Manfredonia Lionello: differenze tra le versioni
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Bearzot lancia come titolari i giovani Cabrini e Paolo Rossi, e preferisce quindi affidarsi in difesa al più esperto Bellugi. |
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La società manda il giovane Manfredonia al mondiale, senza il sostegno di un dirigente, lasciandolo solo in balia della stampa, sempre in cerca di uno scoop o una dichiarazione per creare un articolo o un titolo. |
La società manda il giovane Manfredonia al mondiale, senza il sostegno di un dirigente, lasciandolo solo in balia della stampa, sempre in cerca di uno scoop o una dichiarazione per creare un articolo o un titolo. |
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Manfredonia non scende mai in campo e, a causa di alcune sue dichiarazioni ed atteggiamenti, entra in contrasto con il Ct e per questo giocherà soltanto un'altra partita contro la Turchia dopo il Mondiale (e due partite nella Nazionale B di Azelio Vicini, di cui una da capitano), poi non sarà più convocato, anche se è molto probabile che sia stato lui a chiedere a Bearzot di non chiamarlo più in un atto d'orgoglio. |
Manfredonia non scende mai in campo e, a causa di alcune sue dichiarazioni ed atteggiamenti, entra in contrasto con il Ct e per questo giocherà soltanto un'altra partita contro la Turchia dopo il Mondiale (e due partite nella Nazionale B di Azelio Vicini, di cui una da capitano), ed una con la Nazionale B nel 1979, poi non sarà più convocato, anche se è molto probabile che sia stato lui a chiedere a Bearzot di non chiamarlo più in un atto d'orgoglio. |
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===La vicenda del calcio scommesse=== |
===La vicenda del calcio scommesse=== |
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Versione delle 11:02, 15 lug 2008
Biografia
Da giovane talento a titolare in serie A


Difensore-centrocampista, nato a Roma il 27 Novembre 1956. Cresciuto nella società. Disputa 8 stagioni in maglia biancoceleste. Con la Lazio colleziona 201 presenze e 8 goals in Campionato. La Lazio lo acquista all'età di 15 anni dal Don Orione, squadretta della zona di Monte Mario, pagandolo un milione di lire e strappandolo alla Juventus. E' uno dei ragazzini terribili che in quegli anni si mettono in mostra nella Lazio. Viene convocato tre volte (con una presenza) nella Nazionale Juniores, nel Torneo Giovanile Principato di Monaco del 1973. Assieme a Bruno Giordano, Stefano Di Chiara e Andrea Agostinelli conquista lo scudetto primavera 1975/76. Gioca sia a centrocampo che da libero, fino a fare lo stopper, e sempre risultando uno dei migliori in campo. Giulio Corsini, neo allenatore dei biancazzurri, lo nota e lo fa allenare con la prima squadra nel ritiro precampionato, ma il suo nome era comparso già all'indomani della conquista del primo scudetto nel 1974 come uno dei più validi e promettenti giocatori per gli anni a venire. Esordisce in serie A contro il Bologna il 2 Novembre 1975, non ancora diciannovenne. I contemporanei infortuni di Wilson e Martini fanno si che tocchi a lui esordire proprio con la maglia numero 4. Corsini in verità aveva pensato di sostituire Martini con Petrelli, ma la notte tra sabato e domenica aveva visto un peggiorare delle condizioni del capitano e quindi ecco spiegata la decisione di schierarlo in campo. La sua gara fu impeccabile e 3 giorni dopo giocò addirittura in Coppa UEFA contro il Barcellona di Johann Crujff. Il primo anno colleziona però solo 4 presenze giocando anche stopper e centrocampista. La stagione successiva è quella della consacrazione: avendo conquistato la fiducia di Vinicio diviene titolare inamovibile, giocando da stopper, in quanto il ruolo del libero è di capitan Wilson. Entra nel giro delle Nazionali, essendo convocato nella Nazionale Under 21, dove gioca 6 partite (con una rete) da libero e stopper. Partecipa (4 presenze) con la Nazionale Militare, che arriva terza, al Campionato Militare Internazionale 1977 a Damasco (Siria).
I Mondiali in Argentina


La stagione 1977/78 lo vede ancora protagonista, tanto che viene convocato in nazionale da Bearzot. Fa il suo esordio, da libero, all'Olimpico contro il Lussemburgo il 3 dicembre 1977. Gioca altre due partite da stopper, contro Belgio e Spagna, una partita, da libero, nella Nazionale B, tre nella Nazionale Militare e cinque partite nell'Under 21. Il CT lo stima a tal punto da convocarlo tra i ventidue per il Mondiale 1978 in Argentina. Bearzot lancia come titolari i giovani Cabrini e Paolo Rossi, e preferisce quindi affidarsi in difesa al più esperto Bellugi. La società manda il giovane Manfredonia al mondiale, senza il sostegno di un dirigente, lasciandolo solo in balia della stampa, sempre in cerca di uno scoop o una dichiarazione per creare un articolo o un titolo. Manfredonia non scende mai in campo e, a causa di alcune sue dichiarazioni ed atteggiamenti, entra in contrasto con il Ct e per questo giocherà soltanto un'altra partita contro la Turchia dopo il Mondiale (e due partite nella Nazionale B di Azelio Vicini, di cui una da capitano), ed una con la Nazionale B nel 1979, poi non sarà più convocato, anche se è molto probabile che sia stato lui a chiedere a Bearzot di non chiamarlo più in un atto d'orgoglio.
La vicenda del calcio scommesse

Nel 1979 sposa la sua fidanzata Anna, conosciuta a Ladispoli. La sua ascesa è inarrestabile e più volte le grandi squadre del nord chiedono di acquistarlo a suon di miliardi, ma Lenzini non cede e rifiuta ogni proposta. Il posto da titolare è suo e disputa altre due stagioni a fianco di capitan Wilson e dell'inseparabile amico Giordano Nel 1980 viene coinvolto insieme a Giordano, a Wilson e Cacciatori nello scandalo del "Calcioscommesse " E' il primo ad essere fermato ed arrestato in tribuna a Pescara (dove aveva assistito alla partita a fianco del presidente Lenzini, in quanto squalificato), il 23 marzo 1980, e condotto, insieme agli altri tre, al carcere di Regina Coeli dove rimane rinchiuso per quasi 2 settimane. Sarà squalificato per tre anni, la Lazio sarà retrocessa in Serie B.
Il ritorno e la promozione

Nel 1982 l'Italia vince i Campionati del Mondo in Spagna, gli squalificati vengono amnistiati. Grazie al suo apporto e a quello di Bruno Giordano la Lazio torna in serie A, dopo un campionato sofferto dove i biancazzurri si classificano al secondo posto. Il suo ruolo è ormai quello di centrocampista, dove riesce anche a segnare reti importanti e decisive. Con l'arrivo di Chinaglia come presidente, sembra che le cose si mettano al meglio e si pensi in grande, ma l'amara realtà vede i biancazzurri combattere fino all'ultimo per non retrocede e Manfredonia da il suo contributo a volte decisivo. Nell'estate 1984 Chinaglia, per rimpolpare le casse della Lazio in profondo rosso, pensa di vendere sia Lui che Giordano, ma il secco rifiuto dei due sconvolge i piani del presidente che se la lega al dito. la stagione 1984/85 è un'autentico calvario e già al girone d'andata la Lazio è spacciata. Oltre al resto, la squadra paga per i rapporti non più idilliaci tra Manfredonia e Giordano. Chinaglia abbandona la presidenza e per Manfredonia si aprono le porte di un'inevitabile cessione.
Dall'addio alla Lazio a una tragedia sfiorata

Viene ceduto nell'estate del 1985 alla Juventus. Con i bianconeri vince uno scudetto ed una Coppa Intercontinentale, affermandosi come uno dei migliori centrocampisti italiani per qualità e rendimento. Nel 1987 passa alla Roma. Il trasferimento viene visto come un "tradimento" dai tifosi laziali,che non lo perdoneranno mai, e provoca una spaccatura tra i tifosi romanisti. Nascono i "GAM", Gruppi Anti Manfredonia. Il suo rendimento in campo però è sempre ottimo. Il 30 Dicembre 1989 si gioca Bologna-Roma,fa molto freddo, il terreno è ghiacciato. Manfredonia dopo appena sei minuti crolla a terra, privo di sensi. Tra i primi a soccorrerlo c'è proprio l'amico ritrovato Giordano, che gioca nel Bologna. Viene soccorso dal dottor Alicicco e dal massaggiatore Giorgio Rossi, che gli praticano il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca. Trasportato all'Ospedale Maggiore in coma, viene confermata la diagnosi di infarto del miocardio di piccola dimensione. Trascorre il Capodanno all'ospedale privo di conoscenza.Con lui a vegliarlo la seconda moglie Carolina, e all'amico Cabrini e sua moglie Consuelo. Si sveglia dopo 42 ore il dramma. E' costretto a ritirarsi dall'attività agonistica. Fortunatamente non avrà più nessun tipo di disturbo cardiologico. Appesi gli scarpini al chiodo diventa Direttore Sportivo del Vicenza e poi del Cagliari. Successivamente diventa procuratore. E' stato uno dei massimi campioni cresciuti nel vivaio biancazzurro di sempre. Purtroppo ancora oggi il suo nome è associato per essere passato alla Roma, cosa mai digerita dai sostenitori biancazzurri che pur gli avevano già perdonato la vincenda del Calcioscommesse.