Filippini Antonio: differenze tra le versioni

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Centrocampista, nato a Brescia il [[3 luglio]] [[1973]].
Centrocampista, nato a Brescia il [[3 luglio]] [[1973]].


Cresciuto nel [[Brescia]], gioca con Ospitaletto e di nuovo Brescia. Viene acquistato dalla Lazio, in prestito, nel [[2004]] dal [[Palermo]]. Disputa una sola stagione in maglia biancoceleste, collezionando 36 presenze e 2 reti in [[Campionato]]. Tornato in Sicilia, Antonio milita in seguito con [[Treviso]], [[Livorno]] e di nuovo Brescia, dove nel [[2011]] conclude la carriera da calciatore. Nella stagione [[2011/12]] allena i Giovanissimi regionali delle Rondinelle. In seguito, lavora nelle giovanili della FeralpiSalò dal [[2012]] al [[2014]] e poi dirige la prima squadra del Lumezzane nel [[2016]]. Nel [[2017/18]] allena il Trento in Serie D. Dopo una breve parentesi al [[Livorno]] nella stagione [[2019/2020]], prima come vice e poi per dieci partite da allenatore-capo, allena la [[Pro Sesto]] nel [[2021]]. Siede quindi sulla panchina del Genoa Women.
Fratello gemello di [[Filippini Emanuele|Emanuele]], Antonio cresce nel [[Brescia]], gioca con Ospitaletto e di nuovo Brescia. Viene acquistato dalla Lazio, in prestito, nel [[2004]] dal [[Palermo]]. Disputa una sola stagione in maglia biancoceleste, collezionando 36 presenze e 2 reti in [[Campionato]]. Tornato in Sicilia, Filippini milita in seguito con [[Treviso]], [[Livorno]] e di nuovo Brescia, dove nel [[2011]] conclude la carriera da calciatore. Nella stagione [[2011/12]] allena i Giovanissimi regionali delle Rondinelle. In seguito, lavora nelle giovanili della FeralpiSalò dal [[2012]] al [[2014]] e poi dirige la prima squadra del Lumezzane nel [[2016]]. Nel [[2017/18]] allena il Trento in Serie D. Dopo una breve parentesi al [[Livorno]] nella stagione [[2019/2020]], prima come vice e poi per dieci partite da allenatore-capo, allena la [[Pro Sesto]] nel [[2021]]. Siede quindi sulla panchina del Genoa Women.


Mediano di corsa e fatica, dotato di non grandissimi mezzi tecnici ma spiccato senso tattico, Antonio Filippini viene ricordato con affetto dai tifosi laziali per lo spirito indomito dimostrato nella sua pur breve esperienza romana. Acquistato nella prima stagione del presidente [[Lotito Claudio|Claudio Lotito]], Antonio e il fratello Emanuele divennero il simbolo di una Lazio riscopertasi improvvisamente più povera dopo i fasti cragnottiani, ma sempre orgogliosa.
Mediano di corsa e fatica, dotato di non grandissimi mezzi tecnici ma spiccato senso tattico, Antonio Filippini viene ricordato con affetto dai tifosi laziali per lo spirito indomito dimostrato nella sua pur breve esperienza romana. Acquistato nella prima stagione del presidente [[Lotito Claudio|Claudio Lotito]], Antonio e il fratello Emanuele divennero il simbolo di una Lazio riscopertasi improvvisamente più povera dopo i fasti cragnottiani, ma sempre orgogliosa.



''Nota:'' è il fratello gemello di [[Filippini Emanuele|Emanuele]].


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Versione delle 21:15, 2 lug 2023

Antonio Filippini

Centrocampista, nato a Brescia il 3 luglio 1973.

Fratello gemello di Emanuele, Antonio cresce nel Brescia, gioca con Ospitaletto e di nuovo Brescia. Viene acquistato dalla Lazio, in prestito, nel 2004 dal Palermo. Disputa una sola stagione in maglia biancoceleste, collezionando 36 presenze e 2 reti in Campionato. Tornato in Sicilia, Filippini milita in seguito con Treviso, Livorno e di nuovo Brescia, dove nel 2011 conclude la carriera da calciatore. Nella stagione 2011/12 allena i Giovanissimi regionali delle Rondinelle. In seguito, lavora nelle giovanili della FeralpiSalò dal 2012 al 2014 e poi dirige la prima squadra del Lumezzane nel 2016. Nel 2017/18 allena il Trento in Serie D. Dopo una breve parentesi al Livorno nella stagione 2019/2020, prima come vice e poi per dieci partite da allenatore-capo, allena la Pro Sesto nel 2021. Siede quindi sulla panchina del Genoa Women.

Mediano di corsa e fatica, dotato di non grandissimi mezzi tecnici ma spiccato senso tattico, Antonio Filippini viene ricordato con affetto dai tifosi laziali per lo spirito indomito dimostrato nella sua pur breve esperienza romana. Acquistato nella prima stagione del presidente Claudio Lotito, Antonio e il fratello Emanuele divennero il simbolo di una Lazio riscopertasi improvvisamente più povera dopo i fasti cragnottiani, ma sempre orgogliosa.