Dos Santos Francisco: differenze tra le versioni

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Centrocampista. Nato il [[22 ottobre]] [[1878]] a Paioes (Portogallo) nei presi di Sintra. Rimane orfano all'età di due anni. A 15 anni entra nella Scuola di Belle Arti Real Casa Pia di Lisbona e a 20 si diploma con voti molto alti. Gioca anche a calcio nella squadra Casa Pia. Si perfeziona artisticamente sotto la guida del famoso scultore Josè Almeida che era suo zio. Oltre a scolpire si dedica alla pittura. Nel [[1903]] si reca a Parigi con una borsa di studio che gli permette di frequentare la Scuola di Beaux Arts della capitale francese. Si perfeziona nella tecnica scultorea grazie al prezioso insegnamento del maestro Charles Verlet. A Parigi si sposa, ma le condizioni economiche sono molto precarie. Nel [[1906]] vince un altra borsa di studio grazie alla quale può frequentare L'Accademia di Belle Arti di Roma. Per mantenersi impartisce lezioni di Francese e gioca a calcio nella Lazio. Con i biancocelesti milita due stagioni e per la sua serietà e bravura diviene capitano della squadra. E' in campo nelle famose tre partite giocate e vinte in un solo giorno a Pisa il [[7 giugno]] [[1908]] con le quali la Lazio si aggiudica la finale interregionale. Un ulteriore peggioramento delle condizioni finanziarie lo costringono, però, a tornare in patria. Gioca, come già aveva fatto nel [[1904]], nello Sport Lisbona e nello Sporting Club e, insieme ad altri fonda, nel 1908, L'Associazione Calcio Benfica creata dalle ceneri dello Sport Lisbona. Progressivamente, intanto, diviene uno dei più famosi scultori portoghesi e non mancano committenze prestigiose. Le sue opere arricchiscono la città di Lisbona, uffici pubblici e i musei cittadini. Muore a Lisbona per una congestione il [[29 aprile]] [[1930]], a soli 52 anni.
Centrocampista. Nato il [[22 ottobre]] [[1878]] a Paioes (Portogallo) nei pressi di Sintra. Rimane orfano all'età di due anni. A 15 anni entra nella Scuola di Belle Arti Real Casa Pia di Lisbona e a 20 si diploma con voti molto alti. Gioca anche a calcio nella squadra Casa Pia. Si perfeziona artisticamente sotto la guida del famoso scultore Josè Almeida che era suo zio. Oltre a scolpire si dedica alla pittura. Nel [[1903]] si reca a Parigi con una borsa di studio che gli permette di frequentare la Scuola di Beaux Arts della capitale francese. Si perfeziona nella tecnica scultorea grazie al prezioso insegnamento del maestro Charles Verlet. A Parigi si sposa, ma le condizioni economiche sono molto precarie. Nel [[1906]] vince un altra borsa di studio grazie alla quale può frequentare L'Accademia di Belle Arti di Roma. Per mantenersi impartisce lezioni di Francese e gioca a calcio nella Lazio. Con i biancocelesti milita due stagioni e per la sua serietà e bravura diviene capitano della squadra. E' in campo nelle famose tre partite giocate e vinte in un solo giorno a Pisa il [[7 giugno]] [[1908]] con le quali la Lazio si aggiudica la finale interregionale. Un ulteriore peggioramento delle condizioni finanziarie lo costringono, però, a tornare in patria. Gioca, come già aveva fatto nel [[1904]], nello Sport Lisbona e nello Sporting Club e, insieme ad altri fonda, nel 1908, L'Associazione Calcio Benfica creata dalle ceneri dello Sport Lisbona. Progressivamente, intanto, diviene uno dei più famosi scultori portoghesi e non mancano committenze prestigiose. Le sue opere arricchiscono la città di Lisbona, uffici pubblici e i musei cittadini. Muore a Lisbona per una congestione il [[29 aprile]] [[1930]], a soli 52 anni.


Dos Santos è il secondo giocatore straniero della Lazio e del calcio romano dopo il maltese [[Mizzi Silvio|Mizzi]] e il primo portoghese ad aver giocato all'estero. Il suo ingaggio da parte della Lazio è fortuito. Nel [[1906]] durante una passeggiata a Villa Borghese con il suo cane vede giocare i biancocelesti e pur essendo stato già calciatore in patria, rimane affascinato dal bel gioco espresso dai biancocelesti. Qualche giorno dopo ritorna con il suo fox-terrier infiocchettato con nastrini biancocelesti e chiede di poter diventare socio. Viene subito accontentato e da quel momento diventa uno dei punti di forza della formazione. Entusiasta, allegro e instancabile, supplisce con una volontà di ferro e una vitalità senza fine ai limiti fisici che la natura gli ha imposto, essendo alto circa 1,60 m e pesando 55 kg. Diventa titolare inamovibile, capitano e, come scritto sopra, vince la finale interregionale a Pisa. Vince anche le prestigiose [[Coppa Tosti|Coppe Tosti]] e [[Coppa Baccelli|Baccelli]] che confermano la Lazio come la formazione più forte di Roma e dell'Italia centro-meridionale.
Dos Santos è il secondo giocatore straniero della Lazio e del calcio romano dopo il maltese [[Mizzi Silvio|Mizzi]] e il primo portoghese ad aver giocato all'estero. Il suo ingaggio da parte della Lazio è fortuito. Nel [[1906]] durante una passeggiata a Villa Borghese con il suo cane vede giocare i biancocelesti e pur essendo stato già calciatore in patria, rimane affascinato dal bel gioco espresso dai biancocelesti. Qualche giorno dopo ritorna con il suo fox-terrier infiocchettato con nastrini biancocelesti e chiede di poter diventare socio. Viene subito accontentato e da quel momento diventa uno dei punti di forza della formazione. Entusiasta, allegro e instancabile, supplisce con una volontà di ferro e una vitalità senza fine ai limiti fisici che la natura gli ha imposto, essendo alto circa 1,60 m e pesando 55 kg. Diventa titolare inamovibile, capitano e, come scritto sopra, vince la finale interregionale a Pisa. Vince anche le prestigiose [[Coppa Tosti|Coppe Tosti]] e [[Coppa Baccelli|Baccelli]] che confermano la Lazio come la formazione più forte di Roma e dell'Italia centro-meridionale.

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Francisco Dops Santos in età matura

Centrocampista. Nato il 22 ottobre 1878 a Paioes (Portogallo) nei pressi di Sintra. Rimane orfano all'età di due anni. A 15 anni entra nella Scuola di Belle Arti Real Casa Pia di Lisbona e a 20 si diploma con voti molto alti. Gioca anche a calcio nella squadra Casa Pia. Si perfeziona artisticamente sotto la guida del famoso scultore Josè Almeida che era suo zio. Oltre a scolpire si dedica alla pittura. Nel 1903 si reca a Parigi con una borsa di studio che gli permette di frequentare la Scuola di Beaux Arts della capitale francese. Si perfeziona nella tecnica scultorea grazie al prezioso insegnamento del maestro Charles Verlet. A Parigi si sposa, ma le condizioni economiche sono molto precarie. Nel 1906 vince un altra borsa di studio grazie alla quale può frequentare L'Accademia di Belle Arti di Roma. Per mantenersi impartisce lezioni di Francese e gioca a calcio nella Lazio. Con i biancocelesti milita due stagioni e per la sua serietà e bravura diviene capitano della squadra. E' in campo nelle famose tre partite giocate e vinte in un solo giorno a Pisa il 7 giugno 1908 con le quali la Lazio si aggiudica la finale interregionale. Un ulteriore peggioramento delle condizioni finanziarie lo costringono, però, a tornare in patria. Gioca, come già aveva fatto nel 1904, nello Sport Lisbona e nello Sporting Club e, insieme ad altri fonda, nel 1908, L'Associazione Calcio Benfica creata dalle ceneri dello Sport Lisbona. Progressivamente, intanto, diviene uno dei più famosi scultori portoghesi e non mancano committenze prestigiose. Le sue opere arricchiscono la città di Lisbona, uffici pubblici e i musei cittadini. Muore a Lisbona per una congestione il 29 aprile 1930, a soli 52 anni.

Dos Santos è il secondo giocatore straniero della Lazio e del calcio romano dopo il maltese Mizzi e il primo portoghese ad aver giocato all'estero. Il suo ingaggio da parte della Lazio è fortuito. Nel 1906 durante una passeggiata a Villa Borghese con il suo cane vede giocare i biancocelesti e pur essendo stato già calciatore in patria, rimane affascinato dal bel gioco espresso dai biancocelesti. Qualche giorno dopo ritorna con il suo fox-terrier infiocchettato con nastrini biancocelesti e chiede di poter diventare socio. Viene subito accontentato e da quel momento diventa uno dei punti di forza della formazione. Entusiasta, allegro e instancabile, supplisce con una volontà di ferro e una vitalità senza fine ai limiti fisici che la natura gli ha imposto, essendo alto circa 1,60 m e pesando 55 kg. Diventa titolare inamovibile, capitano e, come scritto sopra, vince la finale interregionale a Pisa. Vince anche le prestigiose Coppe Tosti e Baccelli che confermano la Lazio come la formazione più forte di Roma e dell'Italia centro-meridionale.