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[[image:Ezio Sclavi.jpg|thumb|left|180px|Ezio Sclavi]]
[[Immagine:Sclavi_c.jpg|thumb|right|180px|Un intervento in presa aerea del portiere biancoceleste]]
[[image:Sclavi.jpg|thumb|left|180px|Ezio Sclavi]]
[[Immagine:stradella.jpg|thumb|right|180px|Uno scorcio antico di Stradella]]
[[Immagine:TorrediStradella.jpg|thumb|left|180px|La torre medievale di Stradella. In tale cittadina Ezio Sclavi si trasferi in età giovanile dalla limitrofa natia frazione di Montù Beccaria]]
[[Immagine:Sclavi_e.jpg|thumb|right|180px|Ezio Sclavi "chioccia" dei Pulcini in una foto d'epoca]]
[[Immagine:Sclavi_f.jpg|thumb|left|180px|Sclavi con il Pulcino Armandino]]
[[Immagine:SclaviNazionale_a.jpg|thumb|right|180px|Sclavi in Nazionale]]
[[Immagine:Sclavi Ezio.jpg|thumb|left|180px|Ezio Sclavi]]


► [[Sclavi Ezio|Ezio Sclavi]]
[[Immagine:Ugo Longo 2.jpg|thumb|left|150px|Ugo Longo]]
[[Immagine:Ugo_Longo_a.jpg|thumb|right|150px|Ugo Longo alza la Coppa Italia vinta nel 2004]]
[[Immagine:Ugo_Longo.jpg|thumb|left|150px|Un'altra immagine di Ugo Longo]]


Ezio Sclavi, portiere, nacque il [[23 marzo]] [[1903]] in Oltrepò Pavese a Montù Beccaria da genitori provenienti da Monteveneroso, un nucleo di poche case da cui è originario il ceppo degli Sclavi, oggi frazione di Canneto Pavese (PV), e morì ad Arma di Taggia (IM) il [[31 agosto]] [[1968]].
► [[Longo Ugo|Ugo Longo]]


La vicenda sportiva di Ezio Sclavi è indissolubilmente legata ad un giorno, il [[22 luglio]] [[1923]], in cui egli non faceva ancora il calciatore, ma che fu importante per la Lazio e, di riflesso, per Ezio. Alla [[Stadio Rondinella - Roma|Rondinella]] si svolse [[Domenica 22 luglio 1923 - Roma, campo della Rondinella - Lazio-Genoa 0-2|la partita di ritorno]] tra i Capitolini e il [[Genoa]] che avrebbe deciso le sorti del [[campionato]]. Il [[Genoa]], vincitore del girone nord, incontrò la Lazio, vincitrice del girone centro-sud, dopo che [[Domenica 15 luglio 1923 - Genova, stadio Marassi - Genoa-Lazio 4-1|la partita di andata]] aveva visto trionfare i rossoblù per 4-1. [[Domenica 22 luglio 1923 - Roma, campo della Rondinella - Lazio-Genoa 0-2|La partita di ritorno]] alla [[Stadio Rondinella - Roma|Rondinella]] fu quasi una formalità per i campioni liguri, che si imposero per 2-0 conquistando il loro ottavo titolo, ma diede modo di far comprendere a tutti che il gioco del calcio aveva raggiunto larghi strati della popolazione e gli stadi non bastavano più per contenere la folla di appassionati che delirava per vedere un incontro come quello disputato nello stadio romano e soprattutto si capì che l'epoca del dilettantismo puro era finita e che, quindi, bisognava impostare le società di calcio su precisi modelli economici. Lontani i tempi in cui [[Bigiarelli Luigi|Luigi Bigiarelli]] aveva scelto i colori biancocelesti in onore dell'ideale olimpico piu genuino. Proprio quel giorno la Lazio indossò una maglia con l'azzurro intenso al posto del celeste come se la variazione cromatica, inconsciamente scelta, segnasse il discrimine tra il periodo pionieristico e le disincantate prospettive del nuovo modo di intendere il calcio. Dopo quella partita la Lazio vide andarsene alcuni fondamentali giocatori che approdarono nei grandi club del Nord, i soli che potevano garantire loro stipendi e ricompense. Nella Lazio il Presidente era [[Ballerini Fortunato|Fortunato Ballerini]], uomo all'antica che inorridiva solo al pensiero di una commistione tra denaro e sport, mentre uno dei principali dirigenti era [[Bitetti Olindo|Olindo Bitetti]], uomo di più moderne vedute, che desiderava trattenere nella Lazio giocatori quali [[Faccani Augusto|Augusto Faccani]], [[Ragazzani]] e il portiere [[Agazzani Ettore|Ettore Agazzani]] che volevano andare a percepire un ingaggio in altre società. Il più potente, [[Ballerini Fortunato|Ballerini]], la ebbe vinta e i tre campioni si accasarono altrove.


L'"idea" era salva ma la Lazio si trovò priva dei giocatori più forti. E' a questo punto che entrò in ballo il destino. Alla [[Farnesina]] si riunivano tutti i giorni i soldati di leva che nella vita civile si dedicavano alle varie discipline sportive. Tra loro c'era un certo Ezio Sclavi che aveva praticato il salto con l'asta e la corsa piana, con ottimi risultati, sin dalla prima giovinezza trascorsa a Stradella, cittadina prossima al paese natale di Ezio. Fisico eccezionale su cui era impostato un volto sghembo, irregolare e così marcato da sembrare un nodo di ulivo. Il ragazzo si accorse che i commilitoni che praticavano il calcio godevano di un numero maggiore di uscite e poichè non amava la vita di caserma, decise di fare il giro delle società calcistiche romane per chiedere di essere provato come portiere. L'esperienza pregressa nel ruolo l'aveva avuta nella squadra del suo paese di residenza, la Stradellina, ma con risultati così disastrosi da essere stato cacciato dalla squadra. Le risposte delle società interpellate furono tutte negative. Quel [[22 luglio]] Sclavi fu inviato alla [[Stadio Rondinella - Roma|Rondinella]] con il suo reparto per montare delle tribunette supplementari atte a contenere il gran numero di spettatori previsti. Finito il lavoro, Ezio ne approfittò per reiterare la richiesta di effettuare un provino anche ad un dirigente laziale presente allo stadio. La risposta fu ancora negativa. La sera, come spesso accadeva, Sclavi si recava nel chiosco caffè di Piazzale Flaminio per passare le ore di libera uscita insieme ad alcuni commilitoni. Decisero di iscriversi ad un torneo di calcio amatoriale che si stava organizzando a Roma e cominciarono a incontrarsi con le altre squadre. In una di queste partite erano presenti alcuni soci della Lazio che furono molto colpiti dalle doti fisiche e dall'agilità di Ezio Sclavi. In breve fu tesserato per la Lazio e cominciò ad allenarsi con i giocatori biancocelesti. Con sua grande sorpresa gli fu detto che avrebbe esordito titolare in porta [[Domenica 07 ottobre 1923 - Roma, campo Madonna del Riposo - Fortitudo-Lazio 0-3|nella prima giornata]] del [[campionato]] [[1923/24]] contro la temibile [[Fortitudo]].
Presidente, nato a Caltanissetta il [[1 gennaio]] [[1941]], deceduto a Roma il [[14 marzo]] [[2009]].


Laureato ''cum laude'' in Giurisprudenza presso l'Università di Palermo e Patrocinante in Cassazione. Avvocato penalista dal [[1967]], nel corso della sua carriera si è occupato di numerosi casi di rilevante importanza. Nel [[1980]] difese [[Cordova Franco|Franco Cordova]] e Stefano Pellegrini durante il processo per il [[Calcioscommesse 1980|Calcioscommesse]]. Successivamente si occupò di casi come il delitto dell'Olgiata, lo scandalo dei fondi neri del SISDE e Tangentopoli. Fu a capo della Procura antidoping del C.O.N.I dal [[1997]]. Durante il periodo delle indagini successive alle accuse di doping avanzate da [[Zeman Zdenek|Zdeněk Zeman]] si dimette denunciando l'impossibilità di portare avanti la propria attività in modo proficuo a causa della carenza di mezzi a disposizione dell'organismo. Nella sua funzione di avvocato di fiducia della famiglia Cragnotti ha l'opportunità di difendere gli interessi della società biancoceleste in diverse occasioni, come nel caso del passaporto di [[Veron Juan Sebastian|Juan Sebastian Veron]], nei casi di doping e nella querelle con il [[Chievo]] su Luciano-Eriberto e [[Manfredini Sisostri Christian José|Christian Manfredini]], e ne fa anche parte come componente del Consiglio di Amministrazione. Con il crac Cirio, società di [[Cragnotti Sergio|Sergio Cragnotti]], quest'ultimo è costretto a cedere la Lazio e Longo cura gli aspetti legali dell'operazione.


► [[Sclavi Ezio|Clicca qui per continuare la lettura]]

► [[Longo Ugo|Clicca qui per continuare la lettura]]

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► [[Sampdoria]]-Lazio 0-4 del [[14 marzo]] [[1998]]

[[1997/98|Stagione]]

[[Domenica 8 marzo 1998 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Roma 2-0|Turno precedente]] - [[Domenica 22 marzo 1998 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Piacenza 0-0|Turno successivo]]

{{datalink|14|marzo|1998}} - '''[[1998|2.781]]''' - [[Campionato]] di [[Serie A]] [[1997/98]] - '''XXV giornata'''

'''SAMPDORIA:''' Ferron, Balleri, Hugo (64' Vergassola), [[Mihajlović Siniša|Mihajlovic]], Mannini, Laigle, Boghossian, Franceschetti (77' [[Pesaresi Emanuele|Pesaresi]]), [[Veron Juan Sebastian|Veron]] (73' Salsano), Montella, [[Signori Giuseppe|Signori]]. A disposizione: Ambrosio, Castellini, Scarchilli, Omam-Biyik. Allenatore: Boskov.

'''LAZIO:''' [[Marchegiani Luca|Marchegiani]], [[Pancaro Giuseppe|Pancaro]] (67' [[Grandoni Alessandro|Grandoni]]), [[Nesta Alessandro|Nesta]] (56' [[Lopez Giovanni|G.Lopez]]), [[Negro Paolo|Negro]], [[Favalli Giuseppe|Favalli]], [[Gottardi Guerino|Gottardi]], [[Fuser Diego|Fuser]], [[Jugovic Vladimir|Jugovic]], [[Nedved Pavel|Nedved]], [[Mancini Roberto|R.Mancini]] (78' [[Marcolin Dario|Marcolin]]), [[Boksic Alen|Boksic]]. A disposizione: [[Ballotta Marco|Ballotta]], [[Rambaudi Roberto|Rambaudi]], [[Casiraghi Pierluigi|Casiraghi]]. Allenatore: [[Eriksson Sven Goran|Eriksson]].

'''Arbitro:''' Sig. Messina (Bergamo).

'''Marcatori:''' 1' [[Jugovic Vladimir|Jugovic]], 53' [[Nedved Pavel|Nedved]], 65' [[Fuser Diego|Fuser]], 80' [[Fuser Diego|Fuser]].

'''Note:''' espulso Balleri al 24' per un pugno dato a [[Nedved Pavel|Nedved]]. Ammoniti [[Nesta Alessandro|Nesta]] e [[Pancaro Giuseppe|Pancaro]] per gioco falloso, [[Marchegiani Luca|Marchegiani]] per comportamento non regolamentare. [[Marchegiani Luca|Luca Marchegiani]] ha parato un calcio di rigore battuto da Montella.

'''Spettatori:''' 27 mila circa dei quali 7.165 paganti per un incasso di Lire 302.380.000 ed abbonati 19.146 per una quota di Lire 424.676.660.


[[Immagine:14mar1998aa.jpg|thumb|left|180px|Il tocco di Vladimir Jugovic, al primo minuto di gioco...]]
[[Immagine:14mar1998ab.jpg|thumb|right|180px|... vale l'immediato vantaggio biancoceleste]]
[[Immagine:14mar1998ai.jpg|thumb|left|180px|Vladimir Jugovic festeggiato dai compagni dopo la marcatura]]
[[Immagine:14mar1998ac.jpg|thumb|right|180px|Pavel Nedved scocca il tiro del raddoppio]]
[[Immagine:14mar1998ad.jpg|thumb|left|180px|L'esultanza del centrocampista ceco]]
[[Immagine:14mar1998ae.jpg|thumb|right|180px|La rete dello 0-3 ad opera di Diego Fuser]]
[[Immagine:14mar1998af.jpg|thumb|left|180px|L'esultanza del centrocampista biancoceleste]]

L'uragano Lazio soffia nel secondo tempo e sradica quel che rimane di una [[Sampdoria]] sbagliata: sbagliata da Boskov, che pensa di marcare [[Mancini Roberto|Mancini]], arretrato sulla linea dei centrocampisti, con Mannini e soprattutto che pensava essere possibile la coesistenza in attacco tra Montella e [[Signori Giuseppe|Signori]]; sbagliata dall'ineffabile Enrico Mantovani, il presidente che dopo una campagna acquisti (e soprattutto cessioni) assai poco equilibrata, ha scelto la settimana tra la quarta sconfitta consecutiva (a [[Stadio San Siro - Milano|San Siro]] con il [[Milan]]) e la quinta (ieri) per incontrare Luciano Spalletti, tecnico dell'[[Empoli]], ufficializzandone di fatto l'ingaggio per la prossima stagione. In un organismo di psicolabilità molto sviluppata, come quello doriano, questi sono episodi che non possono transitare senza lasciare effetti. Infatti, una squadra già sulle ginocchia sul piano fisico (eppure si diceva che Boskov, una volta preso il posto di Cesar Luis Menotti, aveva rifatto la preparazione atletica) non può anche permettersi di giocare in inferiorità numerica per 65 minuti (l'imbelle Balleri), essendo sotto di un gol fin dal primo minuto ([[Jugovic Vladimir|Jugovic]], di destro in area, su assist dal fondo di [[Gottardi Guerino|Gottardi]]). La Lazio è stata convincente nella ripresa: essenziale e chirurgica. Il contrario di ciò che era sembrata nel primo tempo. [[Eriksson Sven Goran|Eriksson]] temeva la [[Sampdoria]] più di quanto fosse lecito. Questa preoccupazione si desumeva dal 4-5-1 schierato in campo dal tecnico svedese - [[Boksic Alen|Boksic]] unica punta sostenuta dagli inserimenti di [[Fuser Diego|Fuser]], [[Jugovic Vladimir|Jugovic]] e [[Nedved Pavel|Nedved]] - che, pur determinandosi spazi nei quali sarebbe stato facile pedalare in discesa, veniva frenato da stranissimi pudori.

Dire che lo 0-1 del primo tempo fosse fittizio e ingannevole non è certo azzardato: sia perché la fine è nota; sia perché la [[Sampdoria|Samp]] ha esercitato una qualche pressione solo al 9' con Montella (anticipo su [[Marchegiani Luca|Marchegiani]], salvataggio di [[Favalli Giuseppe|Favalli]]). Il possesso di palla, poi, era sterile e confuso. Probabilmente la [[Sampdoria]] avrebbe perso anche con Balleri in campo. Diversamente, forse, sarebbe andata con Boghossian e Franceschetti in condizione e un [[Veron Juan Sebastian|Veron]] appena decente. [[Mihajlovic]], impacciato e prevedibile nel ruolo determinante di libero, ha provocato il dispetto dell'intera tifoseria blucerchiata con punizioni e calci d'angolo carichi di velleità. Ma non è stata certo la cosa più grave. Riprovevole, dal punto di vista comportamentale, è stata la manata, proprio sotto gli occhi del quarto uomo, di Balleri a [[Nedved Pavel|Nedved]], dopo che quest'ultimo era rotolato a terra ringhiando insieme a [[Veron Juan Sebastian|Veron]]. L'arbitro Messina, opportunamente, avrebbe lasciato correre (il contatto tra i due giocatori era infatti in via di estinzione) se sul ceko non fosse piombato Balleri, letteralmente fuori di senno. Boskov, a fine partita, ha chiesto alla società di provvedere in modo esemplare. Mantovani non dovrebbe sorvolare. Da quel momento in avanti i doriani hanno cercato, prima che il riequilibro del risultato, il riequilibrio delle forze in campo, sperando nei falli di [[Nesta Alessandro|Nesta]] o di [[Pancaro Giuseppe|Pancaro]] che, già ammoniti, avrebbero dovuto finire fuori. Messina è stato bravo a non farsi turlupinare. Ma ad inizio di ripresa, quando ha pescato [[Nesta Alessandro|Nesta]] in netto ritardo su Montella, non ha provveduto al secondo cartellino giallo per il difensore laziale. Si era ancora sullo 0-1 e, in pura teoria, la partita sarebbe stata recuperabile dalla [[Sampdoria]].


► [[Sabato 14 marzo 1998 - Genova, stadio Luigi Ferraris - Sampdoria-Lazio 0-4|Clicca qui per continuare la lettura]]


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Versione delle 21:48, 24 mar 2014

Ezio Sclavi
Un intervento in presa aerea del portiere biancoceleste
Ezio Sclavi
Uno scorcio antico di Stradella
La torre medievale di Stradella. In tale cittadina Ezio Sclavi si trasferi in età giovanile dalla limitrofa natia frazione di Montù Beccaria
Ezio Sclavi "chioccia" dei Pulcini in una foto d'epoca
Sclavi con il Pulcino Armandino
Sclavi in Nazionale
Ezio Sclavi

Ezio Sclavi

Ezio Sclavi, portiere, nacque il 23 marzo 1903 in Oltrepò Pavese a Montù Beccaria da genitori provenienti da Monteveneroso, un nucleo di poche case da cui è originario il ceppo degli Sclavi, oggi frazione di Canneto Pavese (PV), e morì ad Arma di Taggia (IM) il 31 agosto 1968.

La vicenda sportiva di Ezio Sclavi è indissolubilmente legata ad un giorno, il 22 luglio 1923, in cui egli non faceva ancora il calciatore, ma che fu importante per la Lazio e, di riflesso, per Ezio. Alla Rondinella si svolse la partita di ritorno tra i Capitolini e il Genoa che avrebbe deciso le sorti del campionato. Il Genoa, vincitore del girone nord, incontrò la Lazio, vincitrice del girone centro-sud, dopo che la partita di andata aveva visto trionfare i rossoblù per 4-1. La partita di ritorno alla Rondinella fu quasi una formalità per i campioni liguri, che si imposero per 2-0 conquistando il loro ottavo titolo, ma diede modo di far comprendere a tutti che il gioco del calcio aveva raggiunto larghi strati della popolazione e gli stadi non bastavano più per contenere la folla di appassionati che delirava per vedere un incontro come quello disputato nello stadio romano e soprattutto si capì che l'epoca del dilettantismo puro era finita e che, quindi, bisognava impostare le società di calcio su precisi modelli economici. Lontani i tempi in cui Luigi Bigiarelli aveva scelto i colori biancocelesti in onore dell'ideale olimpico piu genuino. Proprio quel giorno la Lazio indossò una maglia con l'azzurro intenso al posto del celeste come se la variazione cromatica, inconsciamente scelta, segnasse il discrimine tra il periodo pionieristico e le disincantate prospettive del nuovo modo di intendere il calcio. Dopo quella partita la Lazio vide andarsene alcuni fondamentali giocatori che approdarono nei grandi club del Nord, i soli che potevano garantire loro stipendi e ricompense. Nella Lazio il Presidente era Fortunato Ballerini, uomo all'antica che inorridiva solo al pensiero di una commistione tra denaro e sport, mentre uno dei principali dirigenti era Olindo Bitetti, uomo di più moderne vedute, che desiderava trattenere nella Lazio giocatori quali Augusto Faccani, Ragazzani e il portiere Ettore Agazzani che volevano andare a percepire un ingaggio in altre società. Il più potente, Ballerini, la ebbe vinta e i tre campioni si accasarono altrove.

L'"idea" era salva ma la Lazio si trovò priva dei giocatori più forti. E' a questo punto che entrò in ballo il destino. Alla Farnesina si riunivano tutti i giorni i soldati di leva che nella vita civile si dedicavano alle varie discipline sportive. Tra loro c'era un certo Ezio Sclavi che aveva praticato il salto con l'asta e la corsa piana, con ottimi risultati, sin dalla prima giovinezza trascorsa a Stradella, cittadina prossima al paese natale di Ezio. Fisico eccezionale su cui era impostato un volto sghembo, irregolare e così marcato da sembrare un nodo di ulivo. Il ragazzo si accorse che i commilitoni che praticavano il calcio godevano di un numero maggiore di uscite e poichè non amava la vita di caserma, decise di fare il giro delle società calcistiche romane per chiedere di essere provato come portiere. L'esperienza pregressa nel ruolo l'aveva avuta nella squadra del suo paese di residenza, la Stradellina, ma con risultati così disastrosi da essere stato cacciato dalla squadra. Le risposte delle società interpellate furono tutte negative. Quel 22 luglio Sclavi fu inviato alla Rondinella con il suo reparto per montare delle tribunette supplementari atte a contenere il gran numero di spettatori previsti. Finito il lavoro, Ezio ne approfittò per reiterare la richiesta di effettuare un provino anche ad un dirigente laziale presente allo stadio. La risposta fu ancora negativa. La sera, come spesso accadeva, Sclavi si recava nel chiosco caffè di Piazzale Flaminio per passare le ore di libera uscita insieme ad alcuni commilitoni. Decisero di iscriversi ad un torneo di calcio amatoriale che si stava organizzando a Roma e cominciarono a incontrarsi con le altre squadre. In una di queste partite erano presenti alcuni soci della Lazio che furono molto colpiti dalle doti fisiche e dall'agilità di Ezio Sclavi. In breve fu tesserato per la Lazio e cominciò ad allenarsi con i giocatori biancocelesti. Con sua grande sorpresa gli fu detto che avrebbe esordito titolare in porta nella prima giornata del campionato 1923/24 contro la temibile Fortitudo.


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