Valenti Edoardo: differenze tra le versioni
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Fu scoperto da [[Canestri Dino|Dino Canestri]] durante un provino della Lazio in un campetto di Testaccio (l'Oratorio di San Giovanni Bosco), rione in cui viveva e dove la famiglia possedeva un negozio di abbigliamento, nel luglio [[1934]]. Nel [[1940]] giocò nella BNL per poi esordire in biancoceleste nel [[1941]] e il Littoriale lo proclamò miglior giocatore dell'anno. Disputa 6 stagioni in maglia biancoceleste. |
Fu scoperto da [[Canestri Dino|Dino Canestri]] durante un provino della Lazio in un campetto di Testaccio (l'Oratorio di San Giovanni Bosco), rione in cui viveva e dove la famiglia possedeva un negozio di abbigliamento, nel luglio [[1934]]. Nel [[1940]] giocò nella BNL per poi esordire in biancoceleste nel [[1941]] e [[Il Littoriale|il Littoriale]] lo proclamò miglior giocatore dell'anno. Disputa 6 stagioni in maglia biancoceleste. Il fatto di giocare nella Lazio, nel suo quartiere di nascita di Testaccio, a grande maggioranza romanista, fu considerato un tradimento. In un [[derby]] giocato al campo Testaccio un tifoso giallorosso lo insultò pesantemente per tutto l'incontro fino a che la madre del giocatore, presente in tribuna, aggredì l'incauto spettatore fino a farlo precipitare nell'anello inferiore degli spalti. |
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Il fatto di giocare nella Lazio, nel suo quartiere di nascita di Testaccio, a grande maggioranza romanista, fu considerato un tradimento. In un derby giocato al campo Testaccio un tifoso giallorosso lo insultò pesantemente per tutto l'incontro fino a che la madre del giocatore, presente in tribuna, aggredì l'incauto spettatore fino a farlo precipitare nell'anello inferiore degli spalti. |
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Insieme ai compagni di squadra [[Rega Amedeo|Rega]] e [[De Pierro Aldo|De Pierro]] fu fermato dai Tedeschi dopo l'attentato di Via Rasella e liberato solo dopo aver dimostrato l'appartenenza ad una squadra come giocatore professionista. |
Insieme ai compagni di squadra [[Rega Amedeo|Amedeo Rega]] e [[De Pierro Aldo|Aldo De Pierro]] fu fermato dai Tedeschi dopo l'attentato di Via Rasella e liberato solo dopo aver dimostrato l'appartenenza ad una squadra come giocatore professionista. Nel [[1947]] venne ceduto al [[Perugia]]. Giocò fino al [[1951]] ma la sua carriera, che si annunciava brillante, fu condizionata da due gravi incidenti alla caviglia e al ginocchio. Dotato di un ottimo stacco di testa e di eccellente tecnica, riuscì a bloccare i più forti attaccanti dell'epoca e lo stesso [[Piola Silvio|Silvio Piola]], in allenamento, trovava grandi difficoltà a superarlo. Cessata l'attività agonistica aprì un bar a Testaccio che divenne un covo di sostenitori biancocelesti e più tardi una tabaccheria in Via Nazionale. |
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Nel [[1947]] venne ceduto al Perugia. Giocò fino al [[1951]] ma la sua carriera, che si annunciava brillante, fu condizionata da due gravi incidenti alla caviglia e al ginocchio. Dotato di un ottimo stacco di testa e di eccellente tecnica, riuscì a bloccare i più forti attaccanti dell'epoca e lo stesso [[Piola Silvio|Silvio Piola]], in allenamento, trovava grandi difficoltà a superarlo. |
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Cessata l'attività agonistica aprì un bar a Testaccio che divenne un covo di sostenitori biancocelesti e più tardi una tabaccheria in Via Nazionale. |
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Per la sua correttezza e morbidezza negli interventi era soprannominato, in alternativa all'altro di "Er Zagaja", "Pandoro". Con la Lazio colleziona 40 presenze in [[Campionato]]. |
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Versione delle 23:26, 27 lug 2015

Difensore, nato a Roma il 10 marzo 1922 ed ivi deceduto il 28 luglio 2009. Detto Er zagaja.
Fu scoperto da Dino Canestri durante un provino della Lazio in un campetto di Testaccio (l'Oratorio di San Giovanni Bosco), rione in cui viveva e dove la famiglia possedeva un negozio di abbigliamento, nel luglio 1934. Nel 1940 giocò nella BNL per poi esordire in biancoceleste nel 1941 e il Littoriale lo proclamò miglior giocatore dell'anno. Disputa 6 stagioni in maglia biancoceleste. Il fatto di giocare nella Lazio, nel suo quartiere di nascita di Testaccio, a grande maggioranza romanista, fu considerato un tradimento. In un derby giocato al campo Testaccio un tifoso giallorosso lo insultò pesantemente per tutto l'incontro fino a che la madre del giocatore, presente in tribuna, aggredì l'incauto spettatore fino a farlo precipitare nell'anello inferiore degli spalti.
Insieme ai compagni di squadra Amedeo Rega e Aldo De Pierro fu fermato dai Tedeschi dopo l'attentato di Via Rasella e liberato solo dopo aver dimostrato l'appartenenza ad una squadra come giocatore professionista. Nel 1947 venne ceduto al Perugia. Giocò fino al 1951 ma la sua carriera, che si annunciava brillante, fu condizionata da due gravi incidenti alla caviglia e al ginocchio. Dotato di un ottimo stacco di testa e di eccellente tecnica, riuscì a bloccare i più forti attaccanti dell'epoca e lo stesso Silvio Piola, in allenamento, trovava grandi difficoltà a superarlo. Cessata l'attività agonistica aprì un bar a Testaccio che divenne un covo di sostenitori biancocelesti e più tardi una tabaccheria in Via Nazionale.
Per la sua correttezza e morbidezza negli interventi era soprannominato, in alternativa all'altro di "Er Zagaja", "Pandoro". Con la Lazio colleziona 40 presenze in Campionato.
Palmares
- 1
Campionato Romano di guerra 1943/44
- Galleria di immagini di Edoardo Valenti
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In allenamento alla Rondinella con Del Pinto e De Pierro
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Edoardo Valenti
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Edoardo Valenti
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Valenti con la moglie sig.ra Assunta
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Edoardo Valenti
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Il Corriere dello Sport del 30 luglio 2009 riporta la notizia della scomparsa di Valenti citando LazioWiki
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Un'altra foto di Edoardo Valenti
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