Di Pucchio Claudio: differenze tra le versioni

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File:ClaudioDiPucchio.jpg|
File:ClaudioDiPucchio.jpg|Dono di Erasmo Lombardi|
Image:Claudio Di Pucchio.jpg|Di Pucchio con la formazione De Martino della Lazio
Image:Claudio Di Pucchio.jpg|Di Pucchio con la formazione De Martino della Lazio
File:GagDipPro.jpg|Dal Corrier dello Sport del 14 novembre 1967
File:GagDipPro.jpg|Dal Corrier dello Sport del 14 novembre 1967

Versione delle 17:08, 26 mag 2014

Claudio Di Pucchio

Centrocampista, nato a Sora (Fr) il 9 agosto 1944. Inizia la carriera nel Sora, squadra della sua città natale, nel 1963/64. La stagione successiva passa in C all'Avellino, un anno in Irpinia e poi il passaggio al Chieti. Con i neroverdi Teatini si mette particolarmente in luce tanto da meritarsi la convocazione nella nazionale semiprofessionisti ed il successivo acquisto da parte della Lazio. Nel giugno 1966 è subito aggregato al guppo dei titolari con cui parte per il Venezuela per la tournee di fine stagione che prevede la partecipazione al Torneo Simon Bolivar. Nella stagione 1966/67 il giocatore, pur gravitando nell'orbita di Prima Squadra, viene impiegato stabilmente con la formazione De Martino, con cui partecipa al Campionato di categoria. Con la Lazio coinvolta nella lotta retrocessione, l'occasione per l'esordio in serie A si presenta soltanto nell'ultima e decisiva giornata di campionato a Torino sul campo della Juventus. L'allenatore Neri decide infatti di schierarlo titolare assegnadogli la maglia numero 7. La partita si conclude in modo amaro con la sconfitta dei biancocelesti (Juventus-Lazio 2-1) e la conseguente retrocessione in serie B, ma Di Pucchio, si toglie la soddifazione di bagnare l'esordio nella massima serie con un gol realizzato su calcio di rigore. Nel 1967/68, prende parte al ritiro precampionato ma poi, nel mercato di riparazione, viene ceduto in prestito alla Massese. Torna alla Lazio nel 1968/69 e per tutta la stagione rimane relegato tra la riserve senza essere mai impiegato in Prima Squadra. Successivamente viene ceduto alla Sambenedettese dove rimane un anno prima di approdare a quell'Alessandria che in quegli anni è diventata destinazione di gran parte delle promesse del vivaio della Lazio. Due anni con i grigi alessandrini a cui fanno seguito una stagione alla Massese e una alla Salernitana. Appesi gli scarpini al chiodo, intraprende la carriera di allenatore, guidando varie formazioni del centro Italia: Isernia, Isola di Liri, Formia, Avezzano, Frosinone e Sora.