Stadio Olimpico - Roma: differenze tra le versioni

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Inaugurato nel [[1953]], inizialmente veniva anche chiamato "Stadio dei Centomila". Progettato dall'ing. Angelo Frisa, E' lo stadio casalingo della Lazio, che vi esordì al termine della stagione [[1952/53]]. Uniche eccezioni, le stagioni [[1968/69]] e [[1989/90]], disputate al [[Stadio Flaminio - Roma|Flaminio]], e alcune partite di [[Coppa Italia]], nonché la partita di campionato Lazio-Sampdoria della stagione [[1988/89]], disputata sempre al Flaminio.
Inaugurato nel [[1953]], inizialmente veniva anche chiamato "Stadio dei Centomila". Progettato dall'ing. Angelo Frisa. E' lo stadio casalingo della Lazio, che vi esordì al termine della stagione [[1952/53]]. Uniche eccezioni, le stagioni [[1968/69]] e [[1989/90]], disputate al [[Stadio Flaminio - Roma|Flaminio]], e alcune partite di [[Coppa Italia]], nonché la partita di campionato Lazio-Sampdoria della stagione [[1988/89]], disputata sempre al Flaminio. In occasione dei Campionati mondiali del '90 fu quasi completamente abbattuto (fu lasciata integra solo una parte della tribuna Tevere) e ricostruito. In tal modo è stata irreversibilmente snaturata l'armonica linea di raccordo tra il colle di Monte Mario e le sponde del Tevere, deturpando una delle zone più belle della città. La necessità di eseguire la copertura dell'impianto ha poi alterato improvvidamente ogni riferimento progettuale originario.





Versione delle 07:37, 30 giu 2008

Inaugurato nel 1953, inizialmente veniva anche chiamato "Stadio dei Centomila". Progettato dall'ing. Angelo Frisa. E' lo stadio casalingo della Lazio, che vi esordì al termine della stagione 1952/53. Uniche eccezioni, le stagioni 1968/69 e 1989/90, disputate al Flaminio, e alcune partite di Coppa Italia, nonché la partita di campionato Lazio-Sampdoria della stagione 1988/89, disputata sempre al Flaminio. In occasione dei Campionati mondiali del '90 fu quasi completamente abbattuto (fu lasciata integra solo una parte della tribuna Tevere) e ricostruito. In tal modo è stata irreversibilmente snaturata l'armonica linea di raccordo tra il colle di Monte Mario e le sponde del Tevere, deturpando una delle zone più belle della città. La necessità di eseguire la copertura dell'impianto ha poi alterato improvvidamente ogni riferimento progettuale originario.