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Attaccante, nato a Carcare (SV) il [[26 ottobre]] [[1904]] e deceduto a Savona il [[30 giugno]] [[1968]].
Attaccante, nato a Carcare (SV) il [[26 ottobre]] [[1904]] e deceduto a Savona il [[30 giugno]] [[1968]].


Soprannominato "Sfondareti" per il suo tiro potentissimo, arrivò alla Lazio nel [[1934]] al culmine di una carriera luminosa. Rimase in biancoceleste per due stagioni e giocò 50 gare segnando 9 reti tra [[campionato]] e coppe italiane, dopo aver militato nelle giovanili del Vado dal [[1921]] al [[1924]], nel [[Verona]] nella stagione [[1924/25]], nel [[Genoa]] dove restò per 7 [[Campionato|campionati]] dal [[1925]] al [[1932]] e segnò 27 reti e nell'[[Internazionale FC|Inter]] dove giocò per due stagioni dal [[1932]] al [[1934]], segnando 25 reti. Dopo la Lazio andò al Savona per tre stagioni e chiuse la carriera nella [[Cavese]] nel [[1941/42]], dopo essere stato fermo per due anni. Intrapresa la carriera di allenatore guidò il [[Savona]], il [[Messina]], il [[Lecce]] e, fino alla scomparsa, la Nolese. Nel [[1956]] fu il secondo di [[Bernardini Fulvio|Bernardini]] nella [[Fiorentina]] che vinse lo [[scudetto]]. In Nazionale giocò 28 partite e segnò 11 reti. Con la Nazionale Olimpica vinse la Medaglia di bronzo nelle Oimpiadi del [[1928]]. Il Quartetto Cetra lo citò nel testo della canzone "Che centrattacco" .
Soprannominato "Sfondareti" per il suo tiro potentissimo, arrivò alla Lazio nel [[1934]] al culmine di una carriera luminosa. Rimase in biancoceleste per due stagioni e giocò 50 gare segnando 9 reti tra [[campionato]] e coppe italiane, dopo aver militato nelle giovanili del Vado dal [[1921]] al [[1924]], nel [[Verona]] nella stagione [[1924/25]], nel [[Genoa]] dove restò per 7 [[Campionato|campionati]] dal [[1925]] al [[1932]] e segnò 27 reti e nell'[[Internazionale FC|Inter]] dove giocò per due stagioni dal [[1932]] al [[1934]], segnando 25 reti. Dopo la Lazio andò al [[Savona]] per tre stagioni e chiuse la carriera nella [[Cavese]] nel [[1941/42]], dopo essere stato fermo per due anni. Intrapresa la carriera di allenatore guidò il [[Savona]], il [[Messina]], il [[Lecce]] e, fino alla scomparsa, la Nolese. Nel [[1956]] fu il secondo di [[Bernardini Fulvio|Bernardini]] nella [[Fiorentina]] che vinse lo [[scudetto]]. In Nazionale giocò 28 partite e segnò 11 reti. Con la Nazionale Olimpica vinse la Medaglia di bronzo nelle Olimpiadi del [[1928]]. Il Quartetto Cetra lo citò nel testo della canzone "Che centrattacco" .


Le sue spoglie riposano nel cimitero di Vado Ligure (SV).
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Versione delle 16:20, 11 lug 2021

Felice Levratto
Da "Stadio: la notizia della morte di Felice Levratto
Una pubblicazione su Felice Virgilio Levratto su un giornale d'epoca

Attaccante, nato a Carcare (SV) il 26 ottobre 1904 e deceduto a Savona il 30 giugno 1968.

Soprannominato "Sfondareti" per il suo tiro potentissimo, arrivò alla Lazio nel 1934 al culmine di una carriera luminosa. Rimase in biancoceleste per due stagioni e giocò 50 gare segnando 9 reti tra campionato e coppe italiane, dopo aver militato nelle giovanili del Vado dal 1921 al 1924, nel Verona nella stagione 1924/25, nel Genoa dove restò per 7 campionati dal 1925 al 1932 e segnò 27 reti e nell'Inter dove giocò per due stagioni dal 1932 al 1934, segnando 25 reti. Dopo la Lazio andò al Savona per tre stagioni e chiuse la carriera nella Cavese nel 1941/42, dopo essere stato fermo per due anni. Intrapresa la carriera di allenatore guidò il Savona, il Messina, il Lecce e, fino alla scomparsa, la Nolese. Nel 1956 fu il secondo di Bernardini nella Fiorentina che vinse lo scudetto. In Nazionale giocò 28 partite e segnò 11 reti. Con la Nazionale Olimpica vinse la Medaglia di bronzo nelle Olimpiadi del 1928. Il Quartetto Cetra lo citò nel testo della canzone "Che centrattacco" .

Le sue spoglie riposano nel cimitero di Vado Ligure (SV).





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