Paparelli Vincenzo: differenze tra le versioni
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Vincenzo Paparelli era seduto in Curva Nord in attesa di assistere al derby Roma-Lazio. stava mangiando un panino, mentre osservava il cielo plumbeo che minacciava pioggia e due razzi di segnalazione, partiti dalla Curva Sud e finiti fuori dagli spalti, dopo una traiettoria a zigzag. Ad un certo punto parte dalla curva Sud un terzo razzo che compie una linea retta di quasi 150 metri che lo colpisce in volto andandosi a conficcare dentro un occhio. Racconta un testimone di una lunga scia nera e schizzi di sangue ovunque. Paparelli si accascia su se stesso, la moglie, che era seduta accanto a lui, comincia ad urlare e chiedere aiuto,ma molti tifosi scappano in preda al terrore. un ragazzo cerca di intervenire cercando di togliere il petardo dall'occhio di Paparelli, ma ci riesce solo a metà, dal foro sul viso e da dietro la testa esce del fumo. Arrivano i medici ed una barella che lo porta nell'antistadio della Curva Nord, li c'è un'ambulanza che di corsa a sirene spiegate cerca di raggiungere l'Ospedale Santo Spirito, dove però Paparelli giunge cadavere. |
Vincenzo Paparelli, tifoso laziale, era seduto in Curva Nord in attesa di assistere al derby Roma-Lazio. stava mangiando un panino, mentre osservava il cielo plumbeo che minacciava pioggia e due razzi di segnalazione, partiti dalla Curva Sud e finiti fuori dagli spalti, dopo una traiettoria a zigzag. Ad un certo punto parte dalla curva Sud un terzo razzo che compie una linea retta di quasi 150 metri che lo colpisce in volto andandosi a conficcare dentro un occhio. Racconta un testimone di una lunga scia nera e schizzi di sangue ovunque. Paparelli si accascia su se stesso, la moglie, che era seduta accanto a lui, comincia ad urlare e chiedere aiuto,ma molti tifosi scappano in preda al terrore. un ragazzo cerca di intervenire cercando di togliere il petardo dall'occhio di Paparelli, ma ci riesce solo a metà, dal foro sul viso e da dietro la testa esce del fumo. Arrivano i medici ed una barella che lo porta nell'antistadio della Curva Nord, li c'è un'ambulanza che di corsa a sirene spiegate cerca di raggiungere l'Ospedale Santo Spirito, dove però Paparelli giunge cadavere. |
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Aveva 33 anni. |
Aveva 33 anni, lasciava la moglie due figli. |
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Versione delle 18:34, 30 nov 2007
Vincenzo Paparelli, tifoso laziale, era seduto in Curva Nord in attesa di assistere al derby Roma-Lazio. stava mangiando un panino, mentre osservava il cielo plumbeo che minacciava pioggia e due razzi di segnalazione, partiti dalla Curva Sud e finiti fuori dagli spalti, dopo una traiettoria a zigzag. Ad un certo punto parte dalla curva Sud un terzo razzo che compie una linea retta di quasi 150 metri che lo colpisce in volto andandosi a conficcare dentro un occhio. Racconta un testimone di una lunga scia nera e schizzi di sangue ovunque. Paparelli si accascia su se stesso, la moglie, che era seduta accanto a lui, comincia ad urlare e chiedere aiuto,ma molti tifosi scappano in preda al terrore. un ragazzo cerca di intervenire cercando di togliere il petardo dall'occhio di Paparelli, ma ci riesce solo a metà, dal foro sul viso e da dietro la testa esce del fumo. Arrivano i medici ed una barella che lo porta nell'antistadio della Curva Nord, li c'è un'ambulanza che di corsa a sirene spiegate cerca di raggiungere l'Ospedale Santo Spirito, dove però Paparelli giunge cadavere.
Aveva 33 anni, lasciava la moglie due figli.
File:Paparelli1.jpg
In Curva Nord, ormai ridotta a poche migliaia di persone, scoppiano disordini e tentativi d'invasione. Nessuno vuole che si giochi, e solo Capitan Wilson riesce ad avvicinarsi ai ragazzi laziali inferociti. Per non creare altri disordini si decide di giocare in un clima surreale, con la Nord e la tevere "Laziale" vuote e il resto dello stadio pieno. Le forze dell'ordine si mettono subito alla caccia degli assassini, e dopo una breve indagine viene indicato in Giovanni Fiorillo, l'autore materiale del gesto criminale. Fiorillo, ha 18 anni ed è un pittore edile disoccupato.Già la sera dell'omicidio si da alla latitanza fuggendo senza una meta ben precisa per l'Italia, e riuscendo anche ad espatriare in Svizzera. Dopo quattordici mesi si costituisce. Verrà condannato dalla Cassazione a sei anni e dieci mesi di reclusione per omicidio preterintenzionale nel 1987. Morirà qualche anno più tardi a causa di un male incurabile. Durante il periodo di latitanza aveva chiamato quasi ogni giorno Angelo Paparelli, fratello dello sfortunato Vincenzo, per scusarsi e giurare che il 28 ottobre non voleva uccidere nessuno.
