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[[Image:Rocchi Tommaso.jpg|thumb|left|150px|Tommaso Rocchi]]
[[Immagine:Vaccaro2.jpg|thumb|left|150px|Il Generale Giorgio Vaccaro]]
[[Image:Rocchi_Napolitano.jpg|thumb|right|150px|Rocchi riceve la Coppa Italia dalle mani del Pres. Napolitano (Foto: Presidenza della Repubblica)]]
[[Immagine:Vaccaro1.jpg|thumb|right|150px|Un'altra foto di Vaccaro]]
[[Image:Rocchi.jpg|thumb|left|150px|Tommaso Rocchi]]
[[File:vacca1.jpg|thumb|right|150px|Il giovane Giorgio Vaccaro quando praticava il ciclismo]]
[[Image:Rocchi Juve.jpg|thumb|left|150px|Nella Juventus]]
[[Immagine:Vaccaro5.jpg|thumb|left|150px|Giorgio Vaccaro in un'altra immagine]]
[[Image:Rocchigol.jpg|thumb|left|150px|L'esultanza di Rocchi dopo una rete]]
[[Immagine:Vaccaro3.jpg|thumb|right|150px|Il Generale in abiti civili]]


► [[Vaccaro Giorgio|Giorgio Vaccaro]]
[[Rocchi Tommaso|Tommaso Rocchi]]


===Biografia===
Attaccante, nato a Venezia il [[19 settembre]] [[1977]].


Giorgio Vaccaro nasce a San Marzanotto d'Asti (AT) il [[12 ottobre]] [[1892]], deceduto a Roma il [[25 settembre]] [[1983]]. Giunto in giovane età a Roma, si può considerare romano a tutti gli effetti. In gioventù pratica diversi sport tra cui il pugilato, la scherma ed il ciclismo con ottimi profitti. Fu anche uno dei fondatori della Sezione Rugby della Lazio.
Fin da bambino si diverte a giocare a pallone per le calli di Venezia, ereditando la passione per il calcio dai fratelli maggiori Matteo e Roberto iscritti in una piccola squadra della città, l'Alvesiana. A sei anni inizia la carriera iscrivendosi anche lui alla scuola calcio dell'Alvesiana, a nove anni è nel Venezia-Mestre e vi rimane fino alla categoria Giovanissimi. La società dell'allora presidente Zamparini gli offre un contratto quadriennale ma è lo stesso direttore sportivo Vulcano Bianchi a proporgli di trasferirsi alla [[Juventus FC|Juventus]] perchè la società torinese aveva intuito le qualità del ragazzo e ne aveva apprezzato la caparbietà e la voglia di migliorarsi. Per un ragazzo di 14 anni come Tommaso sembra l'inizio di un sogno: nelle giovanili della [[Juventus FC|Juve]] vince il [[Campionato]] [[Primavera]] [[1993/94]], nel [[1995/96]] gira, pur senza esordire, nell'orbita della prima squadra allenata da Marcello Lippi ma, nonostante l'interessamento iniziale, la "Vecchia Signora" lo manda a farsi le ossa nelle categorie inferiori.


Rocchi accetta con umiltà il prestito, scegliendo sempre squadre in cui poter giocare con continuità a prescindere dalla categoria. Inizia infatti in C2 con la Pro Patria nel [[1996/97]], giocando 26 partite e segnando 6 goal. L'anno successivo passa alla Fermana, in C1, ma nonostante buone prestazioni in [[Coppa Italia]], non viene preso in seria considerazione e così, dopo due mesi, è lo stesso giocatore a chiedere il trasferimento altrove. Si fa avanti il Saronno di Enrico Preziosi su segnalazione dell'allenatore Giovanni Trainini. Qui diventa titolare inamovibile, con 10 goal segnati in 27 gare ufficiali. L'anno dopo Preziosi rileva il Como, in C1, e porta con sè l'allenatore Trainini ed il giovane Rocchi. Nella squadra lariana trascorre due anni segnando in tutto 20 goal in 62 partite totali. Nel [[2000/01]] si affaccia per la prima volta nella categoria cadetta, tesserandosi con il Treviso.


===Giovane atleta e combattente===
Gioca sempre da titolare, sacrificandosi molto, ma non basta il contributo dei suoi 8 goal per salvare la squadra dalla retrocessione. Grazie a quel [[Campionato|campionato]] si fa apprezzare dall'allenatore dell'Empoli Silvio Baldini che convince la società toscana ad investire sul promettente attaccante per la stagione [[2001/02]]. Il tecnico tuttavia lo utilizza fin da subito in un ruolo non suo, schierandolo da esterno di centrocampo. I risultati sono ugualmente sorprendenti: Rocchi segna 11 goal in 37 partite e la squadra ottiene la promozione in [[Serie A]]. Il [[Campionato|campionato]] [[2002/03]] vede l'inizio della consacrazione del talento veneziano. Pur dovendo rinunciare al ruolo di prima punta per far spazio ad attaccanti già affermati, in due anni mette a segno 17 goal, tra cui una memorabile e significativa tripletta alla stessa [[Juventus FC|Juventus]], doppiamente beffata per non aver creduto in un calciatore del proprio vivaio.


Durante la [[Prima Guerra Mondiale]] parte per il fronte dove ottiene la medaglia d'argento per le azioni compiute in battaglia. Dopo il conflitto aderisce al Partito Nazionale Fascista dove scala diverse gerarchie e ritorna a Roma, dopo alcuni anni di lontanza, nel [[1922]] per rimanerci stavolta stabilmente. Nonostante la carriera militare, il Luogotenente Generale della Milizia Giorgio Vaccaro non dimentica l'amore per lo sport ed in pochi anni ricopre numerose cariche: da consigliere nella Federazione Italiana Scherma a presidente di quella del Rugby. Nel [[1926]] viene nominato consigliere della [[F.I.G.C.]] ed in seguito presidente del C.O.N.I., carica che manterrà fino al [[1939]].
Tuttavia, nonostante le soddisfazioni personali, l'Empoli retrocede e per il giocatore, ormai ventisettenne, sembra arrivata la fine delle ambizioni. L'ultimo giorno del calciomercato, il [[31 agosto]] [[2004]], arriva però la chiamata della Lazio del neo Presidente [[Lotito Claudio|Claudio Lotito]] il quale, salvata la prima squadra della Capitale e con essa l'origine e la gloria del calcio romano dal fallimento, solo in quel giorno acquisterà tutta la rosa di giocatori per iscrivere la società biancoceleste, sotto la guida tecnica dell'ex [[Caso Domenico|Mimmo Caso]], al [[Campionato]] [[2004/05]].


Nel [[1922]] divenne socio della Lazio, polisportiva che incarnava in pieno i suoi ideali di sport ed aveva in [[Bitetti Olindo|Olindo Bitetti]] un amico fraterno. Il [[5 maggio]] [[1933]] succede a Leandro Arpinati alla presidenza della [[F.I.G.C.]] organizzando con successo i [[II Coppa del Mondo - Italia 1934|Campionati del Mondo in Italia]] nel [[1934]]. Nel [[1939]] diviene anche membro del C.I.O.. Praticamente ha in mano tutto lo sport nazionale grazie alla sua competenza ed organizzazione che fanno dell'Italia un Paese all'avanguardia in quegli anni.
Rocchi, affascinato dalla prospettiva di giocare a Roma e incuriosito dall'offerta di [[Lotito Claudio|Lotito]], imprenditore appena affacciatosi sul mondo del calcio, accetta subito un incontro nel pomeriggio. La trattativa non è senz'altro delle più lunghe. Giusto il tempo di presentarsi dal Presidente che, sommerso di telefonini per definire gli altri otto acquisti della giornata, senza troppi preamboli lo liquida così: ''"Ahò tu sei forte, fai gol, sei bravo, vieni da noi hai capito ?"''


===Il rifiuto della fusione===


Nella primavera del [[1927]] il Partito Fascista dà ordine al Federale Foschi di creare una nuova squadra che portasse il nome della Capitale, assorbendo in un'unica società tutte le squadre della città di Roma. Un inquietante telegramma giunse anche alla sede della Lazio, con ''"l'ordine di presentarsi dal Federale Foschi per importanti comunicazioni''".
► [[Rocchi Tommaso|Clicca qui per continuare la lettura]]
[[Bitetti Olindo|Olindo Bitetti]] capì subito il pericolo che stava correndo la Lazio e si recò subito dall'amico Vaccaro per chiedere aiuto e scongiurare la fusione. Vaccaro prese immediatamente sul serio la faccenda capendo che il vero scopo di Italo Foschi era quello di assorbire la Lazio perchè era l'unica ad avere uno stadio degno della [[Serie A|massima serie]]. Consigliò così a [[Bitetti Olindo|Bitetti]] di indire un'assemblea immediata in cui nominare lui stesso Vicepresidente, mentre alla presidenza doveva essere eletto il Generale di Cavalleria [[Varini Ettore|Ettore Varini]].




► [[Vaccaro Giorgio|Clicca qui per continuare la lettura]]


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Versione delle 22:13, 25 set 2013


Il Generale Giorgio Vaccaro
Un'altra foto di Vaccaro
Il giovane Giorgio Vaccaro quando praticava il ciclismo
Giorgio Vaccaro in un'altra immagine
Il Generale in abiti civili

Giorgio Vaccaro

Biografia

Giorgio Vaccaro nasce a San Marzanotto d'Asti (AT) il 12 ottobre 1892, deceduto a Roma il 25 settembre 1983. Giunto in giovane età a Roma, si può considerare romano a tutti gli effetti. In gioventù pratica diversi sport tra cui il pugilato, la scherma ed il ciclismo con ottimi profitti. Fu anche uno dei fondatori della Sezione Rugby della Lazio.


Giovane atleta e combattente

Durante la Prima Guerra Mondiale parte per il fronte dove ottiene la medaglia d'argento per le azioni compiute in battaglia. Dopo il conflitto aderisce al Partito Nazionale Fascista dove scala diverse gerarchie e ritorna a Roma, dopo alcuni anni di lontanza, nel 1922 per rimanerci stavolta stabilmente. Nonostante la carriera militare, il Luogotenente Generale della Milizia Giorgio Vaccaro non dimentica l'amore per lo sport ed in pochi anni ricopre numerose cariche: da consigliere nella Federazione Italiana Scherma a presidente di quella del Rugby. Nel 1926 viene nominato consigliere della F.I.G.C. ed in seguito presidente del C.O.N.I., carica che manterrà fino al 1939.

Nel 1922 divenne socio della Lazio, polisportiva che incarnava in pieno i suoi ideali di sport ed aveva in Olindo Bitetti un amico fraterno. Il 5 maggio 1933 succede a Leandro Arpinati alla presidenza della F.I.G.C. organizzando con successo i Campionati del Mondo in Italia nel 1934. Nel 1939 diviene anche membro del C.I.O.. Praticamente ha in mano tutto lo sport nazionale grazie alla sua competenza ed organizzazione che fanno dell'Italia un Paese all'avanguardia in quegli anni.

Il rifiuto della fusione

Nella primavera del 1927 il Partito Fascista dà ordine al Federale Foschi di creare una nuova squadra che portasse il nome della Capitale, assorbendo in un'unica società tutte le squadre della città di Roma. Un inquietante telegramma giunse anche alla sede della Lazio, con "l'ordine di presentarsi dal Federale Foschi per importanti comunicazioni". Olindo Bitetti capì subito il pericolo che stava correndo la Lazio e si recò subito dall'amico Vaccaro per chiedere aiuto e scongiurare la fusione. Vaccaro prese immediatamente sul serio la faccenda capendo che il vero scopo di Italo Foschi era quello di assorbire la Lazio perchè era l'unica ad avere uno stadio degno della massima serie. Consigliò così a Bitetti di indire un'assemblea immediata in cui nominare lui stesso Vicepresidente, mentre alla presidenza doveva essere eletto il Generale di Cavalleria Ettore Varini.


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