Lazio Club Velletri: differenze tra le versioni

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Riportiamo la storia del Lazio Club Velletri raccontata da Roberta Palumbo in esclusiva per LazioWiki:


Circolo Velletri Biancazzurra, già "Lazio Club Velletri".
Velletri, popolosa cittadina dei Castelli Romani, vanta da sempre, la storia di roccaforte e feudo biancoceleste.


Rifondato il 16 novembre 2024 e sito in Vicolo dello Stillo 2. Presidente Matteo De Cesaris. Vice Gabriele Spoletini.
Un vero e proprio Club che rappresentasse ufficialmente la fede sportiva di un’intera cittadina, nacque solo nell’Ottobre del 1976, due anni dopo il primo scudetto della Lazio.


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La tifoseria locale si organizzava, nel seguire la squadra, fino ad allora solo su iniziativa personale e fu solo la costituzione di un Club, ufficialmente riconosciuto, che diede modo nel tempo, di accentare interessi comuni , unire , conoscersi e farsi conoscere a Roma ed ovunque si andasse in trasferta, avendo così anche una sua connotazione ben definita e voce ufficiale all’interno dell’ AILC (Associazione italiana Lazio Clubs), al pari di altri Clubs, già iscritti da tempo.


'''La storia del Lazio Club Velletri - Si ringrazia Roberta Palumbo''' <br>
La sua costituzione, fu solo la debita conclusione di quanto la passione sportiva di un gruppo , possa far tanto, tantissimo per molte, moltissime persone, nate e cresciute con DNA biancoceleste.
''Velletri, popolosa cittadina dei Castelli Romani, vanta da sempre la storia di roccaforte e feudo biancoceleste.'' ''Un vero e proprio Club che rappresentasse ufficialmente la fede sportiva di un’intera cittadina nacque solo nell’ottobre del 1976, due anni dopo il primo scudetto della Lazio.'' ''La tifoseria locale si organizzava, nel seguire la squadra, fino ad allora solo su iniziativa personale e fu solo la costituzione di un Club, ufficialmente riconosciuto, che diede modo nel tempo di accentrare interessi comuni, unire, conoscersi e farsi conoscere a Roma e ovunque si andasse in trasferta, avendo così anche connotazione ben definita e voce ufficiale all’interno dell’AILC (Associazione italiana Lazio Club), al pari di altri Club già iscritti da tempo.'' ''La sua costituzione fu solo la debita conclusione di quanto la passione sportiva di un gruppo possa far tanto, tantissimo per molte, moltissime persone, nate e cresciute con DNA biancoceleste.'' ''Il Lazio Club Velletri venne ufficialmente inaugurato nell’ottobre del ’76, alla presenza di Angelo Lenzini e Gino Camiglieri, accolti dall’appena eletto Presidente del Lazio Club Velletri, Mario Vecchi.'' ''Quella sera in rappresentanza della S.S.Lazio intervennero anche i giocatori Pulici, Agostinelli, Ammoniaci e Manfredonia, accolti festosamente dai tifosi di ogni età, con preziose targhe di benvenuto. Non mancarono omaggi tipicamente veliterni come il rinomato vino dei suoi rigogliosi vigneti, in dono ai graditissimi ospiti''. ''Subito dopo il taglio del nastro inaugurale dei locali, si svolse una cena per festeggiare l’evento, in uno dei ristoranti più noti di Velletri il cui proprietario, di fede laziale, offrì spumante a iosa per l’avvenuta inaugurazione dello storico Club nei locali di via del Campo sportivo. Il Club venne poi trasferito in quelli di vicolo Giorgi, nel centro della città, per essere più facilmente raggiungibile da tutti i tifosi, vicino alla centralissima piazza Cairoli.'' ''Intere famiglie vennero coinvolte nella gestione del Club dove una volta accolti si potevano gustare tipici dolci casalinghi, dono delle mamme, nonne e zie degli iscritti, inoltre, venivano cucite bandiere e piccoli gadget da distribuirsi agli iscritti, durante il viaggio in trasferta al seguito della Lazio.'' ''La domenica che la Lazio giocava all’Olimpico, sugli spalti della Tevere veniva sempre issato lo striscione di rappresentanza del Club, preso in custodia a rotazione e per estrazione, dagli stessi iscritti. La prima ed indimenticabile trasferta venne organizzata il 17 Aprile del 1977: erano trascorsi esattamente 3 mesi dalla morte di Re Cecconi.''
''Il Lazio Club Velletri aveva nella presenza all’Olimpico tutte le domeniche e nell’organizzazione delle varie trasferte i suoi punti di forza insieme ad altre iniziative come tornei di carte e di biliardino.'' ''Al Presidente Vecchi, successe il sig. Franco De Santis e negli anni ’80 Walter Palombo.'' ''La vita del Lazio Club Velletri continuò fino agli Anni ’90 e oltre. Papà era in pensione e poté dedicarsi come voleva alle molte iniziative del Club, con maggior tempo e disponibilità.'' ''Solo alle soglie del 2000, la presidenza venne lasciata a Marco Petrilli, un giovane mosso da un forte ideale. La vecchia guardia ormai però non c’era quasi più, i giovani non erano più quelli della mia generazione e l’impegno assunto non fu gestito al meglio, le redini del Club non vennero tenute, forse, nel giusto modo e il Club venne così chiuso''.
'''L'incontro con Giorgio Chinaglia - Si ringrazia Roberta Palumbo''' <br>
''Il viaggio verso Roma fu silenzioso e carico di occhiatacce, nemmeno tanto velate, all’insegna del ragazzino che non doveva esserci... Giungemmo in Via Col di Lana. Il cuore era a mille. Stavamo per mettere piede nella storica sede della Lazio! Tra poco, avremmo stretto a noi Giorgio Chinaglia! Il nostro Giorgione, Long John! Ci separava poco, ormai''. ''Con l’emozione dipinta negli occhi, nella voce ma soprattutto viva nel cuore, entrammo nel palazzo ed il portiere dello stabile ci accompagnò all’ascensore. L’aria intorno a noi era rarefatta. Ci venne incontro un’impiegata, salutammo Gabriella Grassi mentre venivamo fatti accomodare nell’ufficio di Giorgio. Non mi ricordo nemmeno se respiravamo, tanto eravamo emozionati. Ad un certo punto, si aprì una grande porta in mogano.'' ''”Giorgio! Giorgio!”: fu un solo grido. Eccolo il nostro Mito, eccolo il mio Campione! Alto, quant’era alto, un vero gigante e bellissimo! Molto meglio dal vivo che in tivù. Che gioia immensa! Che immensa emozione.''
''Giorgio indossava una camicia rosa pallido, pantaloni blu e due grandi, enormi mocassini. Tanto che mi chiesi se glieli avessero fatti su misura perché erano qualcosa che non avevo mai visto, ai piedi di un uomo. Ci salutò con cordialità e gentilezza mentre noi ragazzi ce lo stringevamo a noi come in una morsa! Pure l’intruso venne salutato. Giorgio si mise seduto in mezzo a noi, sul divano, ed iniziò a parlare con papà e zio del Club, della Lazio, mentre noi non riuscivamo a staccargli gli occhi di dosso, pendevamo dalle sue labbra ed era stupendo quel suo parlare Italiano con accento americano. Certe cose se non si vivono, non si possono capire. Noi, eravamo là, con lui, nel giorno del suo 37mo compleanno. Ci chiese in che tipo di studi eravamo impegnati, se andavamo allo stadio. Ed ecco che l’ospite non gradito diede cenno di sé, nonostante le raccomandazioni paterne e di tutti. Il tizio fece una battutina sull’ultimo derby dall’esito (per noi) infausto. Papà non parlò più mentre io guardai istintivamente i mocassini di Giorgio e la vetrata del suo studio. E poi chiusi gli occhi.''
''Mi ricordo che ci furono alcuni istanti di gelo. Mi aspettavo (e rido ancora oggi quando ricordo la cosa) uno dei proverbiali calcioni di Giorgio al malcapitato ragazzino ed il rumore di vetri infranti. Papà tentò di giustificarsi con mezze parole, dicendo che era il figlio di un collega laziale ma che il figlio... era di altro... mentre noi ragazzi lo fulminammo con occhiatacce varie.''
''Questo fu il solo piccolo neo di questo pomeriggio perché andò tutto benissimo. Dopo aver parlato ancora un po’, Giorgio venne nuovamente abbracciato da tutti noi per gli auguri, mentre scartava i nostri regali. Bello Giorgio nostro! Che tenerezza e quanta incontenibile emozione nel guardarlo negli occhi.''
''Dopo un po’, entrò un’impiegata con un cestello col ghiaccio. Giorgio fece saltare il tappo alla bottiglia di spumante che gli era stata portata e... via al brindisi: “Buon Compleanno, Presidente!"''.
''Nel raccontare questo particolare episodio è come se tutto fosse avvenuto poco fa. L’emozione del ricordo è viva e lo sarà per sempre. Come rimarrà per sempre impresso nel mio cuore, il colore dei suoi occhi, buoni e pieni di bontà. Giorgio era così e noi tutti lo sappiamo bene.''
''Successivamente, ebbi modo di incontrarlo nuovamente, in occasione di una cena della Lazio con i vari lazio Club, al Midas Hotel di Roma. (...). A Giorgio, ho voluto un bene immenso, l’ho difeso e continuerò a farlo. E’ questa la promessa che gli feci tanto tempo fa e che gli ho ripetuto su quel legno che lo ha riportato finalmente a casa, a Fiumicino, lo scorso 15 Settembre. Con papà presidente del Club, ho vissuto intensamente gli anni della presidenza di Giorgione ed eravamo tutti presenti all’Olimpico, il 16 Ottobre 1983, per Lazio–Cosmos, quando Giorgio salutò il suo amato pubblico quando diede l’addio al calcio giocato.''
''Nell’infuocato momento del fondo classifica, qualche tempo dopo si decise di andare tutti in trasferta a Pisa col cuore in tumulto, in uno dei momenti più delicati, in una delle domeniche più drammatiche al seguito della mia squadra. La salvezza era tra le nostre mani, finalmente Giorgio in maniche di camicia, cravatta allentata, venne sotto la curva dello stadio per salutare e ringraziare tutti i tifosi che erano giunti fin là. Il suo fu un pianto liberatorio, come il nostro. Come ben sappiamo i guai non erano finiti per noi tutti... E la presidenza di Giorgio, sappiamo come terminò. Gli anni della Serie B e dei -9, videro sempre e comunque, il Club presente all’Olimpico ed in trasferta, con passione e spirito indomito. Furono anni difficilissimi, indimenticabili e molto sofferti.''


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Il Lazio Club Velletri, venne ufficialmente inaugurato nell’Ottobre del ’76, alla presenza del Dott. Angelo Lenzini e Gino Camiglieri, accolti dall’appena eletto Presidente del Lazio Club Velletri, sig. Mario Vecchi. Quella sera in rappresentanza della S.S.Lazio, intervennero anche i giocatori Pulici, Agostinelli , Ammoniaci e Manfredonia , festosamente dai tifosi di ogni età , con preziose targhe di benvevuto.Non mancarono omaggi tipicamente veliterni come il rinomato vino dei suoi rigogliosi vigneti, in dono ai graditissimi ospiti .


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Subito dopo il taglio del nastro inaugurale dei locali, si svolse una cena per festeggiare l’evento,in uno dei ristoranti più noti di Velletri il cui proprietario , di fede laziale, offrì spumante a iosa per l’avvenuta inaugurazione dello storico Club nei locali di Via del Campo Sportivo. Il Club venne poi trasferito in quelli di Vicolo Giorgi, nel centro della città , per essere più facilmente raggiungibile da tutti i tifosi ,vicino alla centralissima P.zza Cairoli.
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File:Velletri cecco77b.jpg|thumb|right|250px|1977 Il Lazio club visita la tomba di Re Cecconi a Nerviano
File:Velletri cecco77a.jpg|thumb|left|250px|1977 Il Lazio club visita la tomba di Re Cecconi a Nerviano
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Intere famiglie vennero coinvolte nella gestione del Club dove una volta accolti, si potevano gustare tipici dolci casalinghi, dono delle mamme, nonne e zie degli iscritti, inoltre, venivano cucite bandiere e piccoli gadgets da distribuirsi agli iscritti, durante il viaggio in trasferta al seguito della Lazio.


La domenica che la Lazio giocava all’Olimpico, sugli spalti della Tevere veniva sempre issato lo striscione di rappresentanza del Club, preso in custodia a rotazione e per estrazione, dagli stessi iscritti. La prima ed indimenticabile trasferta, venne organizzata il 17 Aprile del 1977 :erano trascorsi esattamente , 3 mesi dalla morte di Re Cecconi……


[[Categoria:Lazio Club]]
Milan-Lazio…..Ma soprattutto Nerviano, il paese natale dell’indimenticabile Angelo biondo…Quella domenica , da Velletri partirono 2 pullmans che si aggiunsero alle decine che partirono dai Lazio Clubs di tutta Roma…Si giunse a Nerviano passando davanti al piccolo impianto sportivo di proprietà dello sfortunatissimo Luciano…I campetti di calcio …Come quello, uno tra tanti della zona, che vide fiorire le aspettative ed i sogni di questo ragazzo biondo e generoso, scherzoso e timido ma che volò via solo 40 giorni dopo Maestrelli….Il piccolo impianto sportivo era gestito dal fratello di Luciano…..

Nerviano è un piccolo paese dell’hinterland milanese….E quella domenica, fu un vero miracolo se , riuscì ad accogliere tutta quella gente….La cosa che mi rimase impressa, fu l’espressione di viva sorpresa, impressa sui volti di questa gente semplice e modesta ….Ed osservando queste persone , così schive ma estremamente cordiali, guardandole negli occhi, ho avuto l’impressione di voler ritrovare, quell’essere semplice di come in realtà Re Cecconi era …

Sul sagrato della chiesa, prima della Messa che lo avrebbe ricordato, ci mettemmo in silenzio e con emozione, ad aspettare i familiari di Luciano…

Il cielo era grigio, mesto e si aspettava la pioggia da un momento all’altro…..Tutto sembrava essere in sintonia con lo stato d’animo di tutti noi….Un piccolo gruppo di persone si stava avvicinando…

La moglie di Cecco, Cesarina ,teneva Stefano per mano, mentre in braccio alla cognata, somigliantissima a Luciano, c’era la piccolissima Francesca , poi la sig.a Cecilia ed il sig. Alfredo, i suoi genitori…

I bambini…..Tutti intorno a loro dopo aver abbracciato i familiari…I suoi bambini...Ci guardavano con evidente timore…Tutta quella gente, tutte quelle mani protese nel gesto di una carezza…Regali per loro e parole di conforto per la moglie, veramente troppo giovane per un dolore così immenso…Papà Alfredo , somigliava molto fisicamente al figlio, lo stesso volto scavato mentre da mamma Cecilia, il Cecco, aveva ripreso i colori….”Eh….la Cecilia….La Cecilia è forte come una quercia…” Queste parole di Re Cecconi, le avevo lette in uno degli articoli sul giornale, quando successe il fatto , e mi erano rimaste impresse….

Avevi ragione tu, Cecco…La mamma , quella domenica ci diede proprio l’impressione di una quercia…Forte, prostrata ma ancora in piedi nonostante il cuore urlasse, fiera…. ..Mentre io avevo solo 14 anni e questa tragedia, segnò tutta la mia adolescenza perché, come molti di noi, me la porto ancora dentro….

Intorno all’altare presero posto tutti i gagliardetti in rappresentanza dei Lazio Clubs che erano là, i tifosi avevano tutti la sciarpa al collo…Dopo la Messa, tutti a piedi verso il cimitero….

Un fazzoletto di terra curatissimo……Un piccolo loculo , nella seconda fila di un tronco, accoglieva il nostro Angelo biondo..….Non c’era il nome , ma solo un drappo nero con sopra la sua foto….Una carezza su quell’immagine in bianco e nero ed un pianto troppo a lungo tenuto dentro, vero e sincero…

Si organizzarono altre trasferte ed a Nerviano tornammo anche l’anno dopo….Cecco ora era in un nuovo posto….La tomba di famiglia a terra, accolse il suo primo occupante mentre lui sembrava guardarci con un sorriso dal portaritratto in cristallo….Tutto intorno fiori e sciarpe biancocelesti…..

Il Lazio Club Velletri aveva nella presenza all’Olimpico tutte le domeniche e nell’ organizzazione delle varie trasferte, i suoi punti di forza insieme ad altre iniziative come tornei di carte e di biliardino, al suo interno. Le persone erano insieme e si divertivano pure…..!

Al Presidente Vecchi, successe il sig. Franco De Santis e negli Anni ’80, il mio papà, Palombo Walter. Questo periodo lo vissi più intensamente degli altri, logico….Anche perché coincise con tanti eventi , tra i quali , il ritorno come Presidente della Lazio, del mio Mito e Campione dell’infanzia : Giorgio Chinaglia.

Come tutti, ho sognato ad occhi aperti, non mi sembrava vero !!! Avevo un desiderio, un grande immenso sogno: dopo averlo visto giocare da piccola, dopo aver gridato il suo nome per anni, ora avrei voluto incontrarlo !...

Papà , a scadenza regolare, si recava spesso a Roma alle riunioni all’AILC ed aveva stretto amicizia soprattutto con Gino Camiglieri ….La Lazio era entrata definitivamente a casa nostra e dalla porta principale !!!

Giorgione arrivò in Italia a Luglio del 1983, quanta gioia, quanta felicità nel saperlo nostro Presidente !!! Chi, meglio di lui ?....Pochissime società potevano vantare l’orgoglio di avere un Presidente che prima aveva calzato gli scarpini in campo……Mi ricordo che papà prese contatti con la sig.a Gabriella Grassi…..Giorgio, avrebbe ricevuto una delegazione del Lazio Club Velletri , il 24 Gennaio 1984….Il giorno del suo compleanno !!!

Era il massimo !!!Il sogno stava per diventare realtà.

Noi ragazzi ci demmo da fare per scegliere un regalo adeguato, prezioso e che non ci facesse dimenticare da The President !...Così , la scelta cadde su un’agenda in cuoio , realizzata a mano , sulla quale facemmo incidere in oro la G e la C , intrecciate, in oreficeria, insieme ad una penna….
Quel giorno , mi ricordo che a scuola non ci capii quasi niente , non venni interrogata, fortunatamente , perché sennò non so come sarebbe andata…L’appuntamento con Giorgio, in Via Col di Lana, era per le 18…
Papà e zio, misero in auto un gruppetto di ragazzi con Giorgione negli occhi e nel cuore…Ma c’era…..chi non doveva esserci….Tra ragazzi ci conoscevamo tutti, ma quel ragazzetto dai capelli biondicci, non era tra le conoscenze di nessuno….”E’ il figlio del mio collega….” Mi disse papà: “Vuole conoscere Chinaglia....Starà zitto e buono…E’ ….all’acqua di rose….”…La cosa non mi era chiara…..per niente…Così ho insistito per sapere chi era…”E’ piccolo, dai….Ed è tranquillo….Ha solo 13 anni ….Però non è dei nostri…”
Insomma, questo ragazzino , taciturno e nemmeno tanto gradito era….dell’altra riva del Tevere !!! Non potevo crederci !!! Non era possibile !!! Dopo una vita che aspettavo questo momento…..Capitò questo qua !!! Papà gli raccomandò di salutare e soprattutto….di stare zitto, ovviamente…Ancora adesso, a distanza di tempo, mi chiedo come possa essere accaduta una cosa simile….Ma la curiosità, può spingere una persona a voler conoscere uno dei suoi più “diretti avversari?”…

Il viaggio verso Roma, fu silenzioso e carico di occhiatacce nemmeno tanto velate all’insegna del ragazzino che non doveva esserci..…Insomma, io….Ma a nessun’altra persona, sarebbe mai venuto in mente di andare a conoscere Dino Viola …..!!!
Nell’assurdità della cosa, giungemmo in Via Col di Lana….Il cuore era a mille….Stavamo per mettere piede nella storica sede della Lazio !!! Tra poco, avremmo stretto a noi Giorgio Chinaglia !!! Il nostro Giorgione, Long John !!!….Ci separava poco, ormai….
Con l’emozione dipinta negli occhi, nella voce ma soprattutto viva nel cuore, entrammo nel palazzo ed il portiere dello stabile, ci accompagnò all’ascensore…L’aria intorno a noi era rarefatta….Ci venne incontro, un’impiegata, salutammo la sig.a Gabriella Grassi mentre venivamo fatti accomodare nell’ufficio di Giorgio…Non mi ricordo nemmeno se respiravamo, tanto eravamo emozionati……
Ad un certo punto, si aprì una grande porta in mogano….
”Giorgio !!! Giorgio !!!”, fu un solo grido…….Eccolo il nostro Mito, eccolo il mio Campione !!! Alto, quant’era alto, un vero gigante e bellissimo !!! Molto meglio dal vivo che in tivù !!! Che gioia immensa !!! Che immensa emozione !!!

Giorgio indossava una camicia rosa pallido , pantaloni blu e due immensi, enormi mocassini…Tanto che mi chiesi se glieli avessero fatti su misura perché…erano qualcosa che non avevo mai visto, ai piedi di un uomo. Ci salutò con cordialità e gentilezza mentre noi ragazzi ce lo stringevamo a noi come in una morsa !.....Pure …l’intruso, venne salutato…...Giorgio si mise seduto in mezzo a noi, sul divano ed iniziò a parlare con papà e zio del Club, della Lazio, mentre noi non riuscivamo a staccargli gli occhi di dosso, pendevamo dalle sue labbra ed era stupendo quel suo parlare Italiano con accento americano…Certe cose se non si vivono, non si possono capire…Noi, eravamo là , con lui, nel giorno del suo 37mo compleanno !!! ...Ci chiese in che tipo di studi eravamo impegnati, se andavamo allo stadio..Ed ecco che…l’ospite non gradito, diede cenno di sé, nonostante le raccomandazioni paterne e di tutti…Il tizio…fece una battutina sull’ultimo derby dall’esito (per noi) infausto…Papà non parlò più mentre io guardai istintivamente i mocassini di Giorgio e la vetrata del suo studio….E poi, chiusi gli occhi.. …
Mi ricordo che ci furono alcuni istanti di gelo…Mi aspettavo ( e rido ancora oggi quando ricordo la cosa) uno dei proverbiali calcioni di Giorgio al malcapitato ragazzino ed il rumore di vetri infranti…!!!...
Papà tentò di giustificarsi con mezze parole, dicendo che era il figlio di un collega laziale ma che il figlio …era di altro…. mentre noi ragazzi lo fulminammo con occhiatacce varie…
Questo fu il solo piccolo neo di questo pomeriggio perché andò tutto benissimo…. Dopo aver parlato ancora un po’, Giorgio venne nuovamente abbracciato , da tutti noi, per gli auguri mentre scartava i nostri regali …Bello Giorgio nostro !!! Che tenerezza e quanta incontenibile emozione nel guardarlo negli occhi…

Dopo un po’,entrò un’impiegata con un cestello col ghiacio…Giorgio fece saltare il tappo alla bottiglia di spumante che gli era stata portata e.Via al brindisi di “Buon Compleanno, Presidente !!!”...

Nel raccontare questo particolare episodio, è come se tutto fosse avvenuto poco fa…L’emozione del ricordo è viva e lo sarà per sempre…Come rimarrà per sempre impresso nel mio cuore, il colore dei suoi occhi, buoni e pieni di bontà. Giorgio era così e noi tutti lo sappiamo bene.

Successivamente, ebbi modo di incontrarlo nuovamente , in occasione di una cena della Lazio con i vari lazio Clubs, al Midas Hotel di Roma. La foto si riferisce a quella sera.
A Giorgio, ho voluto un bene immenso, l’ho difeso e continuerò a farlo….
E’ questa la promessa che gli feci tanto tempo fa e che gli ho ripetuto su quel legno che lo ha riportato , finalmente a casa , a Fiumicino, lo scorso 15 Settembre….
Con papà presidente del Club, ho vissuto intensamente gli anni della Presidenza di Giorgione ed eravamo tutti presenti all’Olimpico, il 16 Ottobre 1983 per Lazio – Cosmos , quando Giorgio salutò il suo amato pubblico quando diede l’addio al calcio giocato .

Nell’infuocato momento del fondo classifica, dopo si decide di andare tutti in trasferta a Pisa col cuore in sussulto, in uno dei momenti più delicati della squadra, in una delle domeniche più drammatiche al seguito della mia squadra…La salvezza era tra le nostre mani , finalmente …Giorgio in maniche di camicia , cravatta allentata, venne sotto la curva dello stadio per salutare e ringraziare tutti i tifosi che erano giunti fin là…Il suo fu un pianto liberatorio, come il nostro …Come ben sappiamo i guai non erano finiti per noi tutti….E la presidenza di Giorgio, sappiamo tutti come terminò….Gli anni della Serie B e dei -9, videro sempre e comunque, il Club presente all’Olimpico ed in trasferta, con passione e spirito indomito…Furono anni difficilissimi ,indimenticabili e molto sofferti, per tuti noi, come ben sappiamo…

La vita del Lazio Club Velletri, continuò fino agli Anni ’90 ed oltre…
Papà era ora in pensione e potè dedicarsi come voleva alle molte iniziative del Club, con maggior tempo e disponibilità…..

Solo alle soglie del 2000, la presidenza venne lasciata a Marco Petrilli , un giovane mosso da un forte ideale e dalle molte idee .
La vecchia generazione ormai non c’era quasi più , i giovani, non erano più quelli della mia generazione e l’impegno assunto, non fu gestito al meglio, le redini del Club non vennero tenute , forse, nel giusto mod e il Club venne così chiuso.
A distanza di anni , manca a tuttoggi, a Velletri, uno spazio del genere…. Anche perché, questa cittadina alle porte di Roma, con i suoi quasi 60.000 abitanti è veramente tutta di fede biancoceleste ed un Club , dovrebbe veramente rappresentarci al meglio.
La speranza c’è……E pure qualche idea in cantiere……

Versione attuale delle 18:06, 2 mag 2025

Lazio Club Velletri

Circolo Velletri Biancazzurra, già "Lazio Club Velletri".

Rifondato il 16 novembre 2024 e sito in Vicolo dello Stillo 2. Presidente Matteo De Cesaris. Vice Gabriele Spoletini.



La storia del Lazio Club Velletri - Si ringrazia Roberta Palumbo
Velletri, popolosa cittadina dei Castelli Romani, vanta da sempre la storia di roccaforte e feudo biancoceleste. Un vero e proprio Club che rappresentasse ufficialmente la fede sportiva di un’intera cittadina nacque solo nell’ottobre del 1976, due anni dopo il primo scudetto della Lazio. La tifoseria locale si organizzava, nel seguire la squadra, fino ad allora solo su iniziativa personale e fu solo la costituzione di un Club, ufficialmente riconosciuto, che diede modo nel tempo di accentrare interessi comuni, unire, conoscersi e farsi conoscere a Roma e ovunque si andasse in trasferta, avendo così anche connotazione ben definita e voce ufficiale all’interno dell’AILC (Associazione italiana Lazio Club), al pari di altri Club già iscritti da tempo. La sua costituzione fu solo la debita conclusione di quanto la passione sportiva di un gruppo possa far tanto, tantissimo per molte, moltissime persone, nate e cresciute con DNA biancoceleste. Il Lazio Club Velletri venne ufficialmente inaugurato nell’ottobre del ’76, alla presenza di Angelo Lenzini e Gino Camiglieri, accolti dall’appena eletto Presidente del Lazio Club Velletri, Mario Vecchi. Quella sera in rappresentanza della S.S.Lazio intervennero anche i giocatori Pulici, Agostinelli, Ammoniaci e Manfredonia, accolti festosamente dai tifosi di ogni età, con preziose targhe di benvenuto. Non mancarono omaggi tipicamente veliterni come il rinomato vino dei suoi rigogliosi vigneti, in dono ai graditissimi ospiti. Subito dopo il taglio del nastro inaugurale dei locali, si svolse una cena per festeggiare l’evento, in uno dei ristoranti più noti di Velletri il cui proprietario, di fede laziale, offrì spumante a iosa per l’avvenuta inaugurazione dello storico Club nei locali di via del Campo sportivo. Il Club venne poi trasferito in quelli di vicolo Giorgi, nel centro della città, per essere più facilmente raggiungibile da tutti i tifosi, vicino alla centralissima piazza Cairoli. Intere famiglie vennero coinvolte nella gestione del Club dove una volta accolti si potevano gustare tipici dolci casalinghi, dono delle mamme, nonne e zie degli iscritti, inoltre, venivano cucite bandiere e piccoli gadget da distribuirsi agli iscritti, durante il viaggio in trasferta al seguito della Lazio. La domenica che la Lazio giocava all’Olimpico, sugli spalti della Tevere veniva sempre issato lo striscione di rappresentanza del Club, preso in custodia a rotazione e per estrazione, dagli stessi iscritti. La prima ed indimenticabile trasferta venne organizzata il 17 Aprile del 1977: erano trascorsi esattamente 3 mesi dalla morte di Re Cecconi. Il Lazio Club Velletri aveva nella presenza all’Olimpico tutte le domeniche e nell’organizzazione delle varie trasferte i suoi punti di forza insieme ad altre iniziative come tornei di carte e di biliardino. Al Presidente Vecchi, successe il sig. Franco De Santis e negli anni ’80 Walter Palombo. La vita del Lazio Club Velletri continuò fino agli Anni ’90 e oltre. Papà era in pensione e poté dedicarsi come voleva alle molte iniziative del Club, con maggior tempo e disponibilità. Solo alle soglie del 2000, la presidenza venne lasciata a Marco Petrilli, un giovane mosso da un forte ideale. La vecchia guardia ormai però non c’era quasi più, i giovani non erano più quelli della mia generazione e l’impegno assunto non fu gestito al meglio, le redini del Club non vennero tenute, forse, nel giusto modo e il Club venne così chiuso.

L'incontro con Giorgio Chinaglia - Si ringrazia Roberta Palumbo
Il viaggio verso Roma fu silenzioso e carico di occhiatacce, nemmeno tanto velate, all’insegna del ragazzino che non doveva esserci... Giungemmo in Via Col di Lana. Il cuore era a mille. Stavamo per mettere piede nella storica sede della Lazio! Tra poco, avremmo stretto a noi Giorgio Chinaglia! Il nostro Giorgione, Long John! Ci separava poco, ormai. Con l’emozione dipinta negli occhi, nella voce ma soprattutto viva nel cuore, entrammo nel palazzo ed il portiere dello stabile ci accompagnò all’ascensore. L’aria intorno a noi era rarefatta. Ci venne incontro un’impiegata, salutammo Gabriella Grassi mentre venivamo fatti accomodare nell’ufficio di Giorgio. Non mi ricordo nemmeno se respiravamo, tanto eravamo emozionati. Ad un certo punto, si aprì una grande porta in mogano. ”Giorgio! Giorgio!”: fu un solo grido. Eccolo il nostro Mito, eccolo il mio Campione! Alto, quant’era alto, un vero gigante e bellissimo! Molto meglio dal vivo che in tivù. Che gioia immensa! Che immensa emozione. Giorgio indossava una camicia rosa pallido, pantaloni blu e due grandi, enormi mocassini. Tanto che mi chiesi se glieli avessero fatti su misura perché erano qualcosa che non avevo mai visto, ai piedi di un uomo. Ci salutò con cordialità e gentilezza mentre noi ragazzi ce lo stringevamo a noi come in una morsa! Pure l’intruso venne salutato. Giorgio si mise seduto in mezzo a noi, sul divano, ed iniziò a parlare con papà e zio del Club, della Lazio, mentre noi non riuscivamo a staccargli gli occhi di dosso, pendevamo dalle sue labbra ed era stupendo quel suo parlare Italiano con accento americano. Certe cose se non si vivono, non si possono capire. Noi, eravamo là, con lui, nel giorno del suo 37mo compleanno. Ci chiese in che tipo di studi eravamo impegnati, se andavamo allo stadio. Ed ecco che l’ospite non gradito diede cenno di sé, nonostante le raccomandazioni paterne e di tutti. Il tizio fece una battutina sull’ultimo derby dall’esito (per noi) infausto. Papà non parlò più mentre io guardai istintivamente i mocassini di Giorgio e la vetrata del suo studio. E poi chiusi gli occhi. Mi ricordo che ci furono alcuni istanti di gelo. Mi aspettavo (e rido ancora oggi quando ricordo la cosa) uno dei proverbiali calcioni di Giorgio al malcapitato ragazzino ed il rumore di vetri infranti. Papà tentò di giustificarsi con mezze parole, dicendo che era il figlio di un collega laziale ma che il figlio... era di altro... mentre noi ragazzi lo fulminammo con occhiatacce varie. Questo fu il solo piccolo neo di questo pomeriggio perché andò tutto benissimo. Dopo aver parlato ancora un po’, Giorgio venne nuovamente abbracciato da tutti noi per gli auguri, mentre scartava i nostri regali. Bello Giorgio nostro! Che tenerezza e quanta incontenibile emozione nel guardarlo negli occhi. Dopo un po’, entrò un’impiegata con un cestello col ghiaccio. Giorgio fece saltare il tappo alla bottiglia di spumante che gli era stata portata e... via al brindisi: “Buon Compleanno, Presidente!". Nel raccontare questo particolare episodio è come se tutto fosse avvenuto poco fa. L’emozione del ricordo è viva e lo sarà per sempre. Come rimarrà per sempre impresso nel mio cuore, il colore dei suoi occhi, buoni e pieni di bontà. Giorgio era così e noi tutti lo sappiamo bene. Successivamente, ebbi modo di incontrarlo nuovamente, in occasione di una cena della Lazio con i vari lazio Club, al Midas Hotel di Roma. (...). A Giorgio, ho voluto un bene immenso, l’ho difeso e continuerò a farlo. E’ questa la promessa che gli feci tanto tempo fa e che gli ho ripetuto su quel legno che lo ha riportato finalmente a casa, a Fiumicino, lo scorso 15 Settembre. Con papà presidente del Club, ho vissuto intensamente gli anni della presidenza di Giorgione ed eravamo tutti presenti all’Olimpico, il 16 Ottobre 1983, per Lazio–Cosmos, quando Giorgio salutò il suo amato pubblico quando diede l’addio al calcio giocato. Nell’infuocato momento del fondo classifica, qualche tempo dopo si decise di andare tutti in trasferta a Pisa col cuore in tumulto, in uno dei momenti più delicati, in una delle domeniche più drammatiche al seguito della mia squadra. La salvezza era tra le nostre mani, finalmente Giorgio in maniche di camicia, cravatta allentata, venne sotto la curva dello stadio per salutare e ringraziare tutti i tifosi che erano giunti fin là. Il suo fu un pianto liberatorio, come il nostro. Come ben sappiamo i guai non erano finiti per noi tutti... E la presidenza di Giorgio, sappiamo come terminò. Gli anni della Serie B e dei -9, videro sempre e comunque, il Club presente all’Olimpico ed in trasferta, con passione e spirito indomito. Furono anni difficilissimi, indimenticabili e molto sofferti.