Bloch Giorgio: differenze tra le versioni

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Socio della Lazio negli anni 60. Il [[4 agosto]] [[1965]] l'assemblea comunica che la società è sull'orlo di una crisi economica che sembra irreparabile. La squadra è in ritiro a [[Pievepelago]] e i giocatori non intendono firmare i contratti, per altro dignitosi, proposti dalla dirigenza e nonostante fossero al corrente dello stato di estremo disagio economico attraversato dalla società, fanno ritorno a Roma tra l'ostilità dei tifosi. Proprio in quell'assemblea prende la parola Bloch che afferma: "Ecco un mio assegno di mezzo milione. Sia dato al Comune di Roma per le scuole e gli ospedali a nome della società, ma non ai giocatori che non hanno capito l'onore di indossare la maglia biancoceleste." Dopo queste parole viene soffocato dagli abbracci e all'unanimità acclamato socio onorario.
Socio della Lazio negli anni 60. Il [[4 agosto]] [[1965]] l'assemblea comunica che la società è sull'orlo di una crisi economica che sembra irreparabile. La squadra è in ritiro a [[Pievepelago]] e i giocatori non intendono firmare i contratti, per altro dignitosi, proposti dalla dirigenza e nonostante fossero al corrente dello stato di estremo disagio economico attraversato dalla società, fanno ritorno a Roma tra l'ostilità dei tifosi. Proprio in quell'assemblea prende la parola Bloch che afferma: "Ecco un mio assegno di mezzo milione. Sia dato al Comune di Roma per le scuole e gli ospedali a nome della società, ma non ai giocatori che non hanno capito l'onore di indossare la maglia biancoceleste." Dopo queste parole viene soffocato dagli abbracci e all'unanimità acclamato socio onorario.
[[File:bloch tessera.jpg|thumb|left|200px|La tessera di Socio vitalizio di Giorgio Bloch. Dono di Manfredi Bloch, figlio del dirigente laziale]]
[[File:bloch tessera.jpg|thumb|left|200px|La tessera di Socio vitalizio di Giorgio Bloch. Dono di Manfredi Bloch, nipote del dirigente laziale]]


[[Categoria:Biografie|Bloch Giorgio]]
[[Categoria:Biografie|Bloch Giorgio]]

Versione delle 18:40, 22 nov 2016

Socio della Lazio negli anni 60. Il 4 agosto 1965 l'assemblea comunica che la società è sull'orlo di una crisi economica che sembra irreparabile. La squadra è in ritiro a Pievepelago e i giocatori non intendono firmare i contratti, per altro dignitosi, proposti dalla dirigenza e nonostante fossero al corrente dello stato di estremo disagio economico attraversato dalla società, fanno ritorno a Roma tra l'ostilità dei tifosi. Proprio in quell'assemblea prende la parola Bloch che afferma: "Ecco un mio assegno di mezzo milione. Sia dato al Comune di Roma per le scuole e gli ospedali a nome della società, ma non ai giocatori che non hanno capito l'onore di indossare la maglia biancoceleste." Dopo queste parole viene soffocato dagli abbracci e all'unanimità acclamato socio onorario.

La tessera di Socio vitalizio di Giorgio Bloch. Dono di Manfredi Bloch, nipote del dirigente laziale