Milazzo Domenico: differenze tra le versioni
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Socio della sezione canottaggio. Morto durante la [[Seconda Guerra Mondiale]]. Di lui ne fa menzione la Lazio in una cerimonia del [[2011]]. |
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Nato a Roma il [[22 ottobre]] [[1916]], in Via Rattazzi 99, dall'ingegner Vincenzo e Montemagno Giuseppina. Socio della sezione canottaggio. Tenente degli alpini. Morto durante la [[Seconda Guerra Mondiale]] in Russia il [[21 dicembre]] [[1942]] a quota 204 in località Iwanowka. |
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''(Si ringrazia Antonio Buccioni per la collaborazione)'' |
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Dopo aver sostenuto col suo plotone un violento bombardamento respingeva un violento attacco nemico mantenendo saldamente la posizione affidatagli e guidando più volte al contrattacco i superstiti del proprio reparto. Ferito mentre provvedeva a rafforzare la posizione sconvolta si rifiutava di essere avviato al posto di medicazione. Fu colpito una seconda volta a morte. |
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Fu sepolto nel cimitero campale di Selenyj Jar località dove alpini ed artiglieri guadagnarono alla Julia l'appellativo di Divisione Miracolo. È forse, quello di Selenyj Jar, l'episodio più alto di eroismo puro e disinteressato che gli alpini hanno saputo scrivere nel tragico libro della Campagna di Russia. In fondo la ritirata aveva, per gli alpini, anche uno scopo personale: tornare a casa. E gli alpini hanno combattuto oltre ogni immaginazione per rompere il cerchio di ferro e di fuoco nel quale erano stati stretti a causa del cedimento del fronte tenuto da altre divisioni e da altri eserciti. |
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[[Categoria:Atleti Polisportiva|Milazzo Domenico]] |
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Versione attuale delle 19:23, 5 dic 2018

Nato a Roma il 22 ottobre 1916, in Via Rattazzi 99, dall'ingegner Vincenzo e Montemagno Giuseppina. Socio della sezione canottaggio. Tenente degli alpini. Morto durante la Seconda Guerra Mondiale in Russia il 21 dicembre 1942 a quota 204 in località Iwanowka. Dopo aver sostenuto col suo plotone un violento bombardamento respingeva un violento attacco nemico mantenendo saldamente la posizione affidatagli e guidando più volte al contrattacco i superstiti del proprio reparto. Ferito mentre provvedeva a rafforzare la posizione sconvolta si rifiutava di essere avviato al posto di medicazione. Fu colpito una seconda volta a morte.
Fu sepolto nel cimitero campale di Selenyj Jar località dove alpini ed artiglieri guadagnarono alla Julia l'appellativo di Divisione Miracolo. È forse, quello di Selenyj Jar, l'episodio più alto di eroismo puro e disinteressato che gli alpini hanno saputo scrivere nel tragico libro della Campagna di Russia. In fondo la ritirata aveva, per gli alpini, anche uno scopo personale: tornare a casa. E gli alpini hanno combattuto oltre ogni immaginazione per rompere il cerchio di ferro e di fuoco nel quale erano stati stretti a causa del cedimento del fronte tenuto da altre divisioni e da altri eserciti.