Il discorso di commiato di Fortunato Ballerini all'Assemblea dei Soci pubblicato il 20 febbraio 1922

Abbiamo il piacere di donare alle nostre lettrici e lettori il discorso integrale, finora inedito e frutto di accurate ricerche svolte da LazioWiki, che il grande Presidente Fortunato Ballerini pronunciò nella storica sede di Via Vittorio Veneto ex 7 pubblicato sul Giornale "Lazio" il 20 febbraio 1922, in vista della Assemblea dei soci del 22 febbraio 1922, nell’accomiatarsi dalla Lazio dopo 18 anni di illuminata presidenza. In esso vi è contenuto il frutto di un uomo dal "multiforme ingegno", che trasformò una società dalle forti radici fiumarole e romane, ma povera, in un piccolo mondo dove sport e cultura, intessuti su un arazzo di educazione morale e fisica, confluivano intensamente. Noi di LazioWiki, nel leggerne il testo, abbiamo provato un brivido a tinte biancocelesti che ha riscaldato il sangue nelle nostre vene. Il nostro voto augurale è che anche voi possiate provare lo stesso sentimento. L'"Idea Lazio", molte volte travisata o non compresa, è qui magistralmente esposta.
Ad una breve ma intensa e prima Storia della Lazio, seguono delle linee guida che verranno poi rese definitive sul Giornale Lazio del 30 marzo 1923 con l'adozione del nuovo Statuto e Regolamento Generale approvato in Assemblea Straordinaria il 9 Aprile 1923
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Storia della Lazio
Egregi Consoci,
Prima di rassegnarvi il mandato di Presidente Generale della "Lazio"che per quasi venti anni mi avete voluto costantemente riconfermare e al quale oggi io per ragioni imperiose debbo rinunciare, credo mio dovere in questa ordinaria Assemblea annuale di farvi non solo la prescritta relazione morale dell'esercizio testè scaduto, ma ben anco una breve storia dei fatti più salienti che si sono svolti durante la mia amministrazione il cui ricordo potrebbe tornare utile così al nuovo Consiglio Direttivo come al mio successore nello svolgimento della rispettiva azione futura.
Io rinnovo qui anzitutto con alto senso di riconoscenza e di profonda gratitudine l'espressione della mia più grande soddisfazione per gli indimenticabili festeggiamenti che il 6 e l'8 gennaio s. mi avete voluto unaninimi così largamente tributare in compenso della mia modesta ma costante e affettuosa opera consacrata senza risparmio di fatiche e di sacrifizi alla nostra amata "Lazio" alla quale si lega il mio nome in tutte le forme della sua esplicazione e in tutto il fondamento della sua essenza e formulo l'augurio più fervido per il raggiungimento delle sue alte finalità sportive e culturali.
Questa "Lazio" che fu ed è nella cima dei pensieri ai più antichi e ai più prossimi soci, questa "Lazio" che ha saputo vincere e superare tante aspre lotte nel corso faticoso dei suoi 22 anni di vita, merita questo augurio di prosperità maggiore oggi che ormai si è affermata la più prospera tra le prosperose consorelle romane.
Uno sguardo fugace sulla sua origine e sulla sua progrediente vitalità fino a noi, mi sarà consentito da voi consoci numerosissimi per ristorare la mia anima ai ricordi di tante gioie provate e per lenirla a quelli angosciosi al passato ormai seppellito al fastigio della gloria raggiunta. Era il gennaio 1900 allorquando un piccolo gruppo di podisti animosi capitanato dal simpatico marciatore Bigiarelli Luigi prese parte alle gare podistiche indette in occasione dei festeggiamenti organizzati per l'inaugurazione del monumento a Carlo Alberto (le gare si svolsero il giorno 11 marzo 1900 ndr) alla quale anche io assistei in unione al celebre autore Raffaello Romanelli mio caro amico e già compagno scolopico in Firenze. Fortuna volle che quel gruppo di podisti si affermasse vincendo premi tra i quali la medaglia d'oro di S.M. il Re Umberto. Il brillante risultato incoraggiò il Bigiarelli ad organizzarlo in "Società" che prese il titolo di " Podistica Lazio" forse come auspicio a conoscerne il territorio in tutta la sua ampiezza geografica, panoramica e storica come le glorie del passato richiedono. Ma sul suo inizio la "Lazio" non si occupò che di gare di marcie e di corse, raggiungendo completamente i suoi scopi per quanto deprecati dagli ortodossi della fisica educazione di allora; ed appunto per questo la "Lazio" fin dai primi successi mi interessò e difesi.
Il piccolo gruppo si rafforzò di nuovi elementi e la Società si organizzò in base ad uno Statuto di 25 articoli approvato nella prima assemblea formale del 24 marzo 1901, ornato di bella calligrafia e incorniciato in un quadro che tuttora è affisso in sede. Ma putroppo le organizzazioni anche piccole costano ed occorse un locale che fu preso in Via Valadier (Via Valadier 21) eppoi un altro in Via Pompeo Magno 94, oggi 86. Poi con un pò di arredo e qualche arredo le spese che benchè lievi portarono alla penuria di mezzi che costrinsero a vendere fino la medaglia reale.
Di qui incominciarono i malumori e il Bigiarelli (Luigi ndr) vincitore di gare reclamava le sue medaglie non consegnategli ed imprecava contro il Consiglio acefalo abbandonando i suoi seguaci e più tardi Roma per Bruxelles ove rimpianto immaturamente morì. Fu succeduto dal cav. Giuseppe Pedercini (Pedercini Giuseppe ndr), stimabile persona ma instabile in salute sicchè può dirsi che non funzionò da Presidente tanto che non figura nemmeno sulla lista degli antichi soci della "Lazio". La piccola "Lazio" funzionava in base allo accennato statuto, ma non sembra che nel 1904 questo rispondesse allo scopo, perchè il solerte segretario di allora oggi il cav. Guido Baccani (Baccani Guido ndr) dicendo che non lo trovava alla altezza dei tempi proponeva in assemblea del 25 gennaio 1904, presenti 17 dei 31 soci iscritti alla "Lazio" di riformarlo e all'uopo fu nominata una Commissione che presentò il nuovo Statuto di 40 articoli all'assemblea del 29 maggio detto, che lo approvò all'unanimità. Fu in questa assemblea che io venni eletto Presidente dopo essere stato prima Presidente di Giuria alle gare podistiche del Premio Lazio e assai dopo che il V. Presidente Tito Masini in occasione cioè della marcia dell' A.P.I. di 100 km, a cui per festeggiare il mio 50.o compleanno, presi parte con lui il 20 ottobre 1902, gentilmente mi offrì la carica di Presidente che mi riservai di accettare essendo io ancora molto impegnato come Segretario generale della Federazione Ginnastica Italiana. Allora ero il 37.o socio iscritto alla "Lazio" compresi quelli come il Pagliani (Pagliani Pericle ndr) che provenivano dalla disciolta Hesperia che alla "Lazio" si fuse e della quale si conserva il ricordo nel nastro del suo vecchio vessillo unito a quello che sta appeso alla gloriosa bandiera della "Lazio" donata dal cav. Paolino Pastori (Pastori Paolo ndr) , battezzata dalla signorina Tobia (Tobia Massa Anna NDA) ed inaugurata nell'estate del 1904 con un giovialissimo e indimenticabile simposio alla Trattoria dell'Olmo in cui io feci il primo discorso auspicando la raggiunta grandezza della "Lazio".
Dei 36 soci che mi precedevano rimangono iscritti (alcuni con alcune interruzioni): Tofini (Tofini Romeo ndr), Ancherani (Ancherani Sante ndr), Aloisi (Aloisi )
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