Calcioscommesse 1986: differenze tra le versioni
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===Lazio in C, scoppia la guerriglia=== |
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Dopo le sentenze emesse dalla Disciplinare, i tifosi biancocelesti protestano vivacemente sotto le sedi della Federcalcio e del Coni. [[Agosto 1986 la rivolta dei tifosi laziali|In questa pagina]] LazioWiki ricostruisce la cronaca di quei giorni. |
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Il [[5 agosto]] [[1986]] la Commissione Disciplinare della Lega Calcio rende pubblica la sentenza di primo grado con i seguenti giudizi: |
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* [[Vinazzani Claudio]] (Lazio): 5 anni di inibizione con proposta di radiazione. |
* [[Vinazzani Claudio]] (Lazio): 5 anni di inibizione con proposta di radiazione. |
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Tratto da [[La Repubblica]] del [[6 agosto]] [[1986]], un articolo racconta il processo svolto a Milano: |
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Al posto della stangata richiesta e temuta, arriva una stangatina. Assolti, sia pure con formula dubitativa, Allodi e il [[Napoli SSC|Napoli]]; graziati - o quasi - il [[Cagliari]] e il [[Palermo]]; retrocedono [[Udinese]], Lazio e [[Perugia]]. Ed è proprio la squadra umbra quella che si ritrova oggi sul corpo i lividi più dolorosi. L'Ufficio inchieste voleva spedirla in C1, con 15 punti di penalizzazione. Il tribunale ha preferito così: direttamente in C/2, con 5 punti di handicap, L'Ufficio inchieste di Corrado De Biase aveva sollecitato anche diciannove radiazioni. Francesco D'Alessio e i giudici Rodolfo Lena e Livio Brignano hanno concesso un forte sconto: secondo loro, solo nove tesserati dovrebbero dire addio al mondo del pallone. Fra questi, personaggi come Lamberto Mazza e Tito Corsi, presidente e manager dell'[[Udinese]] sorpresa con le mani nel sacco, oltre a Spartaco Ghini, ex condottiero reo confesso del [[Perugia AC|Perugia]] massacrato. Erano le 14,30 di ieri, in un Quark hotel semivuoto come un fortino abbandonato, (solo i giornalisti consegnati facevano la guardia) quando Giuseppe Coscarella, emozionato segretario generale della Lega, ha letto il verdetto, sei paginette con l'intestazione "Figc-Lega nazionale", "comunicato ufficiale n. 20". |
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La lettura del dispositivo è durata una decina di minuti: "La commissione disciplinare della Lega nazionale professionisti (...) ha assunto le seguenti decisioni in ordine ai deferimenti dell'Ufficio inchiesta della Figc a carico di tesserati e società", poi, il lungo elenco degli imputati, delle condanne e delle assoluzioni. In quel momento, nel salone dell'albergo-tribunale, non era presente nessuno degli accusati grandi e piccoli. Hanno preferito tutti aspettare le notizie lontani dai riflettori, standosene defilati, dopo una settimana di palcoscenico non sempre facile. Così, hanno appreso a casa loro, oppure nelle sedi dei ritiri estivi, che i prossimi [[Campionato|campionati]] - salvo il possibile intervento riformatore dei giudici sportivi di secondo grado, fra un paio di settimane - vengono ridisegnati dalla sentenza firmata dalla Commissione disciplinare. Si è detto dell'[[Udinese]] cacciata in [[serie B]], ma il verdetto punisce anche il [[Vicenza]]. Avrebbe dovuto arrivare in [[serie A]], ma con la formula della riconosciuta "responsabilità diretta, oggettiva e presunta" i giudici l'hanno costretta a non muoversi dalla [[Serie B|serie cadetta]]. Il gioco del chi sale e chi scende avrebbe potuto favorire la [[Triestina]]: la sentenza, affibiandole 5 punti di penalizzazione (uno per il [[campionato]] scorso, gli altri 4 per quello imminente), ha fatto sì che neppure la squadra giuliana possa fare il gran passo. Un regalo per l'assolto [[Empoli]], che potrà debuttare in [[serie A]], dove troverà il [[Pisa]], miracolato dalla retrocessione coatta dell'[[Udinese]]. [[Cagliari]] e [[Palermo]], secondo le richieste di De Biase, avrebbero dovuto scivolare in C1, con la squadra siciliana minacciata anche dalla richiesta di pesanti squalifiche che pendeva sul capo di quasi tutti i suoi giocatori. |
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Il verdetto comporta cinque punti di punizione, ma da scontarsi nella [[serie B]]. Il [[Palermo]] può tirare un sospirone di sollievo; anche perchè potrà scendere in campo con la squadra ufficiale: i suoi giocatori dovranno rimanere fermi solo per un mese, ma all'ora del primo fischio di inizio per il [[campionato]] potranno essere regolarmente in campo, A Palermo possono, dunque, ritenersi soddisfatti. Non così a Roma, sponda laziale. Fino all'ultimo la Lazio aveva fatto gli scongiuri. E' stato tutto inutile: serie C1 per "responsabilità oggettiva e presunte" per le gare fuori casa con [[Sambenedettese]], [[Cremonese]], [[Empoli]] e [[Palermo]] e quella casalinga con il [[Pescara]]. I giudici hanno creduto alla colpevolezza di [[Vinazzani Claudio|Claudio Vinazzani]], giocatore laziale amico di Armandino Carbone, il grande regista del calcio truccato. Carbone, protagonista, ma solo in spirito, del processo sportivo, primadonna del processo penale del giudice torinese Marabotto, molti ha inguaiato, con le sue confessioni, ma molti ha anche risparmiato, decidendo di non farsi vedere al processo di Milano e proibendo ai giudici del pallone di utilizzare i verbali delle sue deposizioni davanti alla magistratura ordinaria. Il processo del Quark, amputato di Carbone, si è dunque concluso con l'assoluzione del [[Napoli SSC|Napoli]] e di Allodi. Con il proscioglimento della società, si era dichiarato d'accordo anche De Biase, che aveva però suggerito la condanna per comportamento antisportivo del supermanager. I giudici hanno tirato un colpo di spugna sia sulla società che su Allodi. In camera di consiglio, D'Alessio, Lena e Brignano sono rimasti da domenica sera, fino alle 13 di ieri. Una lunga e sofferta discussione, assicurano. |
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Racconta D'Alessio: ''"Abbiamo fatto pulizia, almeno per quanto potevamo con le carte che avevamo in mano"''. Allodi è stato assolto, [[Janich Francesco|Franco Janich]], che De Biase aveva messo sullo stesso piano di Italo Allodi, condannato: ''"Le loro posizioni erano diverse, [[Janich Francesco|Janich]] aveva una conoscenza ultradecennale di Carbone, Allodi no. Allodi, semmai, conosceva Gianfranco Salciccia, amico di Carbone, ma lo conobbe; quando Salciccia si presentava come dipendente dell'[[Udinese]]"''. Un'assoluzione, quella di Allodi, offuscata da qualche incertezza, spiega ancora D'Alessio, quasi per insufficienza di prove, o meglio, per "insufficienza di Carbone". Resta da dire della mano lieve mostrata con [[Palermo]] e [[Cagliari]]. D'Alessio, giacca a scacchi e camicia a righe, spiega: ''"In questa stagione il [[Cagliari]] non ha inquinato i risultati"''. L'illecito principale è dunque caduto in prescrizione. E il [[Palermo]]? ''"Si è trattato di un problema di equità, la partita sotto accusa era quella con la [[Triestina]], perciò abbiamo cercato di proporzionare le pene"''. Nel verdetto suona singolare il trattamento diverso riservato a Renzo Ulivieri, ex allenatore del [[Cagliari]] accusato dal giocatore cagliaritano Chinellato di aver concordato un pari con il [[Perugia AC|Perugia]], allenato all'epoca da [[Piaceri Giampaolo|Piaceri]]. Ulivieri è stato squalificato per tre anni, [[Piaceri Giampaolo|Piaceri]] assolto: ''"Su [[Piaceri Giampaolo|Piaceri]] non abbiamo trovato nessuno riscontro e per quella gara abbiamo invece ritenuto responsabile il dirigente perugino Sauro Massi"''. E Massi si prende così tre anni, come Ulivieri. Infine, c'è da rilevare il trattamento concesso ai "pentiti": guanto di velluto per tutti. Bidese, Pigino e Chinellato passano ai giudici d'appello. Franco Carraro dovrà invece rispondere alle proposte di radiazione con chiuderebbero ingloriosamente la carriera calcistica di Mazza, Corsi e compagnia. |
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===In appello in B, ma con 9 punti di penalizzazione=== |
===In appello in B, ma con 9 punti di penalizzazione=== |
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Versione delle 12:41, 29 dic 2012
► Stagione
Sei anni dopo, un'altra torbida storia
Il 2 maggio 1986 si costituiva e veniva arrestato Armando Carbone, braccio destro di Italo Allodi (a quell'epoca dirigente del Napoli) e confessò l'esistenza di un giro di scommesse riguardanti alcune partite di calcio nei campionati professionistici, dalla Serie A fino alla Serie C2, dal 1984 al 1986. Dario Maraschin, all'epoca Presidente del Lanerossi Vicenza, confessò di aver versato 120 milioni di lire per vincere la partita contro l'Asti e lo spareggio contro il Piacenza nel Campionato di Serie C1 1984-1985, ma di non aver truccato nessun incontro nel 1985-86 in Serie B. In realtà vennero raccolte alcune intercettazioni telefoniche che dimostrarono il contrario, soprattutto negli incontri contro Monza e Perugia. Vennero deferite alla Procura Federale della FIGC le seguenti società: [[Bari], Napoli e Udinese in Serie A, Brescia, Cagliari, Empoli, Lazio, Monza, Palermo, Perugia, Sambenedettese, Triestina e Lanerossi Vicenza in Serie B, Cavese, Foggia, Reggiana, Carrarese Salernitana in Serie C1 e Pro Vercelli in Serie C2.
Lazio in C, scoppia la guerriglia
Dopo le sentenze emesse dalla Disciplinare, i tifosi biancocelesti protestano vivacemente sotto le sedi della Federcalcio e del Coni. In questa pagina LazioWiki ricostruisce la cronaca di quei giorni.
Il 5 agosto 1986 la Commissione Disciplinare della Lega Calcio rende pubblica la sentenza di primo grado con i seguenti giudizi:
Serie A
► Società:
► Tesserati:
- Allodi Italo (Direttore Sportivo Napoli): assolto;
- Corsi Tito (General Manager Udinese): 5 anni di inibizione con proposta di radiazione;
- Janich Franco (Ianich Francesco) (Direttore Sportivo Bari): 1 anno di inibizione;
- Mazza Lamberto (Presidente Udinese): 5 anni di inibizione con proposta di radiazione.
Serie B
► Società:
- Cagliari: 5 punti di penalizzazione nel Campionato 1986/87;
- Lanerossi Vicenza: non ammesso al Campionato di Serie A.
- Lazio: retrocessione in Serie C1;
- Palermo: 5 punti di penalizzazione nel Campionato 1986/87;
- Perugia: non ammesso al Campionato di Serie C1 e retrocesso in Serie C2 con 5 punti di penalizzazione;
- Triestina: 1 punto di penalizzazione nel Campionato 1985/86, 4 punti di penalizzazione nel Campionato 1986/87;
► Tesserati:
- Agroppi Aldo (allenatore Perugia): 4 mesi di inibizione;
- Baglioni Fabio (ex tesserato Perugia): assolto;
- Bura Carlo (ex tesserato Perugia): assolto;
- Ghini Spartaco (Presidente Perugia): 5 anni di inibizione con proposta di radiazione;
- Maraschin Dario (Presidente Lanerossi Vicenza): 5 anni di inibizione con proposta di radiazione;
- Matta Salvatore (Presidente Palermo): 4 mesi di inibizione;
- Piaceri Giampaolo (ex allenatore Perugia): assolto;
- Rizzato Gastone (Direttore Sportivo Lanerossi Vicenza): 4 mesi di inibizione;
- Rozzi Costantino (Presidente Ascoli Calcio): 4 mesi di inibizione;
- Salvi Giancarlo (Dirigente Lanerossi Vicenza): 3 anni di inibizione;
- Schillaci Onofrio (dirigente Palermo): 4 mesi di inibizione;
- Ulivieri Renzo (allenatore Cagliari): 3 anni di inibizione;
- Vitali Giorgio (dirigente Monza): 4 mesi di inibizione.
► Calciatori:
- Barone Onofrio (Palermo): 5 mesi di inibizione;
- Benedetti Silvano (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Bigliardi Tebaldo (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Bogoni Antonio (Cesena AC): 4 mesi di inibizione;
- Braghin Maurizio (Triestina): 3 anni di inibizione;
- Bursi Massimo (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Cagni Luigi (Sambenedettese): 4 mesi di inibizione;
- Cerilli Franco (Lanerossi Vicenza): 5 anni di inibizione con proposta di radiazione;
- Chinellato Giacomo (Cagliari): 2 anni di inibizione;
- De Biasi Giovanni (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Di Stefano Oliviero (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Falcetta Franco (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Gasparini Angiolino (Monza): 1 anno di inibizione;
- Gritti Tullio (Brescia): 4 mesi di inibizione;
- Guerini Giuseppe (Palermo): 3 anni e 1 mese di inibizione;
- Lorini Giovanni (Monza): 5 anni di inibizione con proposta di radiazione;
- Manfrin Tiziano (Sambenedettese): 1 anno di inibizione;
- Massi Sauro (Perugia): 3 anni di inibizione;
- Majo Valerio: (Palermo): 3 anni di inibizione;
- Pallanch Andrea (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Pellegrini Claudio (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Piga Mario (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Pintauro Michele (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Ronco Giuseppe (Palermo): 5 anni di inibizione con proposta di radiazione;
- Rossi Maurizio (calciatore anni '80) (Pescara): 5 anni di inibizione con proposta di radiazione;
- Sorbello Orazio (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Vinazzani Claudio (Lazio): 5 anni di inibizione con proposta di radiazione.
Tratto da La Repubblica del 6 agosto 1986, un articolo racconta il processo svolto a Milano:
Al posto della stangata richiesta e temuta, arriva una stangatina. Assolti, sia pure con formula dubitativa, Allodi e il Napoli; graziati - o quasi - il Cagliari e il Palermo; retrocedono Udinese, Lazio e Perugia. Ed è proprio la squadra umbra quella che si ritrova oggi sul corpo i lividi più dolorosi. L'Ufficio inchieste voleva spedirla in C1, con 15 punti di penalizzazione. Il tribunale ha preferito così: direttamente in C/2, con 5 punti di handicap, L'Ufficio inchieste di Corrado De Biase aveva sollecitato anche diciannove radiazioni. Francesco D'Alessio e i giudici Rodolfo Lena e Livio Brignano hanno concesso un forte sconto: secondo loro, solo nove tesserati dovrebbero dire addio al mondo del pallone. Fra questi, personaggi come Lamberto Mazza e Tito Corsi, presidente e manager dell'Udinese sorpresa con le mani nel sacco, oltre a Spartaco Ghini, ex condottiero reo confesso del Perugia massacrato. Erano le 14,30 di ieri, in un Quark hotel semivuoto come un fortino abbandonato, (solo i giornalisti consegnati facevano la guardia) quando Giuseppe Coscarella, emozionato segretario generale della Lega, ha letto il verdetto, sei paginette con l'intestazione "Figc-Lega nazionale", "comunicato ufficiale n. 20".
La lettura del dispositivo è durata una decina di minuti: "La commissione disciplinare della Lega nazionale professionisti (...) ha assunto le seguenti decisioni in ordine ai deferimenti dell'Ufficio inchiesta della Figc a carico di tesserati e società", poi, il lungo elenco degli imputati, delle condanne e delle assoluzioni. In quel momento, nel salone dell'albergo-tribunale, non era presente nessuno degli accusati grandi e piccoli. Hanno preferito tutti aspettare le notizie lontani dai riflettori, standosene defilati, dopo una settimana di palcoscenico non sempre facile. Così, hanno appreso a casa loro, oppure nelle sedi dei ritiri estivi, che i prossimi campionati - salvo il possibile intervento riformatore dei giudici sportivi di secondo grado, fra un paio di settimane - vengono ridisegnati dalla sentenza firmata dalla Commissione disciplinare. Si è detto dell'Udinese cacciata in serie B, ma il verdetto punisce anche il Vicenza. Avrebbe dovuto arrivare in serie A, ma con la formula della riconosciuta "responsabilità diretta, oggettiva e presunta" i giudici l'hanno costretta a non muoversi dalla serie cadetta. Il gioco del chi sale e chi scende avrebbe potuto favorire la Triestina: la sentenza, affibiandole 5 punti di penalizzazione (uno per il campionato scorso, gli altri 4 per quello imminente), ha fatto sì che neppure la squadra giuliana possa fare il gran passo. Un regalo per l'assolto Empoli, che potrà debuttare in serie A, dove troverà il Pisa, miracolato dalla retrocessione coatta dell'Udinese. Cagliari e Palermo, secondo le richieste di De Biase, avrebbero dovuto scivolare in C1, con la squadra siciliana minacciata anche dalla richiesta di pesanti squalifiche che pendeva sul capo di quasi tutti i suoi giocatori.
Il verdetto comporta cinque punti di punizione, ma da scontarsi nella serie B. Il Palermo può tirare un sospirone di sollievo; anche perchè potrà scendere in campo con la squadra ufficiale: i suoi giocatori dovranno rimanere fermi solo per un mese, ma all'ora del primo fischio di inizio per il campionato potranno essere regolarmente in campo, A Palermo possono, dunque, ritenersi soddisfatti. Non così a Roma, sponda laziale. Fino all'ultimo la Lazio aveva fatto gli scongiuri. E' stato tutto inutile: serie C1 per "responsabilità oggettiva e presunte" per le gare fuori casa con Sambenedettese, Cremonese, Empoli e Palermo e quella casalinga con il Pescara. I giudici hanno creduto alla colpevolezza di Claudio Vinazzani, giocatore laziale amico di Armandino Carbone, il grande regista del calcio truccato. Carbone, protagonista, ma solo in spirito, del processo sportivo, primadonna del processo penale del giudice torinese Marabotto, molti ha inguaiato, con le sue confessioni, ma molti ha anche risparmiato, decidendo di non farsi vedere al processo di Milano e proibendo ai giudici del pallone di utilizzare i verbali delle sue deposizioni davanti alla magistratura ordinaria. Il processo del Quark, amputato di Carbone, si è dunque concluso con l'assoluzione del Napoli e di Allodi. Con il proscioglimento della società, si era dichiarato d'accordo anche De Biase, che aveva però suggerito la condanna per comportamento antisportivo del supermanager. I giudici hanno tirato un colpo di spugna sia sulla società che su Allodi. In camera di consiglio, D'Alessio, Lena e Brignano sono rimasti da domenica sera, fino alle 13 di ieri. Una lunga e sofferta discussione, assicurano.
Racconta D'Alessio: "Abbiamo fatto pulizia, almeno per quanto potevamo con le carte che avevamo in mano". Allodi è stato assolto, Franco Janich, che De Biase aveva messo sullo stesso piano di Italo Allodi, condannato: "Le loro posizioni erano diverse, Janich aveva una conoscenza ultradecennale di Carbone, Allodi no. Allodi, semmai, conosceva Gianfranco Salciccia, amico di Carbone, ma lo conobbe; quando Salciccia si presentava come dipendente dell'Udinese". Un'assoluzione, quella di Allodi, offuscata da qualche incertezza, spiega ancora D'Alessio, quasi per insufficienza di prove, o meglio, per "insufficienza di Carbone". Resta da dire della mano lieve mostrata con Palermo e Cagliari. D'Alessio, giacca a scacchi e camicia a righe, spiega: "In questa stagione il Cagliari non ha inquinato i risultati". L'illecito principale è dunque caduto in prescrizione. E il Palermo? "Si è trattato di un problema di equità, la partita sotto accusa era quella con la Triestina, perciò abbiamo cercato di proporzionare le pene". Nel verdetto suona singolare il trattamento diverso riservato a Renzo Ulivieri, ex allenatore del Cagliari accusato dal giocatore cagliaritano Chinellato di aver concordato un pari con il Perugia, allenato all'epoca da Piaceri. Ulivieri è stato squalificato per tre anni, Piaceri assolto: "Su Piaceri non abbiamo trovato nessuno riscontro e per quella gara abbiamo invece ritenuto responsabile il dirigente perugino Sauro Massi". E Massi si prende così tre anni, come Ulivieri. Infine, c'è da rilevare il trattamento concesso ai "pentiti": guanto di velluto per tutti. Bidese, Pigino e Chinellato passano ai giudici d'appello. Franco Carraro dovrà invece rispondere alle proposte di radiazione con chiuderebbero ingloriosamente la carriera calcistica di Mazza, Corsi e compagnia.
In appello in B, ma con 9 punti di penalizzazione
Queste furono le sentenze inappellabili emesse dalla Commissione di Appello Federale (CAF) il 26 agosto 1986:
Serie A
► Società:
- Udinese: 9 punti di penalizzazione nel Campionato 1986/87.
► Tesserati:
- Allodi Italo (Direttore Sportivo Napoli): assolto;
- Corsi Tito (General Manager Udinese): 5 anni di inibizione con proposta di radiazione;
- Janich Franco (Ianich Francesco) (Direttore Sportivo Bari): 6 mesi di inibizione;
- Mazza Lamberto (Presidente Udinese): assolto.
Serie B
► Società:
- Cagliari: 5 punti di penalizzazione nel Campionato 1986/87.
- Lanerossi Vicenza: non ammesso al Campionato di Serie A.
- Lazio: 9 punti di penalizzazione nel Campionato 1986/87.
- Palermo: 5 punti di penalizzazione nel Campionato 1986/87.
- Perugia: non ammesso al Campionato di Serie C1, retrocesso in Serie C2 con 2 punti di penalizzazione.
- Triestina: 5 punti di penalizzazione, di cui 1 nel 1985/86 e 4 nel 1986/87.
Nota: il Palermo viene successivamente escluso dal Campionato per problemi finanziari. Nella stagione agonistica 1986/87 non partecipò a nessun torneo professionistico o dilettantistico, mentre nel 1987/88 disputò il Campionato di Serie C2 con una nuova società.
► Tesserati:
- Agroppi Aldo (allenatore Perugia): 4 mesi di inibizione;
- Baglioni Fabio (ex tesserato Perugia): assolto;
- Bura Carlo (ex tesserato Perugia): assolto;
- Ghini Spartaco (Presidente Perugia): 5 anni di inibizione con proposta di radiazione;
- Maraschin Dario (Presidente Lanerossi Vicenza): 3 anni di inibizione;
- Matta Salvatore (Presidente Palermo): 4 mesi di inibizione;
- Rizzato Gastone (Direttore Sportivo Lanerossi Vicenza): 4 mesi di inibizione;
- Rozzi Costantino (Presidente Ascoli Calcio): 4 mesi di inibizione;
- Salvi Giancarlo (dirigente Lanerossi Vicenza): 3 anni di inibizione;
- Schillaci Onofrio (dirigente Palermo): 4 mesi di inibizione;
- Ulivieri Renzo (allenatore Cagliari): 3 anni di inibizione;
- Vitali Giorgio (dirigente Monza): 4 mesi di inibizione.
► Calciatori:
- Barone Onofrio (Palermo): 5 mesi di inibizione;
- Benedetti Silvano (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Bigliardi Tebaldo (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Bogoni Antonio (Cesena AC): 4 mesi di inibizione;
- Braghin Maurizio (Triestina): 3 anni di inibizione;
- Bursi Massimo (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Cagni Luigi (Sambenedettese): 4 mesi di inibizione;
- Cecilli Maurizio (Palermo): 3 anni di inibizione;
- Cerilli Franco (Lanerossi Vicenza): 5 anni di inibizione con proposta di radiazione;
- Chinellato Giacomo (Cagliari): 2 anni di inibizione;
- De Biasi Giovanni (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Di Stefano Oliviero (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Falcetta Franco (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Gasparini Angiolino (Monza): 4 mesi di inibizione;
- Gritti Tullio (Brescia): 4 mesi di inibizione;
- Guerini Giuseppe (Palermo): 3 anni e 1 mese di inibizione;
- Lorini Giovanni (Monza): 5 anni di inibizione con proposta di radiazione;
- Manfrin Tiziano (Sambenedettese): 4 mesi di inibizione;
- Massi Sauro (Perugia): 3 anni di inibizione;
- Majo Valerio (Palermo): 3 anni di inibizione;
- Pallanch Andrea (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Pellegrini Claudio (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Piga Mario (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Pintauro Michele (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Ronco Maurizio (Palermo): 3 anni di inibizione;
- Rossi Maurizio (calciatore anni '80) (Pescara): 5 anni di inibizione con proposta di radiazione;
- Sorbello Orazio (Palermo): 1 mese di inibizione;
- Vinazzani Claudio (Lazio): 5 anni di inibizione con proposta di radiazione.
Serie C1
► Società:
- Cavese: retrocessione in Serie C2 con 5 punti di penalizzazione;
- Foggia: 5 punti di penalizzazione nel Campionato 1986/87.
► Tesserati:
- Amato Guerino (Presidente Cavese): 5 anni di inibizione con proposta di radiazione;
- Bronzetti Ernesto (General Manager Foggia): 3 anni di inibizione;
- Gaspari Menotti (dirigente Carrarese): assolto;
- Grassi Carlo (Presidente Carrarese): assolto;
- Magherini Guido (dirigente Rondinella): 5 anni di inibizione con proposta di radiazione;
- Reali Gian Filippo (dirigente Sarnico): 3 anni e 9 mesi di inibizione.
► Calciatori:
- Caccia Francesco (Messina): 5 anni di inibizione con proposta di radiazione;
- Vavassori Giovanni (Campania): 3 anni e 4 mesi di inibizione;
- Melotti Mauro (Spal): 1 anno e 6 mesi di inibizione;
- Filosofi Alfio (Virescit Bergamo): 6 mesi di inibizione;
- Donetti Stefano (Martina): 3 mesi di inibizione;
- Romiti Mario (Barletta): 1 mese di inibizione.
Serie C2
► Tesserati:
- Pigino Antonio (tesserato Pro Vercelli): 3 anni di inibizione.
► Calciatori:
- Bidese Giovanni (Pro Vercelli): 3 anni e 3 mesi di inibizione;
- Guidetti Mario (Pro Vercelli): 4 mesi di inibizione.
► Agosto 1986 la rivolta dei tifosi laziali
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