, cinque chilometri dopo, al casello di Arezzo, la chiamata al 118, i soccorsi. Niente da fare. La pallottola viene esplosa dall'altra parte dell'autostrada, settanta-ottanta metri più in là, sei corsie più in là, con le recinzioni in mezzo, area di servizio Badia al Pino Ovest, direzione Sud: la dinamica è al vaglio delle perizie balistiche ma c'è che il proiettile (presumibilmente di una Beretta calibro 9) ha colpito lui, Gabriele. A morte. Erano partiti verso le sette da Roma, i cinque amici e tifosi della Lazio, direzione Milano. Sono Marco, Federico, Simone, Francesco e lui, Gabriele. Sosta all'area di servizio, come tante altre volte. Rifornimento, un panino e via. L'area di Badia al Pino Est consta di due bar: quello classico e un altro più avanti, legato alle pompe di rifornimento Total. I cinque ragazzi, secondo le ricostruzioni, fermerebbero la macchina lì, a meno di cento metri da dove poco dopo avverrà il tafferuglio con i tifosi juventini, ovvero quella zona di parcheggio che verrà poi transennata dalle forze di polizia. Dal racconto del gestore del rifornimento, si evince che i tifosi della Lazio s'incamminano verso quelli della [[Juventus FC|Juventus]], divisi in due macchine e in transito lì perché diretti a Parma.


La zona del contatto è larga e all'aperto, ci sono sei siti per i parcheggi, un cartello verde con scritto "Firenze" ed è lì che avviene la colluttazione fra le due parti. Secondo il racconto di testimoni sarebbe stata una leggera scazzottata; secondo la polizia, invece, una rissa vera e propria, che induceva gli agenti a sparare due colpi. ''"Ma noi'' - dirà poi Paolo, manager dell'area -, ''non ci eravamo accorti di nulla da dentro il bar: è dopo, quando ci siamo visti arrivare la Polizia che chiedeva le cassette a circuito chiuso, che abbiamo capito tutto"''. Sono le 9,10 circa e dall'altra parte dell'A1, direzione Sud, due pattuglie della polizia stradale di Battifolle si fermano per accertamenti. Si accorgono che dall'altra parte succede qualcosa. Qualcosa di strano, di anomalo. I metri che dividono le due aree di servizio sono circa ottanta, passano le macchine, i rumori non si colgono bene ma gente che viene alle mani evidentemente sì. Così, i poliziotti danno l'allarme, azionano la sirena, cercano di far desistere i ragazzi. A quel punto i due gruppi si dividono e, così raccontano, un tifoso laziale rimarrebbe a terra per dieci secondi, colpito a un braccio, qualcuno dice da una sportellata di una Classe A appartenente ai tifosi juventini. Gli altri lo soccorrono e vanno via, verso la macchina parcheggiata di fronte all'altro bar, quello dei rifornimenti. Pare finita. Non lo è.
{{-}} {{-}}


► <b> [[Roma]]-Lazio 1-1 del [[28 ottobre]] [[1979]] </b>

[[1979/80|Stagione]]

[[Domenica 21 ottobre 1979 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Cagliari 1-1|Turno precedente]] - [[Domenica 4 novembre 1979 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Juventus 1-0|Turno successivo]]

{{datalink|28|ottobre|1979}} - '''[[1979|2016]]''' - [[Campionato]] di [[Serie A]] [[1979/80]] - '''VII giornata'''

'''ROMA:''' Tancredi, Rocca, Peccenini, Benetti, [[Turone Maurizio|Turone]] (40' [[De Nadai Michele|De Nadai]]), Santarini, Amenta, Di Bartolomei, Pruzzo, Ancelotti, B.Conti. A disp. P.Conti, Ugolotti. All. Liedholm.

'''LAZIO:''' [[Cacciatori Massimo|Cacciatori]], [[Tassotti Mauro|Tassotti]], [[Citterio Filippo|Citterio]], [[Wilson Giuseppe|Wilson]], [[Manfredonia Lionello|Manfredonia]], [[Zucchini Vincenzo|Zucchini]], [[Garlaschelli Renzo|Garlaschelli]], [[Montesi Maurizio|Montesi]], [[Giordano Bruno|Giordano]], [[Nicoli Aldo|Nicoli]], [[Viola Fernando|Viola]]. A disp. [[Avagliano Giuseppe|Avagliano]], [[Manzoni Mauro|Manzoni]], [[Todesco Enrico|Todesco]]. All. [[Lovati Roberto|Lovati]].

'''Arbitro:''' D'Elia (Salerno).

'''Marcatori:''' 6' [[Zucchini Vincenzo|Zucchini]], 16' Pruzzo.

'''Note:''' giornata nuvolosa. Ammoniti Di Bartolomei, Manfredonia, Zucchini. Espulsi al 82' Montesi ed Amenta per reciproche scorrettezze.

'''Spettatori:''' 40.000 circa quelli che hanno assistito realmente alla gara. Oltre 70.000 i tagliandi venduti.


[[Image:28ott79tk.jpg|left|180px|thumb|Il biglietto (ridotto) in "Curva Nord"]]
[[Image:28ott1979bigl.jpg|right|180px|thumb|Il biglietto (intero) in "Curva Nord"]]
[[Image:28ott79_wilson.jpg|left|thumb|180px|left|Wilson cerca di calmare i tifosi]]
[[Image:28ott79u.jpg|right|180px|thumb|La cronaca della gara]]
[[Image:28ott79k.jpg|left|180px|thumb|Montesi esce dal campo]]
[[Image:paparellireti2.jpg|thumb|right|180px|La rete di Zucchini]]

Quella che doveva essere una giornata di festa per le squadre romane, che celebravano l'ennesimo derby della capitale, si è trasformata in un'assurda tragedia senza precedenti.
Mancavano una manciata di minuti alle 14 quando un razzo partito dalla curva sud centrava il volto di un ignaro tifoso laziale [[Paparelli Vincenzo|Vincenzo Paparelli]], meccanico di 33 anni, seduto nella curva opposta, conficcandosi nell'occhio sinistro.
Scene di panico fra i tifosi limitrofi che scappano inorriditi, mentre altri, cercavano di richiamare i soccorsi con ampi gesti. Un ragazzo cerca di intervenire cercando di togliere il petardo dall'occhio di Paparelli ma ci riesce solo a metà e dal foro sul viso e da dietro la testa esce del fumo. Arrivano i medici ed una barella che lo porta nell'antistadio della Curva Nord dove c'è un'ambulanza che di corsa, a sirene spiegate, cerca di raggiungere l'Ospedale Santo Spirito dove però il povero Paparelli giungerà cadavere.

La notizia fa il giro dello stadio in un'attimo, mentre alle 14,15 viene data in diretta durante il prologo della trasmissione televisiva ''90° Minuto'' mandando in agitazione non poche famiglie che avevano congiunti all'Olimpico.
Immediata la reazione della tifoseria biancazzurra che tentava in tutti i modi di bloccare la gara, mentre gran parte del pubblico lasciava gli spalti in preda ad una comprensibile paura.
Negli spogliatoi si decideva di giocare per motivi di ordine pubblico, ma la gara poteva iniziare solo dopo che alcuni giocatori si erano recati sotto la curva nord per parlamentare con i tifosi inferociti.

A questo punto, la cronaca della gara passa in sott'ordine, in quanto le due squadre profondamente provate dai fatti menzionati decidevano tacitamente di non farsi del male per non aggravare la situazione già incandescente che la vittoria di una o dell'altra avrebbe potuto far esplodere in maniera ancora più drammatica.
La rete di [[Zucchini Vincenzo|Zucchini]] al 6' e il pareggio di Pruzzo 10 minuti più tardi sono solo un'appendice ad una giornata tragica per lo sport italiano.
Le forze dell'ordine sono alla ricerca degli autori del folle gesto, grazie anche alle segnalazioni dei tifosi giallorossi vicini al gruppo che viene ritenuto responsabile del gesto.
Doveva essere una giornata di sport ed invece una vedova piange il giovane marito disteso nell'obitorio dell'ospedale.


► [[Domenica 28 ottobre 1979 - Roma, stadio Olimpico - Roma-Lazio 1-1|Clicca qui per continuare la lettura]]


► [[Domenica 11 Novembre 2007 - Milano, stadio San Siro - Inter-Lazio (Rinviata)|Clicca qui per continuare la lettura]]


{{-}} {{-}}
{{-}} {{-}}

Versione delle 21:10, 10 nov 2013


Gabriele Sandri
L'area di servizio Badia al Pino Est, luogo del misfatto
Le sciarpe di tante tifoserie in memoria di Gabriele
La coreografia della curva interista nella partita Inter-Lazio del 2 maggio 2009 a ricordo di Gabriele
Gabriele Sandri
L'autogrill dove è avvenuto il dramma
I rilievi della Polizia
La macchina colpita

Gabriele Sandri

La tragedia che scuote l'Italia, che provoca un'ondata di indignazione in tutte le tifoserie, che riaccende il dibattito sia sulle violenze degli ultras sia sugli errori che a volte commettono gli uomini delle forze dell'ordine, comincia poco dopo le nove di mattino, nell'autogrill di Badia al Pino, lungo l'autostrada A1 in direzione Firenze. E' l'11 novembre 2007 e la Lazio è di scena a Milano contro l'Inter.

Un accenno di rissa tra sostenitori juventini e laziali, la Polizia Stradale che subito dopo interviene, un agente che spara uno, forse due colpi di pistola a grande distanza: muore così un giovane ragazzo. Gabriele Sandri, 26 anni, supporter biancazzurro, noto dj dei locali romani e titolare di un negozio di abbigliamento, viene colpito al collo mente si trova all'interno di un'auto, una Renault Megane. Una morte assurda, "un tragico errore", come alcune ore dopo il fatto ammette il questore di Arezzo Vincenzo Giacobbe. Diversa l'opinione di Luigi Conti, legale della famiglia della vittima, che accusa: "E' omicidio volontario". Così come il fratello di Gabriele, Cristiano Sandri, che urla tutto il suo dolore: "Me lo hanno ammazzato".

Adesso, naturalmente, spetta agli inquirenti fare piena luce sull'accaduto sia ascoltando i testimoni - a partire dall'agente che ha sparato, a quanto sembra un trentenne con diversi anni di esperienza alle spalle - sia attraverso altri tipi di riscontri. Come con i filmati delle telecamere di sicurezza dell'autogrill sequestrati dalla Polizia scientifica. In attesa di conoscere l'esito delle indagini quel che sembra certo è che, poco prima delle nove del mattino, un'auto di tifosi juventini, nel piazzale di sosta, viene avvicinata da alcuni supporter laziali, armati di spranghe. C'è tensione, ma i bianconeri riescono a sottrarsi all'aggressione. L'incidente però, ormai concluso, richiama l'attenzione di una pattuglia della Polstrada che, dalla corsia opposta, tenta di intervenire.

La Megane dei laziali sta già uscendo dall'area di servizio. In quel momento, dall'altra parte della carreggiata, l'agente spara ed un colpo almeno trapassa il vetro posteriore della Megane e colpisce a morte Sandri seduto sul sedile posteriore sinistro. Forse un goffo tentativo di sparare in aria proiettili di avvertimento: ma questo lo si vedrà nel corso delle indagini. Gli amici di Sandri, con lui agonizzante in auto, continuano a guidare e si fermano più avanti, praticamente al casello di Arezzo, quando vengono raggiunti dalla pattuglia. Ma per Gabriele non c'è più nulla da fare. Tra i primi ad essere interrogato è l'agente che ha sparato: trentenne, con diversi anni di servizio. Ma per ora le sue dichiarazioni restano top-secret.


Clicca qui per continuare la lettura




La Gazzetta dello Sport titola: "Agente spara da 80 metri. Tifoso muore. Gabriele Sandri aveva 26 anni, era tifoso laziale. Una rissa con gli juventini, poi gli spari. Rinviata Inter-Lazio".

Continua la "rosea": Il fiato strozzato, il respiro ucciso, un urlo di dolore che quasi non ha forza e tempo per nascere: sono le 9.20 di una mattina agghiacciante e Gabriele Sandri, 26 anni, tifoso laziale, viene colpito così, con una pallottola nel collo, gli amici di fianco, in quella Megane Scénic già in movimento e in uscita dall'area di servizio Badia al Pino Est. Un rantolo, il panico, la disperazione. E la morte, cinque chilometri dopo, al casello di Arezzo, la chiamata al 118, i soccorsi. Niente da fare. La pallottola viene esplosa dall'altra parte dell'autostrada, settanta-ottanta metri più in là, sei corsie più in là, con le recinzioni in mezzo, area di servizio Badia al Pino Ovest, direzione Sud: la dinamica è al vaglio delle perizie balistiche ma c'è che il proiettile (presumibilmente di una Beretta calibro 9) ha colpito lui, Gabriele. A morte. Erano partiti verso le sette da Roma, i cinque amici e tifosi della Lazio, direzione Milano. Sono Marco, Federico, Simone, Francesco e lui, Gabriele. Sosta all'area di servizio, come tante altre volte. Rifornimento, un panino e via. L'area di Badia al Pino Est consta di due bar: quello classico e un altro più avanti, legato alle pompe di rifornimento Total. I cinque ragazzi, secondo le ricostruzioni, fermerebbero la macchina lì, a meno di cento metri da dove poco dopo avverrà il tafferuglio con i tifosi juventini, ovvero quella zona di parcheggio che verrà poi transennata dalle forze di polizia. Dal racconto del gestore del rifornimento, si evince che i tifosi della Lazio s'incamminano verso quelli della Juventus, divisi in due macchine e in transito lì perché diretti a Parma.

La zona del contatto è larga e all'aperto, ci sono sei siti per i parcheggi, un cartello verde con scritto "Firenze" ed è lì che avviene la colluttazione fra le due parti. Secondo il racconto di testimoni sarebbe stata una leggera scazzottata; secondo la polizia, invece, una rissa vera e propria, che induceva gli agenti a sparare due colpi. "Ma noi - dirà poi Paolo, manager dell'area -, non ci eravamo accorti di nulla da dentro il bar: è dopo, quando ci siamo visti arrivare la Polizia che chiedeva le cassette a circuito chiuso, che abbiamo capito tutto". Sono le 9,10 circa e dall'altra parte dell'A1, direzione Sud, due pattuglie della polizia stradale di Battifolle si fermano per accertamenti. Si accorgono che dall'altra parte succede qualcosa. Qualcosa di strano, di anomalo. I metri che dividono le due aree di servizio sono circa ottanta, passano le macchine, i rumori non si colgono bene ma gente che viene alle mani evidentemente sì. Così, i poliziotti danno l'allarme, azionano la sirena, cercano di far desistere i ragazzi. A quel punto i due gruppi si dividono e, così raccontano, un tifoso laziale rimarrebbe a terra per dieci secondi, colpito a un braccio, qualcuno dice da una sportellata di una Classe A appartenente ai tifosi juventini. Gli altri lo soccorrono e vanno via, verso la macchina parcheggiata di fronte all'altro bar, quello dei rifornimenti. Pare finita. Non lo è.


Clicca qui per continuare la lettura



Torna ad inizio pagina