Gualtieri Salvador (Salvatore): differenze tra le versioni

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Con la Lazio colleziona 159 presenze e 15 reti in [[Campionato]].
Con la Lazio colleziona 159 presenze e 15 reti in [[Campionato]].


Essendo arrivato alla Lazio allo scoppio della [[Seconda Guerra Mondiale]] decise di rimanere in Italia nonostante quasi tutti i suoi connazionali avessero deciso di tornare in patria. Salvatore ebbe la soddisfazione di conquistare il Campionato Romano del [[1943/44]] e nel dopoguerra fu anche capitano della squadra, alternando l'attività di calciatore con la gestione di una fornita enoteca al centro di Roma. "Sellerone", questo il soprannome che gli era stato dato dai tifosi a motivo della sua altezza (m. 1,85), fu un centrocampista provvisto di tecnica eccelsa e di una visione di gioco notevole. Possedeva un tiro preciso e violento che gli permise di segnare diverse reti e un ottimo gioco di testa. Finita la sua carriera nel 1949, rimase alla Lazio come secondo di [[Sperone Mario|Sperone]] nella stagione [[1949/50]] e prese parte, come allenatore-giocatore alla tournee di aprile 1950, in Jugoslavia. Nell'occasione scese in campo nel primo tempo dell'amichevole [[Domenica 2 aprile 1950 - Belgrado - Jugoslavia-Lazio 8-1|Jugoslavia-Lazio 8-1]], venendo poi sostituito del giovane [[Bacci Luciano|Bacci]]. Poi tornò in Argentina, ma subito dopo si trasferì in Brasile per impiantare una piantagione di caffè insieme al suo grande amico biancoceleste [[Ramella Luciano|Ramella]]. L'anno precedente Ramella e Gualtieri collaborarono con la Federazione italiana per l'organizzazione della partita Brasile-Italia. Questa la dichiarazione rilasciata dai due ex giocatori a chi li intervistava:" Azzurro è il colore della Patria, ma lo è anche della Lazio. Per far prima abbiamo preferito gridare Forza Lazio".
Essendo arrivato alla Lazio allo scoppio della [[Seconda Guerra Mondiale]] decise di rimanere in Italia nonostante quasi tutti i suoi connazionali avessero deciso di tornare in patria. Salvatore ebbe la soddisfazione di conquistare il Campionato Romano del [[1943/44]] e nel dopoguerra fu anche capitano della squadra, alternando l'attività di calciatore con la gestione di una fornita enoteca al centro di Roma. "Sellerone", questo il soprannome che gli era stato dato dai tifosi a motivo della sua altezza (m. 1,85), fu un centrocampista provvisto di tecnica eccelsa e di una visione di gioco notevole. Possedeva un tiro preciso e violento che gli permise di segnare diverse reti e un ottimo gioco di testa. Nella stagione [[1945/46]] ricoprì per poche partite il ruolo di allenatore-giocatore, sostituendo il tecnico [[Canestri Dino|Canestri]]. Finita la sua carriera nel 1949, rimase alla Lazio come secondo di [[Sperone Mario|Sperone]] nella stagione [[1949/50]] e prese parte, come allenatore-giocatore alla tournee di aprile 1950, in Jugoslavia. Nell'occasione scese in campo nel primo tempo dell'amichevole [[Domenica 2 aprile 1950 - Belgrado - Jugoslavia-Lazio 8-1|Jugoslavia-Lazio 8-1]], venendo poi sostituito del giovane [[Bacci Luciano|Bacci]]. Poi tornò in Argentina, ma subito dopo si trasferì in Brasile per impiantare una piantagione di caffè insieme al suo grande amico biancoceleste [[Ramella Luciano|Ramella]]. L'anno precedente Ramella e Gualtieri collaborarono con la Federazione italiana per l'organizzazione della partita Brasile-Italia. Questa la dichiarazione rilasciata dai due ex giocatori a chi li intervistava:" Azzurro è il colore della Patria, ma lo è anche della Lazio. Per far prima abbiamo preferito gridare Forza Lazio".


Nel [[1961]] tornò a Roma anche per l'insistenza di sua moglie che era romana e per un periodo tornò alla Lazio facendo il secondo di [[Lorenzo Juan Carlos|Lorenzo]] nel [[Campionato]] [[1961/62]]. Finita quest'esperienza si ritirò completamente dall'ambiente sportivo ma ogni domenica era allo stadio per assistere alle partite della sua Lazio.
Nel [[1961]] tornò a Roma anche per l'insistenza di sua moglie che era romana e per un periodo tornò alla Lazio facendo il secondo di [[Lorenzo Juan Carlos|Lorenzo]] nel [[Campionato]] [[1961/62]]. Finita quest'esperienza si ritirò completamente dall'ambiente sportivo ma ogni domenica era allo stadio per assistere alle partite della sua Lazio.

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Salvador Gualtieri
Salvador Gualtieri
L'arrivo del giocatore in Italia il 18/3/40

Centrocampista, nato a Buenos Aires (Argentina) il 14 maggio 1917, deceduto il 18 dicembre 1998. Noto in Italia come Salvatore Gualtieri.

Viene acquistato nel 1940 dal San Lorenzo de Almagro. Sbarca a Genova il 18 marzo 1940. Disputa 8 stagioni in maglia biancoceleste.

Con la Lazio colleziona 159 presenze e 15 reti in Campionato.

Essendo arrivato alla Lazio allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale decise di rimanere in Italia nonostante quasi tutti i suoi connazionali avessero deciso di tornare in patria. Salvatore ebbe la soddisfazione di conquistare il Campionato Romano del 1943/44 e nel dopoguerra fu anche capitano della squadra, alternando l'attività di calciatore con la gestione di una fornita enoteca al centro di Roma. "Sellerone", questo il soprannome che gli era stato dato dai tifosi a motivo della sua altezza (m. 1,85), fu un centrocampista provvisto di tecnica eccelsa e di una visione di gioco notevole. Possedeva un tiro preciso e violento che gli permise di segnare diverse reti e un ottimo gioco di testa. Nella stagione 1945/46 ricoprì per poche partite il ruolo di allenatore-giocatore, sostituendo il tecnico Canestri. Finita la sua carriera nel 1949, rimase alla Lazio come secondo di Sperone nella stagione 1949/50 e prese parte, come allenatore-giocatore alla tournee di aprile 1950, in Jugoslavia. Nell'occasione scese in campo nel primo tempo dell'amichevole Jugoslavia-Lazio 8-1, venendo poi sostituito del giovane Bacci. Poi tornò in Argentina, ma subito dopo si trasferì in Brasile per impiantare una piantagione di caffè insieme al suo grande amico biancoceleste Ramella. L'anno precedente Ramella e Gualtieri collaborarono con la Federazione italiana per l'organizzazione della partita Brasile-Italia. Questa la dichiarazione rilasciata dai due ex giocatori a chi li intervistava:" Azzurro è il colore della Patria, ma lo è anche della Lazio. Per far prima abbiamo preferito gridare Forza Lazio".

Nel 1961 tornò a Roma anche per l'insistenza di sua moglie che era romana e per un periodo tornò alla Lazio facendo il secondo di Lorenzo nel Campionato 1961/62. Finita quest'esperienza si ritirò completamente dall'ambiente sportivo ma ogni domenica era allo stadio per assistere alle partite della sua Lazio.

Palmares

  • 1 Campionato Romano di guerra 1943/44