XI Coppa del Mondo - Argentina 1978

Da LazioWiki.

Storia della Competizione

Tenuta in Argentina tra l'1 e il 25 giugno 1978, l'edizione dei Mondiali 1978 è stata vinta dalla stessa Argentina a danni dell'Olanda, rappresentando il primo titolo mondiale per l'Argentina, e il secondo consecutivo sfumato in finale per l'Olanda.

Già nel 1966 la FIFA aveva assegnato all'Argentina l'organizzazione del torneo del 1970, ma le fu favorito il Messico che avando organizzato le Olimpiadi del 1968 poteva disporre di impianti e logistica già collaudati.

L'Argentina dal 1976 era sottomessa ad una dittatura militare, cosa che spinse diverse nazionali a mettere in dubbio la propria partecipazione; ciò non si verificò, ma il campione olandese Johan Cruyff rifiutò di schierarsi con la propria squadra.

Dal punto di vista organizzativo venne mantenuta la formula del Mondiale precedente, con sedici squadre divise in quattro gironi da quattro squadre. I due migliori classificati sarebbero passati alla fase successiva, divisi in due gruppi da quattro. I vincitori avrebbero giocato tra di loro nella finale, e i secondi qualificati avrebbero disputato la finalina per terzo e quarto posto.

Nella partita del primo turno Scozia-Olanda, Archie Gemmill segnò un goal rimasto famoso nella storia del calcio scozzese, citato anche nel film Trainspotting. Questo gol tuttavia non bastò a il passaggio al turno successivo.

Capitolo Italia: Enzo Bearzot, Ct degli azzurri, presenta a questi mondiali una nazionale giovane, e poco esperta, ma fresca e ricca di nuove individualità, L'asse portente è costituita da giocatori che militano nella Juventus; Zoff, Gaetano Scirea, Claudio Gentile, Franco Causio, Marco Tardelli e Roberto Bettega. Non essendo stata testa di serie, la nazionale azzurra viene inserita d'ufficio nel primo girone che comprende anche i padroni di casa e le ostiche Francia della giovane stella Michel Platini, e Ungheria.

L'Italia spiazza tutti, e con un gioco esuberante e divertente, vince il girone a punteggio pieno, costringendo i padroni di casa a lasciare Buenos Aires, per proseguire il loro cammino da Rosario. Gli azzurri, che invece restano a giocare nella capitale argentina, proseguono il cammino affrontando un nuovo girone comprendente Germania Ovest, Austria ed Olanda. A questo punto, il bel gioco fin qui espresso, latita. Ciò nonostante gli azzurri meritano di vincere contro una Germania Ovest curiosamente dimessa, cui solo un salvataggio sulla linea del giovane difensore Kaltz su tiro di Paolo Rossi evita la disfatta. Vincono di misura, con un gol di Paolo Rossi, la sfida contro l'Austria, e si giocano l'accesso alla finale con l'Olanda, cui però, per la regola della differenza reti, basta un pareggio. Gli azzurri passano in vantaggio con un' autorete di Ernie Brandts, ma si fanno poi riprendere e sorpassare dagli Oranges, con due gol su due tiri da fuori area, uno dello stesso Brandts, e l'altro di Arie Haan, contro i quali Zoff non risulta impeccabile. L'ingresso nella finale di consolazione per il terzo e quarto posto viene regalato all'Italia da un'indomita Austria che benchè già fuori dai giochi e sotto di due gol con i tedeschi in rimonta finisce per vincere 3-2 grazie anche ai gol del suo centravanti Krankl. Gli azzurri quindi si giocano alla finale di consolazione contro il Brasile, che risulta esserci agonisticamente, più che tecnicamente, superiore, e si arrendono per 2-1. Anche in quest'occasione però le responsabilità di Zoff, anche qui vittima di due tiri dalla distanza di Gil e Dirceu, sono abbastanza pesanti. Ma due anni dopo si rifarà...Si torna a casa, con un comunque soddisfacente quarto posto, e la consapevolezza d'aver espresso, il miglior gioco del torneo, almeno nella prima fase, e la nota lieta d'aver sconfitto in casa loro, i futuri campioni del Mondo.

Uno dei momenti più controversi del mondiale è stata la partita Perù-Argentina. I biancoazzurri per arrivare in finale avrebbero dovuto vincere con tre gol di scarto e almeno 4 reti segnate, grazie all'ottima differenza reti del Brasile consolidata dal 3-1 contro la Polonia, partita giocata in anticipo proprio per conoscere prima il risultato finale.

Il portiere peruviano, l'oriundo di origine argentina Ramón Quiroga, che aveva un rispettabile ruolino di sei gol subiti su cinque partite. L'Argentina, da parte sua, aveva sinora segnato solo sei gol. La partita si concluse 6-0 per l'Argentina, anche grazie ad una pessima, quindi sospetta, prestazione di Quiroga. Tuttavia, entrambe le squadre negarono l'esistenza di accordi. Molti anni dopo, intervistato, il portiere ammise che per quella partita vennero presi accordi a favore di una goleada in caso di bisogno. La vicenda è passata alla storia del calcio col divertente nomignolo di "marmelada peruana" (marmellata peruviana).

L'Argentina con questo risultato scavalcò il Brasile nel secondo turno, volando in finale,dove avrebbe battuto l'Olanda 3-1 laureandoso per la prima volta Campione del Mondo


Giocatori biancocelesti convocati

Lionello Manfredonia (Nessuna presenza) Maglia N. 7

Il Mondiale da Manfredonia fu vissuto esclusivamente dalla tribuna. Infatti il CT della Nazionale Bearzot, lo riteneva troppo giovane ed inesperto per impiegarlo in una competizione così delicata. Lo stesso Manfredonia non fu tutelato dalla Lazio che non mandò nessuno in Argentina per dargli supporto morale.