Aureli Aurelio: differenze tra le versioni

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Presidente e dirigente. Nato a Roma l'[[11 maggio]] [[1896]] da Bonaventura, in Via Cernaia n. 33, morì nella Capitale nel [[1950]]. Il [[3 dicembre]] [[1939]], prendendo il posto di [[Riccardi Raffaello|Raffaello Riccardi]], fu eletto Presidente Generale della Lazio. Successivamente, sia nel [[1940]] che nel nel [[1942]], fu Consigliere della società. Nei primi anni trenta era stato un valido podista sulle lunghe distanze. Nella stagione [[1939/40]], pur nelle vesti di Presidente generale, assisteva alle gare della Lazio dal campo con il ruolo di accompagnatore.

Presidente e dirigente. Nato a Roma l'[[11 maggio]] [[1896]] da Bonaventura, in Via Cernaia n. 33, morì nella Capitale nel [[1950]]. Il [[3 dicembre]] [[1939]], prendendo il posto di [[Riccardi Raffaello|Raffaello Riccardi]], fu eletto Presidente Generale della Lazio. Successivamente, sia nel [[1940]] che nel nel [[1942]], fu Consigliere della società. Nei primi anni trenta era stato un valido podista sulle lunghe distanze.
Come ingegnere costruì, su progetto di Vincenzo Fasolo, il ponte Duca d'Aosta. Su tale ponte è inciso il suo nome. Costruì, tra altre numerose opere, anche i capannoni del lager di Auschwitz, il ponte sul fiume Albegna e il ponte Nuovo a Ragusa.
Come ingegnere costruì, su progetto di Vincenzo Fasolo, il ponte Duca d'Aosta. Su tale ponte è inciso il suo nome. Costruì, tra altre numerose opere, anche i capannoni del lager di Auschwitz, il ponte sul fiume Albegna e il ponte Nuovo a Ragusa.



Versione delle 14:39, 26 mag 2020

Aurelio Aureli
L'ingegner Aureli aiuta il massaggiatore a trasportare fuori campo il portiere Giubilo, infortunatosi nel corso di Napoli-Lazio del 21 aprile 1940

Presidente e dirigente. Nato a Roma l'11 maggio 1896 da Bonaventura, in Via Cernaia n. 33, morì nella Capitale nel 1950. Il 3 dicembre 1939, prendendo il posto di Raffaello Riccardi, fu eletto Presidente Generale della Lazio. Successivamente, sia nel 1940 che nel nel 1942, fu Consigliere della società. Nei primi anni trenta era stato un valido podista sulle lunghe distanze. Nella stagione 1939/40, pur nelle vesti di Presidente generale, assisteva alle gare della Lazio dal campo con il ruolo di accompagnatore. Come ingegnere costruì, su progetto di Vincenzo Fasolo, il ponte Duca d'Aosta. Su tale ponte è inciso il suo nome. Costruì, tra altre numerose opere, anche i capannoni del lager di Auschwitz, il ponte sul fiume Albegna e il ponte Nuovo a Ragusa.

Una sua scheda biografica di epoca fascista recita:

"Laureatosi in ingegneria, fondò una sua ditta di costruzioni. Realizzò numerose opere in molte altre città italiane e a Roma, dove in particolare costruì il ponte Duca d’Aosta sul Tevere, uno dei più conosciuti della capitale. Alla grande capacità progettuale e alla competenza tecnica univa grandi doti di organizzatore. Ricoprì numerosi incarichi, fra i quali quello di presidente dell’Istituto case popolari e di presidente della Federazione nazionale fascista costruttori. In quest’ultima veste rappresentò varie volte il governo italiano e firmò alcuni protocolli d’intesa (…) Per favorire lo sviluppo delle conoscenze tecniche nel settore, fondò l’Istituto di studi e sperimentazione dell’industria edilizia, di cui fu per molti anni presidente”.