Sclavi Ezio: differenze tra le versioni

Da LazioWiki.

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 1: Riga 1:
[[Immagine:Sclavi.jpg]]
[[Immagine:Sclavi.jpg]]

Ezio Sclavi, portiere, nacque a Stradellina (PV) il 23 Marzo 1903 e morì ad Arma di Taggia (IM) il 31 Agosto 1968. La vicenda sportiva di Ezio Sclavi è indissolubilmente legata ad un giorno, il 22 Luglio 1923, in cui egli non faceva ancora il calciatore, ma che fu importante per la Lazio e, di riflesso, per Ezio. Alla Rondinella si svolse la partita di ritorno tra i Capitolini e il Genoa che deciderà le sorti del campionato. Il Genoa, vincitore del girone nord, incontrò la Lazio, vincitrice del girone centro-sud, dopo che la partita di andata aveva visto trionfare i rossoblù per 4-1. La partita di ritorno alla Rondinella fu quasi una formalità per i campioni liguri, che si imposerò per 2-0 conquistando il loro ottavo titolo, ma diede modo di far comprendere a tutti che il gioco del calcio aveva raggiunto larghi strati della popolazione e gli stadi non bastavano più per contenere la folla di appassionati che delirava per vedere un incontro come quello della Rondinella e soprattutto si capì che l'epoca del dilettantismo puro era finita e che, quindi, bisognava impostare le società di calcio su precisi modelli economici. Lontani i tempi in cui Luigi Bigiarelli aveva scelto i colori biancocelesti in onore dell'ideale olimpico piu genuino. Proprio quel giorno la Lazio indossò una maglia con l'azzurro intenso al posto del celeste come se la variazione cromatica, inconsciamente scelta, segnasse il discrimine tra il periodo pionieristico e le disincantate prospettive del nuovo modo di intendere il calcio. Dopo quella partita la Lazio vide andarsene alcuni fondamentali giocatori che approdarono nei grandi club del nord che potevano garantire loro stipendi e ricompense. Nella Lazio il Presidente era Ballerini, uomo all'antica che inorridiva solo al pensiero di una commistione tra denaro e sport, mentre uno dei principali dirigenti era Bitetti, uomo di più moderne vedute, che desiderava trattenere nella Lazio i giocatori Faccani, Ragazzoni e il portiere Agazzani che volevano andare a percepire un ingaggio in altre società. Il più potente, Ballerini, la ebbe vinta e i tre campioni si accasarono altrove. L'"idea" era salva ma la Lazio si trovò priva dei giocatori più forti. E a questo punto che entrò in ballo il destino. Alla Farnesina si riunivano tutti i giorni i soldati di leva che nella vita civile si dedicavano alle varie attività sportive. Tra loro c'era un certo Ezio Sclavi che praticava il salto con l'asta e la corsa piana con ottimi risultati. Fisico eccezionale su cui era impostato un volto sghembo, irregolare e così marcato da sembrare un nodo di ulivo. Il ragazzo si accorse che i commilitoni che praticavano il calcio godevano di un numero maggiore di uscite e poichè non amava la vita di caserma, decise di fare il giro delle società calcistiche romane per chiedere di essere provato come portiere. L'esperienza pregressa nel ruolo l'aveva avuta nella squadra del suo paese ma con risultati così disastrosi da essere cacciato dalla squadra. Le risposte delle società interpellate furono tutte negative. Quel 22 Luglio Sclavi fu inviato alla Rondinella con il suo reparto per montare delle tribunette supplementari atte a contenere il gran numero di spettatori previsti. Finito il lavoro Ezio ne approfittò per reiterare la richiesta di effettuare un provino anche ad un dirigente laziale presente allo stadio. La risposta fu ancora negativa. La sera, come spesso accadeva, Sclavi si recava nel chiosco caffè di Piazzale Flaminio per passare le ore di libera uscita insieme ad alcuni commilitoni. Decisero così di iscriversi ad un torneo di calcio amatoriale che si stava organizzando a Roma e cominciarono a incontrarsi con le altre squadre. In una di queste partite erano presenti alcuni soci della Lazio che furono molto colpiti dalle doti fisiche e dall'agilità di Ezio Sclavi. In breve fu tesserato per la Lazio e cominciò ad allenarsi con i celebrati giocatori biancocelesti. Con sua grande sorpresa gli fu detto che avrebbe esordito titolare in porta nella prima giornata del campionato 1923/24 contro la temibile Fortitudo. Iniziò così la carriera del più leggendario, eroico, forte, appassionato giocatore che abbia mai indossato la casacca biancoceleste. Il portiere laziale disputò un campionato con un rendimento che andò oltre le più ottimistiche previsioni. Nel 1925 tre giocatori biancocelesti, Sclavi, Voiak e Cattaneo, che svolgevano il servizio militare a Roma, furono congedati. Tutti e tre volevano restare alla Lazio ma la linea di Ballerini, come già detto volta al dilettantismo più radicale, non prevedeva nessun riconoscimento economico e quindi i tre calciatori furono costretti a tornare al nord dove avrebbero potuto guadagnare qualcosa con il gioco del calcio.





Versione delle 19:29, 12 dic 2007

Ezio Sclavi, portiere, nacque a Stradellina (PV) il 23 Marzo 1903 e morì ad Arma di Taggia (IM) il 31 Agosto 1968. La vicenda sportiva di Ezio Sclavi è indissolubilmente legata ad un giorno, il 22 Luglio 1923, in cui egli non faceva ancora il calciatore, ma che fu importante per la Lazio e, di riflesso, per Ezio. Alla Rondinella si svolse la partita di ritorno tra i Capitolini e il Genoa che deciderà le sorti del campionato. Il Genoa, vincitore del girone nord, incontrò la Lazio, vincitrice del girone centro-sud, dopo che la partita di andata aveva visto trionfare i rossoblù per 4-1. La partita di ritorno alla Rondinella fu quasi una formalità per i campioni liguri, che si imposerò per 2-0 conquistando il loro ottavo titolo, ma diede modo di far comprendere a tutti che il gioco del calcio aveva raggiunto larghi strati della popolazione e gli stadi non bastavano più per contenere la folla di appassionati che delirava per vedere un incontro come quello della Rondinella e soprattutto si capì che l'epoca del dilettantismo puro era finita e che, quindi, bisognava impostare le società di calcio su precisi modelli economici. Lontani i tempi in cui Luigi Bigiarelli aveva scelto i colori biancocelesti in onore dell'ideale olimpico piu genuino. Proprio quel giorno la Lazio indossò una maglia con l'azzurro intenso al posto del celeste come se la variazione cromatica, inconsciamente scelta, segnasse il discrimine tra il periodo pionieristico e le disincantate prospettive del nuovo modo di intendere il calcio. Dopo quella partita la Lazio vide andarsene alcuni fondamentali giocatori che approdarono nei grandi club del nord che potevano garantire loro stipendi e ricompense. Nella Lazio il Presidente era Ballerini, uomo all'antica che inorridiva solo al pensiero di una commistione tra denaro e sport, mentre uno dei principali dirigenti era Bitetti, uomo di più moderne vedute, che desiderava trattenere nella Lazio i giocatori Faccani, Ragazzoni e il portiere Agazzani che volevano andare a percepire un ingaggio in altre società. Il più potente, Ballerini, la ebbe vinta e i tre campioni si accasarono altrove. L'"idea" era salva ma la Lazio si trovò priva dei giocatori più forti. E a questo punto che entrò in ballo il destino. Alla Farnesina si riunivano tutti i giorni i soldati di leva che nella vita civile si dedicavano alle varie attività sportive. Tra loro c'era un certo Ezio Sclavi che praticava il salto con l'asta e la corsa piana con ottimi risultati. Fisico eccezionale su cui era impostato un volto sghembo, irregolare e così marcato da sembrare un nodo di ulivo. Il ragazzo si accorse che i commilitoni che praticavano il calcio godevano di un numero maggiore di uscite e poichè non amava la vita di caserma, decise di fare il giro delle società calcistiche romane per chiedere di essere provato come portiere. L'esperienza pregressa nel ruolo l'aveva avuta nella squadra del suo paese ma con risultati così disastrosi da essere cacciato dalla squadra. Le risposte delle società interpellate furono tutte negative. Quel 22 Luglio Sclavi fu inviato alla Rondinella con il suo reparto per montare delle tribunette supplementari atte a contenere il gran numero di spettatori previsti. Finito il lavoro Ezio ne approfittò per reiterare la richiesta di effettuare un provino anche ad un dirigente laziale presente allo stadio. La risposta fu ancora negativa. La sera, come spesso accadeva, Sclavi si recava nel chiosco caffè di Piazzale Flaminio per passare le ore di libera uscita insieme ad alcuni commilitoni. Decisero così di iscriversi ad un torneo di calcio amatoriale che si stava organizzando a Roma e cominciarono a incontrarsi con le altre squadre. In una di queste partite erano presenti alcuni soci della Lazio che furono molto colpiti dalle doti fisiche e dall'agilità di Ezio Sclavi. In breve fu tesserato per la Lazio e cominciò ad allenarsi con i celebrati giocatori biancocelesti. Con sua grande sorpresa gli fu detto che avrebbe esordito titolare in porta nella prima giornata del campionato 1923/24 contro la temibile Fortitudo. Iniziò così la carriera del più leggendario, eroico, forte, appassionato giocatore che abbia mai indossato la casacca biancoceleste. Il portiere laziale disputò un campionato con un rendimento che andò oltre le più ottimistiche previsioni. Nel 1925 tre giocatori biancocelesti, Sclavi, Voiak e Cattaneo, che svolgevano il servizio militare a Roma, furono congedati. Tutti e tre volevano restare alla Lazio ma la linea di Ballerini, come già detto volta al dilettantismo più radicale, non prevedeva nessun riconoscimento economico e quindi i tre calciatori furono costretti a tornare al nord dove avrebbero potuto guadagnare qualcosa con il gioco del calcio.