Demaría Alejandro (De Maria Alessandro): differenze tra le versioni

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File:DemaríaDedica2.jpg|Una foto con dedica
File:CastelliDedica2.jpg|Insieme a Ratto Castelli
File:SturmerDemariaSalatin.jpg|All'interno dello Stadio con Sturmer e Salatin
Immagine:De_Maria_Alexandro.jpg|Un primo piano di Alejandro Demarìa
Immagine:De_Maria_Alexandro.jpg|Un primo piano di Alejandro Demarìa
File:Corinthiansbrasilazio.jpg|Corinthians 1929 con Del Debbio, Guarisi, Castelli e Demaria
File:Corinthiansbrasilazio.jpg|Corinthians 1929 con Del Debbio, Guarisi, Castelli e Demaria

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Alejandro Demaría

Attaccante, nato a Votorantim (Stato di San Paolo - Brasile) il 19 giugno 1904 e deceduto a Santos il 17 marzo 1968. Soprannominato "Trippa di ferro".

Noto in Brasile anche come Alexandre De Maria e in Italia come Alessandro De Maria. Figlio di João De Maria e Henriqueta Ceresa. Battezzato a Sorocaba (Brasile) nella chiesa di Nossa Senhora da Ponte il 27 agosto 1904. Inizia a giocare con l'Independência di Rio Branco. Passa al Corinthians nel 1928 per costituire una forte coppia d'attacco con Josè Castelli. La prima partita con la sua nuova squadra si tiene il 22 luglio 1928: è l'amichevole contro l'America Rio disputata in occasione dell'inaugurazione dello Stadio Parque São Jorge. La partita si conclude 2-2, Demaría realizza il momentaneo gol del vantaggio dopo appena 29 secondi. Alejandro conquista tre campionati Paulista tra il 1928 e il 1930. Accumula nel frattempo 4 presenze e 3 gol con la Nazionale verdeoro. Durante la stagione 1931 viene acquistato dalla Lazio assieme al compagno Castelli e al terzino Armando Del Debbio. Demaría disputa quattro stagioni in maglia biancoceleste, collezionando 103 presenze e 30 reti in Campionato. Gioca anche due partite con la Nazionale B, condite da tre reti. L'11 marzo 1934, nel derby con la Roma AS, il brasiliano mette a segno la tripletta che permette alla Lazio di pareggiare dopo il vantaggio iniziale dei giallorossi. Nel 1935 torna al Corinthians e chiude la carriera nel 1936. Demaría era alto m. 1,90: troppo per una punta sinistra dell'epoca. Nonostante le ottime qualità mostrate sia in Sudamerica che in Europa, la particolare conformazione fisica faceva di Alejandro un calciatore atipico. La stazza gli provocava qualche imbarazzo, specie nei cambi di direzioni repentini o in acrobazia.



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