De Censi Renato: differenze tra le versioni

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File:DeCensiRenato.jpg|De Censi con la maglia della Lazio
Immagine:RDeCensi.jpg|Renato De Censi
Immagine:RDeCensi.jpg|Renato De Censi
image:De Censi2.jpg|Il nome di De Censi fra i caduti del conflitto mondiale
image:De Censi2.jpg|Il nome di De Censi fra i caduti del conflitto mondiale

Versione delle 07:59, 2 mar 2015

Renato De Censi con la maglia della Pro Roma
De Censi, al centro in basso, in divisa di Ardito Reggimentale della Marina nel dicembre 1918
(Archivio ufficio storico FNAI)

Pioniere

Difensore. Nato a Roma il 6 febbraio 1893 da Pietro e Belli Angela.

Fu studente, come molti altri pionieri laziali, dell'Istituto Leonardo da Vinci di Roma. Fa parte della squadra riserve che in previsione del 1° campionato ufficiale della Federazione disputato tra 1909 e 1910, giocò contro la Juventus Romana e perse per 3-1 in quanto la squadra titolare riteneva di essere troppo superiore per battersi con i bianconeri. Nel 1912 risulta tra le file della Pro Roma. Fratello di Remo e Romolo, forti giocatori di varie squadre romane e rimasti gravemente feriti in combattimento, durante il primo conflitto mondiale fu marinaio cannoniere sulla R.N. "Regina Elena" (Il libro dei caduti del Comune di Roma lo indica come 2° timoniere). Perì a seguito dell'affondamento del piroscafo San Spiridione su cui prestava servizio il 27 marzo 1919 nel canale delle Zattere a Venezia. Il natante, diretto a Pola con un carico di benzina e botti di vino Marsala e che aveva un equipaggio di circa 200 fra soldati e marinai, 5 Ufficiali e 9 borghesi, saltò in aria per cause sconosciute appena lasciati gli ormeggi nel molo di San Baseggio, davanti agli stabilimenti di un cotonificio distrutto dai bombardamenti della guerra.

La deflagrazione fu tale che alcuni corpi furono ritrovati sui tetti degli edifici di fronte al molo. Il piroscafo, avvolto dalle fiamme, affondò subito e i molti che si tuffarono in acqua finirono bruciati dalla benzina che aveva preso fuoco, rendendo così quasi impossibile ogni via di fuga. Fu decorato con una Medaglia d'Argento e due di Bronzo al Valor Militare.





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