Selezione di opere di Ezio Sclavi: differenze tra le versioni
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| align=center | [[Immagine:Sclavi4.jpg|center|border]] {{-}} <b> Autoritratto - [[1932]] </b> |
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| align=justify | Mi piaccio o non mi piaccio? Non lo so. Di certo ho un corpo immenso. Ho il collo taurino, il mento imponente, delle belle labbra dalla forma agile, naso mascolino, occhi eleganti. Il mio torace è imponente e sono un atleta. Sono forte, possente, virile. Il mondo lo guardo dall'alto in basso, sempre a testa alta. <br> Ma c'è qualcosa..i miei occhi, le mie labbra, il mio naso. C'è qualcosa in me che non riesco a scorgere negli altri. Come lo chiamereste voi che mi guardate? Sopra i miei occhi muscoli immensi, a fior della mia pelle scorzuta, dietro i miei modi virili, dentro la mia figura, chi si nasconde? Lo vedo sotto i contorni dei miei occhi semichiusi, nella misteriosa forma delle mie narici, sul filo nero e concavo delle mie labbra sprezzanti e mi ossessiona. Da atleta quale sono, ritengo, anzi so, di avere un corpo. Ma c'è questa voce che dentro me mi sussurra: "No tu sei un corpo". <br> E questo sussurro, apparentemente di poca importanza mi si presenta, scimmia malefica, frenetico folletto e mi tormenta. Mi tormenta quando allo specchio vedo il mio corpo immenso, quando in allenamento sento le mie carni tendersi, le vene pulsare come viuzze gremite di sangue..e in questo sangue scorre il rombo silenzioso di ciò che sono. E poi riesco alla luce e sono solo un corpo, anzi ho un corpo. Un collo taurino, un mento imponente, belle labbra, naso virile. Non riesce a dire niente questo mio corpo immenso. Resta in silenzio duro, come un tronco. Ma i miei occhi semichiusi - semiaperti...quelli urlano. <br> <br> <b> (Commento all'opera a cura di Giuseppe Zampetti, 18 anni, studente di classe terza del Liceo classico "Giulio Cesare" di Roma). |
| align=justify | Mi piaccio o non mi piaccio? Non lo so. Di certo ho un corpo immenso. Ho il collo taurino, il mento imponente, delle belle labbra dalla forma agile, naso mascolino, occhi eleganti. Il mio torace è imponente e sono un atleta. Sono forte, possente, virile. Il mondo lo guardo dall'alto in basso, sempre a testa alta. <br> Ma c'è qualcosa..i miei occhi, le mie labbra, il mio naso. C'è qualcosa in me che non riesco a scorgere negli altri. Come lo chiamereste voi che mi guardate? Sopra i miei occhi muscoli immensi, a fior della mia pelle scorzuta, dietro i miei modi virili, dentro la mia figura, chi si nasconde? Lo vedo sotto i contorni dei miei occhi semichiusi, nella misteriosa forma delle mie narici, sul filo nero e concavo delle mie labbra sprezzanti e mi ossessiona. Da atleta quale sono, ritengo, anzi so, di avere un corpo. Ma c'è questa voce che dentro me mi sussurra: "No tu sei un corpo". <br> E questo sussurro, apparentemente di poca importanza mi si presenta, scimmia malefica, frenetico folletto e mi tormenta. Mi tormenta quando allo specchio vedo il mio corpo immenso, quando in allenamento sento le mie carni tendersi, le vene pulsare come viuzze gremite di sangue..e in questo sangue scorre il rombo silenzioso di ciò che sono. E poi riesco alla luce e sono solo un corpo, anzi ho un corpo. Un collo taurino, un mento imponente, belle labbra, naso virile. Non riesce a dire niente questo mio corpo immenso. Resta in silenzio duro, come un tronco. Ma i miei occhi semichiusi - semiaperti...quelli urlano. <br> <br> <b> (Commento all'opera a cura di Giuseppe Zampetti, 18 anni, studente di classe terza del Liceo classico "Giulio Cesare" di Roma). </b> |
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| align=center | [[Immagine:Ezio Sclavi - Donne africane in un villaggio.jpg|center|380px|border]] {{-}} <b> Donne africane in un villaggio – anteriore al [[1945]] </b> |
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| align=justify | <br> <br> Solenni sagome ben piantate sulla terra come apostoli di Masaccio. Vivono, tribolano tra puri volumi bianchi e candidi velli di miti animali tra strisce di luce lontane ma vicine ad un cuore che le sente. {{-}} {{-}} {{-}} [[Immagine:Ezio Sclavi - Masaccio - Il Tributo.jpg|250px|center|border]] {{-}} <html> <center> <b> Masaccio: Il Tributo. Particolare - 1428 </b> </center> </html> |
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Versione delle 20:59, 10 set 2012
► Parte prima - Le vicende sportive di Ezio Sclavi ► Parte seconda - L'artista Ezio Sclavi
Selezione di opere di Ezio Sclavi
Giocatore - 1951 Il ricordo di anni lontani...di fango e di dura terra spaccata dal sole..una sfera di cuoio arpionata tra traiettorie
Giovane africano – Tra il 1942 ed il 1945 L'Africa e la sua gente. Sguardo fiero di aquila mai vinta. Bellezza regale su pelle d'oro. Spalle inclinate su schiena mai curva.
Il porto di Oneglia - 1950 Un cielo troppo piano per essere reale. Un'idea di cielo custodita nella memoria.
Porta San Martino – 1932 Scorcio aberrato di caseggiato dai tanti occhi chiusi sulla vita.
La tenda - 1932 Dimore degli uomini ancorate su un cielo capovolto. Lievi, trasparenti, diafane.
► Parte prima - Le vicende sportive di Ezio Sclavi |

















