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[[image:Ezio Sclavi.jpg|thumb|left|180px|Ezio Sclavi]]
[[Image:Chinaglia scudetto.jpg|thumb|left|180px|Giorgio Chinaglia]]
[[Immagine:Sclavi_c.jpg|thumb|right|180px|Un intervento in presa aerea del portiere biancoceleste]]
[[image:Sclavi.jpg|thumb|left|180px|Ezio Sclavi]]
[[Immagine:stradella.jpg|thumb|right|180px|Uno scorcio antico di Stradella]]
[[Immagine:TorrediStradella.jpg|thumb|left|180px|La torre medievale di Stradella. In tale cittadina Ezio Sclavi si trasferi in età giovanile dalla limitrofa natia frazione di Montù Beccaria]]
[[Immagine:Sclavi_e.jpg|thumb|right|180px|Ezio Sclavi "chioccia" dei Pulcini in una foto d'epoca]]
[[Immagine:Sclavi_f.jpg|thumb|left|180px|Sclavi con il Pulcino Armandino]]
[[Immagine:SclaviNazionale_a.jpg|thumb|right|180px|Sclavi in Nazionale]]
[[Immagine:Sclavi Ezio.jpg|thumb|left|180px|Ezio Sclavi]]


► [[Sclavi Ezio|Ezio Sclavi]]
'''► [[Chinaglia Giorgio|Giorgio Chinaglia]]'''


► <html> <a href="#Correlati"> Articoli correlati </a> </html>
Ezio Sclavi, portiere, nacque il [[23 marzo]] [[1903]] in Oltrepò Pavese a Montù Beccaria da genitori provenienti da Monteveneroso, un nucleo di poche case da cui è originario il ceppo degli Sclavi, oggi frazione di Canneto Pavese (PV), e morì ad Arma di Taggia (IM) il [[31 agosto]] [[1968]].


► [[Galleria immagini su Giorgio Chinaglia]]
La vicenda sportiva di Ezio Sclavi è indissolubilmente legata ad un giorno, il [[22 luglio]] [[1923]], in cui egli non faceva ancora il calciatore, ma che fu importante per la Lazio e, di riflesso, per Ezio. Alla [[Stadio Rondinella - Roma|Rondinella]] si svolse [[Domenica 22 luglio 1923 - Roma, campo della Rondinella - Lazio-Genoa 0-2|la partita di ritorno]] tra i Capitolini e il [[Genoa]] che avrebbe deciso le sorti del [[campionato]]. Il [[Genoa]], vincitore del girone nord, incontrò la Lazio, vincitrice del girone centro-sud, dopo che [[Domenica 15 luglio 1923 - Genova, stadio Marassi - Genoa-Lazio 4-1|la partita di andata]] aveva visto trionfare i rossoblù per 4-1. [[Domenica 22 luglio 1923 - Roma, campo della Rondinella - Lazio-Genoa 0-2|La partita di ritorno]] alla [[Stadio Rondinella - Roma|Rondinella]] fu quasi una formalità per i campioni liguri, che si imposero per 2-0 conquistando il loro ottavo titolo, ma diede modo di far comprendere a tutti che il gioco del calcio aveva raggiunto larghi strati della popolazione e gli stadi non bastavano più per contenere la folla di appassionati che delirava per vedere un incontro come quello disputato nello stadio romano e soprattutto si capì che l'epoca del dilettantismo puro era finita e che, quindi, bisognava impostare le società di calcio su precisi modelli economici. Lontani i tempi in cui [[Bigiarelli Luigi|Luigi Bigiarelli]] aveva scelto i colori biancocelesti in onore dell'ideale olimpico piu genuino. Proprio quel giorno la Lazio indossò una maglia con l'azzurro intenso al posto del celeste come se la variazione cromatica, inconsciamente scelta, segnasse il discrimine tra il periodo pionieristico e le disincantate prospettive del nuovo modo di intendere il calcio. Dopo quella partita la Lazio vide andarsene alcuni fondamentali giocatori che approdarono nei grandi club del Nord, i soli che potevano garantire loro stipendi e ricompense. Nella Lazio il Presidente era [[Ballerini Fortunato|Fortunato Ballerini]], uomo all'antica che inorridiva solo al pensiero di una commistione tra denaro e sport, mentre uno dei principali dirigenti era [[Bitetti Olindo|Olindo Bitetti]], uomo di più moderne vedute, che desiderava trattenere nella Lazio giocatori quali [[Faccani Augusto|Augusto Faccani]], [[Ragazzani]] e il portiere [[Agazzani Ettore|Ettore Agazzani]] che volevano andare a percepire un ingaggio in altre società. Il più potente, [[Ballerini Fortunato|Ballerini]], la ebbe vinta e i tre campioni si accasarono altrove.


==Biografia Carriera==
L'"idea" era salva ma la Lazio si trovò priva dei giocatori più forti. E' a questo punto che entrò in ballo il destino. Alla [[Farnesina]] si riunivano tutti i giorni i soldati di leva che nella vita civile si dedicavano alle varie discipline sportive. Tra loro c'era un certo Ezio Sclavi che aveva praticato il salto con l'asta e la corsa piana, con ottimi risultati, sin dalla prima giovinezza trascorsa a Stradella, cittadina prossima al paese natale di Ezio. Fisico eccezionale su cui era impostato un volto sghembo, irregolare e così marcato da sembrare un nodo di ulivo. Il ragazzo si accorse che i commilitoni che praticavano il calcio godevano di un numero maggiore di uscite e poichè non amava la vita di caserma, decise di fare il giro delle società calcistiche romane per chiedere di essere provato come portiere. L'esperienza pregressa nel ruolo l'aveva avuta nella squadra del suo paese di residenza, la Stradellina, ma con risultati così disastrosi da essere stato cacciato dalla squadra. Le risposte delle società interpellate furono tutte negative. Quel [[22 luglio]] Sclavi fu inviato alla [[Stadio Rondinella - Roma|Rondinella]] con il suo reparto per montare delle tribunette supplementari atte a contenere il gran numero di spettatori previsti. Finito il lavoro, Ezio ne approfittò per reiterare la richiesta di effettuare un provino anche ad un dirigente laziale presente allo stadio. La risposta fu ancora negativa. La sera, come spesso accadeva, Sclavi si recava nel chiosco caffè di Piazzale Flaminio per passare le ore di libera uscita insieme ad alcuni commilitoni. Decisero di iscriversi ad un torneo di calcio amatoriale che si stava organizzando a Roma e cominciarono a incontrarsi con le altre squadre. In una di queste partite erano presenti alcuni soci della Lazio che furono molto colpiti dalle doti fisiche e dall'agilità di Ezio Sclavi. In breve fu tesserato per la Lazio e cominciò ad allenarsi con i giocatori biancocelesti. Con sua grande sorpresa gli fu detto che avrebbe esordito titolare in porta [[Domenica 07 ottobre 1923 - Roma, campo Madonna del Riposo - Fortitudo-Lazio 0-3|nella prima giornata]] del [[campionato]] [[1923/24]] contro la temibile [[Fortitudo]].


Attaccante, nato a Pontecimato Frazione di Carrara il [[24 gennaio]] [[1947]] e deceduto in Florida a Naples il [[1 aprile|1° aprile]] [[2012]] in seguito ad un attacco cardiaco che lo aveva colpito il [[30 marzo]] [[2012]] per il quale era stato operato per l'applicazione di quattro stent. Giorgio Chinaglia nasce in una famiglia povera ma dignitosa che dimora in Pontecimato, frazione di Carrara. Il padre Mario emigra nel Galles dove svolge un duro lavoro in fonderia, mentre la mamma Giovanna, casalinga, aiuta la famiglia completata anche dalla sorella Rita.



► [[Sclavi Ezio|Clicca qui per continuare la lettura]]
[[Image:Chinaglia30.jpg|thumb|left|180px|Una figurina di Giorgio Chinaglia]]

===Dalla nascita ad emigrante nel Galles===

Giorgio vive con la nonna Clelia fino all'età di 6 anni quando si riunisce alla famiglia a Cardiff in Galles, dopo un viaggio con un cartello legato al collo che riportava l'indirizzo della famiglia nel caso si fosse perso. In Galles la famiglia Chinaglia non se la passa bene e il padre con il proprio lavoro riesce a stento a sfamare la famiglia che vive in due piccole stanze con un affitto molto caro da pagare. Il piccolo Giorgio frequenta la scuola cattolica "St.Peter's", e poi la "Lady Mary grammar school"; qui fa la conoscenza con l'allenatore della squadra di rugby della "Lady Mary" che gli propone di allenarsi dopo aver avuto buone referenze dal professore di educazione fisica. E' il padre a respingere la proposta affermando che ''un Italiano deve giocare solo al calcio''. Con questo presupposto Giorgio inizia a dare i primi calci al pallone con profitto sicuramente migliore di quello scolastico. Molto presto il ragazzo è inserito sia nella squadra scolastica di calcio che in quella di rugby, malgrado il categorico divieto espresso dal padre.


[[Immagine:chinaglia1964.jpg|thumb|left|180px|Chinaglia impegnato con la maglia dello Swansea]]
[[Image:Chinaglia1.jpg|thumb|right|180px|Con la maglia della Massese]]
[[image:Chinaglia_Massese65.jpg|left|180px|thumb|Chinaglia nella Massese]]
[[image:mattino69.jpg|right|180px|thumb|Dal Mattino di Napoli: L'annuncio della cessione alla Lazio]]

===Dallo Swansea alla Massese===

Intanto la famiglia Chinaglia riesce a traslocare in una casa più comoda e il padre, dopo anni di sacrifici e abbandonata la fabbrica, diviene un apprezzato chef ed apre un ristorante, il "Mario's Bamboo Restaurant", con ottimi profitti economici. Il piccolo Giorgio alterna la scuola al campo di allenamento e la sera dà una mano nel locale facendo il cameriere o lavando i piatti. Ha sempre in mente il calcio e il fisico lo aiuta: segna reti a grappoli e viene notato da un osservatore del Cardiff City che gli propone di entrare nelle giovanili della più importante squadra della città gallese previo un provino da effettuarsi sul campo della società. Ma il giovane Chinaglia rifiuta di fare il provino ed l'opportunità salta. Entra allora in scena la seconda squadra di Cardiff, lo Swansea che lo arruola nelle giovanili e così Giorgio inizia la gavetta di calciatore. Gli inizi non sono facili perchè, pur segnando e giocando bene, Chinaglia non riesce ad entrare in prima squadra. La sorte gli viene in aiuto a causa di una decimazione dei titolari, dovuta ad infortuni e squalifiche, e Giorgio viene convocato esordendo in una gara di Football League Cup contro il Rhotheram quando non ha neanche 16 anni. La sua seconda apparizione si registra solo un anno dopo contro il forte Portsmouth, in una gara in cui il giovane non tocca molti palloni, stretto dalla difesa avversaria formata da giocatori esperti e molto forti.

E' il [[1966]] quando il neo presidente dello Swansea, Glen Davis, non credendo in lui gli concede lo svincolo gratuito che, nel calcio inglese, significa sostanzialmente la bocciatura definitiva di un calciatore. Per Chinaglia è un colpo durissimo. Il padre, nel frattempo, trovandosi in vacanza a Massa, era riuscito a trovare un accordo con la locale squadra della Massese che aveva acconsentito ad ingaggiare il giocatore con la promessa che dopo tre anni, se avesse sfondato, sarebbe stato ceduto ad una squadra di [[Serie A]]. La regola prevedeva infatti che ogni giocatore italiano, tesserato all'estero in precedenza, dovesse giocare 3 [[Campionato|campionati]] di [[Serie C]] prima di poter essere tesserato come professionista. L'arrivo alla squadra toscana non è dei più sereni perchè Giorgio, non abituato alle severe regole comportamentali delle squadre italiane, abbandona il ritiro lasciando basiti compagni e dirigenza. E' il padre a riportarlo in ritiro ricordandogli i suoi doveri e il rispetto delle regole ed il giocatore, convinto, lentamente si adatta alla nuova vita. L'esordio avviene in una calda giornata di settembre proprio contro la Lazio, [[14 settembre 1966 - Massa, - Massese-Lazio 2-2|in una gara amichevole terminata 2-2]], in cui l'attaccante segna una rete per i toscani addirittura con un colpo di tacco. Il primo anno in terza serie è per Chinaglia un'ottima esperienza maturata con 32 presenze, ma solo 5 reti all'attivo. Nel frattempo arriva anche la chiamata alle armi e il giocatore viene aggregato alla compagnia atleti di Roma alla Cecchignola. Una mattina, mentre è in cella di punizione per essere fuggito dopo il contrappello ed aver avuto uno scontro fisico con un tenente, apprende di essere stato ceduto alla neonata [[Internapoli]] per ben 100 milioni di lire.


[[Image:Chinaglia19.jpg|thumb|left|180px|Con la casacca dell'Internapoli]]
[[Image:13giu69.jpg|thumb|right|180px|Il titolo del Corriere dello Sport]]

===L'esperienza all'Internapoli===

Appena appresa la notizia Chinaglia, che sperava di essere ingaggiato da una squadra di nome, va su tutte le furie, ma poi capisce ed accetta il trasferimento allettato anche da un ingaggio superiore e da bonus per ogni punto e rete segnata. Nella nuova squadra incontrerà un altro giocatore di origini inglesi, [[Wilson Giuseppe|Giuseppe Wilson]] con cui legherà subito. Anche a Napoli gli inizi non sono facili, poi Chinaglia riesce a sbloccarsi, chiudendo la stagione [[1967/68]] con 10 reti, meritandosi la convocazione nella Nazionale di serie C, dove colleziona 2 presenze. A questo punto manca una sola stagione per finire il "purgatorio" a cui la Lega costringeva i calciatori tesserati all'estero prima di compiere il grande salto, e quindi Chinaglia si prepara al meglio desideroso di mettersi in vetrina per gli osservatori delle grandi squadre di [[Serie A]]. Fra gli osservatori che lo avevano seguito con più assiduità c'è [[Galli Carlo|Carlo Galli]], Direttore Generale della Lazio, che scrive continue note benevole su questo ragazzo a [[Lorenzo Juan Carlos|Juan Carlos Lorenzo]], allenatore dei biancocelesti. Ad aprile parte da Roma l'offerta di 200 milioni per Chinaglia e [[Wilson Giuseppe|Wilson]] e la società partenopea accetta senza esitazioni. Per il giocatore e il suo compagno si aprono improvvisamente le porte della [[Serie A|massima serie]]. L'[[Internapoli]] intanto si piazza al terzo posto dopo un [[Campionato|campionato]] estenuante e Chinaglia è protagonista con 14 reti che gli valgono altre 2 partite nella Nazionale di serie C.

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► [[Chinaglia Giorgio|Clicca qui per continuare la lettura]]


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Versione delle 10:11, 1 apr 2014

Giorgio Chinaglia

Giorgio Chinaglia

Articoli correlati

Galleria immagini su Giorgio Chinaglia

Biografia Carriera

Attaccante, nato a Pontecimato Frazione di Carrara il 24 gennaio 1947 e deceduto in Florida a Naples il 1° aprile 2012 in seguito ad un attacco cardiaco che lo aveva colpito il 30 marzo 2012 per il quale era stato operato per l'applicazione di quattro stent. Giorgio Chinaglia nasce in una famiglia povera ma dignitosa che dimora in Pontecimato, frazione di Carrara. Il padre Mario emigra nel Galles dove svolge un duro lavoro in fonderia, mentre la mamma Giovanna, casalinga, aiuta la famiglia completata anche dalla sorella Rita.


Una figurina di Giorgio Chinaglia

Dalla nascita ad emigrante nel Galles

Giorgio vive con la nonna Clelia fino all'età di 6 anni quando si riunisce alla famiglia a Cardiff in Galles, dopo un viaggio con un cartello legato al collo che riportava l'indirizzo della famiglia nel caso si fosse perso. In Galles la famiglia Chinaglia non se la passa bene e il padre con il proprio lavoro riesce a stento a sfamare la famiglia che vive in due piccole stanze con un affitto molto caro da pagare. Il piccolo Giorgio frequenta la scuola cattolica "St.Peter's", e poi la "Lady Mary grammar school"; qui fa la conoscenza con l'allenatore della squadra di rugby della "Lady Mary" che gli propone di allenarsi dopo aver avuto buone referenze dal professore di educazione fisica. E' il padre a respingere la proposta affermando che un Italiano deve giocare solo al calcio. Con questo presupposto Giorgio inizia a dare i primi calci al pallone con profitto sicuramente migliore di quello scolastico. Molto presto il ragazzo è inserito sia nella squadra scolastica di calcio che in quella di rugby, malgrado il categorico divieto espresso dal padre.


Chinaglia impegnato con la maglia dello Swansea
Con la maglia della Massese
Chinaglia nella Massese
Dal Mattino di Napoli: L'annuncio della cessione alla Lazio

Dallo Swansea alla Massese

Intanto la famiglia Chinaglia riesce a traslocare in una casa più comoda e il padre, dopo anni di sacrifici e abbandonata la fabbrica, diviene un apprezzato chef ed apre un ristorante, il "Mario's Bamboo Restaurant", con ottimi profitti economici. Il piccolo Giorgio alterna la scuola al campo di allenamento e la sera dà una mano nel locale facendo il cameriere o lavando i piatti. Ha sempre in mente il calcio e il fisico lo aiuta: segna reti a grappoli e viene notato da un osservatore del Cardiff City che gli propone di entrare nelle giovanili della più importante squadra della città gallese previo un provino da effettuarsi sul campo della società. Ma il giovane Chinaglia rifiuta di fare il provino ed l'opportunità salta. Entra allora in scena la seconda squadra di Cardiff, lo Swansea che lo arruola nelle giovanili e così Giorgio inizia la gavetta di calciatore. Gli inizi non sono facili perchè, pur segnando e giocando bene, Chinaglia non riesce ad entrare in prima squadra. La sorte gli viene in aiuto a causa di una decimazione dei titolari, dovuta ad infortuni e squalifiche, e Giorgio viene convocato esordendo in una gara di Football League Cup contro il Rhotheram quando non ha neanche 16 anni. La sua seconda apparizione si registra solo un anno dopo contro il forte Portsmouth, in una gara in cui il giovane non tocca molti palloni, stretto dalla difesa avversaria formata da giocatori esperti e molto forti.

E' il 1966 quando il neo presidente dello Swansea, Glen Davis, non credendo in lui gli concede lo svincolo gratuito che, nel calcio inglese, significa sostanzialmente la bocciatura definitiva di un calciatore. Per Chinaglia è un colpo durissimo. Il padre, nel frattempo, trovandosi in vacanza a Massa, era riuscito a trovare un accordo con la locale squadra della Massese che aveva acconsentito ad ingaggiare il giocatore con la promessa che dopo tre anni, se avesse sfondato, sarebbe stato ceduto ad una squadra di Serie A. La regola prevedeva infatti che ogni giocatore italiano, tesserato all'estero in precedenza, dovesse giocare 3 campionati di Serie C prima di poter essere tesserato come professionista. L'arrivo alla squadra toscana non è dei più sereni perchè Giorgio, non abituato alle severe regole comportamentali delle squadre italiane, abbandona il ritiro lasciando basiti compagni e dirigenza. E' il padre a riportarlo in ritiro ricordandogli i suoi doveri e il rispetto delle regole ed il giocatore, convinto, lentamente si adatta alla nuova vita. L'esordio avviene in una calda giornata di settembre proprio contro la Lazio, in una gara amichevole terminata 2-2, in cui l'attaccante segna una rete per i toscani addirittura con un colpo di tacco. Il primo anno in terza serie è per Chinaglia un'ottima esperienza maturata con 32 presenze, ma solo 5 reti all'attivo. Nel frattempo arriva anche la chiamata alle armi e il giocatore viene aggregato alla compagnia atleti di Roma alla Cecchignola. Una mattina, mentre è in cella di punizione per essere fuggito dopo il contrappello ed aver avuto uno scontro fisico con un tenente, apprende di essere stato ceduto alla neonata Internapoli per ben 100 milioni di lire.


Con la casacca dell'Internapoli
Il titolo del Corriere dello Sport

L'esperienza all'Internapoli

Appena appresa la notizia Chinaglia, che sperava di essere ingaggiato da una squadra di nome, va su tutte le furie, ma poi capisce ed accetta il trasferimento allettato anche da un ingaggio superiore e da bonus per ogni punto e rete segnata. Nella nuova squadra incontrerà un altro giocatore di origini inglesi, Giuseppe Wilson con cui legherà subito. Anche a Napoli gli inizi non sono facili, poi Chinaglia riesce a sbloccarsi, chiudendo la stagione 1967/68 con 10 reti, meritandosi la convocazione nella Nazionale di serie C, dove colleziona 2 presenze. A questo punto manca una sola stagione per finire il "purgatorio" a cui la Lega costringeva i calciatori tesserati all'estero prima di compiere il grande salto, e quindi Chinaglia si prepara al meglio desideroso di mettersi in vetrina per gli osservatori delle grandi squadre di Serie A. Fra gli osservatori che lo avevano seguito con più assiduità c'è Carlo Galli, Direttore Generale della Lazio, che scrive continue note benevole su questo ragazzo a Juan Carlos Lorenzo, allenatore dei biancocelesti. Ad aprile parte da Roma l'offerta di 200 milioni per Chinaglia e Wilson e la società partenopea accetta senza esitazioni. Per il giocatore e il suo compagno si aprono improvvisamente le porte della massima serie. L'Internapoli intanto si piazza al terzo posto dopo un campionato estenuante e Chinaglia è protagonista con 14 reti che gli valgono altre 2 partite nella Nazionale di serie C.



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