L'esonero di Ballardini e l'arrivo di Reja: differenze tra le versioni
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[[image:reja6.jpg|left|200px|thumb|Reja dirige il primo allenamento con i biancazzurri (Fotonotizia)]] |
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Versione delle 18:38, 10 feb 2010








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Domenica 7 febbraio
Già dalla sera dopo la gara interna persa contro il Catania, circola nell'ambiente la notizia del probabile esonero dell'allenatore Ballardini. La squadra, dopo la sconfitta con gli etnei, si trova infatti al terz'ultimo posto in classifica e la situazione si è oggettivamente complicata. All'Olimpico il pubblico contesta apertamente sia il tecnico che la Società chiedendo una svolta radicale al momento negativo della compagine biancazzurra, mai così male in Campionato negli ultimi 25 anni.
Lunedi 8 febbraio
In mattinata si parla con insistenza dell'esonero dell'allenatore. I nomi che circolano sono quelli di Giordano, Cagni, Reja, Camolese, Arrigoni e Giovanni Trapattoni. Dopo poche ore la scelta sembra cadere sull'allenatore goriziano, ma la giornata rimane confusa e non si arriva a nessuna decisione. Sconcertante è il silenzio della Società che pare non aver avvisato il tecnico ravennate che infatti dichiara: "Io esonerato? Non ne so nulla e mi sembra assurdo". Ballardini è convinto infatti di dover dirigere l'allenamento di martedi a Formello. Ad attenderlo, però, oltre ai tifosi in fermento (che nel frattempo hanno organizzato una dura contestazione), vi è il presidente Lotito che tenterà, secondo alcune voci, di ottenere le dimissioni di Ballardini. Da questo punto di vista riceverà tuttavia una risposta secca e per niente diplomatica: "Non mi dimetto, non ci penso proprio". A questo punto si prova a trattare, ma Ballardini non vuole rinunciare ai circa 500.000 euro di ingaggio per quest'anno, ai 900.000 di quello successivo e ai 300.000 che devono essere corrisposti ai suoi collaboratori. Una spesa salata che ammonta a più di tre milioni di euro al lordo. Un esonero costosissimo per Lotito e che ha messo a dura prova le capacità decisionali del presidente laziale. Mentre a Spalato monta la contestazione, anche in casa Lazio si vive una situazione simile. Cominciano poi a pesare le pressioni politiche e Lotito, a mezzanotte, temendo il peggio, incalza Reja prima di un suo eventuale ripensamento. A quel punto intervengo telefonicamente, secondo alcui organi di stampa, anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno e addirittura il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, a dimostrazione che c'è un interesse politico ad una svolta in casa Lazio. Notizia, quest'ultima, smentita successivamente.
Martedi 9 febbraio
In un clima di pesante contestazione organizzata da un migliaio di sostenitori biancocelesti a Formello, le Forze dell'Ordine effettuano cariche di alleggerimento e lanciano lacrimogeni per disperdere almeno un centinaio di tifosi. Il gruppo, infatti, riesce ad entrare sfondando un cancello dell'ingresso Nord per avvicinarsi al campo sul quale è previsto il consueto allenamento. Qui lanciano fumogeni e petardi prima di essere dispersi e respinti dalle cariche della Polizia. In questa situazione l'allenamento della squadra salta e la preparazione viene effettuata in palestra. Il bilancio degli scontri è di undici tifosi fermati, tre contusi tra le Forze dell'Ordine e tre feriti lievi tra i supporter della Lazio. Mentre accade ciò il presidente Lotito, lontano dalla capitale, definisce l'ingaggio di Edoardo Reja come nuovo allenatore della formazione biancoceleste. L'accordo non è stato semplice in quanto l'allenatore goriziano era legato contrattualmente con l'Haijduk di Spalato e per liberarsi è necessario pagare una penalee. Nel corso della giornata arrivano però notizie contradditorie. Alle 17.15 l'AdnKronos batte questa notizia:
"La Lazio è una sfida. Ma il cuore mi dice di restare all'Hajduk". Edy Reja, a giudicare dalle parole riportate dal quotidiano croato "Vecernji", non ha ancora deciso se lasciare la panchina dell'Hajduk Spalato per trasferirsi alla Lazio. "Non è una decisione semplice per me. Non so cosa mi aspetterebbe a Roma, qui io organizzo praticamente ogni cosa. Lo ammetto, andare alla Lazio sarebbe una sfida. La ragione mi dice di andare, ma il cuore mi dice di rimanere all'Hajduk", si legge ancora nella nota dell'agenzia di stampa.
Alle 19.00 arriva la conferma dallo stesso Reja che comunica:
"È stata una decisione difficile, me ne vado con il cuore pesante. Ho dato la mia parola al presidente della Lazio". L'allenatore però rimane bloccato sull'isola di Brec, dove è con la squadra croata, a causa del maltempo che impedisce ai traghetti di salpare verso il continente dalmata.
E’ stato un giorno lunghissimo per Claudio Lotito trascorso soprattutto in Federcalcio, seduto nella sala al primo piano, quella del consiglio. Quattro telefonini sparsi sul tavolo, chiamate continue come al solito. La tensione a Formello, peraltro prevedibile alla ripresa degli allenamenti della Lazio dopo la sconfitta con il Catania, e i contatti per definire l'arrivo di Reja per cominciare il dopo Ballardini. Il presidente ha mostrato grande controllo della situazione pur comprendendo che il momento è assai delicato. Da Formello hanno raccontato a Lotito l'ira dei tifosi, le cariche della polizia, i fermati e i feriti. Insomma, un clima mica da sport: piuttosto, da far west. "La contestazione? Strumentale - ha osservato Lotito - tutto era organizzato da tempo". Una maniera, questa, di trovare una giustificazione alla rabbia del popolo biancoceleste per una classifica pesantissima che, adesso, vede la Lazio malmessa. Reja guiderà la Lazio. Qualche voce di un ripensamento da parte del tecnico goriziano ex Napoli trattenuto a Spalato, non sono reali. "Io sono abituato a misurare le cose con i fatti e la parola data", ha chiarito Lotito a metà pomeriggio confermando l'accordo con l'allenatore che dovrà rimettere in sesto i cocci di una squadra che dalla scorsa estate a oggi si è sgretolata. La serie B adesso è qualcosa più di un'ombra, con una squadra priva di gioco e di idee. Il presidente stavolta parla di una vicenda strumentale: i fatti sono questi e basta.
"Per tirarci fuori da questa situazione serve solo il lavoro. Lavorare - ha spiegato Lotito - lavorare e lavorare. Certo, le premesse che avevamo non sono state rispettate e la classifica, che è pesante, non rispecchia il valore tecnico di questa squadra". In serata il presidente ha discusso con Ballardini per chiudere il rapporto mentre le critiche hanno continuato ad arrivare. Rutelli, tifoso della Lazio, gli ha contestato una spregiudicatezza immobiliare - la costruzione dello stadio e una zona residenziale - rispetto all'attenzione per la squadra. Lotito ha evitato di rispondere pubblicamente all'accusa dell'ex sindaco di Roma riservandosi di farlo in privato. Però, la sua politica, quella del contenimento dei costi, va avanti.
"La Lazio? Non dimenticate che ci ho messo dei soldi - ha aggiunto - e ho portato avanti iniziative che rimarranno nella storia". Una politica accettabile, la sua del risparmio (non parliamo di moralizzazione, però), solo che i passaggi sono stati troppo rapidi da renderla inattuabile e finendo per fargli perdere la battaglia, avere una squadra che non funziona e mettersi tutti i tifosi contro. E un piede in serie B.
Mercoledi 10 febbraio
Ieri sera Lotito e Ballardini hanno avuto un lungo colloquio, un confronto per lasciarsi nella maniera migliore. Stamane il tecnico ravennate ha abbandonato Formello, la Foresteria, la sua ex casa. "Si è fidato troppo di Zarate - dice Felice Pulici, storico portiere biancoceleste - ma non ha capito che l'argentino per esprimersi al suo livello, ha bisogno di determinati giocatori al fianco. Anche il grandissimo campione non può emergere da solo. Ballardini non ha considerato questo aspetto nell'accettare certe imposizioni della società ( l'esclusione di Pandev e Ledesma, ndr) quando ha sottoscritto il contratto. Questo ha segnato la sua fine". "Era necessaria questa scossa - dice Pulici - perché questo gruppo aveva bisogno di stimoli nuovi. Confido molto nel lavoro che potrà fare Reja in questi mesi. Lo stimo. Trova un organico che gli si addice. Il suo nome d'altronde è ormai stampigliato in un quadro 3-5-2". Il modulo che gli ha permesso di trascinare il Napoli dalla serie C all'Europa: gli esterni di centrocampo erano la chiave dei suoi attacchi, dalla linea mediana si sganciava gente come Hamsik. In avanti puntava su Lavezzi e Zalayeta, la strana coppia.
La Società, con un comunicato, annuncia l'esonero del tecnico ravennate e l'ingaggio di Edy Reja il cui contratto è già pronto con un'opzione sino al 2011. Il tecnico, proveniente da Trieste, atterra così a Fiumicino poco dopo le 12.30 e da qui si reca a Formello dove, alle 15.00, dirigerà il suo primo allenamento. "E' una squadra che merita. I giocatori della Lazio li conosciamo bene: sono bravi, il valore c'è, è una squadra che merita, e sono contento di avere preso questo incarico", ha detto il tecnico. Reja è stato chiamato dal presidente Claudio Lotito per risollevare le sorti della Lazio, che vive un momento critico trovandosi attualmente al terzultimo posto in classifica e con parte della tifoseria in forte fermento. Marko Natelelic, procuratore di Edy Reja, ha commentato con felicità l'esito positivo della trattativa che ha portato il suo assistito sulla panchina della Lazio: "Lui e l'Hajduk si sono salutati con profonda stima e rispetto, in amicizia. E' giusto che si sentano traditi ma allo stesso tempo hanno capito le sue esigenze. Reja è l'uomo giusto per risollevare la Lazio da questa situazione. Sono convinto che i biancocelesti si salveranno e che non ci sarà alcun problema per un accordo anche per la prossima stagione. E' stato decisivo l'intervento del presidente Lotito per sbloccare la trattativa".
Ha pranzato con la squadra, e alle 15 ha avuto il primo colloquio con i giocatori negli spogliatoi. Dopo 30' la squadra era in campo per una seduta di circa un'ora e 15. Il nuovo allenatore ha disposto un allenamento tattico e poi ha fatto eseguire una partitella 11 contro 11, con entrambi gli schieramenti disposti con il 3-5-2, prima indicazione sul modulo prescelto. In campo c'era pure Ledesma, schierato fra le presunte riserve: se questa una è novità assoluta perché pure con Ballardini partecipava alle sedute settimanali, merita di essere segnalata la dichiarazione di Tare sull'argentino: "Ledesma è a disposizione di Reja, se il tecnico vuole, domenica ci sarà". La seduta si è chiusa alle 16.45.
Fonti: Il Messaggero, Corriere dello Sport, La Gazzetta Dello Sport