Anzil Faustino: differenze tra le versioni

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Preparatore atletico nella stagione [[1979/80]].
Diplomato con lode nel 1959 all’ Isef di Roma, ha iniziato ad insegnare Educazione Fisica presso Udine, per poi diventare anche istruttore di atletica leggera.
E' stato allenatore di atletica leggera, assessore alla Pubblica Istruzione e Sport al comune di Udine, presidente della sezione provinciale di Udine dell'ANAOAI (Associazione Nazionale Atleti Olimpici Azzurri d’Italia).

Preparatore atletico dell'Udinese ([[1986/87]] e [[1987/88]]).
Preparatore atletico della squadra biancoceleste nella stagione [[1979/80]], preparatore atletico dell'Udinese ([[1986/87]] e [[1987/88]]), è stato allenatore di atletica leggera e membro del Centro Studi della Figc e della Fidal, assessore alla Pubblica Istruzione e Sport al comune di Udine, presidente della sezione provinciale di Udine dell'ANAOAI (Associazione Nazionale Atleti Olimpici Azzurri d’Italia).

Diverse le sue pubblicazioni in tema di sport, tra le quali ''"Esercitazioni di tiro a rete"'', ''"Il calcio in numeri e numeri nel calcio"'', ''"L’allenatore di calcio e le sue problematiche"''. Nel [[2019]], con il patrocinio dell’Associazione Atleti Azzurri d’ Italia, ha pubblicato Friulani ai Giochi olimpici estivi e invernali.
Come dirigente sportivo ed era un’autentica memoria storica dello sport friulano e, per i suoi meriti sportivi, è stato insignito della Stella d’argento del Coni.

Nel giugno del [[1979]] il suo fraterno amico, il friulano [[Janich Franco|Franco Janich]], direttore sportivo biancoceleste,  che aveva conosciuto quando entrambi negli anni ’50 frequentavano il Collegio Bertoni (facevano anche parte di una squadra calcistica che partecipava al campionato sul campo Brunetta, nell’area dell’Istituto), lo convinse a entrare nella squadra biancoceleste in qualità di Preparatore atletico.

L'esperienza durò pochi mesi, nell'ottobre successivo fece ritorno in Friuli, a Udine, dove insegnava Educazione Fisica, dopo la mancata concessione del "distacco" che gli potesse permettere di svolgere l'attività presso la Lazio. Spiegando la sofferta decisione di lasciare la Lazio, dichiarò ''"Non posso sacrificare diciannove anni di insegnamento quando mi mancano sei mesi per ottenere la pensione"''.

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[[Categoria:Biografie|Anzil Faustino]]
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Versione delle 13:10, 19 ott 2024

Faustino Anzil

Professore, nato a Reana del Rojale (UD) il 15 dicembre 1937, è deceduto a Tricesimo (UD) il 18 maggio 2022.

Diplomato con lode nel 1959 all’ Isef di Roma, ha iniziato ad insegnare Educazione Fisica presso Udine, per poi diventare anche istruttore di atletica leggera.

Preparatore atletico della squadra biancoceleste nella stagione 1979/80, preparatore atletico dell'Udinese (1986/87 e 1987/88), è stato allenatore di atletica leggera e membro del Centro Studi della Figc e della Fidal, assessore alla Pubblica Istruzione e Sport al comune di Udine, presidente della sezione provinciale di Udine dell'ANAOAI (Associazione Nazionale Atleti Olimpici Azzurri d’Italia).

Diverse le sue pubblicazioni in tema di sport, tra le quali "Esercitazioni di tiro a rete", "Il calcio in numeri e numeri nel calcio", "L’allenatore di calcio e le sue problematiche". Nel 2019, con il patrocinio dell’Associazione Atleti Azzurri d’ Italia, ha pubblicato Friulani ai Giochi olimpici estivi e invernali. Come dirigente sportivo ed era un’autentica memoria storica dello sport friulano e, per i suoi meriti sportivi, è stato insignito della Stella d’argento del Coni.

Nel giugno del 1979 il suo fraterno amico, il friulano Franco Janich, direttore sportivo biancoceleste,  che aveva conosciuto quando entrambi negli anni ’50 frequentavano il Collegio Bertoni (facevano anche parte di una squadra calcistica che partecipava al campionato sul campo Brunetta, nell’area dell’Istituto), lo convinse a entrare nella squadra biancoceleste in qualità di Preparatore atletico.

L'esperienza durò pochi mesi, nell'ottobre successivo fece ritorno in Friuli, a Udine, dove insegnava Educazione Fisica, dopo la mancata concessione del "distacco" che gli potesse permettere di svolgere l'attività presso la Lazio. Spiegando la sofferta decisione di lasciare la Lazio, dichiarò "Non posso sacrificare diciannove anni di insegnamento quando mi mancano sei mesi per ottenere la pensione".