Pagliani Pericle: differenze tra le versioni
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Forte Podista della S.P. Lazio nel primo decennio del [[1900]], nato il [[2 febbraio]] [[1883]] a Magliano Sabina (RI) e deceduto il [[4 ottobre]] [[1932]]. |
Forte Podista della S.P. Lazio nel primo decennio del [[1900]], nato il [[2 febbraio]] [[1883]] a Magliano Sabina (RI) e deceduto il [[4 ottobre]] [[1932]]. |
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Figlio di Angelo, tappezziere e podista anch'egli, e di Elisabetta Allié, bracciante, in realtà aveva il nome di Luigi ma fu sempre chiamato Pericle. |
Figlio di Angelo, tappezziere e podista anch'egli, e di Elisabetta Allié, bracciante, in realtà aveva il nome di Luigi ma fu sempre chiamato Pericle. Entrò nella Lazio in seguito alla fusione con la Ginnopodistica Esperia avvenuta nel [[1904]] e rimase sempre in biancoceleste fino agli inizi del [[1910]]. Nei dieci anni trascorsi nella Lazio raggiunse i traguardi più prestigiosi partecipando alle Olimpiadi di Londra e stabilendo primati su ogni distanza: impiegò 2 h e 37 minuti nella maratona, stabilì il record italiano sull'ora con km 17, 810 e quello sulla mezz'ora percorrendo km 9,00. Nel maggio 1904 vinse il Giro di Milano imponendosi su 600 concorrenti. Nel 1906 partecipò ai Giochi Olimpici intermedi di Atene giungendo 3° nei 5 km. Nel [[1910]] si trasferì alla Società Sportiva Cristoforo Colombo di Roma per motivi personali mai chiariti. Nel [[1911]], dopo brevi esperienze in due società minori, passò tra i professionisti dove debuttò il [[24 aprile]]. Ottenne risultati alterni e nel [[1913]] chiese di tornare tra i dilettanti e scelse di gareggiare ancora con la Lazio. Corse i 1000 m in 2' e 37”. Rimase in biancoceleste fino al [[1917]] quando fu inviato al fronte come fuciliere di fortezza. Durante il periodo bellico disputò numerose gare per militari. Terminato il conflitto tornò a correre e, constatato che la Lazio stava trascurando il settore podistico, si accasò con diverse squadre dedite alla corsa. Ma non resistette a lungo fuori della "sua" Lazio e tornò ad indossare la maglia biancoceleste, raccogliendo ancora successi, nel [[1920]] e nel [[1921]]. Soltanto la morte della moglie avvenuta qualche giorno prima dei Giochi gli impedì di gareggiare nella maratona alle Olimpiadi di Aversa del 1920 che lo vedevano favorito. Nuovo trasferimento nel [[1922]] e parte del [[1923]] all'Audace Club Sportivo e poi ennesimo ritorno alla Lazio. |
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Nel [[1924]] non gareggiò e decise di abbandonare lo sport attivo. La passione per la corsa lo portò a fondare una società, la Associazione Nazionale Veterani Podisti, che raccolse anziani podisti desiderosi di gareggiare nelle categorie amatori. Dopo un'iniziale successo questa Associazione fu osteggiata dalla Federazione e fu costretta a sciogliersi. Nel [[1926]] Pericle corse per la Società Podistica Marletti, ma aveva ormai 43 anni e i risultati furono deludenti. Militò nella Marletti fino al [[1928]] quando gli fu offerta l'opportunità di diventarne allenatore. Nel [[1930]] Pericle gareggiò come veterano per l'Associazione Sportiva Trastevere in cui correva anche suo figlio Angelo. Morì il [[4 ottobre]] [[1932]] all'Ospedale Santo Spirito nella mattinata, rammaricandosi con i presenti per non aver potuto gareggiare alla Coppa Serventi. I funerali, pagati dalla Lazio, videro la presenza di tutti i più forti podisti nazionali. La Lazio organizzò anche una raccolta di fondi per aiutare la famiglia in precarie condizioni economiche. Poco tempo dopo fu creata a Piazza Vittorio un'associazione sportiva che portava il suo nome che, però, presto si sciolse. Nel [[1944]] fu di nuovo creata la stessa Associazione a Porta Maggiore, tra i consiglieri c'era il figlio Angelo, ma anche questa volta non ebbe lunga vita perché fu osteggiata dalla FIDAL che non vedeva di buon occhio l'attività su strada praticata dai soci. Molti furono gli episodi che videro protagonista Pagliani. Per sommi capi, e ricordando che la cronaca puntuale della sua attività sportiva <html> <a href="#BioEsterna"> può essere consultata su apposita sezione,</a> </html> ci si limita ad elencarne qualcuno qui di seguito. |
Nel [[1924]] non gareggiò e decise di abbandonare lo sport attivo. La passione per la corsa lo portò a fondare una società, la Associazione Nazionale Veterani Podisti, che raccolse anziani podisti desiderosi di gareggiare nelle categorie amatori. Dopo un'iniziale successo questa Associazione fu osteggiata dalla Federazione e fu costretta a sciogliersi. Nel [[1926]] Pericle corse per la Società Podistica Marletti, ma aveva ormai 43 anni e i risultati furono deludenti. Militò nella Marletti fino al [[1928]] quando gli fu offerta l'opportunità di diventarne allenatore. Nel [[1930]] Pericle gareggiò come veterano per l'Associazione Sportiva Trastevere in cui correva anche suo figlio Angelo. Morì il [[4 ottobre]] [[1932]] all'Ospedale Santo Spirito nella mattinata, rammaricandosi con i presenti per non aver potuto gareggiare alla Coppa Serventi. I funerali, pagati dalla Lazio, videro la presenza di tutti i più forti podisti nazionali. La Lazio organizzò anche una raccolta di fondi per aiutare la famiglia in precarie condizioni economiche. Poco tempo dopo fu creata a Piazza Vittorio un'associazione sportiva che portava il suo nome che, però, presto si sciolse. Nel [[1944]] fu di nuovo creata la stessa Associazione a Porta Maggiore, tra i consiglieri c'era il figlio Angelo, ma anche questa volta non ebbe lunga vita perché fu osteggiata dalla FIDAL che non vedeva di buon occhio l'attività su strada praticata dai soci. Molti furono gli episodi che videro protagonista Pagliani. Per sommi capi, e ricordando che la cronaca puntuale della sua attività sportiva <html> <a href="#BioEsterna"> può essere consultata su apposita sezione,</a> </html> ci si limita ad elencarne qualcuno qui di seguito. |
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Versione delle 18:04, 12 gen 2021





Forte Podista della S.P. Lazio nel primo decennio del 1900, nato il 2 febbraio 1883 a Magliano Sabina (RI) e deceduto il 4 ottobre 1932.
Figlio di Angelo, tappezziere e podista anch'egli, e di Elisabetta Allié, bracciante, in realtà aveva il nome di Luigi ma fu sempre chiamato Pericle. Entrò nella Lazio in seguito alla fusione con la Ginnopodistica Esperia avvenuta nel 1904 e rimase sempre in biancoceleste fino agli inizi del 1910. Nei dieci anni trascorsi nella Lazio raggiunse i traguardi più prestigiosi partecipando alle Olimpiadi di Londra e stabilendo primati su ogni distanza: impiegò 2 h e 37 minuti nella maratona, stabilì il record italiano sull'ora con km 17, 810 e quello sulla mezz'ora percorrendo km 9,00. Nel maggio 1904 vinse il Giro di Milano imponendosi su 600 concorrenti. Nel 1906 partecipò ai Giochi Olimpici intermedi di Atene giungendo 3° nei 5 km. Nel 1910 si trasferì alla Società Sportiva Cristoforo Colombo di Roma per motivi personali mai chiariti. Nel 1911, dopo brevi esperienze in due società minori, passò tra i professionisti dove debuttò il 24 aprile. Ottenne risultati alterni e nel 1913 chiese di tornare tra i dilettanti e scelse di gareggiare ancora con la Lazio. Corse i 1000 m in 2' e 37”. Rimase in biancoceleste fino al 1917 quando fu inviato al fronte come fuciliere di fortezza. Durante il periodo bellico disputò numerose gare per militari. Terminato il conflitto tornò a correre e, constatato che la Lazio stava trascurando il settore podistico, si accasò con diverse squadre dedite alla corsa. Ma non resistette a lungo fuori della "sua" Lazio e tornò ad indossare la maglia biancoceleste, raccogliendo ancora successi, nel 1920 e nel 1921. Soltanto la morte della moglie avvenuta qualche giorno prima dei Giochi gli impedì di gareggiare nella maratona alle Olimpiadi di Aversa del 1920 che lo vedevano favorito. Nuovo trasferimento nel 1922 e parte del 1923 all'Audace Club Sportivo e poi ennesimo ritorno alla Lazio.
Nel 1924 non gareggiò e decise di abbandonare lo sport attivo. La passione per la corsa lo portò a fondare una società, la Associazione Nazionale Veterani Podisti, che raccolse anziani podisti desiderosi di gareggiare nelle categorie amatori. Dopo un'iniziale successo questa Associazione fu osteggiata dalla Federazione e fu costretta a sciogliersi. Nel 1926 Pericle corse per la Società Podistica Marletti, ma aveva ormai 43 anni e i risultati furono deludenti. Militò nella Marletti fino al 1928 quando gli fu offerta l'opportunità di diventarne allenatore. Nel 1930 Pericle gareggiò come veterano per l'Associazione Sportiva Trastevere in cui correva anche suo figlio Angelo. Morì il 4 ottobre 1932 all'Ospedale Santo Spirito nella mattinata, rammaricandosi con i presenti per non aver potuto gareggiare alla Coppa Serventi. I funerali, pagati dalla Lazio, videro la presenza di tutti i più forti podisti nazionali. La Lazio organizzò anche una raccolta di fondi per aiutare la famiglia in precarie condizioni economiche. Poco tempo dopo fu creata a Piazza Vittorio un'associazione sportiva che portava il suo nome che, però, presto si sciolse. Nel 1944 fu di nuovo creata la stessa Associazione a Porta Maggiore, tra i consiglieri c'era il figlio Angelo, ma anche questa volta non ebbe lunga vita perché fu osteggiata dalla FIDAL che non vedeva di buon occhio l'attività su strada praticata dai soci. Molti furono gli episodi che videro protagonista Pagliani. Per sommi capi, e ricordando che la cronaca puntuale della sua attività sportiva può essere consultata su apposita sezione, ci si limita ad elencarne qualcuno qui di seguito.
Nel settembre del 1904 sta partecipando a una corsa a Carpi durante la quale Dorando Pietri, reso celebre dalla squalifica nella maratona delle Olimpiadi di Londra del 1908, attirato dall'evento, si mette a correre dietro Pagliani, con ancora gli abiti da lavoro addosso, e regge il suo passo fino all'arrivo. Si aggiudica le prime due edizioni del Campionato Nazionale di Cross Country, la prima disputata l'11 novembre 1908 e la seconda disputata l'11 novembre del 1909. Le due date corrispondevano al genetliaco di Vittorio Emanuele III e la gara si svolgeva sotto il patrocinio del Duca di Sparta, principe ereditario del Regno greco. Il 20 maggio 1909 vince a Roma una gara di 5000 metri con il tempo di 15'43"0. Campione italiano di corsa su strada il 30 settembre 1906 a Torino sulla distanza di 25 km percorsi in 1h 27' 11" e l'8 ottobre 1910 a Milano sulla distanza di 20 Km percorsi in 1h 13' 01". Nel 1920 in una gara organizzata in vista delle olimpiadi di Anversa, alle quali non parteciperà per una discutibile scelta dell'allenatore, corse la maratona in 2h 38' 50" (i km effettivi erano, però, 42 precisi). Smise di gareggiare a 39 anni.
Questo pezzo è estratto da un articolo di Marco Martini intitolato "Coraggio Fratello":
[...] Un gesto simile a quelli di Julien Maitron ed Armando Pagliani si registrò anche il 15 aprile 1904 a Milano. Il laziale Pericle Pagliani, corridore in forte ascesa ed in tournée nel nord Italia, sfidò Giacinto Volpati, piemontese di adozione milanese e fino allora numero uno del fondo nazionale, su di un percorso di 12 km circa. La sfida (tipo di competizione all’epoca all’ordine del giorno) si disputò su strada percorrendo gli stessi luoghi che si toccavano nella celebre prova del Giro di Milano, vale a dire le varie "Porte" della città, anche se in senso contrario rispetto al "Giro". Fu lo stesso Volpati a scrivere il resoconto della sfida sulla "rosea": "Venerdì sera, come era stato annunciato, ebbe luogo il match sul giro dei bastioni fra i due forti podisti Pagliani e Volpati. Il pubblico lungo tutto il percorso era pigiato sulla banchina, e se l’incoraggiamento verso gli sfidanti da una parte era stragrande, non mancarono pure i misoneisti (nda: che avversano le novità) dello sport che lanciarono sassi e ingiurie ai due coraggiosi corridori. La partenza è data da Mammola e Rabuffetti (nda: alle 20.27). Alle 20.32 i due sfidanti si buttano in piena volata, ma dopo cento metri un ragazzo taglia improvvisamente la strada al Volpati e gli procura un formidabile ruzzolone.
Pagliani cavallerescamente si ferma ad attenderlo e, poiché Volpati si alza illeso, si riparte a tutta velocità. A Porta Ticinese altro taglio di strada e altro ruzzolone per il Volpati, poi la corsa procede veloce, intensa. Molti sono i tentativi di distacco da ambo le parti, ma i due sfidanti non riescono a staccarsi di un metro. Siamo agli ultimi 200 metri, la ressa del pubblico è impressionante, appena uno spiraglio di un metro è libero, e i due corridori vi si buttano dentro con una volata terribile. La meglio tocca al Pagliani, che alle 21 e 3 minuti taglia il traguardo con circa 50 metri di vantaggio, percorrendo il giro in 36 minuti. Il pubblico fa loro una calda ovazione, e Volpati stringe la mano al suo avversario". Per la cronaca, Pagliani diede prova di ulteriore cavalleria concedendo a Volpati la rivincita su distanza a sua scelta. Volpati scelse i 20.000 metri su pista (al trotter, un ippodromo). Questa seconda gara, organizzata dalla società Pro Italia in data 24 aprile con altri tre partecipanti, vide però ancora il successo del laziale, in 1h 12', con un minuto di vantaggio su Volpati; terzo fu Scotti, quarto Maggioni, e ritirato al nono giro Pessina. Pagliani staccò Volpati al penultimo giro in maniera irresistibile [...]


► La biografia di Pericle Pagliani tratta dall'Archivio Storico dell'Atletica Italiana (ASAI) Bruno Bonomelli (formato file ".pdf")
► Pericle Pagliani e le vittorie nel Campionato Nazionale di Cross Country
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Pericle Pagliani
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Un'immagine dell'atleta
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Dopo la vittoria alla maratona preolimpica del maggio 1920, si dona a Pagliani una grande medaglia d'oro tramite una sottoscrizione cui aderiscono anche atleti laziali protagonisti dell'epoca della Fondazione
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Pericle Pagliani mentre stabilisce il record di corsa, domenica 21 Luglio 1908 a Piazza di Siena
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Da "La Stampa Sportiva" del 10/01/1904: Pericle Pagliani vince il "Giro di Roma" di 17 km
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Dalla Gazzetta dello Sport del'8 aprile 1904
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Pagliani, secondo classificato nella Maratona Italiana del 1904
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Dalla Gazzetta dello Sport del 15 aprile 1904
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Dalla Gazzetta dello Sport del 18 aprile 1904
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Dalla Gazzetta dello Sport del 13 maggio 1904
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Un'immagine di Pericle Pagliani in prima pagina sulla "rosea" del 20 maggio 1904
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Dalla Gazzetta dello Sport del 20 maggio 1904
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Da "La Stampa Sportiva" del 22/05/1904: Pagliani vince il Giro di Milano
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Dalla Gazzetta dello Sport del 24 maggio 1904
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Da "La Stampa Sportiva" del 29/05/1904: Pagliani giunge secondo al "Giro di Vercelli"
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Un bell'articolo su Pericle Pagliani tratto dalla Gazzetta dello Sport del 20 giugno 1904
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Dalla Gazzetta dello Sport del 14 novembre 1904
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Da "La Stampa Sportiva" del 26/03/1905: Pagliani vince una corsa podistica di resistenza sulla distanza di 20 km
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Il Messaggero del 7/09/1905 riporta una notizia su Pagliani circa il tentativo di battere due record
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Dalla Gazzetta dello Sport del 01/01/1906
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Da "L'Auto" del 28 marzo 1906 la notizia della vittoria di Pericle Pagliani
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Da "La Stampa Sportiva" del 28/10/1906 la notizia di Pagliani vincitore del secondo giro di Lecco
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Il Messaggero del 7/08/1906 riporta la notizia di una vittoria di Pagliani a Milano
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Dal "Messaggero" del 5 settembre 1906: Pagliani vince una gara podistica a Pavia
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Dal "Messaggero" del 29/09/1906: Pagliani vince una gara a Novara (il documento è purtroppo danneggiato ma si evince il primo posto del forte podista biancoceleste)
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Il Messaggero del 2/10/1906 riporta la vittoria di Pagliani ai campionati podistici italiani a Torino
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Dal "Messaggero" dell'11/10/1906 una vittoria di Pericle Pagliani a Legnano
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Il Messaggero del 23/10/1906 riporta una nuova vittoria di Pagliani
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Da "La Stampa Sportiva" del 31/03/1907: Pericle Pagliani vince il "Premio Lazio"
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I risultati delle gare di podismo di Torino e di Milano del 1907
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La Coppa "Molla Buni" vinta da Pagliani nel 1907
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Pagliani nel campionato di podistica italiana del 1907, anno in cui abbassò a Roma tutti i record
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Da "La Stampa Sportiva" del 14/06/1908: Pericle Pagliani vince una corsa piana di 5.000 metri
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Luglio 1908
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Cross-Country 1908
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Pagliani alla partenza del Cross-Country Nazionale di Roma per la Coppa del Duca di Sparta, novembre 1908
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Da "La Stampa Sportiva" del 27/12/1908: Pericle Pagliani con Borghiglioni (ciclista) conquista la "Coppa Fiesole"
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Da "Il Messaggero" del 24 marzo 1909
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Da "Il Messaggero del 25 marzo 1909
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Pericle Pagliani, al centro con il numero 5, vincitore per la quinta volta del Premio Lazio (Roma, marzo 1910)
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In un articolo pubblicato in data 21 aprile 1911 sul Messaggero, Pagliani cerca sfidanti
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Pagliani nel 1913 dopo aver vinto una gara a Napoli
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Pericle Pagliani, con il numero 146, in una gara del 1920.
E' possibile vedere l'entrata allo Stadio di Roma -
La notizia della scomparsa di Pagliani dalla Gazzetta dello Sport
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Una foto all'indomani della scomparsa pubblicata dalla Gazzetta dello Sport
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I funerali dalla Gazzetta dello Sport
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