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[[Immagine:Vincenzo Paparelli.jpg|thumb|left|200px|Vincenzo Paparelli]] |
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===Vincenzo Paparelli=== |
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► [[Domenica 28 ottobre 1979 - Roma, stadio Olimpico - Roma-Lazio 1-1|La gara Roma-Lazio 1-1]] del [[28 ottobre]] [[1979]] |
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Allenatore, nato a Parma il [[20 ottobre]] [[1965]]. |
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Vincenzo Paparelli, tifoso laziale, era seduto in Curva Nord [[Domenica 28 ottobre 1979 - Roma, stadio Olimpico - Roma-Lazio 1-1|in attesa di assistere]] al [[Derby|derby]] [[Roma]]-Lazio del [[28 ottobre]] [[1979]]. Stava mangiando un panino mentre osservava il cielo plumbeo che minacciava pioggia e due razzi di segnalazione, partiti dalla Curva Sud, finiti fuori dagli spalti dopo una traiettoria a zig-zag. Ad un certo punto, sempre dalla curva Sud, parte un terzo razzo che compie una linea retta di quasi 150 metri che lo colpirà in pieno volto andandosi a conficcare dentro un occhio. Racconta un testimone di una lunga scia nera e schizzi di sangue ovunque. Paparelli si accascia su sé stesso e la moglie, che era seduta accanto a lui, comincia ad urlare e chiedere aiuto ma molti tifosi scappano in preda al terrore. Un ragazzo cerca di intervenire cercando di togliere il petardo dall'occhio di Paparelli ma ci riesce solo a metà e dal foro sul viso e da dietro la testa esce del fumo. Arrivano i medici ed una barella che lo porta nell'antistadio della Curva Nord dove c'è un'ambulanza che di corsa, a sirene spiegate, cerca di raggiungere l'Ospedale Santo Spirito dove però il povero Paparelli giungerà cadavere. |
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Cresciuto nelle giovanili della squadra della sua città, esordisce con gli emiliani nel [[1982]]. Due anni dopo passa alla [[Juventus]] dove rimane fino al [[1987]] quando viene ceduto al [[Verona]]. Intanto colleziona 5 presenze con la Nazionale Under 21. Con gli scaligeri rimane due stagioni per poi passare alla [[Fiorentina]]. In viola somma 154 presenze ed una rete. Nel [[1995]] passa al [[Padova]] dove, però, gioca solo quattro gare. Alla fine della carriera agonistica milita nella [[Pistoiese]], Fiorenzuola e Colorno. Nel [[1999]] inizia la carriera di allenatore con le giovanili del [[Bologna]], poi con il [[Chievo]] [[Primavera]] finchè nel [[2003]] allena la [[Salernitana]]. ► [[Pioli Stefano|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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Vincenzo aveva 33 anni e lascia la moglie e due figli. In Curva Nord, ormai ridotta a poche migliaia di persone, scoppiano disordini e tentativi d'invasione. Nessuno vuole che si giochi e solo [[Wilson Giuseppe|Capitan Wilson]] riesce ad avvicinarsi ai ragazzi laziali inferociti. Per non creare altri disordini, si decide di giocare in un clima surreale con la Nord e la Tevere "''laziale''" vuote ed il resto dello stadio pieno. Le forze dell'ordine si mettono subito alla caccia degli assassini e dopo una breve indagine, viene indicato in Giovanni Fiorillo l'autore materiale del gesto criminale. Fiorillo ha 18 anni ed è un pittore edile disoccupato. Già la sera dell'omicidio si dà alla latitanza fuggendo senza una meta ben precisa in giro per l'Italia riuscendo anche ad espatriare in Svizzera. |
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Dopo quattordici mesi si costituirà. Verrà condannato dalla Cassazione, nel [[1987]], a sei anni e dieci mesi di reclusione per omicidio preterintenzionale. Morirà il [[24 marzo]] [[1993]] a causa di un male incurabile. Durante il periodo di latitanza aveva chiamato quasi ogni giorno Angelo Paparelli, fratello dello sfortunato Vincenzo, per scusarsi e giurare che il [[28 ottobre]] non voleva uccidere nessuno. |
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[[Image:Dario Marigo.jpg|left|180px|thumb|Dario Marigo]] |
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Il [[29 ottobre]] [[2001]], a ventidue anni dal tragico episodio, viene posta una targa in memoria di Vincenzo allo [[Stadio Olimpico - Roma|stadio Olimpico]], lato curva nord. Il [[13 giugno]] [[2011]] Vanda del Pinto, vedova di Vincenzo, si spegne all'età di 61 anni. ► [[Paparelli Vincenzo|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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===Dario Marigo=== |
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Portiere, nato a Lecco il [[20 ottobre]] [[1960]]. |
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Acquistato dal Chieti via [[Milan]] (con il quale gioca 6 partite nella Nazionale Juniores) nel [[1980]], come terzo portiere. L'infortunio di [[Moscatelli Maurizio|Moscatelli]] e le non buone prestazioni di [[Nardin Aldo|Nardin]] lo fanno diventare titolare fino alla fine della stagione. |
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Nel [[1982]] viene ceduto al [[Perugia]]. Torna alla Lazio nel [[1983]], ma ad ottobre viene ceduto al Campania in C1. ► [[Marigo Dario|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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[[image:colombo_carlo.jpg|left|thumb|180px|Carlo Colombo]] |
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==<font color=green> '''17 ottobre''' </font>== |
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===Carlo Giovanni Colombo=== |
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Medico, professore di fisiologia. Nato a Oleggio (NO) il [[12 agosto]] [[1869]] e deceduto a Roma il [[17 ottobre]] [[1918]]. |
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Laureato in medicina, fervente sostenitore della formazione fisica dei giovani dell'epoca. Studia a fondo il movimento "scouts" che sta nascendo in Inghilterra. Diviene famoso non tanto per la sua appartenenza alla S.P. Lazio come presidente della sezione ginnastica, bensi come autore, nel Gennaio [[1912]], dello "statuto" di una nuova associazione che chiama "Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori Italiani" (Boy Scouts d'Italia) e "Unione Nazionale delle Giovinette Esploratrici Italiane" (Girl Scouts d'Italia). Con un gruppo di giovani escursionisti e ginnasti appartenenti alla Società Podistica Lazio, Colombo compie un esperimento, conclusosi nell'ottobre del [[1912]], ai prati della Farnesina a Roma: è un gran successo e da quell'iniziativa ha origine il Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani, ufficialmente fondato a Roma il [[30 giugno]] [[1913]]. Nell'Assemblea Generale della Lazio del febbraio [[1913]] viene eletto vicepresidente della Sezione Istruzione premilitare. |
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Parte per il [[Prima Guerra Mondiale|fronte]] il [[19 marzo]] [[1917]], assegnato come medico di una Compagnia Alpini in prima linea sul Monte Zugna dove è presente un piccolo ospedale militare e viene decorato con la medaglia di bronzo al valor militare. Una seconda d’argento sul Passo del Tonale e la croce di guerra per il coraggio e per l’abnegazione dimostrata. Alla fine di agosto del [[1918]] il ministero lo richiama a Roma per assistere al II Convegno Nazionale del Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani. Si mette subito in viaggio verso la capitale, ma è fortemente debilitato dalla febbre tifoide che lo porta alla morte due mesi più tardi all'ospedale del Celio a Roma. ► [[Colombo Carlo Giovanni|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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[[Immagine:Gabriella Grassi.jpg|thumb|left|180px|Gabriella Grassi]] |
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===Gabriella Grassi=== |
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esponsabile della Segreteria, nata a Cattolica (RN) il [[17 ottobre]]. |
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Storica e competente responsabile della segreteria della Lazio dal [[1969]] al [[2003]]. ► [[Grassi Gabriella|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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[[Immagine:72-73e.jpg|left|thumb|180px|Sbardella ai tempi della Lazio]] |
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===Antonio Sbardella=== |
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Arbitro, nato a Palestrina (RM) il [[17 ottobre]] [[1925]] e deceduto a Roma il [[14 gennaio]] [[2002]]. Portiere delle minori e Dirigente biancoceleste negli anni [[1970|'70]]. |
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Negli anni [[1960|'60]] e [[1970|'70]] Antonio Sbardella e [[Lo Bello Concetto|Concetto Lo Bello]] erano i due arbitri di punta del nostro [[Campionato]]. Due grandi arbitri, temprati pure da polemiche e discussioni che non mancavano anche allora, capaci di dar vita a una rivalità assai enfatizzata in un Paese come il nostro, sempre sensibile ai dualismi che i due protagonisti vissero sempre con grande rispetto e correttezza. Il top della sua carriera arbitrale, Sbardella lo raggiunge [[IX^ Coppa del Mondo - Messico 1970|ai mondiali di ''Messico '70'']], quando diresse la finale per il terzo e quarto posto tra Uruguay e Germania, perchè gli azzurri di [[Valcareggi Ferruccio|Valcareggi]] gli sbarrarono la strada della finalissima, che sarebbe spettata di diritto al direttore di gara, premiato con il Fischietto d'Oro come miglior arbitro del torneo. |
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Con la giacchetta comincia l'attività nel [[1950]], quando la frattura all'omero e alla clavicola gli preclude l'attività di portiere. A causa del suo carattere irruento, è ricordato come arbitro anche per episodi non molto felici, come il record di cinque espulsi della Turris nella gara contro la [[Reggina]] che scatena una violenta invasione di campo dei tifosi campani. A Palermo, invece, Sbardella subisce un vero e proprio assedio dopo la partita col [[Napoli SSC|Napoli]], che sarà ricordata per il salvataggio da parte di un elicottero dei Carabinieri che preleva l'arbitro sul campo. A otto anni dal suo debutto arbitrale in [[Serie B]] (in [[Novara]]-[[Brescia]]) nel [[1959]], debutta in [[Serie A]] in [[Fiorentina]]-[[Atalanta]]. Cinque anni dopo, nel [[1964]], diventa internazionale. Al termine della stagione [[1966/67]], Sbardella ottiene il Premio Mauro quale migliore arbitro in attività. Complessivamente dirige 167 partite di [[Serie A]] e ben 70 incontri internazionali. Dopo vent'anni Sbardella conclude la sua carriera arbitrale e comincia quella di dirigente. ► [[Sbardella Antonio|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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Versione delle 22:09, 27 ott 2014

28 ottobre
Vincenzo Paparelli
► La gara Roma-Lazio 1-1 del 28 ottobre 1979
Vincenzo Paparelli, tifoso laziale, era seduto in Curva Nord in attesa di assistere al derby Roma AS-Lazio del 28 ottobre 1979. Stava mangiando un panino mentre osservava il cielo plumbeo che minacciava pioggia e due razzi di segnalazione, partiti dalla Curva Sud, finiti fuori dagli spalti dopo una traiettoria a zig-zag. Ad un certo punto, sempre dalla curva Sud, parte un terzo razzo che compie una linea retta di quasi 150 metri che lo colpirà in pieno volto andandosi a conficcare dentro un occhio. Racconta un testimone di una lunga scia nera e schizzi di sangue ovunque. Paparelli si accascia su sé stesso e la moglie, che era seduta accanto a lui, comincia ad urlare e chiedere aiuto ma molti tifosi scappano in preda al terrore. Un ragazzo cerca di intervenire cercando di togliere il petardo dall'occhio di Paparelli ma ci riesce solo a metà e dal foro sul viso e da dietro la testa esce del fumo. Arrivano i medici ed una barella che lo porta nell'antistadio della Curva Nord dove c'è un'ambulanza che di corsa, a sirene spiegate, cerca di raggiungere l'Ospedale Santo Spirito dove però il povero Paparelli giungerà cadavere.
Vincenzo aveva 33 anni e lascia la moglie e due figli. In Curva Nord, ormai ridotta a poche migliaia di persone, scoppiano disordini e tentativi d'invasione. Nessuno vuole che si giochi e solo Capitan Wilson riesce ad avvicinarsi ai ragazzi laziali inferociti. Per non creare altri disordini, si decide di giocare in un clima surreale con la Nord e la Tevere "laziale" vuote ed il resto dello stadio pieno. Le forze dell'ordine si mettono subito alla caccia degli assassini e dopo una breve indagine, viene indicato in Giovanni Fiorillo l'autore materiale del gesto criminale. Fiorillo ha 18 anni ed è un pittore edile disoccupato. Già la sera dell'omicidio si dà alla latitanza fuggendo senza una meta ben precisa in giro per l'Italia riuscendo anche ad espatriare in Svizzera.
Dopo quattordici mesi si costituirà. Verrà condannato dalla Cassazione, nel 1987, a sei anni e dieci mesi di reclusione per omicidio preterintenzionale. Morirà il 24 marzo 1993 a causa di un male incurabile. Durante il periodo di latitanza aveva chiamato quasi ogni giorno Angelo Paparelli, fratello dello sfortunato Vincenzo, per scusarsi e giurare che il 28 ottobre non voleva uccidere nessuno.
Il 29 ottobre 2001, a ventidue anni dal tragico episodio, viene posta una targa in memoria di Vincenzo allo stadio Olimpico, lato curva nord. Il 13 giugno 2011 Vanda del Pinto, vedova di Vincenzo, si spegne all'età di 61 anni. ► Clicca qui per continuare la lettura
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