Calcio (sport): differenze tra le versioni

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Il football si sta già diffondendo in Italia, ma attraverso due percorsi inizialmente distinti e in antitesi fra loro.
Il football si sta già diffondendo in Italia, ma attraverso due percorsi inizialmente distinti e in antitesi fra loro.


= I pionieri inglesi (e non solo) =
== I pionieri inglesi (e non solo) ==


= L'avventura dei ginnasti =
== L'avventura dei ginnasti ==


Nel 1895 la Federazione Ginnastica Nazionale invita le società affiliate a favorire la pratica del gioco del football, facendo seguito a una memoria del 1892 del senatore Gabriele Pecile, dirigente di primo piano della FGN. In realtà, ai promotori del gioco non era chiara la distinzione tra football e rugby. Nell'ottica però della formazione civile e militare delle nuove generazioni, che era punto di riferimento imprescindibile per le federazioni ginnastiche (la FGN era fuoriuscita dalla più antica Federazione Ginnastica Italiana), si comprese benissimo l'utilità del gioco in questo senso, data la necessaria disciplina che era alla base della sua pratica. Ancora il senatore Pecile si adopera per l'inserimento del football nei nuovi programmi scolastici, a seguito della riforma del 1893 promossa dall'allora Ministro della Pubblica Istruzione Ferdinando Martini: tuttavia, nel caso specifico, il gioco a cui ci si riferiva era indubbiamente quello del rugby.
Nel 1895 la Federazione Ginnastica Nazionale invita le società affiliate a favorire la pratica del gioco del football, facendo seguito a una memoria del 1892 del senatore Gabriele Pecile, dirigente di primo piano della FGN. In realtà, ai promotori del gioco non era chiara la distinzione tra football e rugby. Nell'ottica però della formazione civile e militare delle nuove generazioni, che era punto di riferimento imprescindibile per le federazioni ginnastiche (la FGN era fuoriuscita dalla più antica Federazione Ginnastica Italiana), si comprese benissimo l'utilità del gioco in questo senso, data la necessaria disciplina che era alla base della sua pratica. Ancora il senatore Pecile si adopera per l'inserimento del football nei nuovi programmi scolastici, a seguito della riforma del 1893 promossa dall'allora Ministro della Pubblica Istruzione Ferdinando Martini: tuttavia, nel caso specifico, il gioco a cui ci si riferiva era indubbiamente quello del rugby.

Versione delle 22:49, 19 mag 2007

Sezione Calcio: le origini

La genesi della sezione calcio è stata ricostruita in maniera abbastanza univoca e documentata. In un giorno di gennaio del 1901 (per alcuni il 9, più probabilmente il 6) si presenta alla sede della Lazio Bruto Seghettini, socio del Racing Club Paris, una società della capitale francese i cui iscritti praticano diversi sport, tra i quali il football. Seghettini ha con sé un pallone da football, ha sentito parlare della Lazio e vuole far conoscere ai soci biancocelesti il nuovo gioco che si va diffondendo in Europa.

In Francia, il football si diffonde come nel resto d'Europa: sono i marinai delle navi britanniche ad insegnare il gioco nelle città portuali degli altri paesi. Così, il football (denominazione adottata anche dai francesi) comincia ad essere praticato nei porti di Normandia, e si diffonde rapidamente nel resto della Francia, dove già nel 1896 esiste già un campionato e una Lega che lo organizza. Questo, insieme alla presenza di numerosi calciatori d'oltremanica, nel campionato francese, lascia supporre che le regole adottate, e conosciute da Seghettini, fossero del tutto analoghe a quelle già codificate (sia pure non definitivamente e tra mille difficoltà nel diffonderle) dai britannici, inventori del gioco.

Il football si sta già diffondendo in Italia, ma attraverso due percorsi inizialmente distinti e in antitesi fra loro.

I pionieri inglesi (e non solo)

L'avventura dei ginnasti

Nel 1895 la Federazione Ginnastica Nazionale invita le società affiliate a favorire la pratica del gioco del football, facendo seguito a una memoria del 1892 del senatore Gabriele Pecile, dirigente di primo piano della FGN. In realtà, ai promotori del gioco non era chiara la distinzione tra football e rugby. Nell'ottica però della formazione civile e militare delle nuove generazioni, che era punto di riferimento imprescindibile per le federazioni ginnastiche (la FGN era fuoriuscita dalla più antica Federazione Ginnastica Italiana), si comprese benissimo l'utilità del gioco in questo senso, data la necessaria disciplina che era alla base della sua pratica. Ancora il senatore Pecile si adopera per l'inserimento del football nei nuovi programmi scolastici, a seguito della riforma del 1893 promossa dall'allora Ministro della Pubblica Istruzione Ferdinando Martini: tuttavia, nel caso specifico, il gioco a cui ci si riferiva era indubbiamente quello del rugby.

La pratica del gioco da parte dei ginnasti seguiva, necessariamente, un percorso burocratizzato dal punto di vista regolamentare: nel 1895 fu pubblicato a Udine il manuale "Il gioco del calcio (Foot-ball)" e l'anno successivo un manuale di giochi sportivi del maestro trevigiano Francesco Gabrielli. Lo spirito del gioco era stato certamente ben compreso, tuttavia rimanevano delle difformità dalle regole originarie e, soprattutto, restava la pretesa di emanare autonomamente le regole e di continuare a organizzare un proprio campionato, mentre il football dei pionieri si andava diffondendo con l'irresistibile spinta di chi il football lo praticava da anni nel proprio paese e ne insegnava oralmente regole e tattiche a chi voleva impararlo. Quando, nel 1903, la FGN modificò il proprio regolamento per avvicinarlo ulteriormente a quello da tempo emanato da un organismo ufficiale, l'International Board, era già troppo tardi: il campionato italiano della Federazione Italiana Football era già alla sua quinta edizione e riscuoteva sempre più adesioni, mentre quello della FGN andava già incontro a un inesorabile declino.

A Roma, il calcio "ginnastico" ebbe ben poca eco, se si eccettua un'esibizione tra due compagini di Udine e Bologna avvenuta in occasione del concorso nazionale ginnico, tenutosi nella capitale nel settembre 1895. A parte i dubbi, purtroppo non risolvibili per mancanza di documentazione, sulla natura del "football" praticato in quell'occasione, c'è da dire che l'esibizione, benché svoltasi al cospetto di un nutrito pubblico, rimase fine a sé stessa, non suscitando quello spirito d'imitazione che è alla base della diffusione di una pratica sportiva: negli anni successivi non vi è più traccia storica, a Roma, di partite di football, salvo non documentate affermazioni circa l'attività "di solo allenamento" di un non meglio speficicato "Foot Ball Club Roma" e una partita di "football" del 1899 che però, stando alla sommaria cronaca riportata, tutto appare essere tranne qualcosa di nemmeno lontanamente accostabile al calcio.

La storia del calcio della ginnastica a Roma, insomma, non può nemmeno definirsi tale. Ben altra fortuna arriderà al gioco, invece, nel momento in cui esso approderà nella capitale per merito di uno dei tanti pionieri che posero le basi del suo successo in tutta Italia.


Primi passi

Le prime partite ufficiali

1910: la Lega Centromeridionale

Le finali nazionali e la sospensione bellica

Il primo dopoguerra

1921-1927: profondi cambiamenti

-bozza-

Nel primo dopoguerra, il calcio italiano conosce una profonda crisi di crescita. I calciatori italiani, anche se ufficialmente ancora dilettanti, cominciano a percepire dei "rimborsi spese" che somigliano sempre di più a degli ingaggi, che le società pagano grazie agli incassi delle partite. La formula pletorica e interminabile del campionato italiano diventa palesemente anacronistica: i club più prestigiosi vorrebbero una formula che eviti loro di affrontare troppo spesso le piccole squadre, in partite di scarso interesse: questi, invece, non vogliono rinunciare ai prestigiosi incontri con le squadre maggiori: anche se a loro volta hanno il problema di riempire una stagione che li vede troppo presto disimpegnati.

Il conflitto è inevitabile, e nel 1921 i club più importanti escono dalla FIGC e fondano la Confederazione Calcistica Italiana. La CCI crea un proprio campionato, sul modello più moderno di quello inglese: campionato che cattura senz'altro l'interesse degli appassionati (fu vinto dalla Pro Vercelli) mentre quello "ufficiale" della FIGC (vinto dalla Novese) andò avanti tra l'indifferenza pressoché generale.

Lo scisma, tuttavia, dura una sola stagione. La Fifa non ha alcuna intenzione di riconoscere la CCI e le squadre che ne fanno parte rientrano nei ranghi: anche se il seme di inevitabili trasformazioni è ormai stato gettato.

Nel 1922 viene introdotta anche la Coppa Italia, che però non incontra il favore dei club e non verrà ripresa con successo prima del 1936.

Verso il girone unico

Gli anni '30

La Brasilazio

Silvio Piola

Eugenio Gualdi

Il dopoguerra

Gli anni '50: la quarta grande

Il declino

Cinque campionati in B

La banda Maestrelli: il primo scudetto

Lutti, addìi e scandali

Gli anni '80: sull'orlo dell'abisso

La resurrezione

L'era Cragnotti

Il secondo scudetto

Lotito

Il ritorno in Europa