Pelliccia Giancarlo: differenze tra le versioni
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Figlio di un socio sostenitore della Lazio, balzò alla cronaca alla fine degli anni 40 perchè divenne la prima mascotte ufficiale della squadra biancazzurra. |
Figlio di un socio sostenitore della Lazio, balzò alla cronaca alla fine degli anni 40 perchè divenne la prima mascotte ufficiale della squadra biancazzurra. |
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Vestito con una maglia celeste con davanti la scritta '''Forza Lazio''' ed il numero 13, ed un ferro di cavallo disegnato sul dorso, scendeva in campo ogni tenendo la mano del capitano biancazzurro, o di quello della squadra avversaria, davanti al pubblico dello stadio Torino. |
Vestito con una maglia celeste con davanti la scritta '''Forza Lazio''' ed il numero 13, ed un ferro di cavallo disegnato sul dorso, scendeva in campo ogni domenica tenendo la mano del capitano biancazzurro, o di quello della squadra avversaria, davanti al pubblico dello stadio Torino. |
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Tutto ciò dal [[1948]] al [[1953]]. |
Tutto ciò dal [[1948]] al [[1953]]. |
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A lui fu dedicato anche un breve filmato dell'Istituto Luce che ne raccontava le gesta. |
A lui fu dedicato anche un breve filmato dell'Istituto Luce che ne raccontava le gesta. |
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Versione delle 15:28, 8 nov 2011



Figlio di un socio sostenitore della Lazio, balzò alla cronaca alla fine degli anni 40 perchè divenne la prima mascotte ufficiale della squadra biancazzurra.
Vestito con una maglia celeste con davanti la scritta Forza Lazio ed il numero 13, ed un ferro di cavallo disegnato sul dorso, scendeva in campo ogni domenica tenendo la mano del capitano biancazzurro, o di quello della squadra avversaria, davanti al pubblico dello stadio Torino.
Tutto ciò dal 1948 al 1953.
A lui fu dedicato anche un breve filmato dell'Istituto Luce che ne raccontava le gesta.