Gualtieri Salvador (Salvatore): differenze tra le versioni
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Essendo arrivato alla Lazio allo scoppio della [[Prima Guerra Mondiale]] decise di rimanere in Italia nonostante quasi tutti i suoi connazionali avessero deciso di tornare in patria. Salvatore ebbe la soddisfazione di conquistare il Campionato Romano del [[1943/44]] e nel dopoguerra fu anche capitano della squadra. "Sellerone", questo il soprannome che gli era stato dato dai tifosi a motivo della sua altezza (m. 1,85), eccelse anche nel gioco di testa. Finita la sua carriera nel 1949, rimase alla Lazio come secondo di [[Sperone Mario|Sperone]] nella stagione [[1949/50]]. All'inizio del campionato, nel mese di ottobre, ricevette una proposta del Vicenza per tornare a giocare e Salvatore accettò. Con i veneti disputò 36 gare e segnò 6 reti. L'anno seguente vestì la maglia dell'Anconitana ma giocò 1 sola gara. Poi tornò in Argentina, ma subito dopo si trasferì in Brasile per impiantare una piantagione di caffè insieme al suo grande amico biancoceleste [[Ramella Luciano|Ramella]]. L'anno precedente Ramella e Gualtieri collaborarono con la Federazione italiana per l'organizzazione della partita Brasile-Italia. Questa la dichiarazione rilasciata dai due ex giocatori a chi li intervistava:" Azzurro è il colore della Patria, ma lo è anche della Lazio. Per far prima abbiamo preferito gridare Forza Lazio". |
Essendo arrivato alla Lazio allo scoppio della [[Prima Guerra Mondiale]] decise di rimanere in Italia nonostante quasi tutti i suoi connazionali avessero deciso di tornare in patria. Salvatore ebbe la soddisfazione di conquistare il Campionato Romano del [[1943/44]] e nel dopoguerra fu anche capitano della squadra. "Sellerone", questo il soprannome che gli era stato dato dai tifosi a motivo della sua altezza (m. 1,85), eccelse anche nel gioco di testa. Finita la sua carriera nel 1949, rimase alla Lazio come secondo di [[Sperone Mario|Sperone]] nella stagione [[1949/50]]. All'inizio del campionato, nel mese di ottobre, ricevette una proposta del Vicenza per tornare a giocare e Salvatore accettò. Con i veneti disputò 36 gare e segnò 6 reti. L'anno seguente vestì la maglia dell'Anconitana ma giocò 1 sola gara. Poi tornò in Argentina, ma subito dopo si trasferì in Brasile per impiantare una piantagione di caffè insieme al suo grande amico biancoceleste [[Ramella Luciano|Ramella]]. L'anno precedente Ramella e Gualtieri collaborarono con la Federazione italiana per l'organizzazione della partita Brasile-Italia. Questa la dichiarazione rilasciata dai due ex giocatori a chi li intervistava:" Azzurro è il colore della Patria, ma lo è anche della Lazio. Per far prima abbiamo preferito gridare Forza Lazio". |
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Nel [[1961]] tornò a Roma anche per l'insistenza di sua moglie che era romana e per un periodo tornò alla Lazio facendo il secondo di [[Lorenzo Juan Carlos|Lorenzo]] nel [[Campionato]] [[1961/62]]. Finita quest'esperienza si ritirò completamente dall'ambiente sportivo ma ogni domenica era allo stadio per assistere alle partite della sua Lazio. |
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Versione delle 21:06, 15 lug 2009




Centrocampista, nato a Buenos Aires (Argentina) il 14 maggio 1917, deceduto il 18 dicembre 1998. Noto in Italia come Salvatore Gualtieri. Viene acquistato nel 1940 dal San Lorenzo de Almagro. Disputa 8 stagioni in maglia biancoceleste. Con la Lazio colleziona 159 presenze e 15 goal in Campionato. Essendo arrivato alla Lazio allo scoppio della Prima Guerra Mondiale decise di rimanere in Italia nonostante quasi tutti i suoi connazionali avessero deciso di tornare in patria. Salvatore ebbe la soddisfazione di conquistare il Campionato Romano del 1943/44 e nel dopoguerra fu anche capitano della squadra. "Sellerone", questo il soprannome che gli era stato dato dai tifosi a motivo della sua altezza (m. 1,85), eccelse anche nel gioco di testa. Finita la sua carriera nel 1949, rimase alla Lazio come secondo di Sperone nella stagione 1949/50. All'inizio del campionato, nel mese di ottobre, ricevette una proposta del Vicenza per tornare a giocare e Salvatore accettò. Con i veneti disputò 36 gare e segnò 6 reti. L'anno seguente vestì la maglia dell'Anconitana ma giocò 1 sola gara. Poi tornò in Argentina, ma subito dopo si trasferì in Brasile per impiantare una piantagione di caffè insieme al suo grande amico biancoceleste Ramella. L'anno precedente Ramella e Gualtieri collaborarono con la Federazione italiana per l'organizzazione della partita Brasile-Italia. Questa la dichiarazione rilasciata dai due ex giocatori a chi li intervistava:" Azzurro è il colore della Patria, ma lo è anche della Lazio. Per far prima abbiamo preferito gridare Forza Lazio".
Nel 1961 tornò a Roma anche per l'insistenza di sua moglie che era romana e per un periodo tornò alla Lazio facendo il secondo di Lorenzo nel Campionato 1961/62. Finita quest'esperienza si ritirò completamente dall'ambiente sportivo ma ogni domenica era allo stadio per assistere alle partite della sua Lazio.