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[[Immagine:Giovanni Gilardoni 3.jpg|thumb|left|200px|Gilardoni allo stadio]] |
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==Giovanni "Nanni" Gilardoni == |
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[[Immagine:05lug87b.jpg|thumb|right|180px|L'esodo dei tifosi biancocelesti a Napoli]] |
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[[Immagine:05lug1987bigl.jpg|thumb|left|180px|Il biglietto (giallo) della gara]] |
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[[Immagine:05lug87e.jpg|thumb|right|180px|Il cross di Massimo Piscedda da cui scaturisce la rete laziale]] |
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[[Immagine:05lug87c.jpg|thumb|left|180px|L'occasionissima di Boito per il Campobasso]] |
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Dirigente, nato a Roma il [[2 novembre]] [[1930]] ed ivi deceduto il [[10 luglio]] [[2013]]. Noto come Nanni Gilardoni. |
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==5 luglio 1987 - Lazio-Campobasso 1-0 - La storica rete di Fabio Poli == |
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A soli 32 anni, il [[27 settembre]] [[1962]], appare per la prima volta in un ruolo dirigenziale come consigliere nel direttorio di [[Brivio Ernesto|Ernesto Brivio]]. E' confermato nel Consiglio successivo sotto la presidenza [[Giovannini Massimo|Giovannini]]-[[Miceli Angelo|Miceli]] e da quel momento Gilardoni è rimasto quasi ininterrottamente al servizio della Lazio fino ai nostri giorni. Il [[10 giugno]] [[1964]] è lui, insieme al dott. [[Ziaco Renato|Ziaco]], che dopo aver cercato di convincere [[Lorenzo Juan Carlos|Juan Carlos Lorenzo]] a rispettare l'impegno preso con la Lazio di seguitare ad allenare la squadra, lo allontana energicamente dal campo di [[Centro Sportivo Tor di Quinto-Tommaso Maestrelli|Tor di Quinto]] e con parole sdegnate lo invita a raggiungere il campo di allenamento della [[Roma AS|Roma]], società con la quale il tecnico argentino si era accordato segretamente. Il [[29 ottobre]] [[1964]] è consigliere con [[Lenzini Umberto|Lenzini]] presidente e rimarrà in tale ruolo sotto tutta la gestione del "sor Umberto". Infatti esce dal consiglio il [[10 settembre]] [[1980]], giorno in cui Lenzini rassegna le dimissioni. |
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[[1986/87|Stagione]] |
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[[Sabato 27 giugno 1987 - Napoli, stadio San Paolo - Taranto-Lazio 1-0|Turno precedente]] |
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{{datalink|5|luglio|1987}} - '''[[1987|2.330]]''' - [[Campionato]] di [[Serie B]] [[1986/87]] - '''Gara 2 - Spareggi per la permanenza in [[Serie B]]''' |
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'''LAZIO:''' [[Terraneo Giuliano|Terraneo]], [[Acerbis Antonio Elia|Acerbis]], [[Magnocavallo Giorgio|Magnocavallo]] (39' [[Piscedda Massimo|Piscedda]]), [[Camolese Giancarlo|Camolese]], [[Gregucci Angelo Adamo|Gregucci]], [[Marino Raimondo|Marino]], [[Poli Fabio|Poli]], [[Caso Domenico|Caso]], [[Fiorini Giuliano|Fiorini]] (74' [[Brunetti Luca|Brunetti]]), [[Pin Gabriele|Pin]], [[Mandelli Paolo|Mandelli]]. A disposizione: [[Ielpo Mario|Ielpo]], [[Filisetti Daniele|Filisetti]], [[Rizzolo Antonio|Rizzolo]]. Allenatore: [[Fascetti Eugenio|Fascetti]]. |
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'''CAMPOBASSO:''' M.Bianchi, Parpiglia, Della Pietra (62' Mollica), Maestripieri, Anzivino, Lupo, Evangelisti, Baldini, Perrone, Goretti, [[Vagheggi Claudio|Vagheggi]] (43' Boito). A disposizione: [[Picca Enrico|Picca]], Accardi, [[Pivotto Silvano|Pivotto]]. Allenatore: [[Vitali Giampiero|Vitali]]. |
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'''Arbitro:''' Sig. Casarin (Milano). |
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'''Marcatori:''' 53' [[Poli Fabio|Poli]]. |
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'''Note:''' cielo nuvoloso, terreno di gioco in buone condizioni. Ammoniti [[Vagheggi Claudio|Vagheggi]] e [[Marino Raimondo|Marino]] per comportamento non regolamentare e [[Caso Domenico|Caso]] per proteste. Angoli 6 a 4 per il Campobasso. Questa la classifica finale degli spareggi: Taranto punti 3, Lazio punti 2, Campobasso punti 1. Taranto e Lazio restano in [[Serie B]] mentre il Campobasso retrocede in [[Serie C]]. La gara Campobasso-Taranto, dell'[[1 luglio]] e sempre disputata al San Paolo di Napoli, si era conclusa con il risultato di 1-1. |
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'''Spettatori:''' 25 mila di cui 20.398 paganti per un incasso di Lire 201.865.000. |
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[[L'Unità]] titola: "Si salva la Lazio. Un gol di [[Poli Fabio|Poli]] condanna i rossoblu di Vitali alla retrocessione. Ai molisani resta però una speranza legata alla giustizia sportiva. Campobasso in [[Serie C|C]], ma il "totonero"...". |
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E' finita tra gli abbracci, qualche lacrima e la corsa verso la curva B, quella della splendida tifoseria napoletana [[Campione d'Italia|campione d'Italia]], ieri invasa da oltre ventimila laziali, tutti vestiti di bianco e azzurro. In omaggio a loro, al caldo ed inesauribile incitamento verso quella curva sono volate maglie intrise di sudore, calzettoni, scarpe e tutto quello che poteva essere considerato come un souvenir di una storica giornata di calcio. Casarin, un arbitro con i fiocchi per una partita giocata con grande animosità, ma anche con grande cavalleria, aveva appena fischiato la fine di una sfida entusiasmante, giocata dai protagonisti fino allo stremo delle loro forze, sfida che permetteva alla Lazio, grazie al goal del suo fromboliere [[Poli Fabio|Poli]], di conservare la sua poltrona in [[Serie B|serie B]]. Per l'esercito della tifoseria laziale, che imitando quella partenopea nel giorno dello [[Scudetto|scudetto]] restava ferma al suo posto senza tentare sciocche invasioni, era la liberazione da un incubo durata trentotto giornate di [[Campionato|campionato]], iniziato in terribile salita, con quei nove punti di handicap e terminato con il supplemento di due massacranti spareggi. L'obiettivo salvezza era stato centrato. La Lazio, va detto subito, ha meritato di vincere per quella sua condotta di gara sbarazzina e per quella ferrea volontà di non precipitare nell'inferno della [[Serie C|serie C]]. La sua vittoria l'ha riconquistata sul campo, in virtù di una gara disputata con molta intelligenza e quasi perfetta sul piano tattico. Per costringere il Campobasso alla resa, si doveva percorrere una sola strada: quella di aggirare la sua munita roccaforte con un tourbillon ossessivo sulle fasce laterali, dove si catapultavano a lungo [[Acerbis Antonio Elia|Acerbis]] e [[Camolese Giancarlo|Camolese]] sulla destra, [[Magnocavallo Giorgio|Magnocavallo]], finché è stato in campo, sostituito poi degnamente da [[Piscedda Massimo|Piscedda]], e [[Marino Raimondo|Marino]], che sul campo del San Paolo, che l'ha visto in passato tante volte protagonista, ha disputato una delle sue migliori partite da quando è approdato alla Lazio. Insomma, con un lavoro ai fianchi, per dirla in gergo pugilistico, che alla lunga fiaccasse la resistenza dei molisani. Questo incessante andirivieni stordiva e annichiliva il Campobasso, che commetteva il madornale errore di chiudersi quasi a riccio nella sua metà campo. E quando si sceglie la strada della rinuncia puntualmente si subisce la punizione. Il film della vittoria della Lazio ricorda [[Domenica 21 giugno 1987 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-L.R.Vicenza 1-0|quella di venti giorni fa]] con il Vicenza. Come allora, nell'ultima giornata di [[Campionato|campionato]], a decidere in positivo il destino della Lazio era stato uno dei suoi uomini di maggior spicco. |
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► [[Domenica 5 luglio 1987 - Napoli, stadio San Paolo - Lazio-Campobasso 1-0|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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[[File:giar.jpg|thumb|left|180px|Gildo Arena]] |
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==Ermenegildo "Gildo" Arena== |
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Pallanuotista della S.S. Lazio. Detto "Gildo". Nato a Napoli il [[23 febbraio]] [[1921]], deceduto ivi il [[5 luglio]] [[2005]]. |
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Quando l'Italia vinse le Olimpiadi di Londra del [[1948]], Arena militava nella Lazio con [[Ghira Aldo|Ghira]] e [[Ognio Geminio|Ognio]]. Vinse anche il titolo europeo a Budapest nel 1947. La sua carriera si è svolta in gran parte nella Rari Nantes Napoli e nella Canottieri Napoli. Fu autore dei più importanti goal del torneo olimpico con tiri di sua invenzione chiamati "beduine" e con geniali "palombelle". |
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[[Immagine:Crespo.jpg|left|180px|thumb|Hernan Jorge Crespo]] |
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==Hernan Crespo== |
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Attaccante, nato a Florida (Argentina) il [[5 luglio]] [[1975]]. |
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Milita nel [[River Plate]]. Viene acquistato nel [[2000]] dal [[Parma]]. Disputa 2 stagioni in maglia biancoceleste. Vince la classifica cannonieri nel [[2000/01]] con 26 reti in trentadue partite. |
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► [[Crespo Hernan Jorge|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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Versione delle 12:41, 10 lug 2014

Giovanni "Nanni" Gilardoni
Dirigente, nato a Roma il 2 novembre 1930 ed ivi deceduto il 10 luglio 2013. Noto come Nanni Gilardoni.
A soli 32 anni, il 27 settembre 1962, appare per la prima volta in un ruolo dirigenziale come consigliere nel direttorio di Ernesto Brivio. E' confermato nel Consiglio successivo sotto la presidenza Giovannini-Miceli e da quel momento Gilardoni è rimasto quasi ininterrottamente al servizio della Lazio fino ai nostri giorni. Il 10 giugno 1964 è lui, insieme al dott. Ziaco, che dopo aver cercato di convincere Juan Carlos Lorenzo a rispettare l'impegno preso con la Lazio di seguitare ad allenare la squadra, lo allontana energicamente dal campo di Tor di Quinto e con parole sdegnate lo invita a raggiungere il campo di allenamento della Roma, società con la quale il tecnico argentino si era accordato segretamente. Il 29 ottobre 1964 è consigliere con Lenzini presidente e rimarrà in tale ruolo sotto tutta la gestione del "sor Umberto". Infatti esce dal consiglio il 10 settembre 1980, giorno in cui Lenzini rassegna le dimissioni.
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