L'indagine federale su Cesena Lazio 1975/76: differenze tra le versioni
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Versione delle 16:00, 6 feb 2009



Il 18 aprile 1976 la Lazio, invischiata terribilmente nella lotta per non retrocedere, gioca una delicata gara a Cesena, contro i romagnoli sorprendentemente in lotta per un posto in Coppa UEFA. Prima della gara, alcuni dirigenti biancazzurri risolvevano alcune pendenze finanziarie con gli ex giocatori Mario Frustalupi e Giancarlo Oddi che vantavano crediti dalla Lazio.
Inoltre, durante la gara di andata, alcuni facinorosi tifosi biancocelesti avevano pesantemente danneggiato la macchina del portiere Lamberto Boranga (inviso alla tifoseria laziale dopo i fatti accaduti nel 1971) e, per questo, la Società biancoceleste aveva concordato di dare al portiere romagnolo 300.000 lire di cauzione, cosa che fece poco prima dell'incontro. L'incontro terminò con un pareggio a reti bianche, dopo una gara dove i romagnoli provarono a vincere, con la Lazio chiusa in difesa a difendere il punto.
L'Ascoli Calcio, squadra in lotta contro i biancazzurri per non retrocedere, venne a sapere del fatto e lo prese a pretesto per accusare la Lazio di illecito sportivo e ottenere così il ripescaggio in Serie A. Si attivò subito l'ufficio inchieste che interrogò i dirigenti biancazzurri che ammisero tranquillamente l'accaduto, così come i giocatori coinvolti. Tutti spiegarono, e dimostrarono, che i soldi versati erano dovuti a crediti e al danneggiamento dell'automobile. Fortunatamente la procura credette nella buona fede dei dirigenti laziali, e il 10 giugno derubricò la faccenda, squalificando per un anno Roberto Lovati, ma senza danni per la squadra.
In seguito, anche la Caf ribadiva, a fine Luglio, la sentenza ponendo fine alla storia, e piegando la fiera opposizione dell'Ascoli Calcio supportata da un giornalista milanese che aveva scritto parole di fuoco contro la Lazio.
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dalla Gazzetta del 13/6/76 La deposizione di Boranga
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dalla Gazzetta dello sport, del 13/6/76 le attese di Ascoli