Bitetti Olindo

Da LazioWiki.

Olindo Bitetti negli anni '20
(dal libro "Il nido dell'Aquila" di Emilia Corelli)
Olindo Bitetti

In forma non ufficiale si è sempre ritenuto uno dei fondatori della Lazio, ma non figura come tale in quanto la sua età, 13 anni e 5 mesi, non gli avrebbe consentito di far parte giuridicamente di una società. La sua appartenenza alla Lazio sin dalle origini contrasta con un ritaglio de "La Tribuna" che lo segnala come partecipante non iscritto ad alcuna società ad un Cimento invernale di nuoto tenutosi a Roma il 26 dicembre 1902. Probabilmente la sua iscrizione alla Lazio come socio risale al 1903, anche se ne fu sempre sostenitore sin dalle origini.

Nato a Caserta il 6 maggio 1886 da Emilio Bitetti. Abitava a Roma in Via Gioacchino Belli n. 60. Tradizionalmente, ma probabilmente erroneamente, creduto elemento determinante nella scelta del nome della Società Podistica biancoceleste. Come atleta ha militato con successo nella squadra di pallanuoto biancoceleste, nella sezione podistica e in quella natatoria. In qualità di dirigente e vice-presidente, è stato sempre presente in ogni momento della storia della società con passione e fedeltà uniche. Nel 1908 fu scelto in qualità di Commissario dell'A.P.I. in vista delle Olimpiadi di Londra insieme al consocio Tito Masini.

E' stato il primo Presidente del Comitato Regionale Laziale del calcio all'atto della sua costituzione (1909), l'attuale Comitato Regionale Lazio della Lega Nazionale Dilettanti. Nel 1912, mentre è corrispondente di guerra nei Balcani, è eletto vicepresidente della Sezione sportiva della S.P. Lazio. Durante il 1° conflitto mondiale andò al fronte con il grado di sottotenente e si distinse come pilota di aerei da combattimento, venendo promosso a tenente. Nel 1915 fu per un breve periodo reggente della Società insieme a Gerardo Branca a causa delle cattive condizioni di salute del presidente Giorgio Guglielmi.

"Il leone ruggente", come era soprannominato, ha personalmente risolto problemi di fondamentale importanza per l'esistenza stessa della Lazio. Fu il promotore della creazione del campo sportivo della Rondinella e quindi nel 1920 l'ideatore, insieme a Fortunato Ballerini, del Circolo Canottieri Lazio (la cui casina fluviale fu inaugurata nel 1920) di cui fu il primo Presidente. Fu tra i cinque soci laziali che diedero vita il 23 maggio 1923 alla "Società per l'esercizio del Campo Sportivo Lazio" con l'intento di reperire fondi, tramite azionariato, per la ristrutturazione e la messa in valore del campo della Rondinella. Molto attivo anche a livello di polisportiva, specialmente nelle Sezioni di Nuoto, Pallanuoto e Canottaggio. Grazie al suo impegno riuscì a far affidare dal Governatorato alla Lazio, che la tenne dal 15 marzo 1932 al 1941, la gestione delle piscine dello stadio Nazionale. Fu anche colui che nel 1932 costituì la sezione di atletica leggera. Fu anche Presidente ad interim della sezione Calcio da fine gennaio 1938 all'aprile dello stesso anno in attesa del ritorno di Erberto Vaselli da una missione in A.O.I. E' stato anche Presidente Generale della Società nel 1959 raccogliendo tale eredità da Antonio Cremisini, e va ricordato tra le figure esemplari del mondo biancoceleste e a lui si deve immensa gratitudine.


Padre di tre figli, tutti dediti allo sport e al nuoto in particolare: Marcello deceduto ad Ascoli Piceno a soli sedici anni e al quale fu dedicata la "Coppa Marcello", importante competizione natatoria per giovanissimi, Ivo e Gloria. Muore a Roma il 22 maggio del 1973. E' stato Presidente della F.I.N. (Federazione Italiana Nuoto) dal 1937 al 1940. Il 25 febbraio 1970 il Consiglio Nazionale del C.O.N.I. gli assegna la Stella d'oro al merito sportivo. Giornalista professionista, è stato redattore ed inviato speciale, soprattutto in zone di guerra, per il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport ed inoltre è stato direttore de "Il Popolo Romano" dal 1919 al 1922. Fu anche autore di libri tra cui uno dal titolo evocativo: "Salti, voli e passioni di aquilotti. Avventure fuori nido" edito nel 1918. Alcune volte, da atleta, usava lo pseudonimo Niger per l'iscrizione alle gare.



I migliori podisti della Lazio 1906. Da sinistra Augusto Ricci, Pericle Pagliani, Felice Mariani e Olindo Bitetti davanti la sede dell'Uccelleria a Villa Borghese. Da notare lo stemma non ufficiale bianco con barra diagonale scura che già nel 1905, era stato sostituito ufficialmente con quello dell'aquila poggiata, ad ali raccolte, sullo scudo. Come si nota le maglie erano bianche. Solo Bitetti indossa una maglia da canottiere
In questa foto si riconosce Bitetti, con il numero 23, dopo il Cross Country Nazionale Coppa Challenge Duca di Sparta dell'11 novembre 1908 in cui giunse 6° e contribuì alla vittoria della Lazio





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