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Figlio di uno storico tranviere dell'ATAC del deposito di Porta Maggiore. Inizia nel Torpignattara, passa alla Cecconi e poi viene notato dai dirigenti biancocelesti che lo portano alla Lazio insieme a [[Spurio Renato|Renato Spurio]] ed inserito nella squadra federale Ragazzi. Il calcio a Roma è condizionato dagli eventi bellici ed Ennio alterna lo sport con lo studio riuscendo a diplomarsi a pieni voti in computisteria. Durante il conflitto gioca nell'Ala Littoria e nel [[1944/45]] nel Torpignattara. Al termine della guerra trova lavoro alla Croce Rossa e contemporaneamente gioca nella Lazio. Nel [[1947]] diviene impiegato dell'Italcasse del presidente [[Tessarolo Costantino|Costantino Tessarolo]] e passa a giocare in [[serie C]] nel [[Latina]]. Nel [[1952]] gioca nell'Artiglio in quarta serie, la stagione successiva con la Sanlart. Divenuto alto dirigente dell'Italcasse seguita a giocare per passione nei tornei interbancari. Disputa una stagione da titolare in maglia biancoceleste nel [[1945/46]]. Soprannominato "cagnetta" per il suo roteare le gambe in maniera frenetica durante la corsa. |
Figlio di uno storico tranviere dell'ATAC del deposito di Porta Maggiore. Inizia nel Torpignattara, passa alla Cecconi e poi viene notato dai dirigenti biancocelesti che lo portano alla Lazio insieme a [[Spurio Renato|Renato Spurio]] ed inserito nella squadra federale Ragazzi. Il calcio a Roma è condizionato dagli eventi bellici ed Ennio alterna lo sport con lo studio riuscendo a diplomarsi a pieni voti in computisteria. Durante il conflitto gioca nell'Ala Littoria e nel [[1944/45]] nel Torpignattara. Al termine della guerra trova lavoro alla Croce Rossa e contemporaneamente gioca nella Lazio. Nel [[1947]] diviene impiegato dell'Italcasse del presidente [[Tessarolo Costantino|Costantino Tessarolo]] e passa a giocare in [[serie C]] nel [[Latina]] ([[1948/49]], [[1949/50]] e [[1950/51]]). Nel [[1952]] gioca nell'Artiglio in quarta serie, la stagione successiva con la Sanlart. Divenuto alto dirigente dell'Italcasse seguita a giocare per passione nei tornei interbancari. Disputa una stagione da titolare in maglia biancoceleste nel [[1945/46]]. Soprannominato "cagnetta" per il suo roteare le gambe in maniera frenetica durante la corsa. Con la Lazio colleziona 2 presenze in [[Campionato]]. Trasferitosi agli inizi del 2000 ad Albano Laziale era spesso presente alle periodiche riunioni conviviali di vecchie glorie laziali e romaniste. Attaccante fortissimo non ebbe modo di ottenere il successo che meritava. In una stagione, nel campionato "ragazzi", mise a segno 120 reti e addirittura 16 in una sola partita. Il giorno del suo funerale sulla bara è stata posta una grande sciarpa biancoceleste che lo ha accompagnato nell'ultimo viaggio. |
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Con la Lazio colleziona 2 presenze in [[Campionato]]. |
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Trasferitosi agli inizi del 2000 ad Albano Laziale era spesso presente alle periodiche riunioni conviviali di vecchie glorie laziali e romaniste. Attaccante fortissimo non ebbe modo di ottenere il successo che meritava. In una stagione, nel campionato "ragazzi", mise a segno 120 reti e addirittura 16 in una sola partita. |
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Versione attuale delle 23:16, 6 apr 2024

Mezzala, nato a Roma il 3 novembre 1925 e deceduto il 13 aprile 2014.
Figlio di uno storico tranviere dell'ATAC del deposito di Porta Maggiore. Inizia nel Torpignattara, passa alla Cecconi e poi viene notato dai dirigenti biancocelesti che lo portano alla Lazio insieme a Renato Spurio ed inserito nella squadra federale Ragazzi. Il calcio a Roma è condizionato dagli eventi bellici ed Ennio alterna lo sport con lo studio riuscendo a diplomarsi a pieni voti in computisteria. Durante il conflitto gioca nell'Ala Littoria e nel 1944/45 nel Torpignattara. Al termine della guerra trova lavoro alla Croce Rossa e contemporaneamente gioca nella Lazio. Nel 1947 diviene impiegato dell'Italcasse del presidente Costantino Tessarolo e passa a giocare in serie C nel Latina (1948/49, 1949/50 e 1950/51). Nel 1952 gioca nell'Artiglio in quarta serie, la stagione successiva con la Sanlart. Divenuto alto dirigente dell'Italcasse seguita a giocare per passione nei tornei interbancari. Disputa una stagione da titolare in maglia biancoceleste nel 1945/46. Soprannominato "cagnetta" per il suo roteare le gambe in maniera frenetica durante la corsa. Con la Lazio colleziona 2 presenze in Campionato. Trasferitosi agli inizi del 2000 ad Albano Laziale era spesso presente alle periodiche riunioni conviviali di vecchie glorie laziali e romaniste. Attaccante fortissimo non ebbe modo di ottenere il successo che meritava. In una stagione, nel campionato "ragazzi", mise a segno 120 reti e addirittura 16 in una sola partita. Il giorno del suo funerale sulla bara è stata posta una grande sciarpa biancoceleste che lo ha accompagnato nell'ultimo viaggio.
Nota: Si ringrazia la figlia Patrizia Modesti per la collaborazione.
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Ennio Modesti
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Con il Latina 1948/49 (secondo in piedi da sinistra)
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