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[[Immagine:Van De Kerkhof.jpg|thumb|left|200px|Renè Van de Kerkhof]]

==<font color=green> '''16 settembre''' </font>==

Attaccante, nato a Helmond (Olanda) il [[16 settembre]] [[1951]]. Nome completo: Reinier Lambertus.

Nazionale olandese (insieme al fratello gemello Willy), due volte vicecampione del mondo nel [[1974]] e [[1978]], fu acquistato nell'estate [[1980]] dal direttore generale della Lazio [[Moggi Luciano|Luciano Moggi]] di concerto con il presidente [[Lenzini Umberto|Umberto Lenzini]] smanioso di rilanciare la Lazio dopo lo scandalo del [[Calcioscommesse 1980|Calcioscommesse]]. ► [[Van de Kerkhof Renè|Clicca qui per continuare la lettura]]

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[[image:Fausto Coppi.jpg|thumb|left|200px|Fausto Coppi nel 1949]]
[[image:Fausto Coppi.jpg|thumb|left|200px|Fausto Coppi nel 1949]]


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Ha iniziato la sua carriera nell'Olimpia Treviso nel [[1924/25]] dove giocò nelle squadre giovanili prima di passare al [[Treviso]], in [[serie C]], nel [[1926/27]] e dove restò due stagioni, giocando complessivamente 21 partite e segnando 10 reti. Nel [[1928/29]] venne acquistato dall'[[Internazionale FC|Ambrosiana Inter]], nata proprio in quell'anno dalla fusione dell'[[U.S. Milanese]] (che l'aveva comprato insieme al suo concittadino e coetaneo Visentin) e l'[[Inter|Internazionale]]. L'allenatore Viola da mezz'ala lo trasformò in centro mediano con ottimi risultati. Con la compagine nerazzurra disputò sei stagioni sommando 128 gare, 14 reti e conquistando lo [[scudetto]] nel [[1930]]. Nel [[1934/35]] passò alla Lazio e vi restò quattro stagioni per un totale di 114 gare e 1 rete. Nel [[1938/39]] giocò nel [[Livorno]] 27 gare per poi passare alla [[Juventus]] dove disputò 5 partite. L'anno successivo si trasferì a Siracusa in [[serie C]] senza disputare nessuna gara e concluse la carriera nella [[Lucchese]], in [[serie B]], in cui gioco 7 partite e segnò una rete. Nella sua carriera di calciatore giocò in Nazionale B una partita contro il Lussemburgo a Genova (8-1). Mentre stava terminando la carriera di calciatore, il Segretario Generale della Federazione Calcio Barassi gli consigliò di divenire allenatore e fu egli stesso a concedergli la tessera e a scrivere una lettera a tutte le società. ► [[Viani (I) Giuseppe Ferruccio|Clicca qui per continuare la lettura]]
Ha iniziato la sua carriera nell'Olimpia Treviso nel [[1924/25]] dove giocò nelle squadre giovanili prima di passare al [[Treviso]], in [[serie C]], nel [[1926/27]] e dove restò due stagioni, giocando complessivamente 21 partite e segnando 10 reti. Nel [[1928/29]] venne acquistato dall'[[Internazionale FC|Ambrosiana Inter]], nata proprio in quell'anno dalla fusione dell'[[U.S. Milanese]] (che l'aveva comprato insieme al suo concittadino e coetaneo Visentin) e l'[[Inter|Internazionale]]. L'allenatore Viola da mezz'ala lo trasformò in centro mediano con ottimi risultati. Con la compagine nerazzurra disputò sei stagioni sommando 128 gare, 14 reti e conquistando lo [[scudetto]] nel [[1930]]. Nel [[1934/35]] passò alla Lazio e vi restò quattro stagioni per un totale di 114 gare e 1 rete. Nel [[1938/39]] giocò nel [[Livorno]] 27 gare per poi passare alla [[Juventus]] dove disputò 5 partite. L'anno successivo si trasferì a Siracusa in [[serie C]] senza disputare nessuna gara e concluse la carriera nella [[Lucchese]], in [[serie B]], in cui gioco 7 partite e segnò una rete. Nella sua carriera di calciatore giocò in Nazionale B una partita contro il Lussemburgo a Genova (8-1). Mentre stava terminando la carriera di calciatore, il Segretario Generale della Federazione Calcio Barassi gli consigliò di divenire allenatore e fu egli stesso a concedergli la tessera e a scrivere una lettera a tutte le società. ► [[Viani (I) Giuseppe Ferruccio|Clicca qui per continuare la lettura]]

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[[Image:Galileo_Massa1.JPG|200px|left|thumb|Galileo Massa]]

==<font color=green> '''11 settembre''' </font>==

===Galileo Massa===

Socio fondatore.

Dedito soprattutto al nuoto e alla water polo fu iscritto alla Rari Nantes, fondata il [[7 settembre]] [[1891]]. Ebbe la tessera n. 2 di socio anche della Rari Nantes di Ostia. Fu, oltre che atleta, organizzatore e giudice di gare natatorie e frequentatore assiduo delle rive del Tevere. Fu anche ottimo sciatore. Nato a Roma, in Via della Polveriera nei pressi del Colosseo, l'[[11 settembre]] [[1882]], figlio di Antonio, nato a Roma nel 1847, e Maria Cremmini. Deceduto a Nemi (RM) il [[29 maggio]] [[1972]]. Statura m. 1,80, torace cm 86, occhi grigi. Scultore o, più propriamente, fonditore artistico. Purtroppo era aduso a non firmare le opere eseguite e ciò rende complessa una esauriente ricerca in merito alla sua produzione artistica. Era sposato con [[Tobia Anna |Anna Tobia]] dalla quale ebbe due figli Massimiliano ed Ermanno. Entrambi intrapresero il mestiere paterno e divennero noti medaglisti e fonditori. Con la famiglia visse in Via F. de Calboli n. 60 al Quartiere Prati. Galileo ebbe il numero d'estrazione 4155/1153 alla leva militare e fu aggregato al 1° Reggimento di Artiglieria di Campagna nella 1^ Batteria. ► [[Massa Galileo|Clicca qui per continuare la lettura]]

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[[Image:Miceli_Angelo.jpg|thumb|left|200px|Angelo Miceli]]

===Angelo Miceli===

Presidente. Nato a Palermo il [[25 luglio]] [[1910]]; scomparso a Grottaferrata (Rm) l'[[11 settembre]] [[1974]].

Il cav. Miceli si affacciò sul panorama sportivo romano alla fine degli anni [[1950|'50]], quando divenne presidente della [[Romulea]].

Abbastanza noto come costruttore, entrò nella Lazio come consigliere nell'assemblea del [[28 luglio]] [[1959]] che vide la nomina di [[Ercoli Andrea|Andrea Ercoli]] come reggente al posto di [[Siliato Leonardo|Leonardo Siliato]] che aveva chiesto un periodo di riposo per motivi di salute. [[Ercoli Andrea|Ercoli]], lazialissimo uomo del passato, legato a una desueta idea del calcio, lasciò presto l'incarico che fu affidato al redivivo [[Tessarolo Costantino|Costantino Tessarolo]] che non riuscì però a trovare le risorse per superare la grave crisi finanziaria in cui la Lazio era precipitata dopo la morte di [[Zenobi Remo|Remo Zenobi]]. Il [[21 luglio]] [[1962]] [[Giovannini Massimo|Massimo Giovannini]], nominato commissario dalla Lega, venne affiancato da Miceli che si stava rivelando come dirigente provvisto di capacità economiche discrete. Il [[27 settembre]], in congresso, fece irruzione un nuovo personaggio, [[Brivio Ernesto|Ernesto Brivio]], dai contorni misteriosi e inquietanti che riuscì a formare, su basi economiche solo presunte, un comitato di cui facevano parte anche [[Giovannini Massimo|Giovannini]] e Miceli con le funzioni di vicepresidenti. Mentre la squadra si apprestava a tornare in [[serie A]], anche grazie all'abilità di [[Lorenzo Juan Carlos|Juan Carlos Lorenzo]], improvvisamente [[Brivio Ernesto|Brivio]] scomparve misteriosamente e quindi il [[21 febbraio]] [[1963]] fu necessario ripristinare il consolato tra [[Giovannini Massimo|Giovannini]] e Miceli. ► [[Miceli Angelo|Clicca qui per continuare la lettura]]

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[[Immagine:Casoni_Gian_Chiaron.jpg|thumb|left|200px|Gian Chiarion Casoni]]

===Gian Chiarion Casoni===

Presidente, nato a Venezia l'[[11 settembre]] [[1932]], deceduto a Roma il [[30 gennaio]] [[2007]].

Figlio del noto dirigente laziale [[Casoni Chiarion Giorgio|Giorgio Chiarion Casoni]] e sempre vissuto a contatto della squadra, all'età di 33 anni fu nominato Commissario Straordinario e gestì con saggezza ed efficacia la ribellione dei giocatori del [[1965]] ideando una pratica, tuttora utilizzata, di dilazionamento dei contratti e degli stipendi. Fu lui che affidò la società ad [[Lenzini Umberto|Umberto Lenzini]], ponendo così fine ad una lunghissima crisi economica iniziata dopo la morte di [[Zenobi Remo|Remo Zenobi]] nel [[1953]]. Subito fu nominato Presidente generale e per molti anni rimase in Società sempre con prestigiosi incarichi dirigenziali. Abile amministratore, fu lui che nel [[1969]] firmò i contratti di acquisto di [[Chinaglia Giorgio|Giorgio Chinaglia]] e [[Wilson Giuseppe|Giuseppe Wilson]], sottraendo questi due campioni alle mire di grandi e potenti squadre del nord. Divenne di nuovo Presidente della Sezione Calcio il [[23 luglio]] [[1981]] quando, formando una finanziaria, prese la Società dalle mani di [[Lenzini Aldo|Aldo Lenzini]] e riportò la squadra in [[Serie A]] dopo la retrocessione tra i [[Serie B|cadetti]] decisa dalla giustizia sportiva in seguito al [[Calcioscommesse 1980|calcio scommesse]] del [[1980]]. Nel [[1983]] ebbe il torto di credere alle possibilità economiche di [[Chinaglia Giorgio|Giorgio Chinaglia]] e, considerato anche l'entusiasmo che l'ex centravanti aveva destato presso la tifoseria, gli cedette la Società. ► [[Casoni Chiarion Gian|Clicca qui per continuare la lettura]]

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[[Image:Stankovic.jpg|thumb|left|200px|Dejan Stankovic]]

===Dejan Stankovic===

Centrocampista, nato a Belgrado (Serbia) l'[[11 settembre]] [[1978]].

Viene acquistato nel [[1998]] dalla Crvena Zvezda ([[Stella Rossa]]) di Belgrado. Il suo trasferimento ha luogo per la somma di 24 miliardi di lire. Al suo debutto in [[Serie A]] nel settembre [[1998]] si presenta subito ai tifosi [[Domenica 13 settembre 1998 - Piacenza, stadio Leonardo Garilli - Piacenza-Lazio 1-1|con un gol]] contro il [[Piacenza]]. Con la Lazio, infatti, dimostra di avere una buona confidenza sotto porta e soprattutto si dimostra capace di segnare reti notevoli con tiri dalla lunga distanza. A Roma Stanković, a livello nazionale, vince nel [[2000]] lo [[scudetto]], la [[Coppa Italia]] e due [[Supercoppa Italiana|Supercoppe italiane]], una sempre nel [[2000]] mentre un'altra nel [[1998]]; a livello internazionale una [[Coppa delle Coppe]] e una [[Supercoppa Europea]], entrambe nel [[1999]]. Disputa 6 stagioni in maglia biancoceleste prima di passare all'[[Inter]] nel gennaio del [[2004]]. Con la Lazio colleziona 137 presenze e 22 reti in [[Campionato]].

L'allora direttore generale della [[Juventus]] [[Moggi Luciano|Moggi]], sostenne che aveva già firmato un contratto con in bianconeri, non depositato in Lega (peraltro in tempi non consentiti). Minacciò di denunciare il giocatore ai tribunali federali. Entrambi avrebbero rischiato una lunga squalifica. Alla fine il dg rinunciò alla querela e Stankovic passò alla corte di [[Mancini Roberto|Mancini]]. Nel febbraio [[2004]] Stanković gioca la prima partita con la nuova casacca, contro il [[Siena]] e nella sua prima stagione, con 14 partite e 4 goal ha contribuito alla qualificazione in [[Champions League|UEFA Champions League]]. Nella stagione [[2006/07]] esplode nel ruolo di trequartista. Alla fine del campionato [[2007/08]], con l'esonero di [[Mancini Roberto|Roberto Mancini]] e l'arrivo di José Mourinho, sembra che le strade di Stanković e quelle del club di Moratti sembrano dividersi e il serbo viene accostato di nuovo alla [[Juventus]]. Stankovic rimarrà invece ancora nell'[[Inter]] diventando una pedina imprescindibile nel modulo di Mourinho. ► [[Stankovic Dejan|Clicca qui per continuare la lettura]]


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Versione delle 12:09, 16 set 2014

Renè Van de Kerkhof

16 settembre

Attaccante, nato a Helmond (Olanda) il 16 settembre 1951. Nome completo: Reinier Lambertus.

Nazionale olandese (insieme al fratello gemello Willy), due volte vicecampione del mondo nel 1974 e 1978, fu acquistato nell'estate 1980 dal direttore generale della Lazio Luciano Moggi di concerto con il presidente Umberto Lenzini smanioso di rilanciare la Lazio dopo lo scandalo del Calcioscommesse. ► Clicca qui per continuare la lettura



Fausto Coppi nel 1949

15 settembre

Fausto Coppi

Il "Campionissimo", nato a Castellania (AL) il 15 settembre 1919 e deceduto a Tortona, probabilmente per malaria, il 2 gennaio 1960.

La vicenda che portò Coppi a tesserarsi per la S.S. Lazio Ciclismo prese il via nei primi giorni del 1945. Fausto, prigioniero di guerra in un campo inglese a Caserta, s'incontra il 9 gennaio con un gruppetto di persone provenienti da Roma, guidato dal giornalista del Corriere dello Sport Osvaldo Ferrari. Con il cronista vi sono anche Pietro Chiappini, un veterano delle corse, suo vecchio grande amico, e compagno di squadra alla Legnano e il costruttore di biciclette Edmondo Nulli che possiede un affermato negozio in via La Spezia. Fausto rivela che in due anni passati in guerra sul fronte africano, quasi completamente trascorsi in prigionia, non ha mai messo i piedi sui pedali di una bicicletta. Solo da pochi giorni utilizza una vecchia Legnano che uno sportivo di Somma Vesuviana, Giuseppe D'Avino, gli ha messo a disposizione a seguito di un suo appello pubblicato su un giornale. La bici però ha un telaio da 56 centimetri e a lui occorre una più grande, da 60, per potersi allenare nel miglior modo possibile. Nel campo britannico, il campione (vincitore del Giro nel 1940 e detentore del record mondiale dell'ora) gode di una naturale, immensa popolarità tra i suoi compagni e notato questo il Tenente Towel, che lo comanda, gli ha promesso qualche licenza per potersi allenare. ► Clicca qui per continuare la lettura



Giuseppe Viani

13 settembre

Giuseppe "Gipo" Viani

Giuseppe Ferruccio Viani, detto Gipo, è nato a Treviso il 13 settembre 1909 ed è morto a Ferrara il 6 gennaio 1969.

Ha iniziato la sua carriera nell'Olimpia Treviso nel 1924/25 dove giocò nelle squadre giovanili prima di passare al Treviso, in serie C, nel 1926/27 e dove restò due stagioni, giocando complessivamente 21 partite e segnando 10 reti. Nel 1928/29 venne acquistato dall'Ambrosiana Inter, nata proprio in quell'anno dalla fusione dell'U.S. Milanese (che l'aveva comprato insieme al suo concittadino e coetaneo Visentin) e l'Internazionale. L'allenatore Viola da mezz'ala lo trasformò in centro mediano con ottimi risultati. Con la compagine nerazzurra disputò sei stagioni sommando 128 gare, 14 reti e conquistando lo scudetto nel 1930. Nel 1934/35 passò alla Lazio e vi restò quattro stagioni per un totale di 114 gare e 1 rete. Nel 1938/39 giocò nel Livorno 27 gare per poi passare alla Juventus dove disputò 5 partite. L'anno successivo si trasferì a Siracusa in serie C senza disputare nessuna gara e concluse la carriera nella Lucchese, in serie B, in cui gioco 7 partite e segnò una rete. Nella sua carriera di calciatore giocò in Nazionale B una partita contro il Lussemburgo a Genova (8-1). Mentre stava terminando la carriera di calciatore, il Segretario Generale della Federazione Calcio Barassi gli consigliò di divenire allenatore e fu egli stesso a concedergli la tessera e a scrivere una lettera a tutte le società. ► Clicca qui per continuare la lettura



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