Il "caso doping" Morrone: differenze tra le versioni
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Come si difende [[Morrone Giancarlo|Morrone]]. L'amfetamina ingerita dal giocatore della Lazio, [[Morrone Giancarlo|Morrone]], e denunciata in occasione di un recente controllo antidoping, non sarebbe dovuta all'uso di eccitanti ma semplicemente ad una violenta cura, fatta dall'atleta italo-argentino per calare di peso. Si tratterebbe di una cura grazie alla quale [[Morrone Giancarlo|Morrone]] sarebbe dimagrito di quattro chili in pochi giorni e i cui preparati contengono amfetamina in quantità tale da risultare visibile all'esame chimico dell'antidoping. Risulta con certezza che [[Morrone Giancarlo|Morrone]] ha ingerito i confetti dimagranti alla vigilia [[Domenica 25 febbraio 1968 - Roma, stadio Flaminio - Lazio-Genoa 0-0|della partita in casa]] col [[Genoa]], su prescrizione del suo medico curante e senza informarne il medico sociale dr. [[Ziaco Renato|Ziaco]]. Che si tratti di una iniziativa personale di [[Morrone Giancarlo|Morrone]] sarebbe dimostrato dalla ricetta con data e timbro della farmacia presso la quale la medicina è stata acquistata. Il dott. [[Ziaco Renato|Ziaco]], da noi interpellato, si è dichiarato tranquillo professionalmente e sicuro dal lato sportivo dell'esito del caso, per la società e per il giocatore. Il medico della Lazio fu il primo ad accorgersi, [[Domenica 25 febbraio 1968 - Roma, stadio Flaminio - Lazio-Genoa 0-0|nell'intervallo della partita]] col [[Genoa]], che il giocatore non era in condizioni fisiche normali e che qualcosa non funzionava. Gli chiese chiarimenti, ma la prima risposta non fu esauriente. |
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Versione delle 18:55, 1 feb 2013





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Da La Stampa del 10 marzo 1968:
Il laziale Morrone accusato di doping perché ha fatto una cura dimagrante. Il calciatore può subire una squalìfica di sei mesi; la società, un'ammenda fino a 10 milioni - Morrone sostiene di non aver fatto uso di sostanze proibite, ma soltanto di medicine prescrittegli dal medico personale.
L'articolo prosegue: La segreteria della Federazione italiana gioco calcio ha dato comunicazione ufficiale alla Lazio sull'esito positivo dell'analisi antidoping compiuta sul prelievo del giocatore Giancarlo Morrone, al termine della partita Lazio-Genoa del 25 febbraio scorso. E' il primo caso di "doping", da quando è stata ripresa in campionato la serie dei controlli dopo le partite. I dirigenti della società romana e lo stesso giocatore si sono detti comunque fiduciosi sull'esito della controperizia che sarà compiuta martedì prossimo alle 18 a Roma nella sede della Commissione scientifica. Il controllo antidoping, comè noto, prevede il prelievo di due flaconi di liquido organico appunto per permettere la controperizia. Il presidente della Lazio, rag. Umberto Lenzini, si è detto "incredulo" e costernato per la notizia, che è stata accolta con sorpresa da tutti i giocatori bianco-azzurri, ed in particolare da Dolso e Zanetti che, con Morrone, erano stati sottoposti al controllo antidoping dopo Lazio-Genoa (0-0). Malgrado il clamore suscitato da questo improvviso "caso" l'allenatore laziale Lovati intende utilizzare regolarmente Morrone domani nell'impegnativa partita interna con il Livorno. Le nuove disposizioni della Figc per le infrazioni alla disciplina antidoping prevedono, com'è noto, una ammenda fino a 10 milioni di lire alla società e fino a 6 mesi di squalifica al giocatore, ed una dura sospensione anche al medico sociale e all'allenatore.
Come si difende Morrone. L'amfetamina ingerita dal giocatore della Lazio, Morrone, e denunciata in occasione di un recente controllo antidoping, non sarebbe dovuta all'uso di eccitanti ma semplicemente ad una violenta cura, fatta dall'atleta italo-argentino per calare di peso. Si tratterebbe di una cura grazie alla quale Morrone sarebbe dimagrito di quattro chili in pochi giorni e i cui preparati contengono amfetamina in quantità tale da risultare visibile all'esame chimico dell'antidoping. Risulta con certezza che Morrone ha ingerito i confetti dimagranti alla vigilia della partita in casa col Genoa, su prescrizione del suo medico curante e senza informarne il medico sociale dr. Ziaco. Che si tratti di una iniziativa personale di Morrone sarebbe dimostrato dalla ricetta con data e timbro della farmacia presso la quale la medicina è stata acquistata. Il dott. Ziaco, da noi interpellato, si è dichiarato tranquillo professionalmente e sicuro dal lato sportivo dell'esito del caso, per la società e per il giocatore. Il medico della Lazio fu il primo ad accorgersi, nell'intervallo della partita col Genoa, che il giocatore non era in condizioni fisiche normali e che qualcosa non funzionava. Gli chiese chiarimenti, ma la prima risposta non fu esauriente.
Dal Corriere dello Sport dell'11 marzo 1968:
All'Istituto di Medicina Legale alla presenza dei periti biancazzurri. Domani per Morrone verifica dell'analisi. Domani, presso l'Istituto di Medicina legale, avrà luogo l'analisi della seconda provetta contenente il liquido organico di Morrone, incriminato dopo la prima analisi che ha dato, com'è ormai noto, esito positivo. Martedì scorso il prof. Michele Montanarp, vicepresidente della Federmedici sportivi, in qualità di membro della commissione esecutiva per l'antidoping ha proceduto per ben 7-8 volte all'esame gascromatografico, riscontrando forte positività dovuta alla presenza di amfetamine contenute nel Preludin ingerito dal giocatore. Che si trattasse di Preludin (preparato farmaceutico contenente anche amfetamine) era stato possibile affermarlo in quanto, prima ancora dell'esame, al prof. Montanaro, così come al presidente della Federmedici, prof. Venerando, e al presidente della Federcalcio, dott. Franchi, era pervenuta una lettera del medico della Lazio, dott. Ziaco, nella quale si portava a conoscenza che Morrone aveva ingerito Preludin a scopo dimagrante. Domani, quindi, sapremo l'esito della seconda decisiva analisi. Come da regolamento, a questo secondo esame la presidenza federale - che aveva ricevuto lettera riservata dal prof. Montanaro relativa al risultato della prima analisi - ha invitato le parti interessate. Se l'infrazione fosse confermata, la presidenza federale trasmetterà gli atti alla commissione disciplinare della Lega. In questo caso, mentre Morrone rischia una squalifica non inferiore a quattro giornate, la Lazio può essere colpita da una sanzione pecunaria variante tra i 5 e i 50 milioni.
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