Coni Arnaldo: differenze tra le versioni
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Fu eletto presidente della sezione calcio giovanile della Lazio nella seduta del [[3 dicembre]] [[1939]]. Nell'assemblea generale del [[1 luglio]] [[1945]] fu eletto Presidente della Sezione Calcio. Da quest'ultimo incarico si dimise il [[17 ottobre]] [[1945]] per motivi connessi agli ingaggi dei giocatori laziali. In seguito si occupa ancora di calcio giovanile come dirigente della Lazio a livello federale. |
Fu eletto presidente della sezione calcio giovanile della Lazio nella seduta del [[3 dicembre]] [[1939]]. Nell'assemblea generale del [[1 luglio]] [[1945]] fu eletto Presidente della Sezione Calcio. Da quest'ultimo incarico si dimise il [[17 ottobre]] [[1945]] per motivi connessi agli ingaggi dei giocatori laziali. In seguito si occupa ancora di calcio giovanile come dirigente della Lazio a livello federale. Nel luglio 1945 fece parte del Comitato che si occupò di garantire un dignitosa esistenza a quegli sportivi che erano tornati in Patria con delle invalidità dai campi di concentramento tedeschi, detti "Campi della fame" e che non si erano voluti schierare nei reparti nazifascisti. |
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[[File:nompres45.jpg|thumb|left|200px|Dal Corriere dello Sport del 3 luglio 1945 la nomina di Arnaldo Coni a presidente della sezione Calcio]] |
[[File:nompres45.jpg|thumb|left|200px|Dal Corriere dello Sport del 3 luglio 1945 la nomina di Arnaldo Coni a presidente della sezione Calcio]] |
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Versione delle 13:05, 8 ago 2013
Fu eletto presidente della sezione calcio giovanile della Lazio nella seduta del 3 dicembre 1939. Nell'assemblea generale del 1 luglio 1945 fu eletto Presidente della Sezione Calcio. Da quest'ultimo incarico si dimise il 17 ottobre 1945 per motivi connessi agli ingaggi dei giocatori laziali. In seguito si occupa ancora di calcio giovanile come dirigente della Lazio a livello federale. Nel luglio 1945 fece parte del Comitato che si occupò di garantire un dignitosa esistenza a quegli sportivi che erano tornati in Patria con delle invalidità dai campi di concentramento tedeschi, detti "Campi della fame" e che non si erano voluti schierare nei reparti nazifascisti.

