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Pagina sostituita con 'center|150px ► Stagione 1972/73 ► Stagione 1973/74 '''Rassegna stampa:''' ► Rassegna stampa 1973 - 01 G...' Etichetta: Sostituito |
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[[1987/88|Stagione]] |
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► [[1972/73|Stagione 1972/73]] |
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[[Domenica 12 giugno 1988 - Parma, stadio Ennio Tardini – Parma-Lazio 1-1|Turno precedente]] |
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► [[1973/74|Stagione 1973/74]] |
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{{datalink|19|giugno|1988}} - '''[[1987|38]]''' - [[Campionato]] di [[Serie B]] [[1987/88]] - '''XXXVIII GIORNATA''' |
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'''LAZIO: ''' [[Martina Silvano|Martina]], [[Marino Raimondo|Marino]], [[Beruatto Paolo|Beruatto]], [[Pin Gabriele|Pin]], [[Piscedda Massimo|Piscedda]], [[Esposito Vincenzo|Esposito]], [[Savino Gabriele|Savino]], [[Acerbis Antonio Elia|Acerbis]], [[Rizzolo Antonio|Rizzolo]] (63' [[Galderisi Giuseppe|Galderisi]]), [[Caso Domenico|Caso]], [[Monelli Paolo|Monelli]] (74' [[Muro Ciro|Muro]]). A disp. [[Salafia Alessandro|Salafia]], [[Brunetti Luca|Brunetti]], [[Camolese Giancarlo|Camolese]]. All. [[Fascetti Eugenio|Fascetti]]. |
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'''Rassegna stampa:''' |
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'''TARANTO:''' Spagnulo, Biondo, Gridelli, Chierici, Serra (28' Altamura), [[Picci Silvio|Picci]], L.Rocca (46' Mirabelli), Roselli, De Vitis, Donatelli I, B.Russo. All. Pasinato. |
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► [[Rassegna stampa 1973 - 01 Gennaio|Gennaio]] |
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'''Arbitro:''' Sig. Pezzella (Frattamaggiore). |
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► [[Rassegna stampa 1973 - 02 Febbraio|Febbraio]] |
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'''Marcatori: '''9' [[Marino Raimondo|Marino]], 47' [[Monelli Paolo|Monelli]], 53' [[Monelli Paolo|Monelli]], 79' De Vitis. |
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► [[Rassegna stampa 1973 - 03 Marzo|Marzo]] |
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'''Note:''' giornata calda, terreno in ottime condizioni. Al termine della partita i giocatori della Lazio hanno inanellato diversi giri di campo per festeggiare la promozione. In tribuna [[Chinaglia Giorgio|Giorgio Chinaglia]] ed altre personalità. |
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► [[Rassegna stampa 1973 - 04 Aprile|Aprile]] |
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'''Spettatori:''' 41.425 per un incasso complessivo di 1 miliardo e 84 milioni di lire. |
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► [[Rassegna stampa 1973 - 05 Maggio|Maggio]] |
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► [[Rassegna stampa 1973 - 06 Giugno|Giugno]] |
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[[Image:19giu88b.jpg|thumb|left|180px|Lazio in Serie A: Fascetti e Calleri si abbracciano al termine della partita]] |
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[[Image:19giu88a.jpg|thumb|right|180px|Lo stadio]] |
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[[Image:19maggio88.jpg|thumb|right|180px|Il volantino degli Eagles' Supporters]] |
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[[Image:19giu88e.jpg|thumb|left|180px|La terza rete di Monelli]] |
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[[Image:19giu88d.jpg|thumb|left|180px|Abbracci in campo]] |
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[[Image:19giu88c.jpg|thumb|right|180px|Giro di campo in festa]] |
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[[Image:19giu88f.jpg|thumb|right|180px|Abbracci in campo]] |
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[[Immagine:19giu1988g.jpg|thumb|left|180px|Il titolo de "Il Messaggero" del 20 giugno 1988]] |
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[[Immagine:Prom1988.jpg|thumb|right|200px|Il goal di Marino (in alto) e il primo di Monelli (in basso)]] |
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[[Immagine:19giu1988v.jpg|thumb|left|180px|Giro di campo]] |
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► [[Rassegna stampa 1973 - 07 Luglio|Luglio]] |
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► [[La festa della tifoseria – Lazio-Taranto 3-1, 19 giugno 1988|La festa della tifoseria]] |
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► [[Rassegna stampa 1973 - 08 Agosto|Agosto]] |
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► [[Le dichiarazioni dei protagonisti – Lazio-Taranto 3-1, 19 giugno 1988|Le dichiarazioni dei protagonisti]] |
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► [[Rassegna stampa 1973 - 09 Settembre|Settembre]] |
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Si torna in [[Serie A]]. Ed è festa grande per i 42.000 dell'[[Olimpico]], appesi alle radioline per il grande sprint con il [[Catanzaro]], che non molla fino all'ultimo ma termina un punto sotto la fatidica quota. |
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► [[Rassegna stampa 1973 - 10 Ottobre|Ottobre]] |
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E' Roma al centro dell'attenzione, la città biancoceleste riversata in strada nella calura domenicale di giugno con grandi cartelli e "A" a caratteri cubitali. Solo un anno fa si rischiava la [[serie C]] per i -9 di partenza, ma [[Fascetti Eugenio|Eugenio Fascetti]] architetta il bis salvezza-promozione e si conferma allenatore pragmatico, efficace e granitico. |
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► [[Rassegna stampa 1973 - 11 Novembre|Novembre]] |
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L'ultima col [[Taranto]] finisce 3-1, senza storia. I pugliesi recitano la loro parte di comprimari, già salvi e per nulla in grado di spezzare il sogno biancoceleste. Che si concretizza assai presto, dopo un paio di quasi-gol di [[Monelli Paolo|Monelli]] e [[Rizzolo Antonio|Rizzolo]], grazie a una bordata da lontano di [[Marino Raimondo|Raimondo Marino]] (che dedicherà al padre la sua prodezza). |
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► [[Rassegna stampa 1973 - 12 Dicembre|Dicembre]] |
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Sbloccato il risultato, c’è in realtà poco da vedere, se non una reazione crescente dei pugliesi, che si affacciano pericolosamente dalle parti di [[Martina Silvano|Martina]]. Il vantaggio del [[Catanzaro]] a Piacenza crea un po' di apprensione e così la Lazio si ripresenta, in avvio di ripresa, con la chiara idea di chiudere il match. Ci pensa [[Monelli Paolo|Monelli]] con una doppietta, raccogliendo in cinque minuti gli inviti di [[Pin Gabriele|Pin]] e di [[Beruatto Paolo|Beruatto]]. |
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Il match di chiusura del campionato termina sul 3-1, De Vitis riesce solo ad accorciare le distanze per il [[Taranto]]. Il [[Catanzaro]] vince, ma la Lazio non si è fidata di aiuti altrui e ha pensato da sola a sbrigare la pratica. L'auspicio di tutti i tifosi biancocelesti è “mai più in serie B”. |
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'''Riviste e pubblicazioni:''' |
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► [[Rassegna stampa 1973 - Guerin Sportivo|Guerin Sportivo]] |
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► [[Il Tempo]] titola: “Bentornata in paradiso – I biancazzurri attendono 9 minuti prima di andare in gol con [[Marino Raimondo|Raimondo Marino]]. Poi comincia la festa. In campo e in tribuna. La squadra di [[Fascetti Eugenio|Fascetti]] non ha mai corso alcun pericolo, giocando sempre con idee chiare. Doppietta di [[Monelli Paolo|Monelli]] che ha concluso a quota 13. I pugliesi hanno messo in mostra De Vitis, autore della rete del 3-1". |
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Roma - Dura nove minuti l'attesa. Poi la [[serie A]] s’affaccia prepotente. Più lunga l'ansia per la certezza d'una promozione vissuta sul filo delle onde radio che riportano l’ostinata resistenza del [[Catanzaro]]. Ma il campo dice che dl pericoli la Lazio non ne corre. E tuttavia il raddoppio, la sicurezza in grado di innalzare sicuro riparo a qualche scherzaccio, come tarda, offre qualche trepidazione. Abbondano, al contrario, i quasi gol. Non si contano le urla liberatrici smorzate. |
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La Lazio gioca con idee chiare, nessuna paura. Nella domenica della consacrazione rivela una freddezza che significa soprattutto sicurezza. Il [[Taranto]] fa la sua onesta parte, quella che gli ha assegnato il copione (permanenza nella cadetteria già acquisita) e quella al quale viene costretto sul campo. L'avvertimento, il primo, gli squilla che i sessanta secondi sono appena passati. Ed è Rizzolo a sbucciare. |
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Altri cinque minuti e al cross di [[Marino Raimondo|Marino]] l'inzuccata dl [[Monelli Paolo|Monelli]] pecca d'imprecisione, giusto un pelino. E mentre alto s'alza il grido dl tripudio per un trionfo annunciato, ecco [[Marino Raimondo|Marino]] (favorito da un approssimativo controllo avversarlo) lasciar partite dai trenta metri un bolide che si intuisce soltanto quando va a sgonfiarsi nella rete sotto la traversa. La prodezza balistica mette le ali ai piedi Iaziali che premono per farla finita con largo anticipo. |
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Le annotazioni devono essere continue. Undici minuti ed è ancora un oh-oh che si perde a due fili d'erba dalla base del palo. Diciassette minuti ed è [[Piscedda Massimo|Piscedda]] a infiltrarsi, su calcio d'angolo, nell'area affollata e staccarsi dl testa: sbagliato d'un niente. Dai biancazzurri non balugina ansia alcuna. La mentalità è quella giusta, con la consapevolezza che l'appuntamento non può essere mancato. Un tiraccio dl Donatelli (22’) è soltanto una parentesi per rompere l'assedio. |
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[[Fascetti Eugenio|Fascetti]]. però, non ammette distrazioni, ci mancherebbe. E come i suoi sembrano accomodarsi a inutili titic-titoc, li richiama all’assiduità, li invita, cioè, al raddoppio. La pausa, infatti, è breve. Nuova offensiva e ci riprova [[Piscedda Massimo|Piscedda]] (ancora lui, che lascia a [[Caso Domenico|Caso]] il presidio dell’area) con una bordata secca alla quale Spagnulo replica sorpreso dl mano, come può: il pallone danza sui piedi di [[Savino Gabriele|Savino]] che prende la mira mentre tutti cominciano a dare il via libera alle corde vocali esultanti; [[Savino Gabriele|Savino]] opta per la botta di potenza però altissima, incredibile, più facile sarebbe stato mettere dentro che sciupare. |
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La seconda attesa, quella della certezza, dura ancor meno a inizio dl ripresa. Esattamente un minuto e 45 secondi. [[Savino Gabriele|Savino]] batte la punizione per [[Pin Gabriele|Pin]] che rimette lesto e preciso per [[Monelli Paolo|Monelli]] che prende di mira il palo più lontano: la [[serie A]], amici, eccola, in fondo alla rete. Che gli altri (cioè il [[Catanzaro]]) vincano pure: [[Fascetti Eugenio|Fascetti]] l'aveva promesso e cosi è. Meglio fare da soli che fidarsi degli altri. |
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L'[[Olimpico]] sprizza gioia. Un festival dl bandiere. Suona da buonaugurio riuscito, adesso, guardando verso una curva di stadio che non c’è più, se non i bulldozer, quello striscione, enorme, ''“Grazie Lazio”'', firmato “[[Il Tempo]]”: il bis, vien da pensare, dopo il riuscito raid europeo a Dussendorf con le nostre copie a fare da altrettanto benaugurante viatico alla banda Vicini. Guarda un po’: due prodezze con l’azzurro in comune. |
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Che la festa cominci, è fatta, per davvero, senza più dubbi a frenare, senza più incertezze da soffrire. Comunque, non passano che cinque minuti e [[Monelli Paolo|Monelli]] fa tre su cross di [[Beruatto Paolo|Beruatto]]. La caldaia biancazzurra sforna entusiasmi a lungo serpeggianti. La partita finisce qui. Non servono ulteriori annotazioni o rilievi. Giù il sipario sul campionato, la Lazio può anche ammiccare titic-titoc perditempo e basta: onore al [[Taranto]] che cerca il gol della bandiera, si dice così, e lo sfiora due volte almeno con De Vitis, il più vivo di loro, e l'ottiene, con Io stesso centravanti, al quale invano [[Caso Domenico|Caso]] oppone resistenza. |
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E tuttavia, il fresco [[Galderisi Giuseppe|Galderisi]] fa in tempo a gettare in quella curva che non c'è più il pallone del quarto gol, sarebbe stato Inutile, d'accordo, ma se Invece di azzardare il pallonetto avesse conservato la traiettoria bassa… L’arbitro sa che la partita è chiusa da tempo e continua a gettare occhiate al polso: ormai diventa difficile soltanto l'attesa della fine. Per l’apoteosi che accompagna il ritorno dove un giorno fu pure scudetto. |
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► [[Il Messaggero]] titola: “Trionfo annunciato – Battuto il [[Taranto]] all’[[Olimpico]]: un gol di [[Marino Raimondo|Marino]] e una doppietta di [[Monelli Paolo|Monelli]] (al record personale di marcature) cancellano le paure. Dopo tre anni biancazzurri di nuovo in A – Soltanto a dodici minuti dalla fine, con De Vitis, i pugliesi sono riusciti ad andare in rete. Saggia prestazione della squadra di [[Fascetti Eugenio|Fascetti]], che non è mai stata condizionata dai risultati degli altri campi”. |
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È stato promosso prima il pubblico, poi la squadra, che ha battuto il [[Taranto]] senza affanno. Il vero spettacolo sugli spalti. Uno stadio sfondato con le ruspe sulle macerie della curva nord. Uno stadio in tuta da lavoro, ma vestito a festa con i colori del cielo. Migliaia di bandiere, sciarpe, striscioni e i volti di tutti i protagonisti che campeggiavano sulle gradinate della curva sud, presa a prestito dai cugini giallorossi per arrivare al ritorno in [[Serie A]]. |
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Uno stadio stracolmo con migliaia di tifosi, respinti e costretti a rubare immagini e sensazioni dalla collina di Monte Mario e dietro la rete di recinzione del cantiere della curva nord. E quando i giocatori del [[Taranto]] si sono affacciati dal tunnel del sottopassaggio, hanno subito capito l’aria che tirava all’[[Olimpico]]. Sono entrati in punta di piedi. Ospiti e intrusi in una festa che non li riguardava. E hanno cominciato a giocare proprio in punta di piedi, frastornati e intimiditi. Ecco perché la partita l’ha vinta prima il pubblico e poi la squadra. I giocatori pugliesi davano l’impressione di indietreggiare fino a volersi far da parte. E la Lazio ne approfittava per partire a mille sospinta da un tifo infernale. |
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E prima che il [[Taranto]] riuscisse a trovare il coraggio e la forza per organizzarsi, [[Marino Raimondo|Marino]] la costringeva di nuovo a piegare la testa con una botta da 25 metri. Una mazzata terribile per una squadra così disorientata e impacciata. Perfino Biondo, il difensore saltato da [[Marino Raimondo|Marino]], applaudiva la prodezza del rivale. Spagnulo, il portiere rivelazione della salvezza della squadra pugliese, non provava sensi di colpa per quel bolide sparato con tanta rabbia e precisione. |
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La partita è finita qui. Il copione non prevedeva sciagurate sorprese e la Lazio ha pensato subito di farlo rispettare. Ma la facilità dell’esecuzione deve aver spinto i biancazzurri a farsi coccolare dai propri tifosi in vena di far festa grande. Qualche tocco di melina, poi tutti a cercar lo spunto personale da offrire alla platea. E il [[Taranto]] ne ha approfittato per saggiare la validità della difesa laziale. Prima timidamente, poi sempre con maggiore convinzione, la squadra pugliese si affacciava in casa [[Martina Silvano|Martina]].Un solo brivido, ma di quelli che rischiano di farti cambiare espressione ed è splendido il portiere biancazzurro a distendersi con scatto felino sull’insidioso cross di [[Picci Silvio|Picci]] destinato a pescare De Vitis appostato proprio al centro dell’area, a quattro metri da [[Martina Silvano|Silvano Martina]]. Tutto questo mentre da Piacenza arrivano notizie della prima prodezza di Palanca. Le bandiere non sventolano più e sull’[[Olimpico]] scende il silenzio imbarazzato e forse anche qualche sapore di rimbrotto. |
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Nella ripresa torna tutto a posto. Bandiere al vento, entusiasmo alle stelle e biancazzurri di nuovo sul sentiero di guerra. È [[Monelli Paolo|Monelli]], in giornata di grazia, a trascinare i compagni. E nel giro di sei minuti (dal 47’ al 52’) fa correre inutilmente Spagnulo da un angolo all’altro della propria porta. Una doppietta che consente all’attaccante di migliorare il proprio record in fatto di segnature e soprattutto di ribadire il ruolo di protagonista della promozione. Due gol perfetti come esecuzione che rivelano le doti di un attaccante di razza e di un bomber di sicuro prestigio. |
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Questa volta la partita è proprio archiviata. E il gol di De Vitis dodici minuti prima della conclusione viene addirittura sottolineato dagli applausi dei tifosi biancazzurri, costantemente invitati dall’altoparlante a non invadere il terreno di gioco. È il riconoscimento a un giocatore che per tutto l’incontro ha cercato di misurarsi contro l’intera difesa biancazzurra. Più di questo il [[Taranto]], privo di quattro titolari, e con la salvezza già in tasca, non poteva fare. |
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La promozione della Lazio è per certi aspetti legata alla squadra pugliese. Un successo maturato nel girone di ritorno e che cominciò a delinearsi proprio nella trasferta di Taranto. La vera svolta del campionato della squadra di [[Fascetti Eugenio|Fascetti]] non fu a Barletta, infatti, dove pure conquistò [[Domenica 22 novembre 1987 - Barletta, stadio Comunale – Barletta-Lazio 0-1|la prima vittoria esterna]] della stagione scacciando i fantasmi della crisi sollecitata dalla [[Domenica 15 novembre 1987 - Roma, stadio Olimpico – Lazio-Arezzo 0-1|sconfitta interna]] con l’[[Arezzo]], ma proprio nella [[Domenica 24 gennaio 1988 – Taranto, stadio Erasmo Iacovone – Taranto-Lazio 3-3|partita di andata]] contro la squadra di Pasinato. Dopo tante prove opache e rassegnate, soprattutto all’[[Olimpico]], la Lazio trovò la forza di ribellarsi proprio a Taranto. Sotto di due gol, reagì con rabbia e disperazione conquistando un punto, ma soprattutto la consapevolezza della propria forza e quindi coscienza di poter puntare con pieno diritto alla lotta per la promozione. |
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E ieri, ancora contro il [[Taranto]], ha chiuso definitivamente la lunga e snervante rincorsa. Dopo le incertezze e gli affanni della prima parte, la squadra è riuscita a tagliare il traguardo. |
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► [[La Stampa]] titola: “Lazio e [[Atalanta]], bentornate in A – I romani conquistano i due punti decisivi all'[[Olimpico]] con il [[Taranto]], i bergamaschi battono in casa il [[Messina]] - [[Marino Raimondo|Marino]] mette l'ultima pietra” |
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Roma — Ricorrendo ancora una volta agli ultimi novanta minuti al gioco, all'ultima partita di un campionato lungo nove mesi, la Lazio ha finalmente ottenuto il visto più ambito, più atteso, più sofferto: quello per la [[serie A]]. Già lo scorso anno, quando l'obiettivo da raggiungere era la permanenza tra i cadetti, i biancazzurri dovettero ricorrere all'[[Domenica 21 giugno 1987 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-L.R.Vicenza 1-0|ultimo incontro]] (vinto all'[[Olimpico]] contro il [[Vicenza]] grazie a una rete, a cinque minuti dal termine, di [[Fiorini Giuliano|Fiorini]]) e, ancora, alla drammatica coda degli spareggi con [[Campobasso]] e, [[Sabato 27 giugno 1987 - Napoli, stadio San Paolo - Taranto-Lazio 1-0|appunto]], [[Taranto]], per poter [[Domenica 5 luglio 1987 - Napoli, stadio San Paolo - Lazio-Campobasso 1-0|gioire]]. |
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E ieri, come un anno fa. i sostenitori biancazzurri sono accorsi sugli spalti dello stadio romano, sventrato dai lavori, a soffrire con i loro beniamini per l'ennesima volta. Ma, a dire il vero, non hanno dovuto soffrire molto: una Lazio determinatissima e un [[Taranto]] inizialmente svagato hanno permesso di tirare il fiato ai tifosi dopo soli nove minuti di gioco, quando, con un bolide all'incrocio dei pali da venticinque metri, [[Marino Raimondo|Marino]] sbloccava il risultato e, con esso, il nodo alla gola di circa 40 mila persone intorno a lui. Era il segnale che finalmente la domenica giusta era arrivata. |
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Le notizie che giungevano da Bergamo e Piacenza non impensierivano più di tanto, anche perché la Lazio giocava un bel calcio e creava parecchie occasioni da rete, contro un [[Taranto]] rappresentato agonisticamente in campo dai soli [[Picci Silvio|Picci]] e De Vitis. Spingendo sull'acceleratore, i padroni di casa andavano più volte vicini al raddoppio. In due occasioni con [[Savino Gabriele|Savino]]: al 17’ con un colpo di testa di poco a lato e al 33' con un clamoroso errore a porta sguarnita, dopo una corta respinta di Spagnulo su tiro da fuori di [[Piscedda Massimo|Piscedda]]. E ancora con [[Rizzolo Antonio|Rizzolo]], di testa al 43', con la palla nuovamente a fil di palo. Per [[Martina Silvano|Martina]], solo un'occasione per mettersi in mostra, al 28' su tiro-cross di [[Picci Silvio|Picci]]. |
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Uno a zero stretto per i biancazzurri che, all'ingresso in campo nella ripresa, si presentavano di nuovo concentratissimi alia ricerca del gol-sicurezza. Passavano così solo due minuti e [[Monelli Paolo|Monelli]], in area di rigore mandava a terra due difensori con un paio di finte e appoggiava il pallone, con un delizioso tocco d'interno destro, alle spalle dell'incolpevole portiere tarantino. |
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La festa, sugli spalti, poteva avere ufficialmente inizio. Cinque minuti di ubriacante “ola” messicana rubavano spazio alla cronaca del campo, tanto più che gli stessi giocatori di entrambe le parti sembravano rimanerne affascinati. Ma c'era ancora tempo per il calcio: infatti, all'8', [[Monelli Paolo|Monelli]] raccoglieva un cross lungo dalla sinistra di [[Beruatto Paolo|Beruatto]] e in diagonale insaccava la terza rete laziale, siglando anche la propria doppietta. |
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La partita non aveva praticamente più storia. Il centrocampo biancazzurro allentava la presa. Gli ottimi [[Pin Gabriele|Pin]] e [[Caso Domenico|Caso]] tiravano i remi in barca e c'era spazio anche per gli ospiti. De Vitis, ormai libero da marcature assillanti, poteva affondare qualche colpo. Entravano anche [[Galderisi Giuseppe|Galderisi]] e [[Muro Ciro|Muro]], entrambi in odore di cessione. Per [[Galderisi Giuseppe|“Nanu”]], soprattutto, c'era l'ovazione del pubblico. Per De Vitis, invece, la soddisfazione del gol della bandiera (78'): splendida la sua incursione vincente sottoporta, ma evidente anche la complicità di una difesa ormai in vacanza. |
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Era il giusto 3-1, vista la sportività e la serietà con cui i tarantini hanno affrontato l'impegno. Anche per loro, al termine, c'erano gli applausi della festante tifoseria biancazzurra, civilmente rimasta sugli spalti invece di riversarsi come di consueto sul terreno di gioco. Ora, il presidente [[Calleri Gian Marco|Calleri]] può guardare in modo ufficiale al futuro di [[serie A]] che attende la sua squadra. Già da tempo il massimo dirigente laziale si è mosso alla ricerca di validi rinforzi. L'argentino [[Dezotti Gustavo Abel|Dezotti]], gli uruguayani [[Sosa Ruben (Sosa Ardaiz Ruben)|Ruben Sosa]] e [[Gutiérrez Luongo Nelson Daniel|Gutierrez]], dovrebbero arrivare d'oltre frontiera. Massaro, Lentini, Carillo, Drago e Contratto dall'Italia, per garantire ai tifosi laziali una stabile permanenza nella massima serie. |
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► Le dichiarazioni dei protagonisti a fine partita |
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Mimmo Caso, capitano della Lazio neopromossa, alla fine della scorsa stagione voleva lasciare Roma. Da Perugia gli erano arrivati segnali di fumo: gli proponevano il ruolo di giocatore-allenatore e uomo del rilancio della squadra umbra, dov'era stato per due anni lasciando molte simpatie e rimpianti. Alla Lazio si sentiva in più: c'era la voglia, in lui, di non mettere il bastone fra le ruote alla società che puntava al lancio dei giovani guardando al futuro. Poi un colloquio chiaro con Fascetti, fra due uomini con caratteri differenti ma con idee precise. E Mimmo Caso assunse ancora una volta il compito di capitano. Da diciassette anni svolge l'attività: professionista serio e modesto non ha mai creato polemiche e discussioni. Sette anni alla Fiorentina, uno al Napoli, due all'Inter, due a Perugia, due a Torino e tre alla Lazio. Ricordi, tanti: la Coppa Italia con i viola, lo scudetto e il Mundialito con l'Inter, secondo posto con il Toro alle spalle del Verona. Poi il richiamo dell'allora ds della Lazio, Governato, e spinto da un amico giornalista degli anni verdi, Caso scese a Roma in una società ancora non «aggiustata» sul piano organizzativo. Racconta: ''«L'anno scorso, è vero, dopo gli spareggi per non retrocedere in C, dissi che avrei preferito smettere. Ero stanco mentalmente e fisicamente: una lotta dura, troppo dura. Poi il colloquio con i dirigenti e con Fascetti, la voglia di chiudere in bellezza: di tutto un po' e, soprattutto, tornare in A, quello che mi aveva chiesto la Lazio quando mi chiamò da Torino»''. |
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''«Anche quest'anno abbiamo rischiato'' — prosegue Caso — ''alla fine del girone d'andata, dopo la partita con il Taranto: ci siamo guardati in faccia, abbiamo parlato, ci siamo chiariti le idee. Ed è stato salutare quell'incontro tra noi e l'allenatore. Ci fu un cambiamento e lo abbiamo dimostrato domenica per domenica, giorno per giorno, con una sola idea in testa: essere promossi per non essere considerati del falliti. E i fatti ci hanno dato ragione»''. Il rapporto con Fascetti ? ''«Massimo rispetto dei due ruoli. Nessuno screzio: voglia di vincere in noi, una voglia che sia lui che io abbiamo infuso alla squadra. In campo, la mia esperienza è servita, credo, a qualcosa. Fascetti ha lavorato tanto e bene come tecnico: se siamo in A il merito è suo»''. Una frase che cancella polemiche e voci di attrito tra i due. E adesso ? ''«Tiro il fiato. Mi gusto questa promozione. Ci ho messo tre anni per mantenere la promessa fatta il giorno che arrivai a Roma. Penso di aver fatto la mia parte, così come l'hanno fatta tutti, dal primo all'ultimo. Al futuro non penso: a Roma mi trovo bene... Chissà»''. Questo, il capitano della promozione laziale. Trentaquattro anno compiuti il 19 marzo scorso, salernitano di Eboli, il paese dove, secondo Levi. Cristo si fermò. Ma lui. Mimmo Caso, non si è certo fermato, e la conquista della A con la «strana» Lazio è una sua ennesima vittoria. |
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|[[Immagine: 1987-88-CL-38gg.jpg|thumb|center|800px|Risultati della 38 giornata e classifica finale del campionato di Serie B 1987/88]] |
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Immagine:19giu1988a.jpg|Un'immagine dei festeggiamenti |
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Immagine:19giu1988b.jpg|Beruatto e Caso festeggiano la promozione |
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Immagine:19giu1988rc.jpg|Camolese e Rizzolo festeggiano la promozione |
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Immagine:19giu1988c.jpg|Lo striscione "Daje regà, volamo insieme!" |
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Immagine:19giu1988d.jpg|Uno striscione esposto dai tifosi che riprende una frase pronunciata dal Mister biancoceleste Eugenio Fascetti |
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Image:19giu88ab.JPG|Festa a Roma per il ritorno in A |
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Immagine:19giu1988 Festeggiamenti.jpg|La folla biancoceleste festante in Piazza del Popolo a Roma |
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Image:19giu88cn.jpg|Lo stadio <br> (Gent. conc. Sig. Amilcare Niccolai) |
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Image:ta88a.jpg|Alcuni ritagli di giornale sulla partita <br> (Gent. conc. Sig. Giovanni Pantano) |
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Image:ta88b.jpg|Alcuni ritagli di giornale sulla partita <br> (Gent. conc. Sig. Giovanni Pantano) |
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Image:19giu88.jpg|Il biglietto (azzurro) <br> in "Curva Nord" |
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Image:19giu1988bigl.jpg|Il biglietto (grigio) <br> in "Tribuna Tevere" |
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Image:19giu1988bigl2.jpg|Il biglietto (arancio) <br> in "Monte Mario" |
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Image:19giu1988bigl3.jpg|Il biglietto (beige) <br> in "Curva Sud" |
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Image:19giu1988bigl4.jpg|Il biglietto (marrone) <br> in "Distinti Sud" |
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{{incontro| |19880619|1987/88| |198788}} |
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[[Categoria:Incontri Serie B| 19880619]] |
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[[Categoria:Taranto| 19880619]] |
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