Pagliani Pericle


Nato il 2 febbraio 1883 a Magliano Sabina (Ri), morto il 4 ottobre 1932. Forte Podista della S.P. Lazio nel primo decennio del 1900.
Nel settembre del 1904 sta partecipando a una corsa a Carpi durante la quale Dorando Pietri, reso celebre dalla squalifica nella maratona delle Olimpiadi di Londra del 1908, attirato dall'evento, si mette a correre dietro Pagliani, con ancora gli abiti da lavoro addosso, e regge il suo passo fino all'arrivo.
Si aggiudica le prime due edizioni del Campionato Nazionale di Cross Country, la prima disputata il 6 giugno 1908 e la seconda disputata il 6 giugno del 1909.
Il 20 maggio 1909 vince a Roma una gara di 5000 metri con il tempo di 15'43"0.
Campione italiano di corsa su strada il 30 settembre 1906 a Torino sulla distanza di 25 km percorsi in 1h27'11" e l'8 ottobre 1910 a Milano sulla distanza di 20 Km percorsi in 1h13'01".
Nel 1920 in una gara organizzata in vista delle olimpiadi di Anversa, alle quali non parteciperà, corse la maratona in 2h38'50" (i km effettivi erano, però, 42 precisi).
Questo pezzo è estratto da un articolo di Marco Martini intitolato "Coraggio Fratello":
[...]Un gesto simile a quelli di Julien Maitron ed Armando Pagliani si registrò anche il 15 aprile 1904 a Milano. Il laziale Pericle Pagliani, corridore in forte ascesa ed in tournée nel nord Italia, sfidò Giacinto Volpati, piemontese di adozione milanese e fino allora numero uno del fondo nazionale, su di un percorso di 12 km circa. La sfida (tipo di competizione all’epoca all’ordine del giorno) si disputò su strada percorrendo gli stessi luoghi che si toccavano nella celebre prova del Giro di Milano, vale a dire le varie «Porte» della città, anche se in senso contrario rispetto al «Giro». Fu lo stesso Volpati a scrivere il resoconto della sfida sulla «rosea»: «Venerdì sera, come era stato annunciato, ebbe luogo il match sul giro dei bastioni fra i due forti podisti Pagliani e Volpati. Il pubblico lungo tutto il percorso era pigiato sulla banchina, e se l’incoraggiamento verso gli sfidanti da una parte era stragrande, non mancarono pure i misoneisti (nda: che avversano le novità) dello sport che lanciarono sassi e ingiurie ai due coraggiosi corridori. La partenza è data da Mammola e Rabuffetti (nda: alle 20.27). Alle 20.32 i due sfidanti si buttano in piena volata, ma dopo cento metri un ragazzo taglia improvvisamente la strada al Volpati e gli procura un formidabile ruzzolone. Pagliani cavallerescamente si ferma ad attenderlo e, poichè Volpati si alza illeso, si riparte a tutta velocità. A Porta Ticinese altro taglio di strada e altro ruzzolone per il Volpati, poi la corsa procede veloce, intensa. Molti sono i tentativi di distacco da ambo le parti, ma i due sfidanti non riescono a staccarsi di un metro. Siamo agli ultimi 200 metri, la ressa del pubblico è impressionante, appena uno spiraglio di un metro è libero, e i due corridori vi si buttano dentro con una volata terribile. La meglio tocca al Pagliani, che alle 21 e 3 minuti taglia il traguardo con circa 50 metri di vantaggio, percorrendo il giro in 36 minuti. Il pubblico fa loro una calda ovazione, e Volpati stringe la mano al suo avversario»3. Per la cronaca, Pagliani diede prova di ulteriore cavalleria concedendo a Volpati la rivincita su distanza a sua scelta. Volpati scelse i 20.000 metri su pista (al trotter, un ippodromo). Questa seconda gara, organizzata dalla società Pro Italia in data 24 aprile con altri tre partecipanti, vide però ancora il successo del laziale, in 1h12, con un minuto di vantaggio su Volpati; terzo fu Scotti, quarto Maggioni, e ritirato al nono giro Pessina. Pagliani staccò Volpati al penultimo giro in maniera irresistibile.[...]