I Rari Nantes e i Pionieri Laziali: differenze tra le versioni
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Facendo seguito al recentissimo libro di [[Bellisario Fabio|Fabio Bellisario]] per la collana "I Libri di LazioWiki" [[Lì dove la Lazio nacque - Dal barcone di Luigi Del Bigio alla panchina di Piazza della Libertà]], lo storico Marco Impiglia pubblica in esclusiva su LazioWiki un interessante saggio sulle dinamiche che al tramonto del 1800 portarono alla nascita dello sport moderno a Roma. Analizzando i documenti presenti si conferma come l'attività atletica nell'Urbe sia iniziata nelle acque del Tevere con la nascita di varie società natatorie di cui, una delle più importanti, fu la Rari Nantes che vide gareggiare nelle sue file molti sportivi che di lì a poco diedero vita alla S.P. Lazio. Ciò conferma l'origine prettamente "fiumarola" di questa gloriosa società che, praticamente da subito, abbinò alla pratica del nuoto quella, altrettanto nobile, della corsa-marcia. Il saggio è corredato da fotografie e documenti inediti di enorme valore filologico e storico. |
Facendo seguito al recentissimo libro di [[Bellisario Fabio|Fabio Bellisario]] per la collana "I Libri di LazioWiki" [[Lì dove la Lazio nacque - Dal barcone di Luigi Del Bigio alla panchina di Piazza della Libertà]], lo storico Marco Impiglia pubblica in esclusiva su LazioWiki un interessante saggio sulle dinamiche che al tramonto del 1800 portarono alla nascita dello sport moderno a Roma. Analizzando i documenti presenti si conferma come l'attività atletica nell'Urbe sia iniziata nelle acque del Tevere con la nascita di varie società natatorie di cui, una delle più importanti, fu la Rari Nantes che vide gareggiare nelle sue file molti sportivi che di lì a poco diedero vita alla S.P. Lazio. Ciò conferma l'origine prettamente "fiumarola" di questa gloriosa società che, praticamente da subito, abbinò alla pratica del nuoto quella, altrettanto nobile, della corsa-marcia. Il saggio è corredato da fotografie e documenti inediti di enorme valore filologico e storico. |
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Per "bagni pubblici" Santoni intende soprattutto i Bagni Talacchi, un’istituzione del loisir capitolino all’epoca già quasi ventennale, le cosiddette "capanne". Alle casine della Rari Nantes e della Romana di Nuoto andavano i benestanti, mentre ai Bagni Talacchi andavano tutti. Al volgere del secolo, essi si estendevano, pencolanti, per duecento metri a valle di [[Ponte Regina Margherita|ponte Margherita]]. Coprivano, quindi, un terzo del tratto tra Margherita e Cavour, iniziando giusto di fronte al [[Pippanera|Pippa Nera]] attraccato a un pilone sull’altra riva dalla parte dei Prati. Questi stabilimenti, di cui discetta Cesare Pascarella in un suo scritto, così centrali nella genesi della Lazio, erano gestiti da Alessandro Talacchi, detto "er Dragone" per le sue militanze papaline di gioventù, e dal "figlio del Dragone". Ovvero quel Giovanni ‘Nino’ Talacchi, macellaio col fratello minore Carlo a via di Ripetta dove la famiglia di capannari gestiva anche una rustica cucina, con la casa a piazza dell’Oca, amministratore del Club Ginnastico Atletico a [[Via Margutta, 54|via Margutta]], socio della "Cristiana", poi della Ginnastica Roma, fortissimo nella lotta greco-romana, al quale correttamente [[Pennacchia Mario|Mario Pennacchia]], nel suo candido libro edito nel [[1969]] (un testo che, ogni volta che vado a rileggere le prime trenta pagine, mi ricorda il neorealismo magico del film "Miracolo a Milano"), accredita il ruolo di ordinatore della baldoria fiumarola. Così che sbalza netta l’immagine della frequentazione a fiume dei proto-laziali: il barcone a [[piazza della Libertà]], i galleggianti e i bagni tra i ponti Cavour e [[Ponte Regina Margherita|Regina Margherita]], la casina degli rn all’[[Albero Bello]], dove la SPL terrà le premiazioni delle sue gare nei primi tempi, lungo un tratto di duemila metri di correntino. La culla delle tre dinastie tiberine biancazzurre: Romana, Rari e Lazio. |
Per "bagni pubblici" Santoni intende soprattutto i Bagni Talacchi, un’istituzione del loisir capitolino all’epoca già quasi ventennale, le cosiddette "capanne". Alle casine della Rari Nantes e della Romana di Nuoto andavano i benestanti, mentre ai Bagni Talacchi andavano tutti. Al volgere del secolo, essi si estendevano, pencolanti, per duecento metri a valle di [[Ponte Regina Margherita|ponte Margherita]]. Coprivano, quindi, un terzo del tratto tra Margherita e Cavour, iniziando giusto di fronte al [[Pippanera|Pippa Nera]] attraccato a un pilone sull’altra riva dalla parte dei Prati. Questi stabilimenti, di cui discetta Cesare Pascarella in un suo scritto, così centrali nella genesi della Lazio, erano gestiti da Alessandro Talacchi, detto "er Dragone" per le sue militanze papaline di gioventù, e dal "figlio del Dragone". Ovvero quel Giovanni ‘Nino’ Talacchi, macellaio col fratello minore Carlo a via di Ripetta dove la famiglia di capannari gestiva anche una rustica cucina, con la casa a piazza dell’Oca, amministratore del Club Ginnastico Atletico a [[Via Margutta, 54|via Margutta]], socio della "Cristiana", poi della Ginnastica Roma, fortissimo nella lotta greco-romana, al quale correttamente [[Pennacchia Mario|Mario Pennacchia]], nel suo candido libro edito nel [[1969]] (un testo che, ogni volta che vado a rileggere le prime trenta pagine, mi ricorda il neorealismo magico del film "Miracolo a Milano"), accredita il ruolo di ordinatore della baldoria fiumarola. Così che sbalza netta l’immagine della frequentazione a fiume dei proto-laziali: il barcone a [[piazza della Libertà]], i galleggianti e i bagni tra i ponti Cavour e [[Ponte Regina Margherita|Regina Margherita]], la casina degli rn all’[[Albero Bello]], dove la SPL terrà le premiazioni delle sue gare nei primi tempi, lungo un tratto di duemila metri di correntino. La culla delle tre dinastie tiberine biancazzurre: Romana, Rari e Lazio. |
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Circola una foto famosa, purtroppo non di eccelsa qualità perché ricavata da una rivista quadrimestrale di canottaggio degli anni [[1970|settanta]], che ritrae un gruppo misto di nuotatori SPL e rari nantes in posa sulla riva dell’[[Albero Bello]]; immagine databile, a mio parere, alle estati [[1900]]-[[1905]], giacché vi riconosco la cospicua figura di un gagliardo [[Altieri Vincenzo|Vincenzo Altieri]], che era un classe [[1877]]. Ancora oggi, la [[Canottieri Lazio]] sta lì. Oggi che Roma ha una popolazione stimabile, coll’hinterland, secondo un mio amico che se ne intende, di quasi quattro milioni di residenti, mentre all’epoca ne aveva un po’ più di quattrocentomila. E ora parliamo dell’elefante – mi verrebbe da dire con Jacques Duclos. L’elefante è il nostro caro [[Bigiarelli Luigi|Luigi Bernardo Maria Saverio Bigiarelli]]. Rammento che, molti anni fa, mentre stavo giù nel terzo seminterrato del palazzo a piazza Indipendenza sede del [[Corriere dello Sport|Corriere dello Sport-Stadio]], a consultare i "libroni" della collezione del quotidiano, mi capitò di imbattermi in una serie di articoli – o "Ciarle sportive" – firmati nel [[1948]] da [[Bitetti Olindo|Olindo Bitetti]]. Uno di questi, il quinto della serie, si intitolava maliziosamente: "La Società podistica nacque dall’amore". [[Bitetti Olindo|Bitetti]] iniziava dicendo che aveva appena ricevuto la visita del "sig. Edmondo Pallino", figlio della sorella del [[Bigiarelli Luigi|Bigiarelli]], ancora vivente, che gli aveva prestato un libricino-diario scritto di suo pugno dal fondatore della Lazio. "L’interessantissimo documento" – rilevava il giornalista nonché mentore della [[Canottieri Lazio]] – assieme ad alcune fotografie, "è commovente nella sua semplicità". Inizia il [[21 aprile]] [[1899]] ed è redatto su un’agendina del [[1881]]. Termina proprio alla vigilia della fondazione della SPL. Dentro vi è delineata, frammista a note personali, l’attività sportiva di [[Bigiarelli Luigi|Bigiarelli]] nei nove mesi che introducono alla nascita della Lazio. Podismo e nuoto, naturalmente. Dapprima più il nuoto e poi, gradatamente, la corsa veloce, il mezzofondo e i fatali approcci, sollecitati dall’amico [[Balestrieri Arturo|Arturo Balestrieri]] tenente al Tredicesimo Cavalleria Monferrato, che l’avrebbero indotto a virare verso la specialità della marcia. |
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Ricordo che, abbastanza sorpreso dalla scoperta (all’epoca, Fabio Argentini non aveva ancora pubblicato la storia del diario sulla rivista Lazialità), chiesi un parere a Marco Martini, esperto di atletica della FIDAL. Andai a trovarlo nella sua bella casa vicino villa Pamphili sull’Aurelia Antica, dove viveva con i genitori, sempre un po’ febbricitante, in babbucce, pantaloni della tuta e camicione a scacchi, le schedine del Totocalcio da compilare sul tavolo, e lui, col suo blando accento bolognese, mi rassicurò che, sia sotto il profilo tecnico che storico, i dati snocciolati in merito al podismo gli sembravano "coerenti". Non che dubitassi del "Pinco Pallino" che si era recato dal buon Olindo (inventore, però, della fandonia della Lazio nata biancoceleste in quanto "olimpica"), tuttavia avevo bisogno di una conferma. Misi da una parte lo scoop e tosto me ne dimenticai, indaffarato in altri libri giallorossi commissionati da Riccardo Viola e Francesco Campanella. In quel caso, dentro la mia schizofrenica personcina la Lupa uccise l’Aquila. Quel che si può fare in questa sede, è il confronto tra il "diario" del [[1899]] di [[Bigiarelli Luigi|Bigiarelli]] e il "registro" della stessa epoca del Santoni, quando ormai la RNR era giunta ad avere una cinquantina di tesserati. Avvalendomi anche dell’ausilio di alcune annate di Tribuna Sport, il settimanale illustrato del quotidiano [[La Tribuna]] che aveva la direzione a Napoli e una redazione a Roma, e che pure recentemente ho avuto la fortuna di rinvenire. [[Bigiarelli Luigi|Luigi Bigiarelli]] fa la sua apparizione nello zibaldone Rari Nantes il [[1 agosto|primo agosto]] del [[1898]]. L’occasione è il [[Campionato]] di Roma di Nuoto indetto dalla RNR, un percorso di 7,5 km da un punto situato quattrocento metri a monte della foce dell’Aniene giù fino alla casina alla Riva dell’[[Albero Bello]], civico 22 A. |
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Si potrebbe chiosare che solo un ripido sentierino colmava il dislivello di quindici metri tra la soglia della costruzione e la banchina, ma l’avanzamento dei lavori di arginamento del lungotevere in quel tratto (i fondi per l’edificazione dei muraglioni a difesa dalle inondazioni erano stati stanziati nel luglio del [[1890]]) da pochi mesi consentiva un più comodo accesso tramite una scalinata di sessanta gradoni di pietra. Il [[13 luglio]] del [[1899]], una nuova casina in legno e mattoni, più ampia e rifinita, composta di vari locali con un terrazzo a pergolato e il tetto spiovente, sarebbe stata inaugurata, su progetto del socio architetto [[Sebastiani Francesco|Francesco Sebastiani]]. Quella storica casina, che rimaneva un chilometro a valle dell’idrometro dell’[[Albero Bello]], e che possiamo ammirare nelle sbiadite foto scattate da Santoni, aveva murata nella prima pietra una pergamena recante i nomi dei quattro soci ritenuti fondatori: Ciani, Santoni, Sebastiani e Londei. Con essa, venne varato un "regolamento interno" che obbligava ognuno a segnare sulla lavagna già citata i percorsi a nuoto (i "bagni") che faceva, così da stabilire una statistica. Molto importante mi pare, giunti a questo punto, accennare a una ricerca effettuata da Santoni sulle distanze che separavano la casina sociale dai punti di partenza e di arrivo delle gare, oppure oggetto di gite; dati corredati da un prospetto, pubblicato nel [[1900]] dalla Guida Monaci, che ci illustra la ridenominazione dei lungotevere in risposta ai lavori. Per i percorsi a monte, misurati sul correntino in chilometri, le distanze erano: ponte Castel Giubileo 15, ponte Nomentano 11,5, ponte Salario 8,2, foce del Teverone 7, Acqua Acetosa, 4,6, Torraccio 3,7, ponte Milvio 2,8, Osteria del Gobbo 2, Cinta daziaria 1,5, Cinta daziaria fortificata 1. A codeste distanze aggiungerei quella da ponte del Grillo (Monterotondo) fino alla casina sociale di km 47,8, per via del record stabilito da [[Altieri Vincenzo|Altieri]] il [[10 luglio]] [[1901]]. |
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Eccezionale performance compiuta in sette ore e cinquantacinque minuti, la prima del genere in Italia, e che la [[Gazzetta dello Sport]] presentò come nuovo record mondiale di resistenza in acqua. Tra l’altro, in quella occasione, [[Venier Enrico|Venier]] e [[Bigiarelli Luigi|Bigiarelli]] funsero da ispettori di controllo all’arrivo del "raider" alle sette e mezza di sera all’[[Albero Bello]]. Per i percorsi a valle, da Santoni misurati sull’asse del fiume, invece abbiamo: porto Fluviale 600 m., [[Ponte Regina Margherita|ponte Margherita]] 1 km, Canottieri Aniene 1,35, ponte Cavour 1,6, ponte Umberto 2, ponte Sant’Angelo 2,4, piazza Pia 2,45, Fiorentini 2,9, Lungara 3,3, ponte Sisto 3,85, ponte Garibaldi 4,25, ponte Cestio 4,5, ponte Palatino 4,7, porto Ripa Grande 5,3, ponte Ferrovia 6,9, Basilica San Paolo 8,4. Vi ho detto della rivalità acerrima tra gli rn, che nel periodo [[1893]]-[[1897]] erano ancora appena una trentina, e quelli della Romana di Nuoto, dieci volte più numerosi, senza contare i centocinquanta allievi della scuola di nuoto. Accadde che, nel [[1898]], [[Bigiarelli Luigi|Luigi Bigiarelli]] venne avvicinato dal cavalier Gismani e convinto ad iscriversi come atleta a difesa dei colori della SRN: un manipolo di belle speranze formato dallo studente Leonardo Forlivesi, già nuotatore rn un paio di stagioni innanzi, Aurelio Palombini, Girolamo Cella, Rodolfo Ugolini e dal piccolo, ma svelto e potente, [[Pizzingrilli Costantino|Costantino Pizzingrilli]]. Se non che, la sera del [[30 luglio]], vigilia del [[Campionato]] di Roma, Gismani si presentò nell’appartamento a via del Pozzetto, dove stava la segreteria della Rari Nantes, e dichiarò di voler ritirare i suoi campioni per via di divergenze intervenute in seno al consiglio della società. [[Bigiarelli Luigi|Bigiarelli]] si ritrovò così all’ultimo istante fuori della gara assieme all’amico Forlivesi, che lo stesso Santoni nel registro definisce "sui vent’anni, di statura piuttosto bassa, ma tarchiato e robusto". Andato via il Gismani, lasciando l’uditorio incollerito, i due bussarono alla porta della segreteria. |
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Dichiarandosi membri della biancoblu Associazione Cristiana della Gioventù, con tanto di documento del presidente P. Benton Hale Louvers, ben conosciuto dalla RNR, chiesero di iscriversi alla prova. L’ACDG, o "società del triangolo", era il braccio sportivo dell’YMCA, sbarcata nella città eterna quattro anni prima. Essa riusciva a catturare giovani atleti indigeni grazie alla sua ampia e bene attrezzata palestra aperta a via della Consulta, vicino al Quirinale. Il sodalizio americano pretendeva pochi soldi dai frequentatori e contava duecento iscritti. Si dichiarava apolitico e areligioso, col dettaglio che opuscoli e riviste a contenuto evangelico li potevi leggere in sede. Il modus operandi mi induce a credere che [[Bigiarelli Luigi|Bigiarelli]] fosse già da un po’ di tempo tesserato alla Cristiana. Infatti, dal maggio del [[1896]] abitava di nuovo nella casa paterna a via degli Osti 15 [[Bigiarelli Giacomo|col fratello minore Giacomo]], reduce dall’esperienza traumatica della campagna d’Etiopia. Straordinario ci appare, in ogni modo, cari amici di LazioWiki appassionati della storia della SS Lazio, il suo allineamento nel [[1898]] nelle file della gloriosa Società Romana di Nuoto [[1889]], del quale nulla si sapeva. Cito direttamente dal perduto registro: "Essendo oramai spirata l’ora utile per le iscrizioni, la Giuria non poteva che respingere questa domanda, ma in considerazione del lungo allenamento a cui si sobbarcarono i suddetti candidati, coronato all’ultima ora da disillusione, deliberò di sottoporre la questione agli altri concorrenti già regolarmente iscritti. Costoro, pur conoscendo la valentia e l’abilità nel nuoto dei Signori [[Bigiarelli Luigi|Bigiarelli]] e Forlivesi, con tratto cavalleresco degno d’ammirazione e d’esempio, vollero che fossero con loro nel cimento". E mal glie ne incolse! Forlivesi giunse primo in un tempo di 59 minuti e 56 secondi, per cui ricevette l’ambita medaglia d’oro messa in palio dal giornale [[La Tribuna]]. [[Bigiarelli Luigi|Bigiarelli]] gli arrivò alle spalle, con un minuto di ritardo, e poté riporre in un cassetto la medaglia d’argento e il diploma che lo classificava tra i "nuotatori seniores". Premi consegnati dall’ingegner Alfonso Pouchain nel giardinetto della Canottieri Tevere a via di Ripetta. |
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Infine, [[Bigiarelli Luigi|Bigiarelli]] poté tenere per sé le mutandine e lo zucchetto, regalati per l’occasione ai concorrenti da Ferdinando Bocconi, il noto imprenditore milanese del settore dei tessuti. Ed è interessante notare come l’industria del vestiario si fosse ormai adattata al nuovo élan sportivo; parimenti, a Roma il negozio delle Sorelle Adamoli, che all’epoca stava in un ambiente al piano terra di Palazzo Venezia all’entrata di destra, di fronte alle linee del tramvai elettrico numero 13 e 1, produceva "mantelline impermealizzate" per i cicloturisti e i podisti passeggiatori. Da queste brevi note, deduciamo che [[Bigiarelli Luigi|Bigiarelli]] avesse preso parte a gare di nuoto nei mesi pregressi; e magari proprio per conto della SRN. Oppure no. Forse l’aveva fatto per la Società Nera. La domenica del [[24 luglio]] [[1898]], rileviamo la presenza ad una Gara della Gioventù del Tevere allestita dalla RNR al "nuovo porto fluviale", cioè a [[Ponte Regina Margherita|ponte Margherita]], del concorrente [[Marroni Cesare|Cesare Marroni]] iscritto con lo pseudonimo "Nera". Oggi sappiamo che il barcone [[Pippanera|Pippa Nera]], gestito un po’ alla zingaresca dal disabile Santafede come da ultimi studi di [[Bellisario Fabio|Fabio Bellisario]], aveva dato vita ad una informale Società Nera, catalogabile nella schiera di quei sodalizi estemporanei sorti sul "Fiume Giallo" allo scorcio del secolo; ad esempio, la Tribù dei Pellirosse, tipicamente estiva, nata nel [[1894]] e che aveva la sua base al "villaggio Ta-la-ky", grande organizzatrice di gare di tuffi "a coglionare", o la Società Urbe e Farfa dei fratelli [[Corelli (I) Corrado|Corrado]] e [[Corelli (II) Filiberto|Filiberto Corelli]], [[Mesones Alberto|Alberto Mesones]] e [[Monarchi Ugo|Ugo Monarchi]], che nell’inverno [[1898]] ebbe una sua sede urbana in uno scantinato. Altrettanto importante è la notizia che alla gara di contorno di quella riunione domenicale del [[31 luglio]] [[1898]], una Popolare d’Incoraggiamento di mille metri, trionfò un nome del tutto sconosciuto nel panorama, pur freschissimo, del nuoto capitolino: [[Tofani Romeo|Romeo Tofani]]. Santoni scrisse nel suo report per il [[Corriere dello Sport]] come il vincitore fosse riuscito ad attirare "le generali simpatie per il fatto d’aver vinto senza la risorsa d’un serio allenamento, non consentitogli dall’esercizio del suo mestiere". Mestiere che, per il diciassettenne Romeo proveniente da una famiglia di sgangherata situazione, era quello di aiuto-tipografo; per cui, il cronometro da taschino Hausmann, offerto da [[Il Messaggero]], dovette funzionare da eccellente carota per il nostro. |
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Giusto due anni dopo, "[[Tofani Romeo|Tofini]]" – così avrebbero cominciato a indicarlo i giornali, sulla base di un solitario errore commesso dalla torinese [[La Stampa Sportiva]] e poi riciclato ad infinitum in stile Wikipedia – si sarebbe tesserato alla sezione nuoto della SP Lazio (fino a quel momento aveva continuato a nuotare per se stesso), divenendone uno dei fattori trainanti a livello sia agonistico che dirigenziale. Ma la miniera degli inabissati registri della biancazzurra società Rari Nantes Roma [[1891]] non si esaurisce qui: è un pozzo di diamanti blu come la città di Zinj. Dal [[1898]] al [[1904]], vediamo entrare nel novero degli rn personaggi che concorsero in prima linea al pionierismo della SPL: [[Mesones Alberto|Alberto Mesones]], [[Tomassini Attilio|Attilio Tomassini]] e [[Annibaldi Guido|Guido Annibaldi]], [[Pace Giuseppe|Giuseppe Pace]], [[Massa Galileo|Galileo Massa]], [[Venarucci Carlo|Carlo Venarucci]] e [[Monarchi Ugo|Ugo Monarchi]], ovvero gli studenti del Liceo Tecnico Da Vinci, dapprima laziali e poi virtussini assieme a [[Balestrieri Arturo|Balestrieri]]. E oltre a costoro vari altri, ma tanti proprio, che da giovanissimi furono soci rn o presero parte a gare, a cimenti, e poscia si diedero a discipline atletiche nelle file della Podistica. Spiluccando tra gli esempi più eclatanti, abbiamo il "giornalaio" [[Pagliani Pericle|Pericle Pagliani]], in acqua, ma senza brillare, a una ''Popolare di nuoto'' di un chilometro il [[15 luglio]] [[1900]], quando aveva diciassette anni. Uno dei nove fondatori, [[Aloisi Odoacre|Odoacre Aloisi]], il [[20 luglio]] [[1902]] si mette alla prova nello stesso tipo di gara, dichiarandosi "pittore". Il ventunenne "Onta", forse per la troppa pizza e salame che ingurgitava, arriva molto indietro, mentre la vittoria arride al quasi diciottenne [[Retacchi Fernando|Fernando Retacchi]], "macellaio" del rione Ponte. [[Retacchi Fernando|Retacchi]] fu il più talentuoso nuotatore biancoceleste dopo [[Tofani Romeo|Tofani]] del periodo [[1900]]-[[1910]]. |
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Egli venne acquisito nel [[1904]] dalla fusione con la biancoverde [[Esperia Roma|Esperia]], e però aveva un carattere sanguigno, da bullo amante della "pungicata", e sarebbe morto molto giovane di sifilide. [[Masini Tito|Tito Masini]] – a parere di LazioWiki uno dei più decisivi personaggi nella storia della Lazio – lo troviamo all’eliminatoria della ''II Gara Secolare Nazionale'' del [[17 settembre]] [[1902]], sulla distanza di 250 metri, quando ancora non era un tesserato SPL. E infatti, si iscrisse come socio della RN Milano, città dove in quel momento viveva, forse per ragioni di studio. La RNM vinse la prova col suo campione Mario Doria, in grado di eseguire la nuova nuotata inglese over arm stroke. Nel registro c’è la foto del watusso [[Masini Tito|Masini]] con le mutandine bianche e la striscia rossa del club meneghino, in posa assieme agli altri, consigliato dal fotografo Santoni a stare sdraiato per terra in maniera da non far apparire nani gli avversari: dovrebbe essere la più vecchia immagine di [[Masini Tito|Masini]] atleta che si conosca. Una traccia rari nantes è pure collegabile a [[Bitetti Olindo|Olindo Bitetti]] che, sedicenne studente al Terenzio Mamiani a viale delle Milizie, affrontò bravamente il ''IV Cimento Invernale'' del [[1902]] senza denunciare l’appartenenza ad alcuna società. L’anno dopo si piazzò quinto, sempre da "singolo", il giovedì [[6 agosto]] alla quarta edizione della Castel Giubileo, con sul capo applicato uno zucchetto "turchino e bianco", cioè biancazzurro. (I berretti venivano sorteggiati e i concorrenti dovevano ridarli indietro, erano monocolori o bicolori, talvolta ornati di simboli come i fantini). Quindi il liceale [[Bitetti Olindo|Olindo]] partecipò al ''IV Saggio Indumentale'' il [[30 agosto]] [[1903]], dichiarandosi per la prima volta della "Podistica Lazio"; dal che si deduce che fu esattamente in quelle tre settimane che il nostro entrò nei ranghi laziali. Ammesso questo, risulta difficile credere al vanto, esternato a [[Pennacchia Mario|Mario Pennacchia]], di essere stato lui, nel convegno del [[9 gennaio]] alla [[Pippanera|Pippa Nera]], a suggerire i colori bianco e celeste in onore della Grecia Olimpica! |
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Portandoci avanti in questa nostra serie in stile Tableaux d’une exposition, alla Castel Giubileo del [[1903]] – gara internazionale come veniva presentata, col via dato sotto l’estrema arcata di sinistra del ponte e che implicava due ore e mezza di sbraccettamenti – prese parte un altro nuotatore da ricordare, Roberto Bronner, in quel momento però della Romana Nuoto. Il podista [[Monarchi Ugo|Ugo Monarchi]], invece, quell’estate fatidica si tesserò alla RNR, probabilmente seguendo l’invito dei fratelli Mesones dopo il litigio che aveva portato alla costituzione del [[Virtus Roma|Club Sportivo Virtus]]. E con loro [[Venarucci Carlo|Carlo Venarucci]], nella lista ufficiale dei rari nantes a fine anno; un anno che, per gli rn, andava dal [[1 aprile|primo di aprile] al [[31 marzo]]. [[Kustermann Luigi|Luigi Kustermann]], altro campione belle époque, fa capolino in una popolare d’incoraggiamento. Nello stesso evento che segnò l’esordio agonistico del mitico squalo [[Tofani Romeo|Tofani]], infine, il Giornale Sportivo porta i nomi di [[Carlini Alfredo|Alfredo Carlini]] e di Gino Baccani, che con alto spirito critico si autodefinì "Lumaca" e arrivò ventiduesimo e ultimo spaccato. La mia disamina di quel poco che fotografai, purtroppo non con la necessaria attenzione, dei sei quadernoni santoniani, ognuno di cento pagine circa, prosegue con la prova utile a determinare il primo campione italiano, quella del [[14 agosto]] [[1898]] svolta ad Anguillara. |
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