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===► 12 e 13 agosto===

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[[image:colombo_carlo.jpg|right|thumb|180px|Carlo Colombo]]
[[Immagine:bigiarelli2.jpg|thumb|left|180px|Luigi Bigiarelli]]
[[Immagine:Bigiarelli 1902.jpg|thumb|right|180px|Bigiarelli podista]]

===[[12 agosto]]===

==Carlo Colombo==
Medico, professore di fisiologia. Nato a Oleggio (NO) il [[12 agosto]] 1869 e deceduto a Roma il [[17 ottobre]] [[1918]].

Laureato in medicina, fervente sostenitore della formazione fisica dei giovani dell'epoca. Studiò a fondo il movimento "scouts" che stava nascendo in Inghilterra. Divenuto famoso non tanto per la sua appartenenza alla S.P. Lazio come presidente della sezione ginnastica, bensi come autore, nel Gennaio [[1912]], dello "statuto" di una nuova associazione che chiamò "Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori Italiani" (Boy Scouts d'Italia) e "Unione Nazionale delle Giovinette Esploratrici Italiane" (Girl Scouts d'Italia). Con un gruppo di giovani escursionisti e ginnasti appartenenti alla Società Podistica Lazio, Colombo compì un esperimento, conclusosi nell'ottobre del [[1912]], ai prati della Farnesina a Roma: fu un gran successo e da quell'iniziativa ebbe origine il Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani, ufficialmente fondato a Roma il [[30 giugno]] [[1913]]. Nell'Assemblea Generale della Lazio del febbraio [[1913]] fu eletto vicepresidente della Sezione Istruzione premilitare.

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► [[Colombo Carlo|Clicca qui per continuare la lettura]]

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[[File:Monza Alfredo 2.jpg|thumb|left|180px|Alfredo Monza]]

==Alfredo Monza==

Terzino, nato a Busto Arsizio (VA) il [[12 agosto]] [[1912]], deceduto a Monterotondo (RM) il [[20 maggio]] [[1974]].

Monza nasce calcisticamente nelle giovanili della Pro Patria, dove compie tutta la trafila fino ad esordire in prima squadra in [[Serie A]] nella stagione [[1929/30]]. In tre stagioni con i bustocchi colleziona 82 presenze nella massima serie.
Dalla stagione [[1933/34]] viene ceduto al Livorno sempre in A dove rimane per due campionati collezionando 64 partite, e mettendosi alla luce come uno dei migliori terzini sinistri del torneo. Durante la sua permanenza in Toscana arriva l'esordio in Nazionale B l'[[11 novembre]] [[1934]] a Genova contro l'Austria B (8-1).

Alfredo Monza arriva in maglia biancazzurra all'inizio della stagione [[1935/36]]. Si fa subito notare sulla fascia sinistra come difensore arcigno e invalicabile. Con la Lazio gioca sempre senza saltare mai una gara e arriva a disputarne ben 222 di fila. L'unica rete realizzata con la Lazio è un capolavoro di balistica: infatti il [[5 novembre]] [[1939]], [[Domenica 5 novembre 1939 - Bologna, stadio Littoriale - Bologna-Lazio 3-1|in un incontro]] con il Bologna, con un tiro da oltre 60 metri, trafigge il portiere felsineo incredulo.

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[[File:Djibril Cisse.jpg|180px|thumb|right|Djibril Cisse]]

==Djibril Cisse==
Attaccante, nato ad Arles (Francia) il [[12 agosto]] [[1981]]. Nazionale francese di origine ivoriana.

Djibril nasce da genitori originari della Costa D'Avorio. Suo padre, Mangue, è stato un ex calciatore professionista ed è stato capitano della Nazionale del suo paese. Djibril è l'ultimo di sette figli. Il trasferimento della famiglia in Francia avviene nel [[1974]]. Cresciuto nelle giovanili del Nîmes, nel [[1996]] si trasferisce all'[[Auxerre]] dove a 17 anni esordisce in prima divisione. Con la maglia dell'[[Auxerre]], in 6 anni, gioca 166 partite e segna 90 gol. Nell'estate [[2001]] segna 6 gol nel [[Campionato]] Mondiale Giovanile, nel quale la nazionale francese arriva ai quarti di finale. Esordisce in Nazionale nel [[2002]] e sempre nello stesso anno, con la Under-21 francese, arriva alla finale dell'Europeo, e subito dopo gioca tre partite nel [[campionato]] del mondo [[2002]], in Giappone.

Nella stagione [[2003/04]] vince il titolo di capocannoniere con 26 reti. Nel [[2004]] viene ceduto al [[Liverpool]], per 21 milioni di euro. Il [[30 ottobre]] però, si procura una doppia frattura (tibia e perone) della gamba sinistra scontrandosi con il difensore James McEveley nella gara con i [[Blackburn Rovers]]. Ritornerà sul campo solo nell'aprile dell'anno seguente. Nella sua prima stagione in Inghilterra segna 4 gol in 16 partite di [[campionato]]. Con i Reds conquista la [[Champions League]] [[2005]] e la [[Supercoppa Europea]]. Nel giugno [[2005]], Djibril Cisse, che ha già una figlia, sposa Jude Littler, una parrucchiera gallese di Anglesey, anch'essa già madre di un bambino. Il matrimonio ha luogo al Castello di Bodelwyddan, con famosi ospiti. Il giocatore per l'occasione veste un completo rosso in onore dei reds.

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► [[Cisse Djibril Aruun|Clicca qui per continuare la lettura]]


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[[Immagine:Bruno Giordano.jpg|thumb|left|180px|Bruno Giordano]]

===[[13 agosto]]===

==Bruno Giordano==

Bruno Giordano nasce a Roma il [[13 agosto]] [[1956]] nello storico quartiere di Trastevere, in Vicolo del Cinque, dove, da bambino, passa le giornate a giocare a pallone fra vicoli, piazze e l'oratorio di Don Orione.


===Un trasteverino a Tor di Quinto===

E' proprio tra le stradine care al Trilussa ed al Belli che il ragazzo si forgia. Ha due piedi d'oro ed i compagni se lo litigano in squadra. Preferisce più il gioco che lo studio e se ne accorge presto Don Francesco Pizzi, che, tramite un giocatore della [[Primavera]] laziale, [[Forti Temistocle|Temistocle Forti]], lo segnala al grande [[Flamini Enrico|Flacco Flamini]] il quale lo porta alla Lazio per 30.000 lire e 10 palloni nel [[1969]]. Nella Lazio il giovane Giordano si fa largo in tutte le categorie minori, segnando moltissime reti e uscendo sempre fra gli elogi dei suoi tecnici che vedono in lui una futura promessa. In quegli anni le giovanili della Lazio sono una vera fucina di giovani talenti. E in squadra con lui ci sono giocatori come [[Manfredonia Lionello|Lionello Manfredonia]], [[Di Chiara Stefano|Stefano Di Chiara]] e [[Agostinelli Andrea|Andrea Agostinelli]].



===L'esordio con rete a Marassi===
===Luigi Bigiarelli===


Luigi Bigiarelli fondò la Lazio. Purtroppo non sono molte le notizie biografiche su questo personaggio e ciò rende complessa una ricostruzione esaustiva delle vicende umane e sportive dell'uomo che ebbe "l'idea". Nato a Roma il [[20 agosto]] [[1875]], figlio di Mariano, 1° Sergente della Guardia Pontificia, e Rosa Manni. Deceduto a Bruxelles il [[16 febbraio]] [[1908]]. Residente a Roma, alla nascita, in Borgo Vecchio n. 16, piano 2°.
Tra le persone che si accorgono di lui c'è anche [[Maestrelli Tommaso|Tommaso Maestrelli]] che più di una volta lo segue personalmente nelle gare della [[Primavera]] ed è pronto a convocarlo in prima squadra per la stagione [[1975/76]], ma la malattia del Maestro sconvolge questo piano. Fortunatamente è [[Corsini Giulio|Giulio Corsini]], il nuovo allenatore, a portarlo in ritiro ed a lanciarlo nelle prime gare di [[Coppa Italia]] al posto di un [[Chinaglia Giorgio|Chinaglia]] rimasto negli States per cercare di essere ceduto ai [[Cosmos New York]]. E' proprio questa assenza che gli spiana la strada verso la prima squadra e, viste le ottime prove, [[Corsini Giulio|Corsini]] lo sceglie per far coppia con [[ Chinaglia Giorgio|Chinaglia]] rientrato nel frattempo e controvoglia nei ranghi, nella prima partita di [[campionato]] contro la [[Sampdoria]].


Anche lo zio paterno Pio era sergente della Guardia Pontificia. Il [[28 giugno]] [[1895]] risulta già al servizio quale volontario ordinario nel 12° Bersaglieri con matricola 2.279. Il cognome "Bigiarelli" in Italia non è molto diffuso, ma si ritrova con una certa frequenza in una "enclave" delle Marche compresa nella zona tra Tolentino e Fabriano. E' probabile che gli avi di Luigi fossero quindi, come tanti romani, originari di tale regione. Ma tale ascendenza è molto remota se si pensa che il bisnonno, il nonno e il padre erano nati a Roma. Sappiamo anche che aveva un fratello minore di nome [[Bigiarelli Giacomo|Giacomo]] e due sorelle più grandi, Pia e Anna. Risulta che da soldato, e non sottufficiale come si afferma comunemente, del 14° Battaglione di Fanteria Africa prese parte alla tragica battaglia di Adua dell'[[1 marzo]] [[1896]] in cui furono uccisi, dagli Etiopi del Ras Maconnen, più di 5.000 soldati italiani del corpo d'armata del Gen. Oreste Baratieri, lì inviato dal Governo Crispi in un'illusoria ottica di espansionismo coloniale.(*)
E' il [[5 ottobre]] [[1975]] quando Giordano esordisce in [[Serie A]]. E miglior esordio non può essere perchè, a tempo scaduto, è proprio una sua rete a regalare [[Domenica 5 ottobre 1975 - Genova, stadio Luigi Ferraris - Sampdoria-Lazio 0-1|la vittoria insperata ai biancocelesti]]. Il giovanotto, vedendo la rete gonfiarsi scoppia in pianto, incredulo. Il giorno dopo i giornali sono tutti per lui. Viene confermato anche per la partita successiva contro l'[[Internazionale FC|Inter]], ma deve lasciare il campo al 39' per un infortunio muscolare. Rientra alla 4^ giornata contro il [[Perugia]] ed al 64' segna il suo secondo goal in 3 presenze in [[Serie A|A]]. Niente male per un ragazzo alla prima esperienza nella [[Serie A|massima serie]].


(*) ''Il 1 marzo 1896 ad Adua sono presenti due battaglioni di Bersaglieri per un totale di 773 uomini. A causa di problemi topografici i Bersaglieri, dopo una lunga marcia di avvicinamento, giungono in linea in ritardo sulle pendici del monte Zeban Daro, posizione che gli era stata affidata. L'occupazione viene perciò completata solo sulle pendici poiché l'ascensione presenta le difficoltà di una vera scalata alpina. Nonostante questo alcuni vi si accingono, ma trovano la vetta già occupata dal nemico e comunque riescono a farsi largo alla baionetta. La situazione si fa difficile per un continuo afflusso di soldati abissini che in questo settore sono in rapporto di 1 a 20 e che riescono a sfondare presto il reparto sul loro fianco. I Bersaglieri, presi d'infilata, per non finire accerchiati debbono retrocedere, ma lo fanno con ordine e sempre tenendo testa al nemico. Chi si salva deve sostenere violenti corpo a corpo. Dei 10.226 soldati bianchi impegnati ne morirono 4.050, oltre agli indigeni che combattevano al nostro fianco; molto più gravi le perdite subite dal nemico. Il nostro Fondatore era lì.''
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► [[Giordano Bruno|Clicca qui per continuare la lettura]]


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Versione delle 07:14, 20 ago 2014

Luigi Bigiarelli
Bigiarelli podista

Luigi Bigiarelli

Luigi Bigiarelli fondò la Lazio. Purtroppo non sono molte le notizie biografiche su questo personaggio e ciò rende complessa una ricostruzione esaustiva delle vicende umane e sportive dell'uomo che ebbe "l'idea". Nato a Roma il 20 agosto 1875, figlio di Mariano, 1° Sergente della Guardia Pontificia, e Rosa Manni. Deceduto a Bruxelles il 16 febbraio 1908. Residente a Roma, alla nascita, in Borgo Vecchio n. 16, piano 2°.

Anche lo zio paterno Pio era sergente della Guardia Pontificia. Il 28 giugno 1895 risulta già al servizio quale volontario ordinario nel 12° Bersaglieri con matricola 2.279. Il cognome "Bigiarelli" in Italia non è molto diffuso, ma si ritrova con una certa frequenza in una "enclave" delle Marche compresa nella zona tra Tolentino e Fabriano. E' probabile che gli avi di Luigi fossero quindi, come tanti romani, originari di tale regione. Ma tale ascendenza è molto remota se si pensa che il bisnonno, il nonno e il padre erano nati a Roma. Sappiamo anche che aveva un fratello minore di nome Giacomo e due sorelle più grandi, Pia e Anna. Risulta che da soldato, e non sottufficiale come si afferma comunemente, del 14° Battaglione di Fanteria Africa prese parte alla tragica battaglia di Adua dell'1 marzo 1896 in cui furono uccisi, dagli Etiopi del Ras Maconnen, più di 5.000 soldati italiani del corpo d'armata del Gen. Oreste Baratieri, lì inviato dal Governo Crispi in un'illusoria ottica di espansionismo coloniale.(*)

(*) Il 1 marzo 1896 ad Adua sono presenti due battaglioni di Bersaglieri per un totale di 773 uomini. A causa di problemi topografici i Bersaglieri, dopo una lunga marcia di avvicinamento, giungono in linea in ritardo sulle pendici del monte Zeban Daro, posizione che gli era stata affidata. L'occupazione viene perciò completata solo sulle pendici poiché l'ascensione presenta le difficoltà di una vera scalata alpina. Nonostante questo alcuni vi si accingono, ma trovano la vetta già occupata dal nemico e comunque riescono a farsi largo alla baionetta. La situazione si fa difficile per un continuo afflusso di soldati abissini che in questo settore sono in rapporto di 1 a 20 e che riescono a sfondare presto il reparto sul loro fianco. I Bersaglieri, presi d'infilata, per non finire accerchiati debbono retrocedere, ma lo fanno con ordine e sempre tenendo testa al nemico. Chi si salva deve sostenere violenti corpo a corpo. Dei 10.226 soldati bianchi impegnati ne morirono 4.050, oltre agli indigeni che combattevano al nostro fianco; molto più gravi le perdite subite dal nemico. Il nostro Fondatore era lì.


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