Postfazione libro
Eventualmente come titolo anche CONSIDERAZIONI FINALI
Col Di Lana, Isonzo, Monte Piana, Dosso Faiti, Gorizia, Piave, Matajur, Bainsizza, sono solo alcuni dei luoghi dove i nostri atleti, dirigenti e soci hanno combattuto, lottato, pianto e solo raramente sorriso. Un'intera gioventù strappata dalle loro radici e catapultata in una guerra che dire feroce è solo un eufenismo. Bisogna dire che all'epoca la guerra era qualcosa di "quasi normale" e meno lontana rispetto ai tempi d'oggi. Nel 1915 erano passati appena 45 anni dalla presa di Roma (20/09/1870), nel 1895 c'era stata la Guerra d'Abissinia, che aveva visto il fondatore Luigi Bigiarelli scampare al massacro di oltre 5.000 soldati italiani. Nel 1911 la guerra Italo-Turca per la conquista della Cirenaica e Tripolitania aveva portato altri lutti fra le famiglie italiane. L'anno seguente furono occupate Rodi e il Dodecaneso che rimasero italiane fino al 1945. La mentalità dei governi di allora era questa e portava a tragedie che la popolazione subiva passivamente come un evento naturale. Dopo cento anni è difficile ricostruire i dettagli di ciò che provarono i nostri ragazzi, ma siamo certi che ciò che hanno provato non lo abbiano mai scordato, come è logico che sia.
IDEE IN CORSO