Jeelani Abdul Qadir: differenze tra le versioni
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I due nuovi arrivati mostrano subito ottime qualità in Campionato seppur il periodo di acclimatamento sia stato molto breve per entrambi. Ma dopo poche settimane [[Elmore Bob|Elmore]] viene ritrovato morto nella camera del suo residence fulminato da un'overdose di eroina. La tragedia sconvolge il mondo del basket e non solo quello romano. L'Eldorado si trova così costretta ad affrontare tutto il resto della stagione con un solo straniero in quanto il regolamento non permette sostituzioni in corsa. [[Asteo Giancarlo|Asteo]] deve fare allora di necessità virtù e cambiare per mancanza di centimetri il proprio gioco. Esce così il pressing a tutto campo con i biancocelesti impegnati a tenere nell'arco della gara un ritmo vertiginoso. Gary Cole deve adattarsi al ruolo di pivot, deve difendere più di prima, ma dividendo il sacrificio e l'impegno con i suoi compagni riesce a portare la Lazio alla sofferta, ma meritata salvezza. I numeri della sua prima stagione sono stupefacenti con il primo posto tra i marcatori dell'A2 e una presenza nella parte alta di tutte le classifiche di specialità, dai rimbalzi sino alle palle recuperate. Il bilancio della stagione (36 partite disputate) è di 1.180 punti realizzati con 420 rimbalzi, 110 palle perse, 116 recuperate e 23 assist. Dopo l'estate trascorsa negli U.S.A. torna a Roma con la moglie Amina e il figlioletto Azim dichiarando di essere divenuto musulmano assumendo il nome di [[Jeelani|Abdul Quadir Jeelani]]. |
I due nuovi arrivati mostrano subito ottime qualità in Campionato seppur il periodo di acclimatamento sia stato molto breve per entrambi. Ma dopo poche settimane [[Elmore Bob|Elmore]] viene ritrovato morto nella camera del suo residence fulminato da un'overdose di eroina. La tragedia sconvolge il mondo del basket e non solo quello romano. L'Eldorado si trova così costretta ad affrontare tutto il resto della stagione con un solo straniero in quanto il regolamento non permette sostituzioni in corsa. [[Asteo Giancarlo|Asteo]] deve fare allora di necessità virtù e cambiare per mancanza di centimetri il proprio gioco. Esce così il pressing a tutto campo con i biancocelesti impegnati a tenere nell'arco della gara un ritmo vertiginoso. Gary Cole deve adattarsi al ruolo di pivot, deve difendere più di prima, ma dividendo il sacrificio e l'impegno con i suoi compagni riesce a portare la Lazio alla sofferta, ma meritata salvezza. I numeri della sua prima stagione sono stupefacenti con il primo posto tra i marcatori dell'A2 e una presenza nella parte alta di tutte le classifiche di specialità, dai rimbalzi sino alle palle recuperate. Il bilancio della stagione (36 partite disputate) è di 1.180 punti realizzati con 420 rimbalzi, 110 palle perse, 116 recuperate e 23 assist. Dopo l'estate trascorsa negli U.S.A. torna a Roma con la moglie Amina e il figlioletto Azim dichiarando di essere divenuto musulmano assumendo il nome di [[Jeelani|Abdul Quadir Jeelani]]. |
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Alla Lazio presenta delle richieste economiche stratosferiche: 400 milioni per 5 anni, oltre naturalmente benefit vari tra i quali il pagamento della retta della scuola per il figlio. Trova però sulla sua strada il nuovo presidente della società, il generale [[Roberti Roberto|Roberti]] che lo riconduce ben presto a più miti pretese. 35 mila dollari piu' un premio di altri 5.000 in caso di promozione in serie A1 è quanto viene contrattualizzato. Con al fianco l'ottimo [[McDonald Leroy|McDonald]] ad aiutarlo sotto le plance, disputa un'altra splendida stagione coronata dalla promozione in A1, un traguardo che la Lazio rincorreva da 15 anni.In questa stagione ( 26 partite disputate ) mette a referto 864 punti con 344 rimbalzi, 77 palle perse, 76 recuperate e 14 assist . Le grandi prestazioni italiane non sfuggono agli osservatori della N.B.A. e così arriva la chiamata da Portland.[[Jeelani]] abbandona così l'Italia, lasciando tanti rimpianti tra i fans della Lazio, ma anche tra tutti gli appassionati del basket che lo hanno applaudito nei palazzetti nostrani. Con i Trail Blazers disputa 77 partite segnando 737 punti con una media di 9,6 a incontro. L'anno successivo viene ingaggiato dai Mavericks di Dallas, una formazione debuttante nella N.B.A. Segna i primi punti nella storia della nuova franchigia e alla fine della stagione conta 66 presenze con 553 punti all'attivo (media 8,4). In Texas si trova bene quando dall'Italia arriva un'offerta irrinunciabile: 750 mila dollari per quattro stagioni. Così torna nel Vecchio Continente accasandosi a Livorno. Con la Libertas conquista subito la promozione in A1, rimanendo poi grande leader della squadra per altre tre annate. E' in questo periodo che per la sua fede religiosa e l'abilità tecnica gli viene assegnato l'appellativo "La mano di Maometto" . Chiude quindi la sua esperienza italiana (2.994 punti totali all'attivo nella permanenza in Toscana) trasferendosi in Spagna dove milita prima con il Saski Baskonia e quindi con il Caja de Alava . Nel 1987 si ritira dai parquet e ritorna negli Stati Uniti. Di lui si perdono le tracce e solamente dopo oltre vent'anni il suo nome torna alla ribalta. E' un giornalista del Corriere dello Sport, Andrea Barocci, a raccontare le sue vicende , purtroppo dolorose, che hanno segnato la sua vita dopo l'abbandono dell'attività agonistica. |
Alla Lazio presenta delle richieste economiche stratosferiche: 400 milioni per 5 anni, oltre naturalmente benefit vari tra i quali il pagamento della retta della scuola per il figlio. Trova però sulla sua strada il nuovo presidente della società, il generale [[Roberti Roberto|Roberti]] che lo riconduce ben presto a più miti pretese. 35 mila dollari piu' un premio di altri 5.000 in caso di promozione in serie A1 è quanto viene contrattualizzato. Con al fianco l'ottimo [[McDonald Leroy|McDonald]] ad aiutarlo sotto le plance, disputa un'altra splendida stagione coronata dalla promozione in A1, un traguardo che la Lazio rincorreva da 15 anni.In questa stagione ( 26 partite disputate ) mette a referto 864 punti con 344 rimbalzi, 77 palle perse, 76 recuperate e 14 assist . Le grandi prestazioni italiane non sfuggono agli osservatori della N.B.A. e così arriva la chiamata da Portland.[[Jeelani]] abbandona così l'Italia, lasciando tanti rimpianti tra i fans della Lazio, ma anche tra tutti gli appassionati del basket che lo hanno applaudito nei palazzetti nostrani. Con i Trail Blazers disputa 77 partite segnando 737 punti con una media di 9,6 a incontro. L'anno successivo viene ingaggiato dai Mavericks di Dallas, una formazione debuttante nella N.B.A. Segna i primi punti nella storia della nuova franchigia e alla fine della stagione conta 66 presenze con 553 punti all'attivo (media 8,4). In Texas si trova bene quando dall'Italia arriva un'offerta irrinunciabile: 750 mila dollari per quattro stagioni. Così torna nel Vecchio Continente accasandosi a Livorno. Con la Libertas conquista subito la promozione in A1, rimanendo poi grande leader della squadra per altre tre annate. E' in questo periodo che per la sua fede religiosa e l'abilità tecnica gli viene assegnato l'appellativo "La mano di Maometto" . Chiude quindi la sua esperienza italiana (2.994 punti totali all'attivo nella permanenza in Toscana) trasferendosi in Spagna dove milita prima con il Saski Baskonia e quindi con il Caja de Alava . Nel 1987 si ritira dai parquet e ritorna negli Stati Uniti. Di lui si perdono le tracce e solamente dopo oltre vent'anni il suo nome torna alla ribalta. E' un giornalista del Corriere dello Sport, Andrea Barocci, a raccontare le sue vicende , purtroppo dolorose, che hanno segnato la sua vita dopo l'abbandono dell'attività agonistica. Nell'articolo, pubblicato il [[12 ottobre]] del [[2010]], e intitolato "Da dio dei cesti a senzatetto:la storia di Abdul Jeelani", si racconta di due matrimoni andati in fumo, con annesse traversie legali, una forte depressione, problemi col diabete e una lunga battaglia contro il cancro per la quale sono state necessarie tre operazioni. Nel [[2009]] si aggiunge ai tanti problemi la perdita del lavoro presso una società di prodotti di pulizia per i pavimenti.Povero e malato, seppur con l'affetto dei due figli,Azim e Kareema, è costretto a chiedere accoglienza a un centro per senzatetto di Racine. E' in questo rifugio per ''homeless'' che viene casualmente incontrato da un volontario italiano a cui rivela il suo fulgido passato sportivo nel nostro Paese. |
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Versione delle 12:39, 7 gen 2015

Cestista, nato a Bells (Tennessee, USA) il 10 febbraio 1954. Nome precedente: Gary Cole, ala di 2,04.
Cresciuto a Racine nel Wisconsin, gioca nell'high school Washington Park. Entra poi all'University of Wisconsin Parkside dove dal 1972 al 1976 è assoluto protagonista stabilendo il record della squadra dell'ateneo quanto a punti realizzati (2.262) e ai rimbalzi catturati (1.237). Scelto al terzo giro dai Cavaliers, trascorre quasi quattro mesi in prova a Cleveland, ma ad ottobre viene scartato. Riprova l'anno successivo a bussare alle porte dei professionisti N.B.A., ma anche i Detroit Pistons lo lasciano libero il 2 settembre 1977. Tenta allora la carta europea e sostiene un periodo di prova alla Fernet Tonic di Bologna, ma non convince il tecnico Beppe Lamberti. E' allora il coach dell'Eldorado Lazio Giancarlo Asteo a portarlo a Roma. Con lui giunge nella Capitale un altro giovane americano che ha sfiorato anch'esso l'ingresso tra i professionisti: Bob Elmore.
I due nuovi arrivati mostrano subito ottime qualità in Campionato seppur il periodo di acclimatamento sia stato molto breve per entrambi. Ma dopo poche settimane Elmore viene ritrovato morto nella camera del suo residence fulminato da un'overdose di eroina. La tragedia sconvolge il mondo del basket e non solo quello romano. L'Eldorado si trova così costretta ad affrontare tutto il resto della stagione con un solo straniero in quanto il regolamento non permette sostituzioni in corsa. Asteo deve fare allora di necessità virtù e cambiare per mancanza di centimetri il proprio gioco. Esce così il pressing a tutto campo con i biancocelesti impegnati a tenere nell'arco della gara un ritmo vertiginoso. Gary Cole deve adattarsi al ruolo di pivot, deve difendere più di prima, ma dividendo il sacrificio e l'impegno con i suoi compagni riesce a portare la Lazio alla sofferta, ma meritata salvezza. I numeri della sua prima stagione sono stupefacenti con il primo posto tra i marcatori dell'A2 e una presenza nella parte alta di tutte le classifiche di specialità, dai rimbalzi sino alle palle recuperate. Il bilancio della stagione (36 partite disputate) è di 1.180 punti realizzati con 420 rimbalzi, 110 palle perse, 116 recuperate e 23 assist. Dopo l'estate trascorsa negli U.S.A. torna a Roma con la moglie Amina e il figlioletto Azim dichiarando di essere divenuto musulmano assumendo il nome di Abdul Quadir Jeelani.
Alla Lazio presenta delle richieste economiche stratosferiche: 400 milioni per 5 anni, oltre naturalmente benefit vari tra i quali il pagamento della retta della scuola per il figlio. Trova però sulla sua strada il nuovo presidente della società, il generale Roberti che lo riconduce ben presto a più miti pretese. 35 mila dollari piu' un premio di altri 5.000 in caso di promozione in serie A1 è quanto viene contrattualizzato. Con al fianco l'ottimo McDonald ad aiutarlo sotto le plance, disputa un'altra splendida stagione coronata dalla promozione in A1, un traguardo che la Lazio rincorreva da 15 anni.In questa stagione ( 26 partite disputate ) mette a referto 864 punti con 344 rimbalzi, 77 palle perse, 76 recuperate e 14 assist . Le grandi prestazioni italiane non sfuggono agli osservatori della N.B.A. e così arriva la chiamata da Portland.Jeelani Abdul Qadir abbandona così l'Italia, lasciando tanti rimpianti tra i fans della Lazio, ma anche tra tutti gli appassionati del basket che lo hanno applaudito nei palazzetti nostrani. Con i Trail Blazers disputa 77 partite segnando 737 punti con una media di 9,6 a incontro. L'anno successivo viene ingaggiato dai Mavericks di Dallas, una formazione debuttante nella N.B.A. Segna i primi punti nella storia della nuova franchigia e alla fine della stagione conta 66 presenze con 553 punti all'attivo (media 8,4). In Texas si trova bene quando dall'Italia arriva un'offerta irrinunciabile: 750 mila dollari per quattro stagioni. Così torna nel Vecchio Continente accasandosi a Livorno. Con la Libertas conquista subito la promozione in A1, rimanendo poi grande leader della squadra per altre tre annate. E' in questo periodo che per la sua fede religiosa e l'abilità tecnica gli viene assegnato l'appellativo "La mano di Maometto" . Chiude quindi la sua esperienza italiana (2.994 punti totali all'attivo nella permanenza in Toscana) trasferendosi in Spagna dove milita prima con il Saski Baskonia e quindi con il Caja de Alava . Nel 1987 si ritira dai parquet e ritorna negli Stati Uniti. Di lui si perdono le tracce e solamente dopo oltre vent'anni il suo nome torna alla ribalta. E' un giornalista del Corriere dello Sport, Andrea Barocci, a raccontare le sue vicende , purtroppo dolorose, che hanno segnato la sua vita dopo l'abbandono dell'attività agonistica. Nell'articolo, pubblicato il 12 ottobre del 2010, e intitolato "Da dio dei cesti a senzatetto:la storia di Abdul Jeelani", si racconta di due matrimoni andati in fumo, con annesse traversie legali, una forte depressione, problemi col diabete e una lunga battaglia contro il cancro per la quale sono state necessarie tre operazioni. Nel 2009 si aggiunge ai tanti problemi la perdita del lavoro presso una società di prodotti di pulizia per i pavimenti.Povero e malato, seppur con l'affetto dei due figli,Azim e Kareema, è costretto a chiedere accoglienza a un centro per senzatetto di Racine. E' in questo rifugio per homeless che viene casualmente incontrato da un volontario italiano a cui rivela il suo fulgido passato sportivo nel nostro Paese.
- Galleria di immagini
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Jeelani (a destra) nel 1977/78
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Jeelani in azione
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Un articolo sul cestista tratto da una rivista
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Una bella immagine di Adbul Jeelani con la famiglia
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Dalla rivista Superbasket: tutto Jeelani
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Un libro su Adbul Jeelani
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