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• [[Il Tempo]] titola: “Indietro tutta”. Prosegue il quotidiano romano: “Lazio demotivata: esce un pari senza reti che fa riemergere vecchi difetti. [[Venezia SSC|Venezia]] perfetto, i biancocelesti pagano assenze e stanchezza. Attacco spuntato, si complica la corsa per la [[Champions League|Champions]]”.

Altro che frenata. Siamo davanti a un calo fisico e mentale che non fa presagire nulla di buono. A Venezia finisce 0-0 con mezzo tiro in porta di una Lazio che non ha capito il momento decisivo del campionato. Niente da fare, senza intensità non si va lontano, esce il primo pareggio in trasferta e, puntuale, arriva la conferma che la creatura di Baroni vince solo quando gioca bene. Se trova una giornata storta, rischia di perdere e forse stavolta avrebbe anche meritato il ko per quanto fatto da un avversario orgoglioso che non ha mollato di un centimetro nonostante il penultimo posto in classifica. Complimenti a Di Francesco con la speranza che mostri la stessa grinta sempre da qui alla fine. Tant'è, la Lazio è questa, bella e determinata fino a dicembre, più arruffona da un paio di mesi nei quali sta lasciando punti pesanti nella volata per l'Europa (le sconfitte di [[Bologna]] e [[Milan AC|Milan]] aiutano a rendere meno amaro il risultato del Penzo).

A parte qualche picco di rendimento è da tempo che non si vede più quella squadra spettacolare che aveva fatto presagire grandi cose fino a quella maledetta [[Lunedì 16 dicembre 2024 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Inter 0-6|sconfitta interna]] contro l'[[Inter]], quello 0-6 che ha fatto riemergere antichi difetti strutturali che l'entusiasmo era riuscito a coprire. [[Martedì 25 febbraio 2025 - Milano, stadio Giuseppe Meazza - Inter-Lazio 2-0|Tra due giorni si gioca]] il quarto di finale di [[Coppa Italia]] a Milano proprio contro l'[[Inter]] e la speranza che la Lazio ritrovi quelle geometrie che l'avevano portata in alto proprio contro lo stesso avversario. Ora, classifica attuale a parte, il pareggio di Venezia conferma quell'incapacità di interpretare le partite, di leggere le situazioni cui bisogna lottare col coltello tra i denti evitando un inutile e dannoso possesso palla in orizzontale. [[Baroni Marco|Baroni]] ci ha provato all'inizio con [[Noslin Tijjani|Noslin]], impalpabile, poi con [[Pedro (Rodríguez Ledesma Pedro Eliezer)|Pedro]], Lazzari e [[Tchaouna Loum|Tchaouna]] senza trovare mai il bandolo della matassa. [[Dia Boulaye|Dia]] ha sprecato da due passi il vantaggio nell'unica azione degna di nota. Senza [[Castellanos Giménez Valentín Mariano José|Castellanos]] infortunato e [[Rovella Nicolò|Rovella]] squalificato la manovra è stata lenta col solo [[Guendouzi Olié Mattéo Elias Kenzo|Guendouzi]] a lottare contro gli arrembanti dirimpettai. [[Dele-Bashiru Fisayo (Dele-Bashiru Oluwafisayo Faruq)|Dele Bashiuru]] ha lasciato il campo per infortunio sul finire di un primo tempo inguardabile consentendo l'esordio di [[Belahyane Reda|Belahyane]] che qualche segnale positivo ha dato. Così come [[Mandas Chrīstos|Mandas]], bravo nella ripresa a limitare i danni sulle conclusioni di Oristanio e Maric.

Troppi infortuni hanno fiaccato la squadra che ha bisogno come il pane del recupero di [[Vecino Falero Matías|Vecino]] oltre che di [[Hysaj Elseid Gëzim|Hysaj]] e del [[Castellanos Giménez Valentín Mariano José|Taty]], uno che ti accorgi di quanto sia importante quando non c'è. Ora due volte Milano tra coppa e campionato e la sensazione che, tra un mese, anche guardando il calendario, la Lazio si possa ritrovare in una posizione di classifica meno confortevole rispetto a quella attualmente occupata. La squadra è ben costruita nonostante investimenti limitati ma forse non in grado di lottare alla lunga per la zona [[Champions League|Champions]]: meglio guardarsi le spalle per non rischiare di restare fuori dall'Europa almeno in campionato. Il girone di andata ha illuso, la squadra è andata oltre i suoi limiti, adesso deve compattarsi e cercare di fare il massimo per non avvitarsi su se stessa. Serve una scossa e, soprattutto, provare qualche volta e giocare meno bene e raccogliere più punti per non avere a maggio rimpianti per la posizione finale in classifica. Nessun dramma ma la c'è la consapevolezza che la Lazio, più di quanto visto finora, non può davvero fare.


• [[La Gazzetta dello Sport]] titola: “Lazio in frenata”. Continua la "rosea": “Solo un pareggio a Venezia. Il quarto posto è a rischio. Un tiro di [[Dia Boulaye|Dia]] e basta: la [[Juventus FC|Juve]] oggi può sorpassarla. I veneti lottano e nel finale vanno vicini al gol vittoria”.

Un’occasione sprecata per entrambe. Ma se quella del [[Venezia SSC|Venezia]] si accompagna alla consapevolezza di aver giocato alla pari, se non meglio, della (forse già stasera ex) quarta forza del campionato, e può quindi darle quella iniezione di autostima di cui ha tanto bisogno, per la Lazio l’occasione sciupata ha solo risvolti negativi. Perché oltre ai due punti lasciati per strada (che possono risultare letali alla viglia di una serie di scontri diretti) la banda [[Baroni Marco|Baroni]] fornisce una delle più brutte prove stagionali, probabilmente la peggiore in assoluto. E si ritrova con un infortunato in più (distorsione alla caviglia per [[Dele-Bashiru Fisayo (Dele-Bashiru Oluwafisayo Faruq)|Dele-Bashiuru]]).

''Assente ingiustificata.'' Si, è una Lazio irriconoscibile quella che (non) si vede al Penzo, campo tra l’altro storicamente difficile per i biancocelesti (che qui persero anche nell’anno dell’ultimo scudetto). Per lunghi tratti si ha quasi l’impressione che la formazione di [[Baroni Marco|Baroni]] non si sia proprio presentata. Ritmi insolitamente lenti, passaggi orizzontali invece delle solite verticalizzazioni, poco sfruttamento delle fasce. E soprattutto un atteggiamento di sufficienza che quest’anno non si era mai visto. Le assenze di [[Rovella Nicolò|Rovella]] (squalificato) e [[Castellanos Giménez Valentín Mariano José|Castellanos]] (infortunato) pesano, ma forse a frenare la squadra biancoceleste è soprattutto il richiamo di preparazione effettuato nei giorni scorsi che ha inevitabilmente appesantito le gambe. Fatto sta che in tutta la gara la formazione romana produce una sola palla-gol. Che [[Dia Boulaye|Dia]] spreca clamorosamente a tu per tu con Radu a metà primo tempo (sontuosa la giocata di [[Zaccagni Mattia|Zaccagni]] che serve il senegalese). Prima e dopo il nulla, a parte un tiro di [[Isaksen Gustav Tang|Isaksen]] che Radu neutralizza in avvio di ripresa. E pensare che il [[Venezia SSC|Venezia]], prima di ieri, aveva chiuso solo due partite senza subire gol, l’ultima delle quali quattro mesi fa (contro il Genoa il [[21 settembre]]). Male i giocatori schierati inizialmente (confermato l’avvicendamento [[Mandas Chrīstos|Mandas]]-[[Provedel Ivan|Provedel]] tra i pali), male anche i subentrati (stavolta non riesce la magia del gol che arriva dalla panchina).

''Mai troppo tardi.'' Ma se la Lazio è così brutta, tanto da fare scena muta, gran parte del merito va ad un [[Venezia SSC|Venezia]] che, se si fosse sempre espresso in questo modo, avrebbe ben altra classifica. Di Francesco azzecca tutto, dal piano partita (densità in mezzo e fasce bloccate per togliere sbocchi alla manovra della Lazio) alle sostituzioni che rinvigoriscono i suoi quando, a metà ripresa, la benzina di molti giocatori segna rosso. E poco ci manca che, grazie a questi cambi chirurgici, il [[Venezia SSC|Venezia]] non si prenda l’intera posta. Perché negli ultimi venti minuti sono i padroni di casa a sfiorare il gol, prima con un colpo di testa di Maric (al debutto da titolare) che doveva solo essere messo dentro. E poi con due tiri dalla distanza di Oristanio e Busio. La vittoria sarebbe forse un premio eccessivo per un [[Venezia SSC|Venezia]] che per tre quarti di partita pensa solo a contenere (riuscendoci peraltro alla perfezione). Ma, volendo, il campionato dei lagunari può ripartire da qui. Da una prova confortante contro una delle migliori realtà del campionato. Mai dire mai. Alla salvezza si può, anzi si deve ancora credere.

Versione delle 10:26, 2 mar 2025