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Oriundo argentino ed ex Direttore Tecnico del Racing Avellaneda, allena la Lazio per 12 incontri a partire dalla 29^ partita di campionato della stagione [[1938/39]], in coppia con [[Allemandi Luigi|Allemandi]] dopo il passaggio di [[Viola Joszef|Viola]] al [[Milan AC|Milan]]. Diventa poi Direttore Sportivo del presidente [[Zenobi Remo|Zenobi]] che lo incarica di cercare nuovi talenti in Argentina; su segnalazione di Di Franco arrivano quindi alla Lazio [[Pisa (I) Silvestro|Pisa (I)]], [[Barrera Evaristo|Barrera]] e [[Flamini Enrico|Flamini]], seguiti da [[Pisa (II) Anselmo|Pisa (II)]], [[Fazio Alberto|Fazio]] e [[Gualtieri Salvatore|Gualtieri]]. |
Oriundo argentino ed ex Direttore Tecnico del Racing Avellaneda, allena la Lazio per 12 incontri a partire dalla 29^ partita di campionato della stagione [[1938/39]], in coppia con [[Allemandi Luigi|Allemandi]] dopo il passaggio di [[Viola Joszef|Viola]] al [[Milan AC|Milan]]. Diventa poi Direttore Sportivo del presidente [[Zenobi Remo|Zenobi]] che lo incarica di cercare nuovi talenti in Argentina; su segnalazione di Di Franco arrivano quindi alla Lazio [[Pisa (I) Silvestro|Pisa (I)]], [[Barrera Evaristo|Barrera]] e [[Flamini Enrico|Flamini]], seguiti da [[Pisa (II) Anselmo|Pisa (II)]], [[Fazio Alberto|Fazio]] e [[Gualtieri Salvatore|Gualtieri]]. |
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Nel dopoguerra, diventa delegato dell'AFA (la federazione argentina) in seno alla FIFA; nel 1947, in visita per qualche giorno in Italia, viene intervistato per il Corriere dello Sport nientemeno che da Fulvio Bernardini. |
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Versione delle 19:40, 31 lug 2014


Oriundo argentino ed ex Direttore Tecnico del Racing Avellaneda, allena la Lazio per 12 incontri a partire dalla 29^ partita di campionato della stagione 1938/39, in coppia con Allemandi dopo il passaggio di Viola al Milan. Diventa poi Direttore Sportivo del presidente Zenobi che lo incarica di cercare nuovi talenti in Argentina; su segnalazione di Di Franco arrivano quindi alla Lazio Pisa (I), Barrera e Flamini, seguiti da Pisa (II), Fazio e Gualtieri.
Nel dopoguerra, diventa delegato dell'AFA (la federazione argentina) in seno alla FIFA; nel 1947, in visita per qualche giorno in Italia, viene intervistato per il Corriere dello Sport nientemeno che da Fulvio Bernardini.