Filippi Dante: differenze tra le versioni
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La fama di Dante Filippi esplose a Roma immediatamente dopo la prima guerra mondiale, in un'epoca ormai non più eroica come quella che precedette il conflitto ma, per molti aspetti, ancora fortemente dilettantesca ma che denunciava i primi segni del grande successo che lo sport del calcio avrebbe avuto e che servì a codificarne le future strutture. In tale contesto si palesò la figura di questo ragazzino che, in mancanza di un vero pallone, prendeva a calci tutto ciò che incontrava sulla sua strada con una netta preferenza per i rumorosi barattoli. Nel [[1913]] infine il "nostro" cominciò a fare le sue prime esperienze ai margini del campo di calcio che la Società Podistica Lazio aveva nei pressi della Farnesina. Dante, troppo piccolo, non partecipò al conflitto mondiale e come tanti coetanei potè capire ciò che succedeva dagli splendidi disegni di Achille Beltrame sulla Domenica del Corriere o dai disegni riprodotti sulla scatolette di fiammiferi "pro mutilati". Il ricordo dei 18 campionati già disputati, dal [[1898]] al [[1915]], svanì quasi completamente soffocato dall'evento bellico a cui parteciparono tanti giocatori, tra cui alcuni notissimi, che giocavano in squadre appena nate o più antiche come il "Genoa Cricket and Foot Ball Club", il "Milan Cricket and Foot Ball Club", insieme alla Juventus, alla Ginnastica di Torino, alla Pro Vercelli, al Casale, etc. Tanti furono anche gli atleti della Lazio che diedero la loro giovinezza alla patria. Il primo campionato post-bellico, in un'Italia che cominciò a conoscere il jazz, si svolse nel [[1920]] dopo che le squadre più importanti si erano preoccupate soprattutto di ricostruire i propri vivai. Uno dei primi giovani ad essere notato a Roma fu il quindicenne Dante Filippi che ogni pomeriggio era assiduo frequentatore dell' "Alberata" di Villa Borghese dove ogni partita non durava mai meno di cinque ore; fu un distinto signore che lo avvicinò proponendogli senza tanti giri di parole di tesserarlo per la Società Podistica Lazio. Il ragazzo, già laziale "in pectore", accettò con entusiasmo nonostante fosse stato in precedenza avvicinato da altri emissari. Il signore distinto non era altri che Pietrangeli a quel tempo osservatore della Lazio e che ritroveremo nei primi anni '50 segretario dell' [[Roma AS|Roma]]. Dante fu subito inserito nella squadra "boys" della società biancoceleste con un rendimento medio di un goal a partita; il suo ruolo si alternava tra centravanti e mezzala destra. La fama di questo giovane killer di portieri cominciò ad allargarsi nei luoghi deputati al Foot Ball romano. |
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Versione delle 13:56, 13 set 2007
Pioniere
Dante Filippi.
La fama di Dante Filippi esplose a Roma immediatamente dopo la prima guerra mondiale, in un'epoca ormai non più eroica come quella che precedette il conflitto ma, per molti aspetti, ancora fortemente dilettantesca ma che denunciava i primi segni del grande successo che lo sport del calcio avrebbe avuto e che servì a codificarne le future strutture. In tale contesto si palesò la figura di questo ragazzino che, in mancanza di un vero pallone, prendeva a calci tutto ciò che incontrava sulla sua strada con una netta preferenza per i rumorosi barattoli. Nel 1913 infine il "nostro" cominciò a fare le sue prime esperienze ai margini del campo di calcio che la Società Podistica Lazio aveva nei pressi della Farnesina. Dante, troppo piccolo, non partecipò al conflitto mondiale e come tanti coetanei potè capire ciò che succedeva dagli splendidi disegni di Achille Beltrame sulla Domenica del Corriere o dai disegni riprodotti sulla scatolette di fiammiferi "pro mutilati". Il ricordo dei 18 campionati già disputati, dal 1898 al 1915, svanì quasi completamente soffocato dall'evento bellico a cui parteciparono tanti giocatori, tra cui alcuni notissimi, che giocavano in squadre appena nate o più antiche come il "Genoa Cricket and Foot Ball Club", il "Milan Cricket and Foot Ball Club", insieme alla Juventus, alla Ginnastica di Torino, alla Pro Vercelli, al Casale, etc. Tanti furono anche gli atleti della Lazio che diedero la loro giovinezza alla patria. Il primo campionato post-bellico, in un'Italia che cominciò a conoscere il jazz, si svolse nel 1920 dopo che le squadre più importanti si erano preoccupate soprattutto di ricostruire i propri vivai. Uno dei primi giovani ad essere notato a Roma fu il quindicenne Dante Filippi che ogni pomeriggio era assiduo frequentatore dell' "Alberata" di Villa Borghese dove ogni partita non durava mai meno di cinque ore; fu un distinto signore che lo avvicinò proponendogli senza tanti giri di parole di tesserarlo per la Società Podistica Lazio. Il ragazzo, già laziale "in pectore", accettò con entusiasmo nonostante fosse stato in precedenza avvicinato da altri emissari. Il signore distinto non era altri che Pietrangeli a quel tempo osservatore della Lazio e che ritroveremo nei primi anni '50 segretario dell' Roma. Dante fu subito inserito nella squadra "boys" della società biancoceleste con un rendimento medio di un goal a partita; il suo ruolo si alternava tra centravanti e mezzala destra. La fama di questo giovane killer di portieri cominciò ad allargarsi nei luoghi deputati al Foot Ball romano.
