Garrincha (Dos Santos Manoel Francisco): differenze tra le versioni
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E' stato un genio del dribbling, forse la più imprevedibile e fantasiosa ala del calcio mondiale. Caratterizzato da un doppio passo micidiale (dovuto ad una gamba più corta dell'altra, frutto degli stenti patiti da bambino), "l'uccellino" riusciva a saltare gli avversari come birilli dando vita ad azioni tuttora ritenute tra le più spettacolari del gioco del calcio. Spiegare Garrincha da un punto di vista strettamente tecnico non è difficile: un giocoliere col pallone tra i piedi, passaggio di rara precisione, tiro devastante da fermo e in corsa. Un autentico fenomeno, ha vinto due mondiali nei quali è stato il giocatore chiave della nazionale brasiliana, eppure di quelli del 1958 l'immagine che rimane è quella di un Pelè adolescente che piange durante la premiazione. |
E' stato un genio del dribbling, forse la più imprevedibile e fantasiosa ala del calcio mondiale. Caratterizzato da un doppio passo micidiale (dovuto ad una gamba più corta dell'altra, frutto degli stenti patiti da bambino), "l'uccellino" riusciva a saltare gli avversari come birilli dando vita ad azioni tuttora ritenute tra le più spettacolari del gioco del calcio. Spiegare Garrincha da un punto di vista strettamente tecnico non è difficile: un giocoliere col pallone tra i piedi, passaggio di rara precisione, tiro devastante da fermo e in corsa. Un autentico fenomeno, ha vinto due mondiali nei quali è stato il giocatore chiave della nazionale brasiliana, eppure di quelli del 1958 l'immagine che rimane è quella di un Pelè adolescente che piange durante la premiazione. |
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Si allena con la Lazio giovedì 19 e venerdì 20 febbraio del [[1970]] ospite della società biancazzurra. |
Si allena con la Lazio giovedì [[19 febbraio|19]] e venerdì [[20 febbraio]] del [[1970]] ospite della società biancazzurra. |
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All'evento furono dedicati alcuni articoli dalla stampa sportiva e Nazionale. |
All'evento furono dedicati alcuni articoli dalla stampa sportiva e Nazionale. |
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Si ritirò nel [[1973]] dopo un incidente d'auto ed un crudele calo di rendimento, dieci anni dopo morì in solitudine povero e sopraffatto dall'alcool e il Brasile intero si rende conto di aver dato troppo poco a uno dei suoi figli che invece a fatto molto per la sua nazionale. C'è un bell'aforisma che ci fa capire cosa sia stato Garrincha per i suoi connazionali: se parli di Pelè a un vecchio brasiliano questi si toglie il cappello per un senso di devota gratitudine. Se gli parli di Garrincha, il vecchio si mette a piangere. Mentre Pelè rappresenta ciò che ogni Brasiliano di colore vorrebbe essere ( il nero integrato, di successo, l'icona di successo e fortuna), Garrincha è stato lo specchio di quello che sono. |
Si ritirò nel [[1973]] dopo un incidente d'auto ed un crudele calo di rendimento, dieci anni dopo morì in solitudine povero e sopraffatto dall'alcool e il Brasile intero si rende conto di aver dato troppo poco a uno dei suoi figli che invece a fatto molto per la sua nazionale. C'è un bell'aforisma che ci fa capire cosa sia stato Garrincha per i suoi connazionali: se parli di Pelè a un vecchio brasiliano questi si toglie il cappello per un senso di devota gratitudine. Se gli parli di Garrincha, il vecchio si mette a piangere. Mentre Pelè rappresenta ciò che ogni Brasiliano di colore vorrebbe essere ( il nero integrato, di successo, l'icona di successo e fortuna), Garrincha è stato lo specchio di quello che sono. |
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Versione delle 19:17, 10 giu 2010


Ala destra, nato a Pau Grande (Brasile) il 28 ottobre 1933, morto a Rio de Janeiro il 20 gennaio 1983. Manuel Francisco dos Santos calciatore brasiliano meglio noto col soprannome di Garrincha (Il Passerotto). Da bambino fu colpito da Poliomielite e dovette subire un'operazione che gli lasciò una gamba più corta rispetto all'altra e poche possibilità di camminare correttamente. Nonostante queste vicissitudini e la mente irreparabilmente ferma allo stato infantile, Garrincha si impose prima con la maglia del Botafogo e poi con quella della nazionale brasiliana lasciando alla storia del calcio le sue cavalcate dinoccolate; il modo di puntare l'avversario e smarcarlo, palla al piede, per poi tirare rasoiate crudeli destinate al fondo della rete, oppure per appoggiare delicatamente il pallone al centro dell'area lasciando i compagni liberi di calciare in porta.
E' stato un genio del dribbling, forse la più imprevedibile e fantasiosa ala del calcio mondiale. Caratterizzato da un doppio passo micidiale (dovuto ad una gamba più corta dell'altra, frutto degli stenti patiti da bambino), "l'uccellino" riusciva a saltare gli avversari come birilli dando vita ad azioni tuttora ritenute tra le più spettacolari del gioco del calcio. Spiegare Garrincha da un punto di vista strettamente tecnico non è difficile: un giocoliere col pallone tra i piedi, passaggio di rara precisione, tiro devastante da fermo e in corsa. Un autentico fenomeno, ha vinto due mondiali nei quali è stato il giocatore chiave della nazionale brasiliana, eppure di quelli del 1958 l'immagine che rimane è quella di un Pelè adolescente che piange durante la premiazione. Si allena con la Lazio giovedì 19 e venerdì 20 febbraio del 1970 ospite della società biancazzurra. All'evento furono dedicati alcuni articoli dalla stampa sportiva e Nazionale. Si ritirò nel 1973 dopo un incidente d'auto ed un crudele calo di rendimento, dieci anni dopo morì in solitudine povero e sopraffatto dall'alcool e il Brasile intero si rende conto di aver dato troppo poco a uno dei suoi figli che invece a fatto molto per la sua nazionale. C'è un bell'aforisma che ci fa capire cosa sia stato Garrincha per i suoi connazionali: se parli di Pelè a un vecchio brasiliano questi si toglie il cappello per un senso di devota gratitudine. Se gli parli di Garrincha, il vecchio si mette a piangere. Mentre Pelè rappresenta ciò che ogni Brasiliano di colore vorrebbe essere ( il nero integrato, di successo, l'icona di successo e fortuna), Garrincha è stato lo specchio di quello che sono.