Gli articoli di LazioWiki.org su "Il Cuoio": differenze tra le versioni

Da LazioWiki.

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 14: Riga 14:


Nella prima metà del mese di ottobre [[2022]] LazioWiki.org inizia una collaborazione con la Redazione de "Il Cuoio", supplemento de "[[Corriere dello Sport|Il Corriere dello Sport]]" e del "[[Guerin Sportivo]]". Nelle edizioni cartacee pubblicate, gli articoli redatti da alcuni Autori di LazioWiki.org vengono pubblicati nel periodico. In questa pagina riportiamo, <u>doverosamente dopo diversi giorni dalla relativa uscita</u>, gli articoli trattati e la loro trascrizione a beneficio dei nostri lettori.
Nella prima metà del mese di ottobre [[2022]] LazioWiki.org inizia una collaborazione con la Redazione de "Il Cuoio", supplemento de "[[Corriere dello Sport|Il Corriere dello Sport]]" e del "[[Guerin Sportivo]]". Nelle edizioni cartacee pubblicate, gli articoli redatti da alcuni Autori di LazioWiki.org vengono pubblicati nel periodico. In questa pagina riportiamo, <u>doverosamente dopo diversi giorni dalla relativa uscita</u>, gli articoli trattati e la loro trascrizione a beneficio dei nostri lettori.

<br>

'''• Nei prossimi giorni verrà caricato l'ultimo articolo di LazioWiki.org pubblicato su "Il Cuoio" del [[22 ottobre]] [[2022]]: "Dos Santos, il calcio a regola d'arte" di Lorenzo Stillitano'''.


{{-}}
{{-}}
Riga 20: Riga 24:
<div id="12ott2022" style="background-color:lightcyan; margin-left:auto; margin-right:auto; text-align:justify; width:900px; padding:15px; font-family:Verdana; border:1px solid navy;">
<div id="12ott2022" style="background-color:lightcyan; margin-left:auto; margin-right:auto; text-align:justify; width:900px; padding:15px; font-family:Verdana; border:1px solid navy;">


• '''[[12 ottobre]] [[2022]]'''
• '''[[12 ottobre]] [[2022]] - [[Corelli (I) Corrado|Corrado Corelli]]'''


<br>
<br>
Riga 51: Riga 55:
<div id="06ott2022" style="background-color:lightcyan; margin-left:auto; margin-right:auto; text-align:justify; width:900px; padding:15px; font-family:Verdana; border:1px solid navy;">
<div id="06ott2022" style="background-color:lightcyan; margin-left:auto; margin-right:auto; text-align:justify; width:900px; padding:15px; font-family:Verdana; border:1px solid navy;">


• '''[[6 ottobre]] [[2022]]'''
• '''[[6 ottobre]] [[2022]] - L'impresa dei Pulcini biancocelesti al Prater di Vienna nel giugno [[1933]]'''


<br>
<br>

Versione delle 12:21, 24 ott 2022

Il logo de "Il Cuoio"
La prima pagina dell'edizione del 6 ottobre 2022

Da Il Corriere dello Sport: Il Cuoio è una pagina dove si rivivono le storie di calcio in modo differente a modo nostro. Ogni storia un'emozione. Semplicemente passione.

Dal profilo Facebook de "Il Cuoio": il cuoio è una pagina dove si raccontano e si rivivono storie di calcio in modo differente.

• Sito web sul Guerin Sportivo: www.guerinsportivo.it/il-cuoio

• Sito web su Il Corriere dello Sport: www.corrieredellosport.it/calcio/ilcuoio

• Profilo Facebook: www.facebook.com/ilcuoiocalcio


Nella prima metà del mese di ottobre 2022 LazioWiki.org inizia una collaborazione con la Redazione de "Il Cuoio", supplemento de "Il Corriere dello Sport" e del "Guerin Sportivo". Nelle edizioni cartacee pubblicate, gli articoli redatti da alcuni Autori di LazioWiki.org vengono pubblicati nel periodico. In questa pagina riportiamo, doverosamente dopo diversi giorni dalla relativa uscita, gli articoli trattati e la loro trascrizione a beneficio dei nostri lettori.


• Nei prossimi giorni verrà caricato l'ultimo articolo di LazioWiki.org pubblicato su "Il Cuoio" del 22 ottobre 2022: "Dos Santos, il calcio a regola d'arte" di Lorenzo Stillitano.


12 ottobre 2022 - Corrado Corelli


L'articolo di LazioWiki.org pubblicato su "Il Cuoio" del 12 ottobre 2022


Corrado Corelli: guerra, pace e Lazio
Fedeltà ai valori risorgimentali, senso del dovere: storia dell’artista e calciatore
e del suo grande amore per il sodalizio biancoceleste


Corrado Corelli

di Lorenzo Stillitano

Quella di Nazione è un'idea di destra oppure di sinistra? Posta in questi termini - alla luce soprattutto dell’odierno derby mediatico tra sovranisti ed europeisti - la domanda potrebbe sembrare meno che retorica. Ci si sforzasse di guardare al presente per mezzo delle lenti della storia, tuttavia, ciò che a prima vista sembra scontato assumerebbe contorni diversi. Del resto, nel XIX secolo due patrioti risorgimentali di nome Giuseppe (il repubblicano Mazzini e il simpatizzante socialista Garibaldi) tutto erano tranne che reazionari e conservatori. Non solo: nelle cruciali elezioni politiche dell’aprile del 1948, le sinistre unite si presentarono agli elettori proprio in nome del barbuto Garibaldi in camicia rossa. Come si vede solo da questi banali esempi, ritenere di destra o di sinistra i concetti di Patria e di Nazione è più problematico di quanto appaia. Questa riflessione in punta di polpastrelli – son temi delicati e tocca fare grande attenzione a ciò che si scrive! – ci aiuta a comprendere meglio la vicenda umana e sportiva di Corrado Corelli, uno degli uomini migliori della Società Podistica Lazio al tempo eroico dei pionieri.

Le due bandiere. Ancora alla metà del secolo scorso, gli italiani serbavano viva memoria di quella grandiosa epopea che fu il Risorgimento. Classe 1884, figlio del grande pittore romano Augusto Corelli, Corrado era un uomo cresciuto con il mito dell’Italia unita. Piccolo borghese e amante della scultura, sin da giovane si sentiva fedele alla nazione, alla sua bandiera e rispettoso delle istituzioni che la rappresentavano, cui lo legava un forte senso del dovere. Se consideriamo che la Società Podistica Lazio – nella figura soprattutto dei fondatori Luigi Bigiarelli e Arturo Balestrieri nonché del suo primo grande presidente Fortunato Ballerini – nacque come sodalizio dai radicati valori liberali (fedeltà alla patria) e democratici (una patria solidale) è possibile capire come Corelli si sentisse a suo agio, una volta varcata la soglia della bella sede dei laziali presso la Casina dell'Uccelliera, a Villa Borghese. Da quel momento – correva l’anno 1907 – nel cuore di Corrado troveranno spazio due bandiere: il tricolore e il drappo biancoceleste.

Lazio a vita. In un primo momento, Corelli coltivò la sua passione per quegli strani passatempi stranieri detti sport associandosi al Club Sportivo Virtus, primo acerrimo rivale cittadino della Podistica, fondato nel 1903 da alcuni ribelli fuoriusciti dalla S.P. Lazio. Tra le varie discipline la preferita da Corrado era senza dubbio il football, ribattezzato con successo calcio dai patrioti ginnasti italiani, in ossequio a una tradizione inventata ma reale di antichi giochi nazionali. Corelli era un’ala ambidestra di buona struttura fisica e capienti polmoni, indispensabili per correre a perdifiato lungo la fascia: secondo l’unico schema del tempo, il garibaldino 2-3-5, gli estremi arrivavano raramente al tiro limitandosi piuttosto a crossare palloni per il centravanti e gli accorrenti interni d’attacco. Strappato alla furibonda Virtus da Sante Ancherani in persona – al tempo l’eroico bomber fungeva spesso pure da direttore sportivo! – Corelli partecipò alla mitologica battaglia calcistica delle "Tre vittorie in un giorno", ottenute in un prestigioso torneo interregionale (Pisa, 7 giugno 1908) vinto anche grazie ad un suo prezioso assist nella gara finale. Corrado continuerà a sudare per la Lazio sino al 1922, quando abbandonerà la vita agonistica senza però ritirare il proprio sostegno al sodalizio, che servirà a vita. Fu ad esempio tra i primi assidui frequentatori della Casina Fluviale all’Albero Bello. Inaugurata oltre un secolo fa, ma restaurata più volte nel tempo, su quella stessa ansa del Tevere sorge oggi il Circolo Canottieri Lazio, luogo dell’anima biancoceleste.

Tragedia e arte. Il maggiore Corrado Corelli ha combattuto la Prima Guerra Mondiale in trincea, dall’inizio alla fine del conflitto, ed è stato decorato con una medaglia d’argento al valore militare. Partecipò alla Marcia su Roma, sedotto da una delle tante anime del Fascismo delle origini che, in nome dell’Italia e contro il bolscevismo russo, ammiccava a coloro che nella Grande Guerra avevano perduto la propria innocenza. Allontanatosi dalla militanza a causa della rapida involuzione anti-libertaria del movimento, per senso del dovere di fronte alla patria Corelli rispose comunque al richiamo alle armi col grado di tenente colonnello, prestando servizio sulle tradotte dirette verso la Russia. Aprendo lo scompartimento di un vagone, notò per caso un gran numero di persone dallo sguardo perso, pressate l’una contro l’altra e dirette chissà dove; fece dei carboncini su quanto aveva osservato e dopo la fine del conflitto Corrado capirà cosa aveva visto su quei treni. Trasferito nella Penisola, dopo l’Armistizio Corelli negò la sua collaborazione ai Tedeschi riparando come poté a Roma, fra mille pericoli. Scultore affermato, uomo schivo e sensibile, le sue opere riflettono il senso tragico del destino di ogni essere umano: si manifesti questo nel confronto impari contro una Natura percepita come maligna; si compia la tragedia, ad esempio, nella scomparsa di una millenaria civiltà tale fu quella contadina; oppure si palesi la crudeltà della sorte nella necessità d’impugnare un’arma da fuoco per uccidere un proprio simile, per una causa giusta o sbagliata che sia. Corrado Corelli morì a Roma il 26 agosto 1968, non prima di aver confidato alcuni dei suoi ricordi al giornalista Mario Pennacchia, autore di un noto libro sulla storia della Lazio edito dal Corriere dello Sport nel 1969.



6 ottobre 2022 - L'impresa dei Pulcini biancocelesti al Prater di Vienna nel giugno 1933


L'articolo di LazioWiki.org pubblicato su "Il Cuoio" del 6 ottobre 2022


Quando i Pulcini divennero Aquile
L’11 giugno del 1933 al Prater di Vienna i biancocelesti tennero testa
ai terribili ragazzi austriaci del Wacker del "Mago" Meisl


Da "La Tribuna illustrata" un disegno sulla partita

di Jacopo Pascone

"Ma il giuoco del calcio è assai difficile, e anche col miglior insegnamento di questo mondo non tutti i giovani possono giungere all’abilità e alla fama degli autentici assi. Molti sono i chiamati anche qui, ma pochissimi gli eletti. Tuttavia in Italia abbiamo autentiche squadre di Pulcini del calcio". Con questo incipit viene ricordata la partita della quale parleremo oggi. Una partita sconosciuta ai più, le cui cronache si sono perse, sotterrate da miliardi di vecchie pagine di giornale ingiallite, inghiottite e logorate dal tempo. Un tempo in cui la comunicazione era ancora essenzialmente univoca; in cui le enciclopedie rappresentavano una delle poche fonti di studio che non tutti si potevano permettere: altro che internet o gli smartphone... È proprio un’enciclopedia ("Enciclopedia LABOR del Ragazzo Italiano", S.A. Edizioni "LABOR" Milano) stampata nel 1939 a dedicare spazio all’impresa dei Pulcini della Lazio contro i terribili ragazzi del Wacker. Apostrofandola come impresa non esageriamo affatto, basta sfogliare i giornali dell’epoca per comprendere la portata della risonanza mediatica originata da quell’evento. L’Enciclopedia del Ragazzo Italiano ne parla ancora nel 1939, ma quel Wacker-Lazio si era giocato ben sei anni prima.

1933. Siamo nel giugno del ‘33, anno cruciale per la disgrazia che affosserà il mondo negli anni a seguire. Ma mentre Adolf Hitler si è assicurato i pieni poteri del parlamento tedesco e Franklin Delano Roosevelt è diventato il 32° presidente degli Stati Uniti, le avvisaglie della guerra non sembrano ancora essere percepite nel nostro Paese. Il regime mette lo sport in primo piano e gli atleti italiani sfrutteranno l’occasione, non solo nel calcio – con i due titoli consecutivi di campioni del Mondo – ma anche, ad esempio, nel pugilato: proprio il 29 giugno di quell’anno, Primo Carnera conquisterà il titolo Mondiale dei Massimi. Ma torniamo ai nostri Pulcini, che poi veri Pulcini non sono. Almeno per come li consideriamo oggi (tra i 9 e gli 11 anni). Quelli che partono con il treno Roma-Vienna la sera dell’8 giugno 1933 sono leggermente più grandicelli. La partita nasce da un’idea di Hugo Meisl, il Mago, personaggio che merita una parentesi. Boemo di nascita, si trasferì presto a Vienna, dove imparò le più importanti lingue europee. Reduce decorato della Prima guerra mondiale, calciatore, arbitro e poi... contabile: diventerà uno degli allenatori più visionari dell’epoca. In stretto contatto con il nostro Ct Pozzo, Meisl sedette sulla panchina austriaca dal 1912 fino alla sua morte (1937).

Guidò il celebre "Wunderteam" ("la squadra delle meraviglie"), la nazionale austriaca più forte di tutti i tempi. Mescolando il sistema di Chapman e il metodo di Pozzo, creò uno stile di gioco del tutto innovativo. Fece la fortuna della nazionale austriaca che allenò in 134 occasioni (vincendo ben 72 gare); sfortunato nella semifinale del Mondiale ’34 e nella finale Olimpica del ’36: entrambe le volte sconfitto dall’amico-rivale Vittorio Pozzo. Questa doverosa parentesi motiva i luminosi riflettori puntati verso l’evento: i Pulcini della Lazio dovettero recarsi a Vienna per sfidare i ragazzi del Wacker, tra le squadre più temute d’Europa; massimi esponenti giovanili della dominante scuola austriaca; una selezione composta da Meisl in persona, ragazzi anche leggermente più grandicelli rispetto ai laziali. Giunto in visita a Roma pochi mesi prima, il Mago aveva ammirato i piccoli aquilotti. Evidentemente ritenuti all’altezza, li aveva poi sfidati.

Vienna. "Partenza più bella e festosa, crediamo, non sé avuta mai, e forse mai tanta folla s’era data convegno per salutare una squadra di calcio". Altri tempi, altre abitudini. La stazione Termini in festa, addirittura svariati calciatori della prima squadra a salutare la partenza di 14 marmocchi, accompagnati nel viaggio dai dirigenti della Lazio. Presente a Vienna anche il generale Vaccaro, segretario del C.O.N.I e presidente della FIGC. Partito la sera dell’8 giugno, il treno giunge a destinazione l’indomani. I ragazzi della Lazio, con indosso sgargianti magliette bianche con risvolti celesti, vengono accolti dal Mago in persona, dalla squadra del Wacker al completo e dalla selezione italiana del dopolavoro del posto. L’incontro è previsto per l’11 giugno, due giorni dopo. Si gioca allo Stadio Prater davanti a 40mila spettatori. L’esibizione dei giovani – scesi in campo per due tempi da 25 minuti – precede l’amichevole tra le nazionali di Austria e Belgio (4-1 per il "Wunderteam" di Meisl), mentre prima si sono svolte delle gare di atletica leggera tra cecoslovacchi e russi. "Le partite fra questi minuscoli artisti del pallone rotondo costituiscono uno spettacolo graziosissimo che dà agli spettatori un vero godimento... Si tratta di veri artisti, che trattano il pallone con perizia eccezionale e imbastiscono le azioni con una intelligenza ed una precisione che farebbero invidia a molti assi più grossi e più stipendiati di loro.

I microbi della Lazio hanno un pubblico sempre crescente e sempre più entusiasta. I dirigenti biancocelesti sospirano di continuo: "Peccato che siano così piccoli! Se avessero il fisico, tireremmo allo scudetto anche noi!". Un estratto della descrizione di "Quirinetto", pseudonimo con cui firmava Cesare Mariani sul Guerin Sportivo dell’epoca, che descrive lo spettacolo ammirato in campo. È subito la Lazio a passare in vantaggio: dopo appena 6 minuti Capponi raccoglie una respinta della difesa sul tiro di Armandino Longhi e mette dentro. I padroni di casa riusciranno a pareggiare nella ripresa, il match terminerà 1-1, ma le premesse alla vigilia erano totalmente diverse. Ci si aspettava una scorpacciata di gol austriaca, è arrivata una prova di assoluto spessore dei Pulcini biancocelesti. Così la corrispondenza da Vienna a fine gara: "Nessuno potrà in buona fede tacciarci di partigianeria se affermiamo che, in rispetto alla partita internazionale svoltasi mezz’ora dopo, quella sostenuta dai ragazzi romani contro i "Kruirspel" del Wacker ci è piaciuta di più. Gli "uomini" di entrambe le squadre avrebbero potuto dare dei punti ai loro colleghi adulti di molte società in voga. I ragazzi del Wacker erano noti al pubblico di qui per cui il loro gioco equilibrato e convincente non ha sorpreso. Chi invece ha sorpreso non poco sono stati i piccoli romani, di cui non si era mai sentito parlare a Vienna e che ad un tratto si rivelarono agli occhi stupefatti di questi aristarchi del calcio sotto una luce inaspettata".

Salutati da scroscianti applausi al Prater, ripresi da tutti i quotidiani nazionali ed esteri per le loro gesta, tra lo stupore generale i piccoli aquilotti vengono accolti dal giubilo della folla assiepata a Termini per aspettare il treno di ritorno. L’incredibile risultato ottenuto a Vienna ha fatto il giro della Capitale: alle famiglie si aggiungono innumerevoli tifosi, oltre agli svariati membri della prima squadra e alle diverse autorità. Quella gloriosa partita – all’epoca celebrata da tutti – è finita sepolta dalla storia. Oggi un’amichevole tra ragazzi non potrebbe mai provocare tale eco mediatico, e proprio per questo, oggi, abbiamo voluto rendere omaggio a quei Pulcini: eroi per un giorno al Prater di Vienna, dimenticati nelle pagine di una vecchia enciclopedia.



Torna ad inizio pagina