Postfazione libro: differenze tra le versioni

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Nel 1911 la guerra Italo-Turca per la conquista della Cirenaica e Tripolitania aveva portato altri lutti fra le famiglie italiane. L'anno seguente furono occupate Rodi e il Dodecaneso che rimasero italiane fino al 1945.
Nel 1911 la guerra Italo-Turca per la conquista della Cirenaica e Tripolitania aveva portato altri lutti fra le famiglie italiane. L'anno seguente furono occupate Rodi e il Dodecaneso che rimasero italiane fino al 1945.
La mentalità dei governi di allora era questa e portava a tragedie che la popolazione subiva passivamente come un evento naturale.
La mentalità dei governi di allora era questa e portava a tragedie che la popolazione subiva passivamente come un evento naturale.
Dopo cento anni è difficile ricostruire i dettagli di ciò che provarono i nostri ragazzi, ma siamo certi che ciò che hanno provato non lo abbiano mai scordato, come è logico che sia.
Dopo cento anni è difficile ricostruire i dettagli di ciò che hanno vissuto i nostri ragazzi, ma siamo certi che ciò che hanno provato non lo abbiano mai scordato, come è logico che sia stato.
Rimane il rammarico che col passare degli anni molti ricordi, dettagli siano andati perduti. Non era facile, con i mezzi di 30/40 anni fa ricostruire il tutto. L'informatizzazione era fantascienza e un computer era una cosa che solo la Nasa si poteva permettere. La maggior parte dei reduci morì tra gli anni sessanta e settanta. In assoluto l'ultimo militare (Lazzaro Ponticelli: italo/francese) ancora in vita si spense nel 2008 a 110 anni.
Nel ricostruire il tutto ci siamo immaginati mille e mille volte quante lettere, medaglie, oggetti riportati a casa siano andati perduti col passare del tempo. Tutte cose che sarebbero state utili per focalizzare ancora meglio ciò che accadde ai nostri atleti.
Tra i nostri ragazzi c'erano semplici soldati, i cosiddetti fanti di brigata, graduati di truppa, ufficiali, ufficiali maggiori e generali, tutta la gerarchia militare insomma.
In quei tre anni di sangue girarono anche alcuni politici vicini alla Lazio di cui uno era stato addirittura Presidente del Consiglio.
Sicuramente pochi di loro pensavano al sodalizio biancoceleste in quei tragici frangenti, ma chissà quante volte avranno sognato di calcare un bel prato verde invece di stare fra il fango e le pietraie di quei luoghi maledetti.
Non siamo cosi presuntosi da asserire di aver scritto tutto ciò che è accaduto, se un domani altre persone dovessero fare altre scoperte non potremo che esserne felici.
In ultimo vorremmo ancora una volta ringraziare tutti i nostri ragazzi che da lassù in questi anni ci hanno aiutato a scrivere queste pagine. Si avete letto bene, questo libro lo hanno dettato loro, noi abbiamo solo trascritto quello che ci hanno voluto raccontare loro; cento anni dopo.


'''IDEE IN CORSO'''
'''IDEE IN CORSO'''

Versione delle 23:01, 26 mar 2015

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Eventualmente come titolo anche CONSIDERAZIONI FINALI

Col Di Lana, Isonzo, Monte Piana, Dosso Faiti, Gorizia, Piave, Matajur, Bainsizza, sono solo alcuni dei luoghi dove i nostri atleti, dirigenti e soci hanno combattuto, lottato, pianto e solo raramente sorriso. Un'intera gioventù strappata dalle loro radici e catapultata in una guerra che dire feroce è solo un eufenismo. Bisogna dire che all'epoca la guerra era qualcosa di "quasi normale" e meno lontana rispetto ai tempi d'oggi. Nel 1915 erano passati appena 45 anni dalla presa di Roma (20/09/1870), nel 1895 c'era stata la Guerra d'Abissinia, che aveva visto il fondatore Luigi Bigiarelli scampare al massacro di oltre 5.000 soldati italiani. Nel 1911 la guerra Italo-Turca per la conquista della Cirenaica e Tripolitania aveva portato altri lutti fra le famiglie italiane. L'anno seguente furono occupate Rodi e il Dodecaneso che rimasero italiane fino al 1945. La mentalità dei governi di allora era questa e portava a tragedie che la popolazione subiva passivamente come un evento naturale. Dopo cento anni è difficile ricostruire i dettagli di ciò che hanno vissuto i nostri ragazzi, ma siamo certi che ciò che hanno provato non lo abbiano mai scordato, come è logico che sia stato. Rimane il rammarico che col passare degli anni molti ricordi, dettagli siano andati perduti. Non era facile, con i mezzi di 30/40 anni fa ricostruire il tutto. L'informatizzazione era fantascienza e un computer era una cosa che solo la Nasa si poteva permettere. La maggior parte dei reduci morì tra gli anni sessanta e settanta. In assoluto l'ultimo militare (Lazzaro Ponticelli: italo/francese) ancora in vita si spense nel 2008 a 110 anni. Nel ricostruire il tutto ci siamo immaginati mille e mille volte quante lettere, medaglie, oggetti riportati a casa siano andati perduti col passare del tempo. Tutte cose che sarebbero state utili per focalizzare ancora meglio ciò che accadde ai nostri atleti. Tra i nostri ragazzi c'erano semplici soldati, i cosiddetti fanti di brigata, graduati di truppa, ufficiali, ufficiali maggiori e generali, tutta la gerarchia militare insomma. In quei tre anni di sangue girarono anche alcuni politici vicini alla Lazio di cui uno era stato addirittura Presidente del Consiglio. Sicuramente pochi di loro pensavano al sodalizio biancoceleste in quei tragici frangenti, ma chissà quante volte avranno sognato di calcare un bel prato verde invece di stare fra il fango e le pietraie di quei luoghi maledetti. Non siamo cosi presuntosi da asserire di aver scritto tutto ciò che è accaduto, se un domani altre persone dovessero fare altre scoperte non potremo che esserne felici. In ultimo vorremmo ancora una volta ringraziare tutti i nostri ragazzi che da lassù in questi anni ci hanno aiutato a scrivere queste pagine. Si avete letto bene, questo libro lo hanno dettato loro, noi abbiamo solo trascritto quello che ci hanno voluto raccontare loro; cento anni dopo.

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